Utente:Cicognac/Sandbox: differenze tra le versioni

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Nonostante ci sia un grande intervallo temporale tra il cinese medio e la pubblicazione di questo dizionario e altre fonti successive, la pronuncia in vietnamita è conservativa rispetto al cinese medio.
 
=== Introduzione dei sinogrammiSubstrato in Coreacoreano ===
Alla pari del Vietnam, anche la penisola coreana possedeva già i sinogrammi (hanja) durante il periodo del primo cinese medio. Al tempo, era presente il Regno di Gojoseon, sulla cui effettiva esistenza però permangono dei dubbi, e lo Stato di Jin 진국, 辰國. Il controllo di gran parte della Corea iniziò sotto l'impero Han: il generale Wi Man provò a ribellarsi contro l'imperatore Wu degli Han ma, siccome perse la ribellione, scappò in Corea, in cui detronizzò il re di Gojoseon e iniziò a boicottare le attività cinesi in Corea. L'imperatore Wu allora dichiarò guerra a Gojoseon, la vinse nel 108 a.C. e divise gran parte del territorio della penisola di Corea in quattro aree dette "comanderie degli Han" (한사군, 漢四郡). La sconfitta portò al crollo di Gojoseon. In questo periodo di dominazione di gran parte della Corea da parte della Cina deriva anche il substrato di cinese antico nel coreano.
 
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Nonostante ci sia un grande intervallo temporale tra il cinese medio e la pubblicazione dell'hangeul e delle prime fonti che lo contengono, la pronuncia in coreano (ancora di più in tardo coreano medio) è conservativa rispetto al cinese medio.
 
=== Introduzione dei sinogrammiSubstrato in Giapponegiapponese ===
Alla pari del Vietnam e della Corea, anche il Giappone possedeva già i sinogrammi (kanji) durante il periodo del primo cinese medio. I sinogrammi erano stati importati dal regno di Baekje in Corea, dunque durante il periodo dei Tre Regni coreano, prima che il regno di Silla con l'aiuto della dinastia Tang unificasse tutta la penisola coreana sotto l'impero nel 668. La leggenda vuole che un monaco buddista di nome Wani Kishi esportò i sinogrammi in Giappone dopo una visita in Corea, dunque i sinogrammi entrarono in Giappone molto tempo dopo rispetto al Vietnam e Corea. Al tempo, in Giappone invece si parlava il giapponese antico (Joudai Nihon-go 上代日本語), finito con la fine del Periodo Nara (794).
 
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Ai kanji furono affiancate due tipologie basilari di pronunce: quella cinese e quella nativa giapponese. Quando un kanji si usa in isolamento, indica un concetto che tuttavia si legge con la pronuncia nativa giapponese, detta "kun'yomi" 訓読み (e.g., 心 indica il "cuore" o la "mente" e si pronuncia "kokoro"). Quando invece un kanji si usa in combinazione con altri e indica un prestito cinese, si legge con la pronuncia cinese, detta "on'yomi" 音読み e rilevante per ricostruire il cinese medio. La pronuncia cinese/on'yomi è però suddivisa in più tipologie in base al periodo storico. Quella più arcaica è la go-on 呉音, che era parlata a Jiankang (oggi Nanchino); la parlata dell'epoca era una varietà di lingua Wu detta "[[antico Jiangdong]]" e il kanji 呉 indica sia lo Stato di Wu che la lingua Wu. Essa è poi seguita dalla kan-on 漢音, derivante dalla parlata della capitale Chang'an durante la dinastia Tang, e infine è seguita dalla tousou-on 唐宋音, risalente alla Dinastia Song e Ming, che era usata durante il periodo Kamakura (鎌倉時代, 1185-1333) e dunque durante il tardo giapponese medio; il nome è fuorviante siccome la sillaba 唐 indica la dinastia Tang, ma invece si riferisce alla dinastia Song e a un'altra parlata Wu proveniente dallo Zhejiang. Poi, è seguita da una pronuncia entrata nell'uso comune anche se derivante da una confusione di pronunce, detta kan-yoo'on 慣用音. In una quarta categoria a sé, ci sono le letture totalmente irregolari dei caratteri, usata in parole giapponesi, dette jukujikun 熟字訓 e usate per esempio nel vocabolo "Yamato" 大和 o 倭, un'antica etnia giapponese che dà il nome a una prefettura omonima e che è anche un arcaismo per indicare il Giappone, che oggi invece si chiama "Nippon" o "Nihon" 日本. La quinta categoria è pure una pronuncia irregolare usata perlopiù in nomi propri e si chiama nanori 名乗り.
 
=== RelazioniSubstrato conin il Tibettibetano ===
Il tibetano, una lingua derivata dalla frammentazione del proto-tibeto-birmano (PTB), è imparentato con il cinese siccome il proto-tibeto-birmano e il proto-cinese derivano da una scissione del proto-sino-tibetano. Tuttavia, a seguito della nascita e dello sviluppo indipendente del proto-tibetico, la lingua tibetana ha ricevuto un substrato lessicale dal primo cinese medio.
Quanto all'invenzione dell'alfabeto tibetano, l'inventore secondo la tradizione e le fonti storiche che ne parlano è Thonmi Sambhota. Quest'ultimo era un giovane mandato nel 632 in India (forse nel Kashmir) a studiare l'alfabeto indiano (varietà Kashmir o Khotan) per inventare una scrittura per il tibetano direttamente da Songtsen Gampo. Songtsen Gampo non era un nobile qualunque, ma il 33° sovrano del Tibet, l'unificatore di molti territori tibetani prima divisi e il fondatore dell'Impero Tibetano. La sua consorte era la principessa Bhrikuti del clan Licchavi, nepalese e figlia del re dell'omonimo regno nepalese (il nepali ha l'alfabeto indiano come scrittura; forse Bhrikuti era anche buddista). Fu anche colui che introdusse il buddismo in Tibet, promosse la costruzione di templi buddisti e fece tradurre le scritture buddiste dal sanscrito al tibetano, che si era appena dotato di un alfabeto. Quest'ultimo fu confezionato da Thonmi Sambhota al suo ritorno in Tibet: si stabilì probabilmente nell'eremo di Panboka, a pochi chilometri da Lhasa e fondato da Songtsen Gampo, e lì creò l'alfabeto, poi presentato al re e accettato. Lo stesso sovrano imparò in quattro anni la scrittura e la sua applicazione pratica e tradusse più di venti testi. L'alfabeto fu adattato alla fonetica dell'Old Tibetan, siccome conteneva 6 nuove consonanti per 6 suoni tibetani. Songtsen Gampo come seconda moglie sposò nel 641 una cinese, la principessa Wencheng, imparentata con l'Imperatore Taizong della Dinastia Tang, che acconsentì alle nozze (Taizong era il secondo imperatore della dinastia). Da questo matrimonio sarebbe nato un presunto avvicinamento del re alla cultura cinese. Muore nel 649/650, nello stesso periodo in cui muore anche Taizong. Xuanzang è contemporaneo a Taizong e il periodo Tang, in generale, vede una crescita in popolarità del buddismo. Dalla Cina poi approdò in Corea e Giappone insieme ai sinogrammi con la pronuncia in Primo Cinese Medio e ai classici della letteratura cinese.
 
Il proto-tibetico viene fatto finire simbolicamente con l'invenzione dell'alfabeto tibetano. Secondo la tradizione e le fonti storiche, l'invenzione dell'alfabeto tibetano è Thonmi Sambhota, un giovane alle dipendenze del fondatore dell'Impero del Tibet, Songtsen Gampo; il Tibet in tibetano si chiama "Bod", per cui le lingue tibetiche sono anche dette "bodiche". L'imperatore Songtsen Gampo mandò Thonmi Sambhota nel 632 in India (forse nel Kashmir) a studiare l'alfabeto indiano (varietà Kashmir o Khotan) per riadattarlo alla lingua tibetana. Quando tornò in Tibet, si stabilì probabilmente nell'eremo di Panboka, a pochi chilometri da Lhasa e fondato da Songtsen Gampo, e lì creò l'alfabeto tibetano. Il nuovo alfabeto venne poi presentato al re e accettato. Lo stesso sovrano imparò in quattro anni la scrittura e la sua applicazione pratica e tradusse più di venti testi. L'alfabeto tibetano è dunque antico quasi quanto i kana giapponesi ma è molto più antico dell'hangeul (1446) e dell'alfabeto vietnamita (1651 circa). L'invenzione dell'alfabeto tibetano inaugurò simbolicamente l'inizio del tibetano antico (Old Tibetan), parlato dunque parallelamente al primo cinese medio.
Il tibetano antico va dall'invenzione dell'alfabeto (ma la data è solo simbolica) e passa attraverso una riforma per la standardizzazione della lingua dell'816 e la frammentazione dell'Impero Tibetano fondato da Songtsen Gampo nell'842 a causa di una guerra civile. Alcune divisioni distinguono l'Early Old Tibetan (EOT), Middle Old Tibetan (MOT) e Late Old Tibetan (LOT) in base a fatti storici (ma non mutazioni linguistiche), come il periodo della riforma ortografica e la caduta dell'Impero Tibetano. Dal Tardo Tibetano Antico (LOT) deriva il Proto-Amdo-Tibetano (AT). In questi contesti si può trovare anche l'espressione "Written Tibetan", il tibetano scritto (WT). Nel 648, secondo gli Old Tibetan Annals, i tibetani fecero una spedizione in Cina per chiedere l'inchiostro e la cessione della tecnologia per la manifattura della carta. In riferimento al tibetano, si può trovare la parola "bodico": deriva da Bod, il nome del Tibet in tibetano: le lingue tibetiche/tibetane si possono chiamare "bodiche".
 
La consorte di Songtsen Gampo era la principessa Bhrikuti del clan Licchavi, nepalese e figlia del re dell'omonimo regno nepalese (il nepali ha l'alfabeto indiano come scrittura). forse Bhrikuti era buddista, il che può spiegare come mai Songtsen Gampo conoscesse il buddismo e lo introdusse per la prima volta in Tibet. L'imperatore promosse anche la costruzione dei primi templi buddisti e fece tradurre le scritture buddiste dal sanscrito classico al tibetano attraverso l'alfabeto tibetano. Il buddismo era presente già da alcuni secoli in Cina, siccome risale al periodo degli Han orientali.
Il Tibet ha subito un periodo di guerre tra signori locali e sarà riunito solo nel 1253, quando la Dinastia Yuan (khanato mongolo in Cina) con delle guerre riunisce dei territori, affidati poi a Drogön Chögyal Phagpa, uno dei leader della scuola Sakya del buddismo tibetano, primo precettore imperiale e inventore dell'alfabeto 'Phagspa (1269), usato nei dizionari per rendere la pronuncia dei sinogrammi in Primo Mandarino. Lavorò per Kublai Khan, successore del fratello Möngke, nipote di Gengis Khan e colui che ricevette Marco Polo e tentò di invadere il Giappone, venendo respinto da due tifoni, il "vento divino" (kami-kaze).
 
Songtsen Gampo come seconda moglie sposò nel 641 una cinese, la principessa Wencheng, imparentata con l'Imperatore Taizong della dinastia Tang, che acconsentì alle nozze (Taizong era il secondo imperatore della dinastia). Da questo matrimonio sarebbe nato un avvicinamento del re alla cultura cinese. Nel 648, secondo gli Annali di Tibetano Antico (Old Tibetan Annals), i tibetani fecero una spedizione nella Cina dei Tang per chiedere l'inchiostro e la cessione della tecnologia per la manifattura della carta. Sempre in questo periodo, un notevole substrato di prestiti risalenti al cinese medio è entrato nel tibetano antico.
 
Il tibetano antico va dall'invenzione dell'alfabeto (ma la data è solo simbolica) e passa attraverso una riforma per la standardizzazione della lingua tibetana dell'816 e una guerra civile che ha frammentato l'impero tibetano nell'842, alcuni decenni prima della caduta della dinastia Tang. La fine dell'impero tibetano segna simbolicamente l'inizio del tibetano medio, che è un'altra fase linguistica parallela al tardo cinese medio. Il Tibet ha subito un periodo di guerre tra signori locali e sarà riunito solo nel 1253, quando la futura dinastia Yuan con delle guerre fino in Tibet riunisce dei territori, affidati poi a Drogön Chögyal Phagpa, uno dei leader della scuola Sakya del buddismo tibetano, primo precettore imperiale e inventore dell'alfabeto 'Phagspa (1269).
 
Il substrato di cinese medio in tibetano è però identificato da Ferlus da un paragone tra l'esito di parole dal cinese antico: se l'esito mostra mutazioni regolari, allora la parola non è un prestito dal cinese medio ma è una parola già presente in tibetano e ereditata dal proto-tibetico in quanto lingua sino-tibetana; se l'esito è irregolare, allora è un prestito.
 
=== Influsso sui dialetti cinesi ===