CSELT: differenze tra le versioni
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Dopo il drastico ridimensionamento a cavallo degli [[anni Duemila|anni duemila]], la maggior parte delle strutture sono confluite prima in [[Telecom Italia Lab]] (società del gruppo [[Telecom Italia]]) e successivamente in [[TIM]], oltre che in altre società nate come [[Spin-off (diritto)|spin-off]] quali ad esempio [[Loquendo]] nel 2001, attiva nell'ambito del [[riconoscimento vocale|riconoscimento]] e la [[sintesi vocale]].
Materiale storico di CSELT è conservato nell'Archivio Storico di TIM<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.telecomitalia.com/|titolo=Sito Archivio Storico Telecom Italia}}</ref><ref>{{cita testo|url=https://archiviostorico.telecomitalia.com/category/tags/cselt|titolo=Sito Archivio Storico Telecom Italia: tag "CSELT"|accesso=10 marzo 2017|dataarchivio=12 marzo 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170312071554/https://archiviostorico.telecomitalia.com/category/tags/cselt|urlmorto=sì}}</ref>. Il sito CSELT è disponibile negli archivi del Web a partire dal 1998<ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/*/cselt.it|titolo=Internet Archive Wayback Machine|accesso=11 marzo 2017}}</ref>; qui sono archiviati anche gli [[abstract]] dei Rapporti Tecnici (''CSELT Technical Reports'') dal 1995 al 1999<ref>{{Cita web|url=http://www.cselt.it/Cselt/PUBBLI/CTRI/CTRI.html|titolo=Indice C.T.R.|data=17 maggio 2000|accesso=11 marzo 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20000517161435/http://www.cselt.it/Cselt/PUBBLI/CTRI/CTRI.html}}</ref>, una delle principali pubblicazioni scientifiche aziendali, edita dal luglio 1973. Elenchi di brevetti a nome CSELT sono anche disponibili sul Web.<ref>{{Cita web|url=http://patents.justia.com/assignee/cselt-centro-studi-e-laboratori-telecomunicazioni-s-p-a|titolo=Patents by Assignee CSELT - Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni S.p.A. - Justia Patents Search|sito=patents.justia.com|lingua=en|accesso=13 aprile 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://documents.allpatents.com/d/g/Centro-Studi-E-Laboratori-Telecomunicazioni-Spa|titolo=Centro Studi E Laboratori Telecomunicazioni Spa Patents|sito=documents.allpatents.com|lingua=en|accesso=13 aprile 2017|urlmorto=sì}}</ref>
Nel 2011 è partito il progetto '''CSELTMUSEUM'''<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/project/CSELTMUSEUM|titolo=CSELTMUSEUM by Piero Belforte - Research Project on ResearchGate|lingua=en|accesso=15 marzo 2017}}</ref> con lo scopo di raccogliere e pubblicare sul Web documenti storici inediti, o difficilmente reperibili, relativi all'attività del Centro.
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Gli innovativi algoritmi di simulazione di quegli anni, successivamente generalizzati<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=14 febbraio 2013|titolo=Swan dws story_270113_pb_google_drive|accesso=10 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/swan-dws-story270113pbgoogledrive-16525591}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/272576412_DWS_85_USER_MANUAL|titolo=Publication: DWS 8.5 USER MANUAL|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=31 marzo 2017}}</ref>, costituiscono tuttora lo stato dell'arte per la progettazione hardware di sistemi numerici multi-gigabit<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/306508351_Digital_Wave_Simulation_of_Lossy_Lines_for_Multi-Gigabit_Applications|titolo=Digital Wave Simulation of Lossy Lines for Multi-Gigabit Applications (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=26 febbraio 2017}}</ref>, come i moderni router IP, e offrono prestazioni di ordini di grandezza superiori alle tecniche tradizionali (Analisi Nodale, Spice)<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/288668128_Digital_Wave_vs_Nodal_Analysis_for_Circuit_Simulation_an_experimental_comparison|titolo=Digital Wave vs. Nodal Analysis for Circuit Simulation: an experimental comparison (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=13 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/316407370_Digital_Wave_vs_Nodal_Analysis_for_Circuit_Simulation_an_experimental_comparison_Part_2|titolo=Digital Wave vs. Nodal Analysis for Circuit Simulation: an experimental comparison (Part 2) (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=23 aprile 2017}}</ref> anche nella simulazione elettromagnetica<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/313774123_Digital_Wave_Simulation_of_Quasi-Static_Partial_Element_Equivalent_Circuit_Method|titolo=Digital Wave Simulation of Quasi-Static Partial Element Equivalent Circuit Method (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=10 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=L.|cognome=Lombardi|data=1º aprile 2017|titolo=Digital Wave Simulation of Quasi-Static Partial Element Equivalent Circuit Method|rivista=IEEE Transactions on Electromagnetic Compatibility|volume=59|numero=2|pp=429–438|accesso=10 marzo 2017|doi=10.1109/TEMC.2016.2615426|url=http://ieeexplore.ieee.org/document/7676326/|nome2=P.|cognome2=Belforte|nome3=G.|cognome3=Antonini}}</ref>. A più di quaranta anni dalla sua ideazione, l'attività di ricerca relativa a queste tematiche è tuttora in corso nell'ambito del progetto SWAN/DWS<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/project/SWAN-DWS|titolo=SWAN/DWS by Piero Belforte - Research Project on ResearchGate|lingua=en|accesso=20 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/project/PEEC-DWS|titolo=PEEC-DWS by Piero Belforte - Research Project on ResearchGate|lingua=en|accesso=20 marzo 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/project/DWS-vs-SPICE|titolo=DWS vs SPICE by Piero Belforte - Research Project on ResearchGate|lingua=en|accesso=20 marzo 2017}}</ref>.
Una innovazione di fine anni settanta inizio anni ottanta che conobbe un grande successo industriale e commerciale fu il circuito integrato LSI per la commutazione TDM dei canali PCM, chiamato ECI (Elemento di Commutazione Integrato)<ref>Belforte, P., Bostica, B., Masina, V., & Pilati, L. (1984). Design and development of an LSI digital switching element (ECI)., CSELT Technical Reports, vol. XIII, n.2 - April 1984</ref>. Esso fu ideato da Piero Belforte nel 1978 e successivamente brevettato<ref>{{cita testo|url=https://www.google.it/patents/EP0039948B1?hl=it&dq=piero+belforte+switching+matrix&cl=en|titolo=Piero Belforte, Bruno Bostica, Luciano Pilati, ''Patent EP 0039948 "PCM switching element"''}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Belforte|data=24 marzo 1983|titolo=Switching unit for the transfer of digitized signals in PCM system|accesso=22 febbraio 2017|url=https://patents.google.com/patent/US4545051A/en|nome2=Bruno|cognome2=Bostica|nome3=Luciano|cognome3=Pilati}}</ref>. Il circuito integrato fu progettato da Vittorio Masina (SGS)<ref>{{Cita web|url=http://patents.justia.com/inventor/vittorio-masina|titolo=Vittorio Masina Inventions, Patents and Patent Applications - Justia Patents Search|sito=patents.justia.com|lingua=en|accesso=23 marzo 2017}}</ref> su specifiche CSELT elaborate anche da Bruno Bostica e Luciano Pilati e fu prodotto dalla stessa SGS (oggi, [[STMicroelectronics]]) a partire dal 1981, anche quando questa azienda non apparteneva più al gruppo STET. La famiglia di sei componenti integrati [[Application specific integrated circuit|ASIC]] per la commutazione TDM concepita nel Centro<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Piero Belforte, Enzo Garetti|titolo=A new generation of LSI switching networks|rivista=CSELT TECHNICAL REPORTS, WCF '83|volume=1983}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=P.|cognome=Belforte|data=1º settembre 1985|titolo=RTB: A Full-Duplex ECL Transceiver For Wideband Digital Systems|rivista=Solid-State Circuits Conference, 1985. ESSCIRC '85. 11th European|pp=250–255|accesso=10 marzo 2017|url=http://ieeexplore.ieee.org/document/5468095/|nome2=V.|cognome2=Poletto|nome3=M.|cognome3=Sartori}}</ref> fu adottata da numerose aziende. CSELT, trasferì a Italtel tutta la tecnologia relativa a questo componenti e alle reti auto-instradanti, già provate nei suoi laboratori<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/315833569_LSI_SWTCHING_NETWORKS10000_HOURS_TRIAL_ON_A_8K_CHANNELS_SYSTEM|titolo=Academic paper (PDF): LSI SWTCHING NETWORKS:10000 HOURS TRIAL ON A 8K CHANNELS SYSTEM|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=10 aprile 2017}}</ref>, che vennero così utilizzati per la realizzazione delle nuove centrali di Italtel. Questa tecnologia ASIC, coperta da sei brevetti internazionali<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Belforte|data=13 gennaio 1982|titolo=Modular structure for multistage PCM switching network|accesso=22 febbraio 2017|url=https://patents.google.com/patent/US4473900A/en|nome2=Mario|cognome2=Bondonno|nome3=Enzo|cognome3=Garetti}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/313474947_WCF'83_A_NEW_GENERATION_OF_LSI_SWITCHING_NETWORKS|titolo=WCF'83: A NEW GENERATION OF LSI SWITCHING NETWORKS (PDF Download Available)|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=22 febbraio 2017}}</ref>, costituisce tuttora il nucleo delle centrali della [[Centrale telefonica#Architettura della rete Telecom Italia|Linea UT]] che equipaggiano più dei due terzi delle centrali operative in Italia<ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.telecomitalia.com/italia-al-telefono-oltre/1981-siamo-in-cselt-qui-si-costruisce-futuro|titolo=1981: siamo in Cselt. Qui si costruisce il futuro {{!}} archiviostorico.telecomitalia.com|sito=archiviostorico.telecomitalia.com|accesso=22 febbraio 2017|urlmorto=sì}}</ref> oltre che essere state esportate in numerosi paesi del mondo. Le unità di commutazione da 1024 canali basate sul componente principale ECI (M088 per SGS<ref>{{Cita web|url=http://matthieu.benoit.free.fr/cross/data_sheets/SGS_Technology%20and%20Service_TELECOMMUNICATION_PRODUCTS1983.htm|titolo=SGS Technology and Service TELECOMMUNICATION PRODUCTS September 1983|sito=matthieu.benoit.free.fr|accesso=17 marzo 2017}}</ref>), oggi denominato M3488<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=17 marzo 2017|titolo=M3488 datasheet|accesso=17 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/m3488-datasheet}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Piero Belforte|data=17 marzo 2017|titolo=M3488 Application Note|accesso=17 marzo 2017|url=https://www.slideshare.net/PieroBelforte1/m3488-application-note}}</ref> e su altri cinque circuiti di supporto<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Belforte|data=13 gennaio 1978|titolo=Method of and means for establishing two-way communication between two stations interconnected by a single signal link|accesso=2 marzo 2017|url=https://patents.google.com/patent/US4162371A/en|nome2=Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni SpA|cognome2=(CSELT)|nome3=Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni SpA|cognome3=(CSELT)}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=P.|cognome=Belforte|data=1º settembre 1985|titolo=RTB: A Full-Duplex ECL Transceiver For Wideband Digital Systems|rivista=Solid-State Circuits Conference, 1985. ESSCIRC '85. 11th European|pp=250–255|accesso=2 marzo 2017|url=http://ieeexplore.ieee.org/document/5468095/|nome2=V.|cognome2=Poletto|nome3=M.|cognome3=Sartori}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Data-extraction circuitry for PCM communication system|accesso=2 marzo 2017|url=https://www.google.com/patents/US4404630}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Piero|cognome=Belforte|data=15 aprile 1981|titolo=Transceiver for full duplex transmission of digital signals on a single line|numero=EP0026931 A1|accesso=2 marzo 2017|url=https://google.com/patents/EP0026931A1|nome2=Renzo|cognome2=Bortignon}}</ref>, pure prodotti da SGS, utilizzavano una logica d'instradamento distribuita con l'uso di controller a microprocessore (Z80) a livello di singola unità atti a rendere il commutatore auto-instradante. Le strutture multistadio (fino a cinque stadi per reti da 64000 canali) erano caratterizzate da una enorme capacità di smaltimento di traffico e da una potente auto-diagnostica. L'ECI si compone di 35.000 transistor (n-MOS a 4um nella prima realizzazione e, successivamente, CMOS) per una matrice non bloccante di 256 x 256 canali PCM. Circa 27 Milioni di linee telefoniche di molti paesi sono tuttora servite dalle centrali TDM che utilizzano i componenti e le strutture di commutazione dello CSELT. A queste si aggiungono quelle della rete mobile e le applicazioni sulle reti private (PABX). Una comparazione delle tecnologie di commutazione CSELT precedentemente illustrate (Gruppi Speciali/EC8000 e reti ASIC) con le più recenti, che fanno uso di router IP nella rete backbone di TIM, è illustrata in<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/313795003_CORE_NETWORK_SWITCHING_TECHNOLOGY_EVOLUTION|titolo=CORE NETWORK SWITCHING TECHNOLOGY EVOLUTION|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=10 marzo 2017}}</ref> e in<ref>{{Cita web|url=https://www.researchgate.net/publication/313882371_DIGITAL_SWITCHING_TECHNOLOGY_EVOLUTION_IN_PSTN|titolo=DIGITAL SWITCHING TECHNOLOGY EVOLUTION IN PSTN|sito=ResearchGate|lingua=en|accesso=10 marzo 2017}}</ref>. È interessante notare come, a circa quaranta anni dalla sua ideazione (1978), la tecnologia di commutazione ASIC TDM di CSELT coesista ancora con la tecnologia IP nella rete attuale di TIM nonostante il processo di ''"decommissioning"'' del TDM, iniziato appunto dalla rete backbone nei primi [[anni duemila]]<ref>{{Cita news|url=http://www.telecomitalia.com/tit/it/notiziariotecnico/numeri/2014-2/capitolo-01.html|titolo=Il “come” e il “perché” del DecoMmissioning {{!}} Notiziario Tecnico|pubblicazione=Telecom Italia Corporate|accesso=10 marzo 2017}}</ref>.
Un altro esempio di innovazione negli sviluppi dei Gruppi Speciali è il brevetto di Alberto Ciaramella applicato nel 1975 riguardante una procedura di [[boot]]strap automatico del calcolatore<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Alberto Ciaramella|titolo = Patent US 4117974 A, "Device for automatically loading the central memory of electronic processors"|url = https://www.google.com/patents/US4117974}}</ref> che, anziché avviarsi tramite una serie di comandi impartiti manualmente dall'operatore in una serie di memorie volatili con conseguente rischio di errori, caricava automaticamente i comandi di avvio da una [[Read Only Memory|memoria fissa]] (ROM, dispositivi di memorizzazione a semiconduttori in luogo delle schede perforate o delle memorie di altro tipo, ad esempio a ferrite) e separata da quella di esecuzione o di massa dedicata allo storage dei programmi applicativi (oggi la norma per la larga maggioranza di computer): il risultato era una affidabilità nell'avvio molto maggiore rispetto allo standard dei computer dell'epoca e una procedura di avvio più semplice, perché ottenuta dalla pressione di un singolo tasto.
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