Arsia: differenze tra le versioni

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Arsia fu costruita in un anno e mezzo dal [[fascismo|regime fascista]] italiano, in base al progetto dello studio Pulitzer di Trieste (architetti Pulitzer, Ceppi, Finali, e gli sloveni Zorko Lah e Franjo Kosovel): fu inaugurata il 4 novembre [[1937]]. Si trattava della prima città a carattere minerario progettata e costruita dal regime e ad essa seguì [[Carbonia]]. Sorse in una zona appena bonificata, con la regolamentazione del torrente [[Carpano]] ed il prosciugamento del lago omonimo, per favorire l'insediamento delle famiglie dei minatori impiegati nello sfruttamento delle vicine [[miniera|miniere]] di [[carbone]].
 
L'abitato, d'impronta [[razionalismoRazionalismo italiano|razionalista]], fu dotato dei principali servizi: scuole, un ospedale, un campo sportivo, un ufficio postale, un cinema ed un albergo. La chiesa, dedicata a [[Santa Barbara]], patrona dei minatori, è opera, come il municipio, dello stesso Pulitzer Finali. Si presenta con la forma di un carrello da minatore rovesciato mentre il campanile ricorda le lampade impiegate in miniera.
 
Arsia (già nel 1936 aveva 6.978{{formatnum:6978}} ab.) fu costituito con un territorio comunale di 74,00&nbsp;km² (con parti dei municipi di [[Albona]] e di [[Barbana (Croazia)|Barbana]] d'[[Istria]]) quando fu eretta in comune autonomo nel 1937<ref>{{normattiva|tipo=RD|giorno= 27|mese=10|anno= 1937|numero=1815}}</ref>, e contava circa 10.000{{formatnum:10000}} abitanti e lo sfruttamento delle miniere di carbone era al culmine, con 160 chilometri di gallerie già scavate che raggiungevano anche i 350 metri di profondità.
 
Purtroppo lo sfruttamento intensivo della miniera provocò diversi incidenti minerari mortali; il più grave avvenne il 28 febbraio 1940, quando morirono quasi 200 minatori, e altrettanti furono i feriti che morirono nei giorni successivi<ref>{{cita web|url=http://ilpiccolo.gelocal.it/tempo-libero/2015/02/27/news/quel-minatore-dimenticato-che-nelle-gallerie-di-arsia-mori-salvando-i-compagni-1.10945697|titolo=Quel minatore dimenticato che ad Arsia morì salvando i compagni|autore=Pietro Spirito|sito=Il Piccolo|data=27 febbraio 2015|accesso=18 gennaio 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.arcipelagoadriatico.it/libri/arsia-28-febbraio-1940/|titolo=Arsia – 28 Febbraio 1940|accesso=7 giugno 2023}}</ref>. La stampa fascista non diffuse la notizia anche se si è trattato del più grande disastro minerario della storia per numero di vittime italiane.