Sergio Marchionne: differenze tra le versioni
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Da aprile 2006 a settembre 2013 è presidente di [[CNH Global]], azienda che operava nel settore delle macchine agricole e per le costruzioni. A giugno 2009 assume la carica di amministratore delegato di Chrysler Group, ora [[FCA US]]. A maggio 2010 entra a far parte del Consiglio di amministrazione di [[Exor|Exor S.p.A.]] Ha ricoperto inoltre la carica di presidente di [[Fiat Industrial|Fiat Industrial S.p.A.]] da gennaio 2011, a seguito della scissione del Gruppo Fiat, fino al settembre 2013, quando si fuse con la CNH Global, dando vita alla [[CNH Industrial]], di cui diventa presidente.
Durante l'amministrazione Marchionne, il gruppo lancia nuovi modelli, tra cui l'Alfa 159, la Nuova Fiat Bravo, la Fiat Nuova 500, la Grande Punto, l'auto più venduta in Italia nel 2006 e nel 2007<ref>{{cita web|url=http://www.autovideoblog.it/curiosita/aut-piu-vendute-2007-classifica.html|titolo=Auto più vendute nel 2007}}</ref>. Durante la sua gestione, il titolo FIAT è passato da un minimo prossimo ai € 4 del 2005 ai € 23 del luglio 2007, per declinare poi a € 13 (comprensivo anche dello spin-off delle attività industriali, [[Iveco]] e [[Case New Holland]], conferite in [[Fiat Industrial
Nel 2012 era risultato essere il manager più pagato in [[Italia]], tra le società italiane allora quotate in [[Borsa di Milano|Piazza Affari]] (come a.d. di Fiat S.p.A. e Presidente di Fiat Industrial) con compensi monetari per 7,4 milioni di euro e azioni gratuite («stock grant») assegnate all'inizio del 2012 in base al piano di incentivazione 2009–2011, che il giorno dell'assegnazione valevano 40,7 milioni<ref>{{cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-07-22/crescono-compensi-supermanager-piazza-092225.shtml?uuid=Abq6oKGI|titolo=Crescono i compensi dei super-manager di Piazza Affari}}</ref>. Per la carica di a.d. dell'allora Chrysler non aveva percepito alcun compenso.
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A causa della grave crisi economico-finanziaria che coinvolge il mondo intero, e in particolare il settore automobilistico, agli inizi del 2009 Marchionne tenta di acquisire attraverso FIAT altri importanti gruppi automobilistici europei e non, tali da rendere il gruppo torinese il secondo al mondo. Tale politica ha subito critiche da parte del vice presidente della [[Commissione europea]], il tedesco [[Günter Verheugen]], in merito all'alto indebitamento del gruppo FIAT e alla impossibilità, a detta di Verheugen, di attuare una così aggressiva politica sul mercato mondiale<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/economia/09_aprile_24/marchionne_ue_adb0f754-30c7-11de-ac52-00144f02aabc.shtml|titolo=Verheugen: "Dove sono i soldi per comprare Opel?"}}</ref>. Tali critiche sono poi rientrate parzialmente grazie all'intervento del presidente della Commissione, [[José Barroso]]<ref>{{cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/04/Fiat-Opel-Barroso-Commissione-Ue.shtml?uuid=66a3e5da-31a1-11de-be72-8609efc75bdb&DocRulesView=Libero|titolo=Fiat-Opel, Barroso chiarisce: «Ue valuterà ogni dossier»}}</ref>.
Nel mese di aprile del 2009 Marchionne effettua lunghe e travagliate trattative legate all'acquisizione di [[Chrysler]] con i [[sindacato|sindacati]] e il governo degli Stati Uniti. La Chrysler, controllata negli ultimi tempi dalla Daimler che ha perso in quell'acquisizione una sessantina di miliardi di dollari,<ref>Riccardo Ruggeri, op. cit., p-142</ref>, è fallita, ha gli stabilimenti quasi tutti chiusi e i 39.000 dipendenti a casa. Al termine delle trattative con [[Barack Obama]], da poco eletto presidente, d'accordo nel tentativo di salvare l'azienda statunitense con un'operazione che il ''Wall Street Journal'' sintetizzerà come "una nazionalizzazione mascherata seguita da una privatizzazione agevolata",<ref>Riccardo Ruggeri, op. cit. p. 147</ref>, viene raggiunto un accordo che prevede l'acquisizione da parte del Lingotto del 20% delle azioni Chrysler, in cambio delle conoscenze e delle tecnologie torinesi, facendo nascere così il sesto gruppo automobilistico del mondo<ref>{{cita web|url=http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/05/02/1019475-fiat_chrysler_accordo.shtml|titolo=Fiat - Chrysler: c'è l'accordo|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090506223409/http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/05/02/1019475-fiat_chrysler_accordo.shtml |data=2 maggio 2009}}</ref>. L'annuncio di tale accordo è stato dato dallo stesso [[Presidente degli Stati Uniti d'America|presidente degli Stati Uniti]] [[Barack Obama]]. Dopo un tentativo fallito di alcuni creditori di Chrysler di bloccare, attraverso la [[Corte suprema degli Stati Uniti d'America|Corte suprema degli Stati Uniti]], la trattativa tra i due gruppi, il 10 giugno 2009 nasce la nuova [[Chrysler]], di cui la FIAT ha il controllo manageriale e una quota iniziale del 20%. L'azionista di maggioranza è il fondo VEBA di proprietà del sindacato metalmeccanico UAW.<ref name="Tommaso Ebhardt">Tommaso Ebhardt, op. cit. p. 67</ref> Amministratore delegato è Marchionne che, oltre ad essere alla guida della FIAT, è nello stesso tempo presidente di SGS a [[Ginevra]] e vicepresidente della banca svizzera UBS.<ref name="Tommaso Ebhardt" /> Per fare uscire la Chrysler dalla crisi, Marchionne promuove i manager che trova in azienda (al contrario di quanto aveva fatto la Daimler che aveva trasferito a Detroit 400 suoi dirigenti), lancia il progetto della nuova Jeep Grand Cherokee che uscirà un anno più tardi e nel luglio 2009 lo stabilimento di Jefferson, simbolo dell'azienda, riapre i battenti. Nel luglio 2010 Barack Obama, in camicia e cravatta, visiterà lo stabilimento.<ref>Tommaso Ebhardt, op. cit. p. 76</ref>
[[File:Secretary Geithner Visits Detroit (5669161307).jpg|miniatura|destra|Sergio Marchionne durante una visita ufficiale alla Jefferson North Assembly Plant (JNAP) di Detroit, nel 2011]]
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Un'altra trattativa importante condotta da Marchionne è stata quella legata all'acquisizione di [[Opel]], azienda automobilistica europea (con ben quattro stabilimenti in Germania e con i conti in rosso) controllata dal gruppo [[General Motors]], anch'esso in difficoltà economiche. Ma si trova contro in particolare i sindacati tedeschi che temono la forte perdita di posti di lavoro.<ref>Riccardo Varvelli, Maria Ludovica Varvelli, ''Marchionne, la Fiat e gli altri'', op. cit., p. 33</ref> Dopo lunghe e difficili trattative sembrava che la "partita Opel" fosse stata vinta dal colosso austro-canadese di componentistica [[Magna International]]. Ma neppure Magna International (alleato con la casa automobilistica [[Gor'kovskij avtomobil'nyj zavod|GAZ]] e la banca [[Sberbank]], entrambe russe)<ref>Paolo Bricco, ''Marchionne lo straniero'', op. cit., p. 121</ref> riuscirà nell'intento di acquisire Opel in quanto quasi a sorpresa General Motors decide di mantenere al suo interno la Opel e di rilanciare il marchio e la produzione seppur sacrificando qualche stabilimento in eccedenza. Opel sarà poi ceduta nel 2017 al gruppo francese [[Groupe PSA|PSA]].
Nel 2015 Marchionne, che si rende conto come Fiat Chrysler sia ancora piccola,<ref>Tommaso Ebhardt, op. cit., pp.134-136</ref> avvia contatti con [[Mary Barra]] per una fusione tra FCA e [[General Motors]] ma la proposta viene respinta.<ref>{{cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/2015/06/09/fca-gm-proposta-fusione-respinta_n_7544192.html|titolo=FCA-GM, proposta fusione respinta|data=9 giugno 2015|accesso=3 giugno 2019}}</ref><ref>Paolo Bricco, op. cit., pp. 231-240</ref> Pensa allora ad una scalata ostile di GM con il lancio di un'Opa che richiede almeno 60 miliardi di dollari. Cerca e trova anche investitori ma alla fine viene dissuaso.<ref>Tommaso Ebhardt, op. cit., pp. 143-144</ref>
=== La questione di Termini Imerese ===
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