Valencia: differenze tra le versioni
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'''Valencia''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]:</small> {{IPA|/vaˈlɛnsja/|it}} <small>o</small> {{IPA|/vaˈlɛntʃa/|it}}, <small>in [[lingua spagnola|castigliano]]</small> {{IPA|/baˈlenθja/|es}}; in [[dialetto valenciano|valenzano]] e ufficialmente '''València''' {{IPA|/vaˈlensi.a/|ca}}),<ref>{{Cita web|url=https://ssweb.seap.minhap.es/REL/frontend/inicio/municipios/10/13421/248|titolo=Entidades Locales|sito=ssweb.seap.minhap.es|accesso=2022-12-20|dataarchivio=7 marzo 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210307194132/https://ssweb.seap.minhap.es/REL/frontend/inicio/municipios/10/13421/248|urlmorto=no}}</ref><ref>Come da lemma {{Treccani|valencia|Valencia|accesso=2 dicembre 2014}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://red.levante-emv.com/joseplacreu/2016/12/23/valencia-es-diu-valencia/|titolo=València es diu Val[é]ncia|autore=Josep Lacreu|sito=Pren la paraula|accesso=13 giugno 2019|dataarchivio=14 dicembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181214050143/https://red.levante-emv.com/joseplacreu/2016/12/23/valencia-es-diu-valencia/|urlmorto=no}}</ref> è un [[Comuni della Spagna|comune spagnolo]] di {{M|807693}} abitanti,<ref>{{Cita web|url=https://www.valencia.es/es/cas/la-ciudad/poblacion|titolo=Población {{!}} Ayuntamiento de Valencia - València|sito=www.valencia.es|accesso=2022-12-20|dataarchivio=20 dicembre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20221220104501/https://www.valencia.es/es/cas/la-ciudad/poblacion|urlmorto=no}}</ref> [[capoluogo]] dell'[[Provincia di Valencia|omonima provincia]] e della [[Comunità Valenciana]].
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=== Clima ===
Valencia gode di un [[clima mediterraneo]] mite e umido. La temperatura media annuale è di 18,3 °C, con valori che oscillano dagli 11,9 °C di gennaio ai 26,1 °C di agosto. Le precipitazioni, con una media di 454 mm all'anno, si concentrano nella stagione autunnale solitamente in modo intenso.<ref>{{cita web |url=http://www.aemet.es/es/serviciosclimaticos/datosclimatologicos/valoresclimatologicos?l=8416&k=undefined |titolo=Valores climatológicos normales |opera=[[Agencia Estatal de Meteorología]] |accesso=29 Luglio 2021 |lingua=es |dataarchivio=19 giugno 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200619082834/http://www.aemet.es/es/serviciosclimaticos/datosclimatologicos/valoresclimatologicos?l=8416&k=undefined |urlmorto=no
{| style="text-align:right;width=100%"
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Con la crisi dell'[[Impero romano]] nel [[III secolo]] per Valencia iniziò un lungo periodo di decadenza. Il numero degli abitanti diminuì, interi quartieri si spopolarono e le infrastrutture pubbliche caddero in abbandono. A quel periodo si può far risalire la prima comunità [[Cristianesimo|cristiana]] a Valencia, che ebbe in [[Vincenzo di Saragozza|san Vincenzo martire]], ucciso nel [[304]], la sua prima figura di riferimento. Fu proprio la Chiesa, nei secoli successivi, a riempire il vuoto di potere lasciato dall'impero, prendendo in mano l'amministrazione della città e dando impulso ad un parziale recupero urbano con la costruzione di templi cristiani sui ruderi di quelli romani.
=== I
All'inizio del [[V secolo]] cominciarono le invasioni dei [[visigoti]] nella [[penisola iberica]], che dominarono fino al [[711]], quando furono cacciati dagli [[arabi]]. Nel periodo visigoto Valencia assunse importanza dal [[554]] al [[625]] quando, grazie alla sua posizione strategica, fu sede di contingenti militari e fortificazioni contro le truppe dell'[[Impero Romano d'Oriente]]. Queste ultime erano riuscite infatti a portare la frontiera dell'Hispania [[bizantina]] fino a una ventina di chilometri a sud della città, a ridosso del fiume [[Júcar|Xúquer (Júcar)]].
=== Gli
Nel [[711]] il regno dei visigoti venne schiacciato dall'invasione araba e berbera. Valencia, ovvero ''Balansiya'' (la denominazione in uso presso i musulmani) progressivamente assorbì gli usi, la lingua, la cultura e la religione dei suoi nuovi abitanti. Anche l'assetto urbanistico cambiò: fu costruito il palazzo della Rusàfa (che diede il nome a uno dei quartieri della città, riprendendo il nome d'una residenza califfale a [[Damasco]]), venne creata una prima cerniera di coltivazioni al di fuori della città (in corrispondenza dell'attuale ''barrio del Carmen'') e l'antica sede episcopale visigota fu convertita nella piazza della residenza del governatore (''wālī''), nominato dal califfo di [[Cordova]] nel periodo del [[califfato di Cordova]].
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Il secolo XIV fu abbastanza travagliato per Valencia. La [[peste nera]] del [[1348]] e le successive epidemie ne dimezzarono la popolazione. Venne costruita una nuova cinta muraria per difendersi dagli attacchi dei [[castiglia]]ni, che vennero respinti per due volte, nel [[1363]] e nel [[1364]]. Come riconoscimento, il re concesse alla città il titolo di ''dos veces leal'' ("due volte leale"), rappresentato dalla due L che tuttora campeggiano nello stemma cittadino. Nel [[1391]], in seguito ad un tumulto popolare, gli [[ebrei]] che vivevano in città furono cacciati o costretti a convertirsi forzatamente al cristianesimo.
=== Il
[[File:Llonja2.jpg|thumb|La ''Llotja de la Seda'' ("[[Loggia della Seta]]"), simbolo del periodo d'oro valenciano.]]
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Lo sviluppo economico favorì le arti e la cultura. A Valencia si trovava la prima pressa da stampa della [[penisola iberica]]; nel [[1478]] venne stampata la prima Bibbia in una [[lingua neolatina]], attribuita a [[Bonifaci Ferrer]]. Lo scrittore [[Joanot Martorell]], autore di ''[[Tirant lo Blanch]]'', ed il poeta [[Ausiàs March]] furono famosi valenciani dell'epoca. La città si arricchì di monumenti: oltre alla Lonja, risalgono a quel periodo il ''[[Micalet]]'' (il campanile della [[Cattedrale di Valencia|cattedrale di Santa Maria]]) e le ''[[Torres dels Serrans]]''.
=== L'
Ironia della sorte, la spedizione di Colombo finanziata dai capitali valenciani determinò la fine del periodo d'oro della città. Con la [[scoperta dell'America]] l'asse del commercio mondiale si spostò dal Mediterraneo all'[[Oceano Atlantico]]. Valencia rimase fuori dalle principali rotte internazionali, e l'attività mercantile si contrasse notevolmente.
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=== Il XX secolo ===
[[File:Estació del Nord (Ciutat de València), vista exterior.jpg|thumb|<nowiki>L'</nowiki>''[[Stazione di Valencia-Nord|Estación del Norte]]''.]]
[[File:Oceanogrâfic 29102009.jpg|thumb|[[Parco oceanografico di Valencia]].]]
Nel novembre [[1936]], dopo la caduta di [[Madrid]] nella [[guerra civile spagnola]], la capitale della Repubblica venne spostata a Valencia. La città soffrì per oltre due anni il blocco e l'assedio delle forze di [[Francisco Franco]], che entrarono in città il 30 marzo [[1939]]. Il periodo postbellico fu duro per i valenciani, a cui il regime tolse anche la libertà linguistica: parlare o insegnare il valenciano era proibito, usare tale lingua era un [[reato]].
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=== Architetture militari ===
* [[Torres dels Serrans]]; una delle dodici porte di Valencia, in stile [[gotico valenzano]]. Con la [[Torres de Quart]] è l'unica porta ancora esistente dopo l'abbattimento delle mura avvenuto nel 1865.
=== Aree naturali ===
* [[Jardí del Túria]].
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
Al censimento del 2008 Valencia aveva una popolazione di poco superiore agli {{formatnum:800000}} abitanti; considerando la sua [[area metropolitana]] invece la popolazione è di {{formatnum:1730853}} abitanti.<ref>{{cita web|url=http://www.ine.es/intercensal/index|titolo=INEbase|lingua=|data=|accesso=|dataarchivio=11 marzo 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090311233825/http://www.ine.es/intercensal/index
{{Demografia/Valencia}}
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=== Istruzione ===
==== Università ====
A Valencia esistono due università pubbliche. La storica [[Università di Valencia|Universitat de València]] (UV), fondata nel 1499 col nome di ''Estudi general'', ha tre campus principali ed è molto attiva in quasi tutti i campi del sapere. La si indica spesso col nome di "Universidad Literaria" per distinguerla dalla più recente [[Università politecnica di Valencia|Universidad Politécnica de Valencia]] (UPV), creata nel 1968 e più legata alla scienza e la tecnologia. Esistono, inoltre, due università private, la Universidad Católica de Valencia e la Universidad Europea de Valencia, inaugurate rispettivamente nel 2003 e nel 2007) e una sede della UNED Universidad Nacional de Educación a Distancia).
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==== Musei ====
Valencia conta una cinquantina tra musei e sale espositive.
* IVAM, [[Instituto Valenciano de Arte Moderno]];
* Centre del Carme - [[Museo di belle arti di Valencia]];
* MUVIM, Museo valenciano dell'illuminismo e modernità;
* [[Ciutat de les Arts i les Ciències]];
* [[Museo dell'Almoina]];
* [[Museo di preistoria di Valencia]];
* [[Bioparc Valencia]];
* [[Museo de historia de Valencia|Museo della storia di Valencia]];
* [[Colegio del Arte Mayor de la Seda]];
* [[Museo Nazionale della ceramica e dell'arte statuaria González Martí]].
=== Media ===
==== Radio ====
* [[Radio Klara]], con il suo motto "Lliure i llibertària" (libera e [[Libertarianismo|libertaria]]) è una [[radio comunitaria|radio gratuita]] collegata alla Community Media Network (ReMC).
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== Geografia antropica ==
=== Suddivisioni amministrative ===
{{vedi anche|Distretti di Valencia}}
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== Economia ==
[[File:València, mercat central, d'Alexandre Soler i March i Francesc Guàrdia (inaugurat el 1928) (13995488023).jpg|thumb|[[Mercado Central|Mercato Centrale di Valencia]]]]
Tra la fine del XIX secolo e per quasi tutto il XX secolo, la città è stata la sede di aziende attive nei [[settore economico|settori]] della [[metallurgia]], la [[ceramica]] e la produzione di mobili. Una rigida pianificazione urbanistica fece in modo di decentralizzare le attività produttive e industriali nelle città dell{{'}}''[[hinterland]]'', che conobbero un notevole sviluppo economico e demografico: [[Manises]] nel settore ceramico, [[Benetússer]] e [[Alfafar]] nel settore dell'arredamento, o [[Paterna]], con la nascita dell'area edificabile di Fuente del Jarro.<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Signes Martínez |nome=Francisco |titolo=Historia gráfica de una industria valenciana desde 1891 a 2001 |anno=2003 |rivista=Dialnet |numero=466 |issn=1134-1416 |url=http://dialnet.unirioja.es/servlet/articulo?codigo=739098 |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=10 luglio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200710172908/https://dialnet.unirioja.es/servlet/articulo?codigo=739098 |urlmorto=no
▲Tra la fine del XIX secolo e per quasi tutto il XX secolo, la città è stata la sede di aziende attive nei [[settore economico|settori]] della [[metallurgia]], la [[ceramica]] e la produzione di mobili. Una rigida pianificazione urbanistica fece in modo di decentralizzare le attività produttive e industriali nelle città dell{{'}}''[[hinterland]]'', che conobbero un notevole sviluppo economico e demografico: [[Manises]] nel settore ceramico, [[Benetússer]] e [[Alfafar]] nel settore dell'arredamento, o [[Paterna]], con la nascita dell'area edificabile di Fuente del Jarro.<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Signes Martínez |nome=Francisco |titolo=Historia gráfica de una industria valenciana desde 1891 a 2001 |anno=2003 |rivista=Dialnet |numero=466 |issn=1134-1416 |url=http://dialnet.unirioja.es/servlet/articulo?codigo=739098 |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=10 luglio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200710172908/https://dialnet.unirioja.es/servlet/articulo?codigo=739098 |urlmorto=no }}</ref>
I critici sostengono che questa legislazione (concepita, in teoria, per proteggere il terreno rurale) viene abusata a favore di un grande sviluppo urbano e industriale. Il Comitato delle Petizioni dell'[[Unione europea]] ha prodotto nel 2004 una relazione sulla questione, sostenendo che il governo valenciano stava infrangendo dei diritti basilari europei. Gli ambasciatori degli stati membri dell'UE, in rappresentanza dei loro cittadini, hanno protestato con le autorità spagnole e la questione è stata deferita alla [[Corte europea dei diritti dell'uomo]]. L'ampia copertura del caso offerta dai media esteri minaccia la locale industria del "turismo residenziale".
[[File:Camí Real 01.JPG|miniatura|Un'antica fabbrica di bibite, a Turia.]]
Valencia ha goduto di una forte crescita economica nell'ultimo decennio, dovuta in gran parte a turismo e costruzioni, secondo un modello di sviluppo che ha portato all'occupazione con edifici di molte aree rurali. Inoltre, l'implementazione della Legge regolatrice della attività urbanistica (LRAU) da parte del governo di Valencia, è stata altamente controversa per i meccanismi espropriativi che metteva in opera. La questione fu oggetto di uno scottante documentario trasmesso nel 2005 dal secondo canale televisivo nazionale ([[La 2|TVE2]]).
Negli anni Duemila, turismo, agricoltura, vino e industria dei pellami e delle calzature rappresentavano le più importanti risorse di Valencia. Forte è inoltre il rapporto tra imprese e università. I prodotti agricoli prevalenti sono gli agrumi, mentre i principali distretti industriali riguardavano le raffinerie.
Al 2011, un totale di 3.973 ettari di terreno erano destinati alla coltivazione del frutteto,<ref>{{Cita pubblicazione |autore=FVMP |rivista=fvmp.es |anno=2007 |titolo=Valencia. Actividades económicas, sectores económicos |url=http://www.fvmp.es/ |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=22 luglio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200722203201/https://www.fvmp.es/
La concorrenza dei Paesi del Terzo Mondo non ha messo a rischio la continuità di un'industria tessile antica e rinomata in tutto il mondo per la qualità dei suoi prodotti, in particolare per la lavorazione della [[Via della seta|seta]].
Oltre a grandi catene di supermercati e ipermercati,<ref>{{Cita web |url=http://www.turisvalencia.es/es/saborea-y-vive-valencia/de-compras |titolo=VLC, de compras |autore=Ayuntamiento de Valencia |data=2011 |sito=turisvalencia.es |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=4 giugno 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130604133320/http://www.turisvalencia.es/es/saborea-y-vive-valencia/de-compras
=== Turismo ===
[[File:Valencia Street Circuit GT Open2.jpg|miniatura|left|Il [[Circuito urbano di Valencia]].]]
Agli inizi del XX secolo, fra i ceti della media e alta borghesia si diffuse l'abitudine di costruire una seconda casa o delle vere e proprie spa nelle località di Malvarrosa e Cabañal, di cui furono un noto esempio il poeta [[Blasco Ibáñez]] col suo ''entourage'' di artisti e filosofi. Alla fine della [[Guerra civile spagnola]], le vecchie spiagge dei pescatori furono convertiti in centri turistici con un'offerta di alloggi e servizi balneari. Ciò determinò il primo passaggio da un turismo d'élite a un turismo di massa.
Il ''boom'' vero e proprio, tuttavia, si ebbe a cavallo tra la fine del XX secolo e l'inizio del XXI, con l'attrattiva internazionale dell'[[America's Cup]] e del [[Gran Premio d'Europa]] di Formula 1 svoltisi nel [[Circuito urbano di Valencia]],<ref name="turismo">{{Cita conferenza |autore=Dr. Salvador Carrasco-Arroyo, Dr. Pau Rausell-Köster |data=6-9 giugno 2005 |titolo=Turismo, cultura y competitividad urbana: el caso de la ciudad de Valencia |conferenza=IV Congreso internacional de cultura y desarrollo |via=[http://www.archivocubano.org/cultura_desarrollo.html archivocubano.org] |url=http://www.uv.es/carrascs/PDF/IVCONGRESOs.pdf |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=25 novembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111125085357/http://www.uv.es/carrascs/PDF/IVCONGRESOs.pdf
[[File:Palau del congres.jpg|miniatura|Il Palacio de Congresos.]]
Il Palazzo dei Congressi, progettato dall'architetto inglese [[Norman Foster (architetto)|Norman Foster]], fu inaugurato dai re di Spagna nel 1998 e si estende su una superficie di 15.581 m², dotata di tre auditorium e sale conferenze, nove sale commissioni e una sala espositiva di 1.077 m².<ref>{{Cita web |url=http://www.elpais.com/articulo/Comunidad/Valenciana/FOSTER/_NORMAN_/ARQUITECTO/BARBERA_NOLLA/_RITA_/ALCALDESA_DE_VALENCIA/PP/JUAN_CARLOS_I/_REY/COMUNIDAD_VALENCIANA/elpepiautval/19980702elpval_16/Tes |titolo=Los Reyes inauguran hoy el Palacio de Congresos que Rita Barberá ha convertido en su estandarte |autore=Juanjo García de Moral |data=2 luglio 1998 |sito=elpaís.com |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=15 novembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111115131956/http://www.elpais.com/articulo/Comunidad/Valenciana/FOSTER/_NORMAN_/ARQUITECTO/BARBERA_NOLLA/_RITA_/ALCALDESA_DE_VALENCIA/PP/JUAN_CARLOS_I/_REY/COMUNIDAD_VALENCIANA/elpepiautval/19980702elpval_16/Tes |urlmorto=no
▲Il Palazzo dei Congressi, progettato dall'architetto inglese [[Norman Foster (architetto)|Norman Foster]], fu inaugurato dai re di Spagna nel 1998 e si estende su una superficie di 15.581 m², dotata di tre auditorium e sale conferenze, nove sale commissioni e una sala espositiva di 1.077 m².<ref>{{Cita web |url=http://www.elpais.com/articulo/Comunidad/Valenciana/FOSTER/_NORMAN_/ARQUITECTO/BARBERA_NOLLA/_RITA_/ALCALDESA_DE_VALENCIA/PP/JUAN_CARLOS_I/_REY/COMUNIDAD_VALENCIANA/elpepiautval/19980702elpval_16/Tes |titolo=Los Reyes inauguran hoy el Palacio de Congresos que Rita Barberá ha convertido en su estandarte |autore=Juanjo García de Moral |data=2 luglio 1998 |sito=elpaís.com |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=15 novembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111115131956/http://www.elpais.com/articulo/Comunidad/Valenciana/FOSTER/_NORMAN_/ARQUITECTO/BARBERA_NOLLA/_RITA_/ALCALDESA_DE_VALENCIA/PP/JUAN_CARLOS_I/_REY/COMUNIDAD_VALENCIANA/elpepiautval/19980702elpval_16/Tes |urlmorto=no }}</ref> Il complesso fu concepito come un centro polivalente atto ad ospitare tutti i tipi di eventi e convegni, sia nazionali che internazionali, in particolare grandi congressi e conferenze. Il tetto di 8.200 m² dell'edificio si distingue per la presenza di pannelli fotovoltaici ed è supportato da pilastri in vetro, pietra e alabastro, con un baldacchino alto diciotto metri.
Dalla sua apertura nel 1998 al 2011, il Palacio de Congresos ha ospitato oltre 2.000 eventi ai quali hanno partecipato più di 1,5 milioni di persone, con una ricaduta sul tessuto economico locale pari a più di 700 milioni di euro.{{Senza fonte}} Nel 2010 è stato premiato con il massimo riconoscimento dell'International Association of Congress Palaces.<ref>{{Cita web |url=http://www.palcongres-vlc.com/adaptax/uploads/files/060710_NP_PremioAIPC2010.pdf |titolo=El Mejor Centro de Congresos del Mundo |editore=www.palcongres-vlc.com |data=6 luglio 2010 |formato=PDF |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=5 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305215435/http://www.palcongres-vlc.com/adaptax/uploads/files/060710_NP_PremioAIPC2010.pdf |urlmorto=sì }}</ref>
La Feria Muestrario Internacional de Valencia è il più antico soggetto organizzatore di eventi fieristici di tutta la Spagna. Fondata nel 1917, ha sede nel quartiere di [[Benimámet]], che l'architetto José María Tomás Llavador ha ristrutturato ed esteso fino a portarlo ad essere la quarta sede fieristica più grande del mondo, che annualmente organizza più di cento eventi, fiere e mostre, che lo rendono un punto di riferimento a livello europeo. Gli eventi afferiscono ai settori dell'agricoltura, dei prodotti alimentari, dell'arredamento, del turismo, della formazione e del lavoro. Nel 2010 Feria Valencia ha registrato oltre un milione e trecentomila visitatori da tutto il mondo e più di dodicimila espositori -diretti e rappresentanti- hanno partecipato ai suoi concorsi, con un giro d'affari stimabile tra i 700 e gli 800 milioni di euro all'anno per Feria Valencia e il suo indotto.<ref>{{Cita web |url=http://feria.feriavalencia.com/datosbasicos/index.jsp?NDI%3D |titolo=Datos Básicos sobre Feria Valencia |data=2011 |sito=feria.feriavalencia.com |editore=Feria Valencia
== Infrastrutture e trasporti ==
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=== Ferrovie ===
[[File:Estación del Norte, Valencia, España, 2014-06-30, DD 122.JPG|miniatura|La [[stazione di Valencia-Nord]].]]
La città ha cinque stazioni ferroviarie di cui quattro sono locali e una per tratte di media percorrenza: [[Stazione di Valencia-Nord|Valencia-Nord]], Valencia-Fuente de San Luis, Valencia-Cabañal, Valencia-San Isidro e Valencia Joaquín-Sorolla.<ref>{{cita web |autore=EFE |titolo=La estación del AVE de Valencia se llamará "Joaquín Sorolla" |url=http://www.elpais.com/articulo/espana/estacion/AVE/Valencia/llamara/Joaquin/Sorolla/elpepueco/20101011elpepunac_18/Tes |sito=elpais.com |editore=EDICIONES EL PAÍS, S.L. |data=11 ottobre 2010 |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=14 febbraio 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120214071119/http://www.elpais.com/articulo/espana/estacion/AVE/Valencia/llamara/Joaquin/Sorolla/elpepueco/20101011elpepunac_18/Tes |urlmorto=no
Valencia ha un proprio hub per il trasporto dei pendolari, che è composto da sei linee che collegano Valencia con [[Gandia]], [[Mogente]], [[Utiel]], [[Xirivella]], [[Caudiel]] e [[Castellón de la Plana]]. Quattro di esse comunicano con altrettante tratte a media e lunga distanza che collegano Valencia con [[Madrid]], [[Barcellona]], [[Albacete]] e [[Saragozza]].<ref>{{Cita web |url=http://www.renfe.com/docs/levante_MD.pdf |titolo=Mapa de zonas de Media Distancia de Levante |autore=Renfe |data=2011 |opera=www.renfe.com |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=10 luglio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200710140524/https://www.renfe.com/docs/levante_MD.pdf |urlmorto=no }}</ref>
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=== Porti ===
[[File:Valencia - Edificio del Reloj 2018-09-26.jpg|miniatura|La sede dell'Autorità Portuale di Valencia.]]
L'autorità portuale Valenciaport gestisce i porti di Valencia, Sagunto e Gandia. Nel 2004 il [[porto di Valencia]] aveva una superficie totale superiore a quattro milioni di metri quadrati, di cui 2,13 erano destinati allo stoccaggio e 0.778 mln alle strade, con un'offerta di 9.637 metri di ormeggio distribuiti in sedici moli e due banchine.
Con una movimentazione di 64 milioni di tonnellate e un incremento del 10,81% sull'anno precedente, il sistema portuale di Valencia si è confermato nel 2010 come il più importante scalo merci del Mediterraneo occidentale per quanto riguarda il traffico di [[container]], in termini di volumi di attraversamento. Secondo fonti del [[Ministero dello sviluppo (Spagna)|Ministero dello sviluppo]],<ref name=APdV>{{Cita web |url=http://www.cipf.es/ABOUT/quickfacts.aspx |titolo=Aspetti di base |lingua=es |editore=Centro de Investigación Príncipe Felipe |data=2011 |accesso=10 luglio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110907084038/http://www.cipf.es/ABOUT/quickfacts.aspx |dataarchivio=7 settembre 2011
Mentre la Logistics Activities Zone (ZAL) di Valencia è un centro logistico multimodale di stoccaggio della merce marittima,<ref name=ZAL>{{Cita web |url=http://www.valenciaport.com/es-ES/Ofertaservicios/Logistica/ZalValencia/Paginas/IntroZALValencia.aspx |titolo=ZAL de Valencia |editore=Valenciaport (Autorità Portuale di Valencia) |data=2011 |accesso=10 luglio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110904094247/http://www.valenciaport.com/es-ES/Ofertaservicios/Logistica/ZalValencia/Paginas/IntroZALValencia.aspx |dataarchivio=4 settembre 2011
Il Terminal passeggeri del porto di Valencia è gestito dalla compagnia di navigazione Acciona Trasmediterránea e offre servizi di supporto ai proprietari di navi da crociera, quali: assistenza all'equipaggio, passerelle di accesso diretto alle navi, parcheggio passeggeri, negozi di articoli da regalo, ''[[duty-free shop|duty free]]'', oltre a linee regolari da e per [[Palma di Maiorca]], [[Ibiza (isola)|Ibiza]], [[Mahón]] e [[Formentera]].<ref>{{Cita web |url=http://www.trasmediterranea.es/es/rutas |titolo=Rutas en ferry |editore=Acciona Trasmediterránea |data=2015
Nel 2010 il porto ha registrato 156 scali crocieristici con 253.000 passeggeri, rispettivamente cresciuti del 9,29% e del 37% anno su anno.<ref>{{cita web |autore=Redacción |titolo=El puerto de Valencia recibió a 253 000 pasajeros en 2010, un 37 por ciento más que en 2009 |url=http://www.diariocriticocv.com/noticias/pasajeros/2010/puerto-valencia/not355021.html |editore=Diariocrítico de la Comunidad Valenciana, SL |data=26 marzo 2011 |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=5 marzo 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120305135330/http://www.diariocriticocv.com/noticias/pasajeros/2010/puerto-valencia/not355021.html |urlmorto=no
=== Aeroporti ===
{{Vedi anche|Aeroporto di Valencia}}
La legge sugli aeroporti del 1927, stabilì l'urgenza di dotare la città di un aeroporto, motivo per il quale nell'area del porto fu attrezzato uno spazio utile per l'idroaviazione. Poco tempo più tardi, fu proposto il progetto di realizzare l'aeroporto sulla lingua di terra che separa l'[[Albufera]] da Valencia dal mare, in modo che potesse essere utilizzato sia per gli aeroplani che dagli idromobili che dagli aerei terrestri.<ref name="Aeropuestohistoria">{{Cita web |url=http://www.aena-aeropuertos.es/csee/Satellite/Aeropuerto-Valencia/es/Page/1048790574491//Historia.html |titolo=Aeropuerto de Valencia, historia |autore=Aena Aeropuertos, S.A. |data=2011 |sito=aena-aeropuertos.es |editore=Ministerio de Fomento |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=4 novembre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131104142205/http://www.aena-aeropuertos.es/csee/Satellite/Aeropuerto-Valencia/es/Page/1048790574491/Historia.html |urlmorto=sì }}</ref> L'idea fu poi accantonata per costruire l'[[Aeroporto di Valencia|aeroporto di Manises]]. Aperto nel marzo del 1933, l'anno successivo fu incluso nell'area doganale e il 1º settembre divenne operativa la prima tratta regolare di collegamento fra Madrid e Valencia.
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=== Mobilità urbana ===
Il servizio notturno e diurno di trasporto urbano e extraurbano è gestito dalla Empresa Municipal de Transportes.
==== Metropolitana ====
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La metro di Valencia è stata la terza rete metropolitana costruita in Spagna, dopo quelle di Madrid e Barcellona ed è seconda per numero di chilometri soltanto a quella della capitale iberica.
La rete gestita dalla municipalizzata [[Ferrocarrils de la Generalitat Valenciana]] è la continuazione della rete ferroviaria a [[scartamento ridotto]] ''Trenet de Valencia'', costruita nel XIX secolo dalla Sociedad Valenciana de Tranvías per collegare la metropoli con i centri urbani limitrofi.<ref>{{Cita web |url=http://www.emtvalencia.com/ciudadano/index.php?option=com_content&view=article&id=112&Itemid=140&lang=es |titolo=Antecedentes históricos |autore=EMT Valencia |data=2009 |sito=emtvalencia.es |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=10 luglio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200710140527/http://www.emtvalencia.com/ciudadano/index.php?option=com_content&view=article&id=112&Itemid=140&lang=es |urlmorto=no
Negli anni '80<ref>{{Cita web |url=http://www.fgv.es/wordpress/?page_id=195 |titolo=Metrovalencia - Evolución histórica |autore=FGV |data=2005 |sito=fgv.es |accesso=10 luglio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141219082953/http://www.fgv.es/wordpress/?page_id=195 |dataarchivio=19 dicembre 2014 |urlmorto=sì }}</ref>, la rete fu ampliata e convertita per il trasporto metropolitano, arrivando ad avere nel 2015 sei linee sotterranee e tre linee di superficie.<ref>{{Cita web |url=http://www.metrovalencia.es/planos.php?page=103 |titolo=Moverse con Metrovalencia - Las Líneas |accesso=19 settembre 2011 |autore=FGV |data=2011 |dataarchivio=14 settembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110914200428/http://www.metrovalencia.es/planos.php?page=103 |urlmorto=no
==== Autobus ====
[[File:Estació d'Autobusos de València 01.JPG|miniatura|Stazione degli autobus di Valencia.]]
[[File:Bicisvalenbisi.jpg|miniatura|right|La stazione di ''Valenbisi''.]]
L'Agenzia per la mobilità di Valencia ha istituito Metropolitan Buses of Valencia (MetroBus), un consorzio di otto vettori di trasporto pubblico locale (AUVACA, EDETANIA BUS, AVSA - Autos Vallduxense, FERNANBUS, Autobuses BUÑOL, Autobuses HERCA, URBETUR e ALSA)<ref name="metrobus">{{Cita web|url=http://www.avmm.es/web/area-metropolitana-de-valencia/red-transportes-metrobus|titolo=MetroBus|autore=Agència Valenciana de Mobilitat|sito=avmm.es|data=2011|accesso=10 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141017031611/http://www.avmm.es/web/area-metropolitana-de-valencia/red-transportes-metrobus|dataarchivio=17 ottobre 2014
La stazione urbana degli autobus si trova a Avenida Menéndez Pidal, da dove si dipartono linee urbane, nazionali e internazionali.<ref>{{Cita web|url=http://www.valencia.es/ayuntamiento/infociudad_accesible.nsf/vDocumentosWebListado/EC2664C60EE38311C12572C20023E28C?OpenDocument&bdOrigen=ayuntamiento/laciudad.nsf&idapoyo=&lang=3&nivel=2|titolo=ESTACIÓN DE AUTOBUSES DE VALENCIA|autore=Ayuntamiento de Valencia|data=2009|accesso=10 luglio 2020|dataarchivio=10 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200710140552/http://www.valencia.es/ayuntamiento/infociudad_accesible.nsf/vDocumentosWebListado/EC2664C60EE38311C12572C20023E28C?OpenDocument&bdOrigen=ayuntamiento/laciudad.nsf&idapoyo=&lang=3&nivel=2|urlmorto=no}}</ref> La stazione è servita da un'autorimessa dei taxi e dalla fermato di Turia della MetroValencia.<ref>{{cita web|url=http://www.estaciondeautobuses.es/estacion.php?numero=2|titolo=ESTACIÓN DE AUTOBUSES. Estación de bus de Valencia|autore=Julián Vida Barea para GyC|sito=estaciondeautobuses.es|data=2001|accesso=10 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110902075639/http://estaciondeautobuses.es/estacion.php?numero=2|dataarchivio=2 settembre 2011
==== Taxi ====
Valencia è servita da una rete di circa 3.000 taxi di colore bianco, che riportano la dicitura ''[[Generalitat Valenciana]]'' e, sulla portiera del conducente, la scritta "Valencia Area". Una luce verde sul tetto dei mezzi indica se sono liberi, mentre un secondo display luminoso indica la tariffa applicata (da 1 a 3).<ref name="Taxi">{{Cita web |url=http://www.avmm.es/web/taxi-valencia/area-prestacion-conjunta-valencia |titolo=Gestión del Taxi. Área de prestación conjunta de Valencia |autore=Agència Valenciana de Mobilitat |data=2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110719122458/http://www.avmm.es/web/taxi-valencia/area-prestacion-conjunta-valencia |dataarchivio=19 luglio 2011
Fino agli anni '80, i taxi erano di colore nero con una striscia orizzontale gialla lungo l'intero veicolo che sulla portiera lato passeggeri riportava il disegno delle [[armoriale|armi]] della città e il numero di licenza concessa dal Comune. In base al numero finale delle licenze, i taxisti hanno diritto a un giorno di riposo fra il lunedì e il venerdì che varia annualmente, oltre a un giorno nel fine settimana che segue una rotazione settimanale.<ref name="Taxi"/>
Al 2015, il parco auto circolante era rinnovato in media di cinque anni e da un decennio beneficiava di un contributo del Ministero dei Trasporti iberico, erogato attraverso l'Agencia Valenciana de Movilidad, per l'acquisto di veicoli elettrici e ibridi.<ref>{{cita web |titolo=Actualmente existen 69 vehículos híbridos prestando el servicio de taxi en el Área de Valencia |url=http://www.ecoticias.com/energias-renovables/6351/actualmente-existen-69-vehiculos-hibridos-prestando-el-servicio-de-taxi-en-el-area-de-valencia- |autore=ECOticias.com |data=13 novembre 2008 |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=29 luglio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160729193159/http://www.ecoticias.com/energias-renovables/6351/actualmente-existen-69-vehiculos-hibridos-prestando-el-servicio-de-taxi-en-el-area-de-valencia- |urlmorto=no
==== Bicicletta ====
La comunità autonoma è servita da un tracciato di 160 chilometri di piste ciclabili che collegano le aree periferiche al centro urbano.<ref>{{Cita web|url=https://www.20minutos.es/noticia/4173742/0/el-anillo-ciclista-cumple-tres-anos-con-3-6-millones-de-usuarios-cerca-de-300-000-en-2020/|titolo=Plano del carril bici de Valencia|data=2020|accesso=10 luglio 2020|dataarchivio=12 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200712004047/https://www.20minutos.es/noticia/4173742/0/el-anillo-ciclista-cumple-tres-anos-con-3-6-millones-de-usuarios-cerca-de-300-000-en-2020/|urlmorto=no}}</ref>
''Valenbisi'' è il servizio di ''[[bike sharing]]'' attivato dal comune il 21 giugno 2010 e gestito dalla società [[JCDecaux]]. Partito con 500 mezzi distribuiti su 50 stazioni, nei cinque anni successivi è arrivato ad avere una rete di 275 stazioni con 2.750 mezzi<ref>{{Cita web |url=http://www.valenbisi.es/Que-es-Valenbisi |titolo=Muévete por tu ciudad con Valenbisi |autore=www.valenbisi.es |data=2011 |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=10 luglio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200710140514/http://www.valenbisi.es/Que-es-Valenbisi |urlmorto=no }}</ref><ref name="multas_bici">{{cita web |sito=lasprovincias.es |titolo=La Policía Local empieza una campaña de multas a ciclistas |url=http://bicivalencia.lasprovincias.es/multas-carril-bici-valencia-policia/ |autore=Paco Moreno |editore=Vocento |data=28 novembre 2011 |accesso=10 luglio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111203072856/http://bicivalencia.lasprovincias.es/multas-carril-bici-valencia-policia/ |dataarchivio=3 dicembre 2011 |urlmorto=sì }}</ref>, disponibili in diurna e notturna per 365 giorni all'anno.<ref>{{Cita web |url=http://www.valenbisi.es/Funcionamiento/Como-funciona-Valenbisi |titolo=Cómo funciona Valenbisi |autore=valenbisi.es |data=2011 |accesso=10 luglio 2020 |dataarchivio=11 luglio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200711215721/http://www.valenbisi.es/Funcionamiento/Como-funciona-Valenbisi |urlmorto=no
Valencia è attraversata da [[EuroVelo]] 8, la rotta mediterranea dei tre percorsi di questa rete europea che toccano 3.000 chilometri del territorio iberico.
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=== Gemellaggi ===
Valencia è gemellata con:<ref>{{cita web|url=https://www.valencia.es/es/cas/la-ciudad/ciudades-hermanadas|titolo=città gemellate con Valencia}}</ref>
* {{Gemellaggio|Italia|Bologna|1976}}<ref>[http://www.comune.bologna.it/relazioni-internazionali/gemellaggi.php Gemellaggi del Comune di Bologna] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110910081742/http://www.comune.bologna.it/relazioni-internazionali/gemellaggi.php |data=10 settembre 2011
* {{Gemellaggio|Germania|Magonza|1976}}
* {{Gemellaggio|Stati Uniti|Sacramento (California){{!}}Sacramento|1989}}
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* {{Gemellaggio|Messico|Veracruz|1985}}
* {{Gemellaggio|Cina|Guangzhou|2012}}
* {{Gemellaggio|Cina|Chengdu|2017}}
* {{Gemellaggio|Cina|Xi'an|2020}}
== Sport ==
[[File:Mestalla trofeu taronja 120811.jpg|miniatura|[[Stadio di Mestalla]], il più antico stadio spagnolo.]]
Il [[calcio (sport)|calcio]] è lo sport più popolare. Due sono le squadre principali della città, che giocano in due [[stadi]] differenti. La più antica è il [[Levante Unión Deportiva]], fondata nel [[1909]], che disputa le partite interne nel campo "Ciutat de Valencia"; per i risultati conseguiti, tuttavia, viene posta in secondo piano, a favore dell'altra, il [[Valencia Club de Fútbol]]. Quest'ultima compagine ha il suo quartier generale nello [[stadio di Mestalla]]; vanta nel suo ''palmarès'' 6 titoli di [[Campionato spagnolo di calcio|Liga]], 8 [[Coppa del Re|Coppe del Re]] e 7 [[coppe europee]].
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|titolo=Cartografía histórica de la ciudad de Valencia (1608-1944)|url=https://riunet.upv.es/bitstream/handle/10251/64985/IPP-LLOPIS%3bPerdig%c3%b3n%20-%20CARTOGRAF%c3%8dA%20HIST%c3%93RICA%20DE%20LA%20CIUDAD%20DE%20VALENCIA%20%281608-1944%29.pdf?sequence=2&isAllowed=y|anno=2016|editore=Universitat Politècnica de València|lingua=es|ISBN=978-84-8363-785-2}}
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