Utente:Cicognac/Sandbox: differenze tra le versioni

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La traduzione "'''cinese medioevale'''" o "'''cinese medievale'''" deriva sempre dal nome in cinese e dal fatto che è la varietà intermedia tra un generico cinese antico e un altrettanto generico cinese mandarino, cioè cinese usato dagli ufficiali nella corte imperiale, nella burocrazia e nella letteratura non vernacolare, scritta solitamente in [[wenyan]] o "cinese classico". In realtà, l'evoluzione del cinese si può suddividere in molti più periodi e varietà: lo stesso cinese antico ha una fase pre-imperiale, una fase imperiale e una fase tarda parlata durante gli Han orientali ed è preceduto dal proto-cinese. Anche il mandarino è diviso in tre fasi (primo mandarino, mandarino medio e mandarino tardo-imperiale), per cui la tripartizione della lingua cinese in tre macro-periodi storici è molto generica. Peraltro, il nome "medievale" rischia di fuorviare siccome il periodo Tang e Song è considerato il Rinascimento cinese, quindi l'esatto opposto di un medioevo se pensato come epoca oscura. Il Medioevo cinese è anteriore ed è il periodo compreso tra la caduta della dinastia Han e la riunificazione della Cina con l'avvento della dinastia Sui.
 
== Storia e contesto linguistico ==
== Ricostruzione ==
DINASTIE DEL NORD E DEL SUD
 
DINASTIA SUI
 
DINASTIA TANG
 
DINASTIA SONG
 
BUDDHISMO
 
RELAZIONI CON IL TIBET, LA COREA, IL GIAPPONE, IL VIETNAM
 
INFLUSSO SU DIALETTI COME IL PROTO-MIN E IL PROTO-YUE
 
Quando i sinogrammi furono importati in Corea e Giappone, il [[Lingua cinese antica|cinese antico]] stava per volgere al termine. Siccome la pronuncia del cinese antico e cinese medio non è direttamente attestata e il pinyin è stato inventato nella seconda metà del Novecento, è stata ricostruita col metodo comparativo applicato alle tavole di rime e ai prestiti cinesi in altre lingue: poiché i prestiti talvolta ritengono una pronuncia arcaica, si possono usare per ricostruire sia il cinese antico che il cinese medio. Altri vocaboli sono in comune con una determinata varietà di cinese perché la lingua in questione appartiene alla stessa famiglia di quella del cinese (infatti il cinese appartiene al ceppo sino-tibetano, a cui appartengono oltre 500 lingue; di alcune di queste, sono state ricostruite le varietà antiche). La ricostruzione del cinese antico, che viene talvolta citata, e la trascrizione usata sono quelle dei linguisti William Baxter e Laurent Sagart, che hanno ricostruito la loro versione del cinese antico e l'hanno presentata in ''Old Chinese: a New Reconstruction'' (2014).
 
== Fonti per la ricostruzione ==
QIEYUN e edizioni
 
GUANGYUN e edizioni
 
JIYUN e edizioni
 
POESIE TANG E SONG e raccolte
 
PRESTITI SINO-XENICI: GIAPPONESE, COREANO, VIETNAMITA E SUBSTRATO DI CINESE ANTICO e dove reperirli
 
DIALETTI CONSERVATIVI: MIN, YUE, HAKKA, WU
 
La ricostruzione del medio cinese da parte di diversi linguisti moderni varia leggermente, ma le differenze sono di poco conto e non danno adito a grandi controversie, indicando che la fonologia di questa lingua è ormai alquanto ben compresa e accettata. Il cinese medio non si scrive utilizzando caratteri di tipo [[Alfabeto|alfabetico]], pertanto i suoni non possono essere derivati direttamente dalla scrittura, ma devono essere dedotti da una pluralità di fonti.
* Lingue moderne. Proprio come il [[Lingua proto-indoeuropea|proto-indo-europeo]] può essere ricostruito dalle moderne [[lingue indo-europee]], così il cinese medio può essere ricostruito (approssimativamente) dalle moderne [[lingue sinitiche]] (ad es. il ''[[lingua mandarina|beifanghua/cinese mandarino]]'' {{lang|zh|北方话}}, il [[Lingua cinese wu|Wu]] {{lang|zh|吴语}}, il [[Lingua cinese min|Min]] {{lang|zh|闽南语}} o il [[Lingua cantonese|cantonese]] {{lang|zh|广东话}}, detto anche "Yue" {{lang|zh|粤语}}).
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* Le [[Traslitterazione|traslitterazioni]] di parole straniere in caratteri cinesi. Ad esempio, il vocabolo sanscrito facente parte del lessico buddhista "Dravida" fu tradotto dagli scribi religiosi nella serie di caratteri {{lang|zh-tw|達羅毗荼}}, che ora in [[lingua cinese standard|''putonghua'' ({{lang|zh|普通话}}) (mandarino)]] si leggono come /ta35 luo35 phi35 thu35/ (pinyin: ''Dáluópítú''). Ciò suggerisce che il mandarino /uo/ (pinyin ''-uo'') sia il riflesso moderno di un antico suono simile ad /a/, e che il [[Lingua tonale|tono]] /35/ sia a sua volta un riflesso di antiche consonanti articolate. Entrambe queste ipotesi possono in effetti essere confermate attraverso il confronto tra i moderni dialetti cinesi.
* Libri di rima (o dizionari di rima). Gli antichi filologi cinesi del periodo Qing dedicarono moltissimi sforzi a riassumere il sistema poetico cinese attraverso i rimari. Vi fu una profusione di opere di [[poesia cinese]] durante l'era Tang ({{lang|zh|唐诗}}) continuata poi durante il periodo Song ({{lang|zh|宋诗}}), con una rigida struttura del verso che si basava sulla rima e sul tono dei caratteri finali nei versi poetici. Il cinese medio incorporato nei libri di rima era un aiuto fondamentale per gli autori nella composizione poetica. Il dizionario di rima ''[[Qieyun]]'' {{lang|zh|切韵}} del 601 d.C. è la più antica registrazione fissa della fonologia della pronuncia cinese, sebbene senza l'aiuto di lettere fonetiche, ma di voci che sono indicizzate in base a una rigorosa gerarchia di tono, rima e attacco. Fino alla fortuita scoperta di una versione della [[Dinastia Tang]] nelle caverne di [[Dunhuang]] ({{lang|zh|敦煌}}), si conoscevano solo frammenti o copie incomplete (la prima grande spedizione nelle grotte di Mogao a Dunhuang risale al 1910 e in essa vennero reperiti molti testi sacri buddisti). I successivi dizionari di rima ampliati, come il [[Guangyun]] {{lang|zh|广韵}} (1008) e il [[Jiyun]] {{lang|zh|集韵}} (1037) della Dinastia Song dell'XI secolo, sopravvivono ai giorni nostri. Si tratta essenzialmente di versioni estese del ''Qieyun'', e fino alla scoperta di Dunhuang, il ''Guangyun'' fu la base da cui venne ricostruito il cinese medio.
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La fonte della ricostruzione del primo cinese medio (Baxter, 2011) è il Guangyun ({{lang|zh|广韵}}). Si dà una breve presentazione dei principali rimari usati per ricostruire il primo cinese medio:
== Suoni e paragoni ==
=== Rimari ===
Questo paragrafo serve per capire molto in generale come erano pronunciate le consonanti moderne nel periodo del primo cinese medio, nato prima della dinastia Sui. Serve anche a presentare la fonetica in generale. Come punto di partenza nella tabella, sono stati presi i suoni moderni, indicati con il pinyin. Questa ricostruzione è utile, tra i vari motivi, anche per cercare di capire la pronuncia dei [[sinogrammi]] nelle altre lingue, siccome sono stati importati in tempi arcaici. Dopo la spiegazione, una tabella ricapitola tutta la trascrizione Baxter del Primo Cinese Medio (2011), che si distingue da tutte le altre per la sua semplicità, e vi si affianca il suono in alfabeto fonetico internazionale IPA, dopodiché si elencano tutti i cluster vocalici.
 
Quando i sinogrammi furono importati in Corea e Giappone, il [[Lingua cinese antica|cinese antico]] stava per volgere al termine. Siccome la pronuncia del cinese antico e cinese medio non è direttamente attestata e il pinyin è stato inventato nella seconda metà del Novecento, è stata ricostruita col metodo comparativo applicato alle tavole di rime e ai prestiti cinesi in altre lingue: poiché i prestiti talvolta ritengono una pronuncia arcaica, si possono usare per ricostruire sia il cinese antico che il cinese medio. Altri vocaboli sono in comune con una determinata varietà di cinese perché la lingua in questione appartiene alla stessa famiglia di quella del cinese (infatti il cinese appartiene al ceppo sino-tibetano, a cui appartengono oltre 500 lingue; di alcune di queste, sono state ricostruite le varietà antiche). La ricostruzione del cinese antico, che viene talvolta citata, e la trascrizione usata sono quelle dei linguisti William Baxter e Laurent Sagart, che hanno ricostruito la loro versione del cinese antico e l'hanno presentata in ''Old Chinese: a New Reconstruction'' (2014). La fonte della ricostruzione del primo cinese medio (Baxter, 2011) è il Guangyun ({{lang|zh|广韵}}). Si dà una breve presentazione dei principali rimari usati per ricostruire il primo cinese medio:
 
* Il ''Qieyun'' è stato ritrovato da Aurel Stein in forma frammentaria nelle grotte di Mogao a Dunhuang in una spedizione del 1906-1908. Una copia quasi completa è stata scoperta da due studiosi nel mercato dell'antico distretto di Liulichang {{lang|zh|琉璃厂}} (Pechino) nel 1947. Di quest'ultima copia sono stati pubblicati pochi anni dopo due studi di Dong Tonghe {{lang|zh|董同龢}} (1948, 1952) e uno studio di Li Rong {{lang|zh|李荣}} (1956). La copia faceva parte della Biblioteca Imperiale e, dopo la fine dello stato fantoccio di Manciukuò e la cattura di Puyi, era stata venduta. L'autore del ''Qieyun'' è Lu Fayan ({{lang|zh|陸法言}}, fl. 581-601), che ha intrapreso la stesura dell'opera vent'anni dopo una discussione tra amici sulla corretta pronuncia dei classici cinesi. L'opera è stata pubblicata nel 601, durante la dinastia Sui, e ha conosciuto un enorme successo. La specifica varietà del ''Qieyun'', da cui deriva il Guangyun, è indicata nella prefazione di Lu Fayan come un compromesso tra le varietà di cinese del nord e del sud con una maggiore propensione verso quella del sud, dunque è una varietà artificiale; è poi specifica per la lettura e composizione di poesie con una precisa struttura, che include rime e toni. Questa interpretazione cozza con la prima ipotesi di Karlgren, che in passato aveva ipotizzato che fosse la pronuncia della capitale del tempo, Chang'an (questa teoria è oggi superata). Chiaramente, un dizionario del 601 conterrà e attesterà sinogrammi inventati fino a quella data. Per esempio, manca il carattere {{lang|zh|呢}}, assente pure nello [[Shuowen jiezi|Shuowen Jiezi]] {{lang|zh|说文解字}} (100 d.C. circa) di [[Xu Shen]] {{lang|zh|许慎}} ([[dinastia Han]] {{lang|zh|汉朝}} 206 a.C.-220 d.C., molto anteriore) ma attestato nel [[Dizionario Kangxi]] {{lang|zh|康熙字典}} ([[dinastia Qing]] {{lang|zh|清朝}}, 1644-1912, l'ultima) compilato a partire dal 1710 e pubblicato nel 1716. Siccome i caratteri sono organizzati in base alla rima, non si utilizza un sistema di radicali (ossia i [[radicali Shuowen]], antenati dei [[radicali Kangxi]])
 
* La prima grande revisione del Qieyun è stata effettuata e pubblicata nel 706 da Wang Renxu ({{lang|zh|王仁煦}}, fl. 706) e si chiama ''Kanmiu Buque Qieyun'' ({{lang|zh|刊謬補缺切韻}}). Una copia completa è stata scovata nel Museo del Palazzo Imperiale a Pechino nel 1947. È stata dunque ristampata da Long Yuchun {{lang|zh|龍宇純}} (1968) e Zhou Zumou {{lang|zh|周祖謨}} (1983). Quest'ultima edizione include il facsimile dell'opera, che appare rovinato. Esistono tre versioni della revisione di Wang Renxu: la prima si chiama {{lang|zh|王一}} e consiste in un frammento ritrovato nelle grotte di Dunhuang. La seconda, {{lang|zh|王二}}, si chiama anche ''Xiàngbáběn'' {{lang|zh|项跋本}}, perché comprende una postfazione di Xiàng Yuánbiàn {{lang|zh|项元汴}}, oppure viene anche chiamata ''Péiwùqí Zhèngzìběn'' {{lang|zh|裴务齐正字本}}. La terza versione, 王三, si chiama anche ''Quánwáng'' {{lang|zh|全王}} e ''Gùgōngběn'' 故宫本 e ''Sòngbáběn'' 宋跋本 perché è completa, è stata ritrovata nel Palazzo Imperiale e ha una postfazione di Sòng Lián {{lang|zh|宋濂}}.
 
* Il ''Tangyun'' era la prima revisione del ''Qieyun'', effettuata da Sun Mian ({{lang|zh|孫愐}}, fl. 751) e pubblicata nel 751. Purtroppo è andato perduto. In totale, dalle poche informazioni indirette, era composto da 5 libri detti "rotoli" ({{lang|zh|卷}} juan3).
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* Quanto al ''Guangyun'', i due principali redattori sono Chen Pengnian ({{lang|zh|陳彭年}}, 961–1017) e Qiu Yong ({{lang|zh|邱雍}}, fl. 1007-1008), mentre il patrocinatore è stato l'Imperatore Zhenzong della Dinastia Song (r. 997-1022). Si tratta di un'altra revisione, correzione e espansione del ''Qieyun'', effettuata tra il 1007 e il 1008 e pubblicata nel 1008. In totale è composto da 5 libri ({{lang|zh|卷}} juan3) e la pronuncia dei caratteri è indicata in fanqie (carattere per indicare l'iniziale di sillaba + carattere per indicare la rima + la sillaba {{lang|zh|切}} qie4 o, nel Qieyun, la sillaba {{lang|zh|反}} fan3). Siccome il libro rispecchia le antiche abitudini tipografiche cinesi, è scritto in verticale e si legge da destra a sinistra (e dunque al contrario, come se fosse arabo o ebraico).
*Molte altre riedizioni del ''Qieyun'', sia famose che meno note, sono andate perdute.
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È importante capire quali sono i prestiti cinesi nelle altre lingue e come si pronunciano, partendo proprio dai sinogrammi, perché raccogliendo insieme le pronunce si possono notare affinità e differenze che permettono di fare ipotesi per ricostruire il cinese medio. Nel lavorare in questo modo, si usa il metodo comparativo. Una volta che il nucleo della sillaba viene ricostruito, si estende a tutti sinogrammi che vi fanno rima e contenuti nei rimari, come ad esempio il Guangyun, per poi fare altre comparazioni. Senza questi prestiti, a cui si affiancano i rimari, sarebbe impossibile ricostruire le varietà antiche del cinese letterario.
 
Contemporaneamente, chi studia i sinogrammi prestati nelle altre lingue, in svariati casi può rimanere perplesso nel vedere come ci siano delle vistose differenze con la pronuncia cinese attuale (putonghua), affiancate a delle sporadiche somiglianze forti. Questo sentimento deriva sia dalla non conoscenza del cinese medio e del modo attraverso il quale i prestiti sono stati adattati, una volta che il cinese medio è stato ricostruito. Facendo quindi un percorso inverso, dal punto di partenza del cinese medio si arriva a capire come mai un kanji o un hanja o un chu nom si pronuncia in un certo modo.
 
Per avere a disposizione degli strumenti usati per ricostruire il cinese medio e/o capire come la pronuncia varia rispetto ad esso, si offre quindi una spiegazione che illustra come i prestiti cinesi sono stati adattati. Viene anche inclusa qualche generalità sulle varietà arcaiche delle lingue, siccome i prestiti sono stati adattati in un periodo in cui non esisteva la varietà moderna. Siccome ogni lingua evolve seguendo il suo percorso, anche i prestiti evolvono parallelamente per l'influsso di trasformazioni o dialetti. Bisogna anche segnalare quali suoni mancavano in queste varietà antiche rispetto al cinese medio: spesso sono proprio i suoni assenti che hanno bisogno di essere adattati o epurati.
 
Capire come varia la pronuncia o come funzionavano le varietà antiche permette anche una migliore comprensione e memorizzazione della pronuncia, se viene affiancata a quella ricostruita in cinese medio e si osserva lungo la sua evoluzione. Nel caso del giapponese, parlare dell'adozione dei prestiti permette di capire anche come la suddetta lingua è stata arricchita di suoni, come ad esempio la coda nasale -/n/ assimilabile.
 
Le lingue selezionate (e talvolta affiancate per fare comparazioni) sono il ''Primo Cinese Medio'' (Early Middle Chinese, EMC) in ricostruzione Baxter presa dal Guangyun e notazione Baxter (sul cinese medio c'è molto consenso tra gli studiosi, in particolare sul sistema consonantico), il ''putonghua standard'', il ''giapponese'', il ''coreano'' e il ''vietnamita''. Nelle ultime tre lingue, larghe fette di vocabolario derivano dal cinese, che ha avuto una grande influenza su queste lingue. In vietnamita, viene offerta la pronuncia antica dell'alfabeto importato dai missionari francesi, siccome la pronuncia aveva delle differenze. In fondo a ogni trattazione, c'è una tabellina che riassume in compendio tutte le trasformazioni dal cinese medio per una consultazione rapida.
 
Mentre da queste tre si può osservare il trattamento della pronuncia cinese dei sinogrammi, da altre due celebri lingue qui introdotte si può ricostruire il cinese medio e arricchire il panorama di comparazioni: si tratta del ''dialetto cantonese'' nella sua varietà standard di Hong Kong, qui trascritta con il sistema Jyutping. È un dialetto importante sia dal punto di vista culturale, sia dal punto di vista linguistico perché è piuttosto conservativo rispetto al cinese medio. Ad esempio, è uno dei pochi dialetti cinesi insieme a svariati Minnan e all'Hakka a mantenere gli stop consonantici senza rilascio di suono a fine sillaba: negli altri e nel [[guanhua]] si è lenito in uno stacco glottale a fine sillaba. Il cantonese, di famiglia Yue, deriva dal ''Proto-Yue'', di cui esistono delle ricostruzioni.
 
La seconda invece è lo shanghainese. Sebbene non fornisca una grande aiuto nella ricostruzione delle code nasali a causa della sua forte confusione e riduca tutti gli stop senza rilascio udibile di suono in un colpo di glottide, è l'unico dialetto cinese a preservare una forte differenza tra consonanti sorde, sonore e sorde aspirate. Viene dunque introdotto in un ampio paragrafo.
 
Infine, la terza famiglia di dialetti da cui si possono pescare informazioni è il Min {{lang|zh|闽}}. I Min sono un gruppo di dialetti meridionali piuttosto conservativi la cui versione primigenia, da cui discendono i vari Min, deriva insieme alle lingue Bai direttamente dall'Old Chinese. Il Proto-Min, di cui esistono delle ricostruzioni (e.g. Jerry Norman), conserva dal cinese medio la distinzione in consonanti come */b/, */p/ e */pʰ/ insieme ai tre stop senza rilascio di suono, alla nasale */ŋ/- a inizio sillaba e allo stacco glottale sempre a inizio sillaba. A questo si aggiungono alcune consonanti conservative rispetto all'Old Chinese. Tutte le altre famiglie dialettali discendono direttamente dal Primo Cinese Medio, come ad esempio lo shanghainese e il cantonese (il Proto-Yue si è formato durante le migrazioni per le invasioni subite dalla Cina durante il passaggio tra Dinastia Tang e Song). Il Proto-Min invece si è formato dopo la conquista di Nanyue {{lang|zh|南越}} e Baiyue {{lang|zh|百越}} da parte della Dinastia Han, conquiste con cui si è istituito il Primo Bac Thuoc {{lang|zh|北属}} (Appartenenza al Nord) nella storia vietnamita su un totale di quattro. Contemporaneamente, in Corea il regno di Goguryeo {{lang|zh|高古丽}} fu conquistato e diviso nelle Nove Comanderie Han, a loro conquistate da piccoli regni successivi coreani. Le lingue Min si sono suddivise in tre famiglie: le Min Bei {{lang|zh|闽北}}, Min Dong {{lang|zh|闽东}} e Min Nan/Minnan {{lang|zh|闽南}} (Min Settentrionale, Min Occidentale, Min Meridionale). Al Min Bei appartiene il dialetto Jian'ou {{lang|zh|建瓯话}}, mentre al Min Dong appartiene il dialetto di Fuzhou/fuzhounese/Fuzhouhua {{lang|zh|福州话}}. Per scandagliare a fondo il Minnan, esso a sua volta ha un sottogruppo di dialetti prestigiosi e conservativi parlati a Fujian {{lang|zh|福建}} e Taiwan {{lang|zh|台湾岛}} (l'isola accanto a Fujian, già abitata dagli aborigeni e poi colonizzata anticamente dagli abitanti di Fujian), cioè gli Hokkien (dal nome di Fujian in dialetto). Gli Hokkien contano il dialetto di Amoy/amoynese/Amoy Hokkien (parlato a Xiamen {{lang|zh|厦门}}, "Amoy" in dialetto), il taiwanese/Hokkien di Taiwan/Taiwanhua {{lang|zh|台湾话}} (con sotto-vairetà, come quella di Kaohsiung {{lang|zh|高雄}}, diversa da quella della capitale Taipei {{lang|zh|台北}}), lo Zhangzhou {{lang|zh|漳州}} e il Quanzhou {{lang|zh|泉州}}. Altri due dialetti Minnan ma non del gruppo Hokkien sono il Chaozhou/Teochew {{lang|zh|潮州}} e lo Shantow/Swatow {{lang|zh|汕头}}. Se il cantonese/Guangdonghua/dialetto Yue {{lang|zh|粤语}} ha la romanizzazione Jyutping e Yale e lo shanghainese/Shanghaihua/Huyu {{lang|zh|上海话,沪语}} ha tre romanizzazioni (Qian Nairong {{lang|zh|钱乃荣}}, carente però di molti suoni; MinDict; Wikizionario), gli Hokkien hanno due romanizzazioni principali e molto simili tra loro, il Peh-oe-ji/POJ {{lang|zh|白话字}} e il Tai-lo {{lang|zh|台罗}} (quest'ultima fa meno uso di diacritici rispetto alla prima e riproduce meglio la pronuncia). A queste due, si aggiunge una romanizzazione ad-hoc per il Minnan di Chaozhou/Teochew, cioè il Peng'im {{lang|zh|拼音}}, che in putonghua si pronuncia "pinyin".
 
L'ultimo dialetto meridionale utile siccome è conservativo (ma non trattato qui) è l'Hakka, che preserva la coda nasale *-m nei pochi casi in cui il cantonese la perde per un'assimilazione in -n. Conserva pure gli stop a fine sillaba. Il popolo Hakka ha iniziato a formarsi durante il periodo di turbolenze e guerra della Dinastia Jin (265-420), quindi è una delle famiglie dialettali discendenti dal Primo Cinese Medio più antiche.
 
Gli altri dialetti, anche se talvolta mostrano segnali di pronuncia arcaica, sono settentrionali e meno conservativi (e.g. dialetto Jin, dialetto Gan, dialetto Xiang).
 
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Quanto all'invenzione dell'alfabeto tibetano, l'inventore secondo la tradizione e le fonti storiche che ne parlano è Thonmi Sambhota. Quest'ultimo era un giovane mandato nel 632 in India (forse nel Kashmir) a studiare l'alfabeto indiano (varietà Kashmir o Khotan) per inventare una scrittura per il tibetano direttamente da Songtsen Gampo. Songtsen Gampo non era un nobile qualunque, ma il 33° sovrano del Tibet, l'unificatore di molti territori tibetani prima divisi e il fondatore dell'Impero Tibetano. La sua consorte era la principessa Bhrikuti del clan Licchavi, nepalese e figlia del re dell'omonimo regno nepalese (il nepali ha l'alfabeto indiano come scrittura; forse Bhrikuti era anche buddista). Fu anche colui che introdusse il buddismo in Tibet, promosse la costruzione di templi buddisti e fece tradurre le scritture buddiste dal sanscrito al tibetano, che si era appena dotato di un alfabeto. Quest'ultimo fu confezionato da Thonmi Sambhota al suo ritorno in Tibet: si stabilì probabilmente nell'eremo di Panboka, a pochi chilometri da Lhasa e fondato da Songtsen Gampo, e lì creò l'alfabeto, poi presentato al re e accettato. Lo stesso sovrano imparò in quattro anni la scrittura e la sua applicazione pratica e tradusse più di venti testi. L'alfabeto fu adattato alla fonetica dell'Old Tibetan, siccome conteneva 6 nuove consonanti per 6 suoni tibetani. Songtsen Gampo come seconda moglie sposò nel 641 una cinese, la principessa Wencheng, imparentata con l'Imperatore Taizong della Dinastia Tang, che acconsentì alle nozze (Taizong era il secondo imperatore della dinastia). Da questo matrimonio sarebbe nato un presunto avvicinamento del re alla cultura cinese. Muore nel 649/650, nello stesso periodo in cui muore anche Taizong. Xuanzang è contemporaneo a Taizong e il periodo Tang, in generale, vede una crescita in popolarità del buddismo, già entrato in Cina durante la Dinastia Han probabilmente attraverso i missionari indiani che attraversarono la Via della Seta. Dalla Cina poi approdò in Corea e Giappone insieme ai sinogrammi con la pronuncia in Primo Cinese Medio e ai classici della letteratura cinese.
 
== Ricostruzioni ==
Baxter (2011) MA METTICI ANCHE LE ALTRE EVENTUALI COME KARLGREN, EVENTUALMENTE LI, PULLEYBLANK ECC.
 
Studi durante il periodo Qing.
 
== Suoni e paragoni ==
=== Consonanti e vocali ===
Si dà qui una rapida introduzione ai suoni del primo cinese medio.
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Un lavoro ancora più approfondito va anche a comprendere la resa delle vocali dei vari nuclei di sillaba, per esempio l'odierno -AI /ai/ in tutte le sue sillabe (ex. LAI, MAI, NAI, GAI, KAI, HAI, ZHAI, CHAI, SHAI, ZAI, CAI, SAI, BAI, PAI, DAI, TAI) e anche in isolamento, caso in cui, per esempio, si pronuncia spesso *'oj laddove c'è il primo tono odierno e *'ea col colpo di glottide oppure *ngoj.
 
== Accomodamento dei sinogrammi nelle lingue sino-xeniche==
== Varietà passate e prestiti==
È importante capire quali sono i prestiti cinesi nelle altre lingue e come si pronunciano, partendo proprio dai sinogrammi, perché raccogliendo insieme le pronunce si possono notare affinità e differenze che permettono di fare ipotesi per ricostruire il cinese medio. Nel lavorare in questo modo, si usa il metodo comparativo. Una volta che il nucleo della sillaba viene ricostruito, si estende a tutti sinogrammi che vi fanno rima e contenuti nei rimari, come ad esempio il Guangyun, per poi fare altre comparazioni. Senza questi prestiti, a cui si affiancano i rimari, sarebbe impossibile ricostruire le varietà antiche del cinese letterario.
 
Contemporaneamente, chi studia i sinogrammi prestati nelle altre lingue, in svariati casi può rimanere perplesso nel vedere come ci siano delle vistose differenze con la pronuncia cinese attuale (putonghua), affiancate a delle sporadiche somiglianze forti. Questo sentimento deriva sia dalla non conoscenza del cinese medio e del modo attraverso il quale i prestiti sono stati adattati, una volta che il cinese medio è stato ricostruito. Facendo quindi un percorso inverso, dal punto di partenza del cinese medio si arriva a capire come mai un kanji o un hanja o un chu nom si pronuncia in un certo modo.
 
Per avere a disposizione degli strumenti usati per ricostruire il cinese medio e/o capire come la pronuncia varia rispetto ad esso, si offre quindi una spiegazione che illustra come i prestiti cinesi sono stati adattati. Viene anche inclusa qualche generalità sulle varietà arcaiche delle lingue, siccome i prestiti sono stati adattati in un periodo in cui non esisteva la varietà moderna. Siccome ogni lingua evolve seguendo il suo percorso, anche i prestiti evolvono parallelamente per l'influsso di trasformazioni o dialetti. Bisogna anche segnalare quali suoni mancavano in queste varietà antiche rispetto al cinese medio: spesso sono proprio i suoni assenti che hanno bisogno di essere adattati o epurati.
 
Capire come varia la pronuncia o come funzionavano le varietà antiche permette anche una migliore comprensione e memorizzazione della pronuncia, se viene affiancata a quella ricostruita in cinese medio e si osserva lungo la sua evoluzione. Nel caso del giapponese, parlare dell'adozione dei prestiti permette di capire anche come la suddetta lingua è stata arricchita di suoni, come ad esempio la coda nasale -/n/ assimilabile.
 
Le lingue selezionate (e talvolta affiancate per fare comparazioni) sono il ''Primo Cinese Medio'' (Early Middle Chinese, EMC) in ricostruzione Baxter presa dal Guangyun e notazione Baxter (sul cinese medio c'è molto consenso tra gli studiosi, in particolare sul sistema consonantico), il ''putonghua standard'', il ''giapponese'', il ''coreano'' e il ''vietnamita''. Nelle ultime tre lingue, larghe fette di vocabolario derivano dal cinese, che ha avuto una grande influenza su queste lingue. In vietnamita, viene offerta la pronuncia antica dell'alfabeto importato dai missionari francesi, siccome la pronuncia aveva delle differenze. In fondo a ogni trattazione, c'è una tabellina che riassume in compendio tutte le trasformazioni dal cinese medio per una consultazione rapida.
 
Mentre da queste tre si può osservare il trattamento della pronuncia cinese dei sinogrammi, da altre due celebri lingue qui introdotte si può ricostruire il cinese medio e arricchire il panorama di comparazioni: si tratta del ''dialetto cantonese'' nella sua varietà standard di Hong Kong, qui trascritta con il sistema Jyutping. È un dialetto importante sia dal punto di vista culturale, sia dal punto di vista linguistico perché è piuttosto conservativo rispetto al cinese medio. Ad esempio, è uno dei pochi dialetti cinesi insieme a svariati Minnan e all'Hakka a mantenere gli stop consonantici senza rilascio di suono a fine sillaba: negli altri e nel [[guanhua]] si è lenito in uno stacco glottale a fine sillaba. Il cantonese, di famiglia Yue, deriva dal ''Proto-Yue'', di cui esistono delle ricostruzioni.
 
La seconda invece è lo shanghainese. Sebbene non fornisca una grande aiuto nella ricostruzione delle code nasali a causa della sua forte confusione e riduca tutti gli stop senza rilascio udibile di suono in un colpo di glottide, è l'unico dialetto cinese a preservare una forte differenza tra consonanti sorde, sonore e sorde aspirate. Viene dunque introdotto in un ampio paragrafo.
 
Infine, la terza famiglia di dialetti da cui si possono pescare informazioni è il Min {{lang|zh|闽}}. I Min sono un gruppo di dialetti meridionali piuttosto conservativi la cui versione primigenia, da cui discendono i vari Min, deriva insieme alle lingue Bai direttamente dall'Old Chinese. Il Proto-Min, di cui esistono delle ricostruzioni (e.g. Jerry Norman), conserva dal cinese medio la distinzione in consonanti come */b/, */p/ e */pʰ/ insieme ai tre stop senza rilascio di suono, alla nasale */ŋ/- a inizio sillaba e allo stacco glottale sempre a inizio sillaba. A questo si aggiungono alcune consonanti conservative rispetto all'Old Chinese. Tutte le altre famiglie dialettali discendono direttamente dal Primo Cinese Medio, come ad esempio lo shanghainese e il cantonese (il Proto-Yue si è formato durante le migrazioni per le invasioni subite dalla Cina durante il passaggio tra Dinastia Tang e Song). Il Proto-Min invece si è formato dopo la conquista di Nanyue {{lang|zh|南越}} e Baiyue {{lang|zh|百越}} da parte della Dinastia Han, conquiste con cui si è istituito il Primo Bac Thuoc {{lang|zh|北属}} (Appartenenza al Nord) nella storia vietnamita su un totale di quattro. Contemporaneamente, in Corea il regno di Goguryeo {{lang|zh|高古丽}} fu conquistato e diviso nelle Nove Comanderie Han, a loro conquistate da piccoli regni successivi coreani. Le lingue Min si sono suddivise in tre famiglie: le Min Bei {{lang|zh|闽北}}, Min Dong {{lang|zh|闽东}} e Min Nan/Minnan {{lang|zh|闽南}} (Min Settentrionale, Min Occidentale, Min Meridionale). Al Min Bei appartiene il dialetto Jian'ou {{lang|zh|建瓯话}}, mentre al Min Dong appartiene il dialetto di Fuzhou/fuzhounese/Fuzhouhua {{lang|zh|福州话}}. Per scandagliare a fondo il Minnan, esso a sua volta ha un sottogruppo di dialetti prestigiosi e conservativi parlati a Fujian {{lang|zh|福建}} e Taiwan {{lang|zh|台湾岛}} (l'isola accanto a Fujian, già abitata dagli aborigeni e poi colonizzata anticamente dagli abitanti di Fujian), cioè gli Hokkien (dal nome di Fujian in dialetto). Gli Hokkien contano il dialetto di Amoy/amoynese/Amoy Hokkien (parlato a Xiamen {{lang|zh|厦门}}, "Amoy" in dialetto), il taiwanese/Hokkien di Taiwan/Taiwanhua {{lang|zh|台湾话}} (con sotto-vairetà, come quella di Kaohsiung {{lang|zh|高雄}}, diversa da quella della capitale Taipei {{lang|zh|台北}}), lo Zhangzhou {{lang|zh|漳州}} e il Quanzhou {{lang|zh|泉州}}. Altri due dialetti Minnan ma non del gruppo Hokkien sono il Chaozhou/Teochew {{lang|zh|潮州}} e lo Shantow/Swatow {{lang|zh|汕头}}. Se il cantonese/Guangdonghua/dialetto Yue {{lang|zh|粤语}} ha la romanizzazione Jyutping e Yale e lo shanghainese/Shanghaihua/Huyu {{lang|zh|上海话,沪语}} ha tre romanizzazioni (Qian Nairong {{lang|zh|钱乃荣}}, carente però di molti suoni; MinDict; Wikizionario), gli Hokkien hanno due romanizzazioni principali e molto simili tra loro, il Peh-oe-ji/POJ {{lang|zh|白话字}} e il Tai-lo {{lang|zh|台罗}} (quest'ultima fa meno uso di diacritici rispetto alla prima e riproduce meglio la pronuncia). A queste due, si aggiunge una romanizzazione ad-hoc per il Minnan di Chaozhou/Teochew, cioè il Peng'im {{lang|zh|拼音}}, che in putonghua si pronuncia "pinyin".
 
L'ultimo dialetto meridionale utile siccome è conservativo (ma non trattato qui) è l'Hakka, che preserva la coda nasale *-m nei pochi casi in cui il cantonese la perde per un'assimilazione in -n. Conserva pure gli stop a fine sillaba. Il popolo Hakka ha iniziato a formarsi durante il periodo di turbolenze e guerra della Dinastia Jin (265-420), quindi è una delle famiglie dialettali discendenti dal Primo Cinese Medio più antiche.
 
Gli altri dialetti, anche se talvolta mostrano segnali di pronuncia arcaica, sono settentrionali e meno conservativi (e.g. dialetto Jin, dialetto Gan, dialetto Xiang).
 
=== Il proto-sino-tibetano (PST) e altre lingue antiche ===
Tutte le lingue che discendono dall'Old Chinese e Primo Cinese Medio, incluse quete stesse varietà di lingue e tutte le varietà storiche esistite e anche le lingue delle culture neolitiche (cioè esistite prima della Dinastia Xia) vengono dette "lingue sinitiche". Queste ultime derivano da una suddivisione del '''Proto-Sino-Tibetano''' (la cui ricostruzione è ancora agli esordi), detto anche '''Trans-Himalayano''', in due macro-aree (secondo il modello classico ma tuttora in discussione di James Matisoff, 1978): le lingue sinitiche e il [[proto-tibeto-birmano]], da cui derivano il proto-tibetico/Proto-Tibetic, ricostruito da Nicolas Tournadre, 2013 (vi deriva l'Old Tibetan/Tibetano Antico/Tibetano Arcaico, da cui discendono le lingue tibetiche, incluso il tibetano classico e moderno) e il [[proto-lolo-birmano]]/Proto-Lolo-Burmese/Proto-Nisoic (lingue lolo-birmane/Lolo-Burmese languages), da cui derivano le lingue lolo e le lingue birmane, a cui appartiene l'Old Burmese/Birmano Antico/Birmano Arcaico.
 
Stando a un paper di Laurent Sagart, Guillaume Jacques e Yunfan Lai del 2018 e pubblicato nel 2019, "''Dated language phylogenies shed light on the ancestry of Sino-Tibetan''", la famiglia Sino-Tibetana (e dunque il Proto-Sino-Tibetano) è nata circa nel 5200 a.C.
 
William S-Y. Wang in "Three windows on the past" (1998), uno studio glotto-cronologico di sette lingue sino-tibetane (contro le 50 dell'articolo di Sagart-Jacques-Yunfa), afferma che esse hanno iniziato a mostrare i primi segni di perdita di unità intorno al 4000 a.C. Le prime tracce di Old Chinese, in base alle datazioni dei gusci di tartaruga più antichi, risalgono al 1250 a.C., mentre l'Old Tibetan e l'Old Burmese sono molto posteriori: l'Old Tibetan, il più antico dei due, è attestato dal VII secolo d.C., ma di fatto esisteva già prima: semplicemente, poco prima del 649/650 era stato inventato l'alfabeto tibetano, che marca simbolicamente l'inizio del periodo dell'Old Tibetan, posteriore al proto-tibetico. Dunque in questo periodo il proto-tibetico si era già separato dal proto-tibeto-birmano, che forse era un pidgin nato dal contatto dei parlanti rimanenti di proto-sino-tibetano che entrarono in contatto con altri popoli e lingue. Successivamente è attestato pure l'Old Burmese, ormai separatosi dal proto-lolo-birmano).
 
Per la precisione, i tibeto-birmani, secondo un articolo di Bo Wen, Xuanhua Xie et al. (''Analyses of Genetic Structure of Tibeto-Burman Populations Reveals Sex-Biased Admixture in Southern Tibeto-Burmans'', scritto nel 2003 e pubblicato nel 2004), derivano da una migrazione verso il sud di alcune tribù dalla Cina nord-occidentale. Queste tribù, le Di-Qiang, entrarono in contatto con le tribù native austroasiatiche e Mon-Khmer. Da questo studio genetico emerge che si sono anche mescolati geneticamente tra loro. La migrazione viene datata "nel periodo delle Primavere e Autunni [circa 2600 anni fa]" (il periodo va da 771 a.C. al 476 a.C. [~600 a.C.]). Siccome questo periodo è ricordato per le guerre sanguinarie tra 120 feudi, poi riuniti dalla prima dinastia imperiale, la Dinastia Qin, si può ipotizzare che siano avvenute per le guerre (in futuro, molte altre migrazioni avrebbero avuto come protagonisti dei profughi di guerra). L'avvenimento che dà inizio a questo periodo è la caduta della Dinastia Zhou, che è costretta alla fuga in un piccolo territorio, l'unico che controlla saldamente. La tribù che sconfisse gli Zhou, i Quanrong, era del gruppo Qiang e abitava proprio nella Cina nord-occidentale.
 
In totale, le lingue sino-tibetane secondo il linguista Harald Hammarström sono circa 500. Gran parte di esse sono lingue minori. Secondo James Matisoff, circa 250-300 sono tibeto-birmane (secondo Ethnologue, oltre 400). Le proto-lingue, insieme allo stesso proto-sino-tibetano, si ricostruiscono con il metodo comparativo tra vocaboli attestati o a loro volta ricostruiti o cercando le informazioni di pronuncia nei dizionari o altre opere, e.g. il fanqie. Alcuni di questi strumenti, come il Sino-Tibetan Etymological Dictionary and Thesaurus Project (STEDT, a cura di James Matisoff, finito nel 2015, a cui hanno partecipato molti altri studiosi come Baxter e Tournadre e con delle correzioni di etimologia di Laurent Sagart indicate in un articolo del 2019), sono liberamente consultabili online. Matisoff mette in guardia dalle "megalo-ricostruzioni" e indica che si arrivano a macro-proto-lingue a partire dalle ricostruzioni dal basso, cioè da piccoli gruppi imparentati/dall'estremità, per poi risalire verso l'alto, fermo restando che bisogna avere un sistema di parentela e classificazione alla base (a volte c'è disaccordo tra linguisti sulla classificazione di una lingua). Se la lingua possiede un alfabeto già dai tempi antichi, già in partenza si è avvantaggiati (si pensi al birmano, tibetano, alle scritture brahmiche da cui derivano e dunque alle loro stesse informazioni originali, 'Phags-pa, coreano, giapponese e ai lavori dei missionari europei a partire dal Cinquecento come Rodriguez, Trigault, de Rhodes, Pigneau, Ruggieri, Ricci e Brollo). Diverso è il caso dell'Old Chinese, che è formato da una pletora di ideogrammi e pittogrammi (il qieyun e le chiavi di lettura comunque non hanno la stessa efficacia di un alfabeto). Per la parentela tra lingua, non si usa solo la fonetica (il vocabolario, se ricco di prestiti, può portare a risultati ingannevoli), ma pure la grammatica, attestata in grammatiche antiche (scritte anche da missionari europei e linguisti e a volte ispirate all'impostazione di quelle di latino) o ricostruita, per esempio tramite comparazioni di uno stesso testo tradotto in più lingue (si pensi alla stele di Myazedi, che ha un testo in Mon, birmano antico, pali e pyu). Se la classificazione di Matisoff è corretta, da un sistema di cambiamenti più o meno drammatici di fonetica e grammatica che colpiscono il proto-sino-tibetano si ricavano l'Old Chinese (nella sua fase più antica attestata a volte viene chiamato in modo diverso, "Proto-Sinitico" o "Early Old Chinese", Primo Cinese Antico) e il proto-tibeto-birmano.
 
Quanto all'invenzione dell'alfabeto tibetano, l'inventore secondo la tradizione e le fonti storiche che ne parlano è Thonmi Sambhota. Quest'ultimo era un giovane mandato nel 632 in India (forse nel Kashmir) a studiare l'alfabeto indiano (varietà Kashmir o Khotan) per inventare una scrittura per il tibetano direttamente da Songtsen Gampo. Songtsen Gampo non era un nobile qualunque, ma il 33° sovrano del Tibet, l'unificatore di molti territori tibetani prima divisi e il fondatore dell'Impero Tibetano. La sua consorte era la principessa Bhrikuti del clan Licchavi, nepalese e figlia del re dell'omonimo regno nepalese (il nepali ha l'alfabeto indiano come scrittura; forse Bhrikuti era anche buddista). Fu anche colui che introdusse il buddismo in Tibet, promosse la costruzione di templi buddisti e fece tradurre le scritture buddiste dal sanscrito al tibetano, che si era appena dotato di un alfabeto. Quest'ultimo fu confezionato da Thonmi Sambhota al suo ritorno in Tibet: si stabilì probabilmente nell'eremo di Panboka, a pochi chilometri da Lhasa e fondato da Songtsen Gampo, e lì creò l'alfabeto, poi presentato al re e accettato. Lo stesso sovrano imparò in quattro anni la scrittura e la sua applicazione pratica e tradusse più di venti testi. L'alfabeto fu adattato alla fonetica dell'Old Tibetan, siccome conteneva 6 nuove consonanti per 6 suoni tibetani. Songtsen Gampo come seconda moglie sposò nel 641 una cinese, la principessa Wencheng, imparentata con l'Imperatore Taizong della Dinastia Tang, che acconsentì alle nozze (Taizong era il secondo imperatore della dinastia). Da questo matrimonio sarebbe nato un presunto avvicinamento del re alla cultura cinese. Muore nel 649/650, nello stesso periodo in cui muore anche Taizong. Xuanzang è contemporaneo a Taizong e il periodo Tang, in generale, vede una crescita in popolarità del buddismo, già entrato in Cina durante la Dinastia Han probabilmente attraverso i missionari indiani che attraversarono la Via della Seta. Dalla Cina poi approdò in Corea e Giappone insieme ai sinogrammi con la pronuncia in Primo Cinese Medio e ai classici della letteratura cinese.
 
Uno strumento online utilizzabile per consultare le radici in proto-tibeto birmano e altre lingue sino-tibetane è lo STEDT (Sino-Tibetan Etymological Dictionary and Thesaurus), un dizionario curato da James Matisoff dell'Università di Berkley la cui versione finale è stata rilasciata nel 2015. Un paper di Laurent Sagart (2019) indica le correzioni di alcune etimologie sbagliate. Alla creazione dello STEDT hanno partecipato anche Nicolas Tournadre e William Baxter. La ricostruzione in Old Chinese non sembra essere quella più recente del 2014.
 
=== Varietà di giapponese {{lang|ja|日(本)语}} (nihongo) ===
* Siccome i caratteri cinesi sono arrivati in Giappone attraverso i coreani del regno di [[Baekje]] ({{lang|ko|百濟 백제}}, Corea meridionale) mentre in Cina stava volgendo a termine il cinese antico e stava nascendo il cinese medio, in quel periodo in Giappone si parlava il giapponese arcaico (Old Japanese, finito nel 794 con la fine del periodo Nara, quando la capitale era a Nara {{lang|ja|奈良}}, e l'inizio del periodo Heian {{lang|zh|平安}} , in cui si inventano il {{lang|ja|カタカナ}} katakana e {{lang|ja|ひらがな}} l'hiragana e la capitale era a Kyōto {{lang|ja|京都}}, anticamente chiamata "Heian").