Utente:Cicognac/Sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 165:
* La consonante laterale *l deriva da una *r faringalizzata in cinese antico, dunque da un suono nelle sillabe di tipo A.
* Le consonanti *m, *n e *ng sono ereditate direttamente dal cinese antico e dal cinese degli Han orientali.
* Siccome il primo cinese medio ha perso tutta la morfologia sottoforma di cluster iniziali, strutture sesquisillabiche e alcuni suoni finali, il primo cinese medio è diventato una lingua isolante, senza morfologia, con un ordine base dei costituenti SVO e una grammatica letteraria basata sul wenyan, nato durante il periodo Han da un'evoluzione del cinese pre-classico.
- - -
* Riguardo alla trascrizione di tre particolari vocali, il cluster "ae" */æ/ è una /e/ molto aperta, "ea" */ɛ/ è leggermente meno aperta e il simbolo "+" sta a indicare la vocale alta centrale */ɨ/.
* Ora che la ricostruzione Baxter-Sagart è stata introdotta, si può precisare (anche per dare un'idea dei cluster nel cinese arcaico) che la retroflessione aspirata CH- (sia odierna sia del cinese medio, in cui le retroflesse compaiono per la prima volta) deriva da cluster come *tsʰr, *[d]r, *tʰr, *lr ,*s.r̥ ,*qʰ<r> , *t.l̥ , *n̥r , *t.qʰ, *s-l̥ˤ<r> e *tr. Ci sono, come spesso accade, delle eccezioni, per esempio laddove il cluster si origina da *r̥ e *tʰ. Tutti questi cluster sono spariti nel cinese medio. Alcuni di questi suoni sono spariti dall'inventario consonantico del primo cinese medio.
* Il suono retroflesso sordo SH- deriva da cluster come *s.t, *sr o da rielaborazioni di consonanti insolate come *l̥ e*[d] .
* Il suono retroflesso ZH- deriva da cluster come *[t.q], *tr, *[dz]ˤr e dalla consonante isolata *t.
* Nel cinese arcaico era possibile trovare cluster anche in sillabe poi divenute non retroflesse: semplicemente, uno o tutti i membri del cluster si sono persi, come in {{lang|zh|厄}} e4 (primo cinese medio '''‘'''eak, cinese arcaico *qˤ<r>[i]k) oppure {{lang|zh|惯}} guan4 (primo cinese medio kwaenH, cinese antico kˤro[n]-s).
*Se si usa il cinese medio o arcaico per cercare le corrispondenze di suono nei sinogrammi usati in altre lingue, bisogna sempre tenere conto anche dell'evoluzione di queste lingue: la pronuncia odierna potrebbe essere diversa da quella di un periodo anteriore, oppure conoscere la pronuncia arcaica nella lingua di approdo aiuta nel fare analisi e collegamenti. Sotto la tabella, sono presenti delle introduzioni sommarie al giapponese, coreano e vietnamita antichi.
 
=== Consonanti finali ===
In coda di sillaba, potevano essere presenti tre suoni nasali: *-n, *-m, *-ng. Questi tre suoni sono stati ereditati dal cinese antico e la *-m in particolare è ben preservata dal giapponese arcaico, coreano, vietnamita e dal cantonese sia di Hong Kong che di Taishan.
 
Gli altri tre suoni sono le tre consonanti senza rilascio udibile di suono: *-p, *-t, *-k. Questi tre stop sono ben preservati dal coreano, vietnamita, cantonese e svariati altri dialetti meridionali; molte tracce sono presenti in giapponese.
*A fine sillaba si poteva avere, come suoni sonori, una –*n o una –*ng ma anche una –*m.
* Esistevano pure tre consonanti occlusive senza rilascio di suono, oggi ancora presenti in lingue come il cantonese (famiglia Yue), il coreano e il vietnamita. Sono la –*p (la vocale si interrompe serrando le labbra ma senza una “p” di rilascio), la –*t (interruzione in zona dentale) e la –*k (interruzione in zona velare).
* In conclusione, a inizio sillaba poteva esserci il suono *“ng-” nasale. Oggi è sparito nel cinese mandarino, ma ancora presente in lingue regionali come il cantonese.
 
La *-r a fine sillaba ricostruita in cinese antico si era già modificata in *-n in cinese degli Han orientali (nello Shandong, si è vocalizzata in *-j).
*L'Old Chinese, nella ricostruzione Baxter-Sagart, aveva a fine sillaba la seguenti combinazioni: *-s, -t, -[t]s, -k, -ks, -p, -[p]s, -ʔ (stacco glottale), -ʔs (da questa combinazione, ovunque si trovi, derivano degli odierni quarti toni discendenti), -n, -ns, -nʔ, -[n]ʔs, -m, -mʔ, -mʔs, -ms, -ng, -ngʔ, -ngs, -ngʔs, -r (divenuta *-n nel primo cinese medio), -[r]ʔ, -rs.
 
* Nel Middle Chinese, di contro si trovano soltanto *-n, *-m (converge in -n nel cinese moderno standard), *-ng *-p, *-t, *-k (i tre stop senza rilascio di suono sono tutti caduti in cinese mandarino).
Lo stacco glottale a fine sillaba del cinese antico, preservato nel cinese degli Han orientali in quanto atonale secondo la ricostruzione di Weldon Coblin, è caduto in primo cinese medio. Anche la *-s a fine sillaba del cinese antico, poi lenitasi tramite debuccalizzazione in *-h, è sparita in primo cinese medio. Con la caduta di queste due code di sillaba, tutti i cluster a fine sillaba presenti in cinese antico sono caduti.
 
=== Sistema vocalico ===
Il cinese antico si basava su un sistema snello di 6 vocali: *a, *e, *i, *o, *u, *ə; a esse, si aggiungono due semivocali, *w e *j. In generale, il cinese antico non aveva un sistema complesso di vocali, dittonghi e trittonghi.
...
 
Di contro, il primo cinese medio mostra un inventario maggiore di vocali, dittonghi e trittonghi: *a, *e, *ea /ɛ/, *ae */æ/, *i, *o /ʌ/, *u, *+ /ɨ/. Restano conservate le semivocali *w e *j.
 
I dittonghi e trittonghi possibili sono:
* Oj, ow.
 
* Aej ''/æi/'', aew.
 
* Aw, aj.
Riga 194 ⟶ 189:
* Ij.
 
* Ja, je, jej, jew, jo, joj, jow, ju, juw, jae, j+C (sempre seguito da consonante -C), j+j, jie, jiej, jij, jiw, jiew, jwe, jwej, jw+j, jwi, jwie, jwo, jwoj, jwa.
 
* Wo, woj, wi, we, wi, wij, wa, waj, wae, wea ''/wɛ/'', waej, weaj, wej.
 
* Uw.
Riga 203 ⟶ 198:
 
=== Toni ===
Il primo cinese medio era già una lingua tonale, mentre il cinese antico e il cinese degli Han orientali secondo Weldon Coblin erano lingue atonali. In base ai rimari, sono ricostruite 4 toni: un tono piatto/livellato e acuto, un tono crescente, un tono decrescente e il "tono entrante", cioè un'intonazione sfuggita e breve delle vocali quando erano seguite da uno stop senza rilascio udibile di suono. I nomi in cinese medio dei 4 toni è {{lang|zh|平}} ''píng,'' {{lang|zh|上}} ''shǎng,'' {{lang|zh|去}} ''qù,'' {{lang|zh|入}}, ''rù.'' Le sillabe aventi il tono entrante, siccome avevano vocali brevi, erano preferite per trascrivere le sillabe con vocali brevi nei prestiti dalle lingue indiche come il sanscrito classico. Infatti, il sanscrito classico contrasta tra vocali brevi/monomoraiche e vocali lunghe/bimoraiche.
Esistevano già i toni (Baxter registra il tono piatto/level {{lang|zh|平}} ''píng'' senza segni, crescente {{lang|zh|上}} ''shàng'' con una X maiuscola a fine sillaba e discendente/departing {{lang|zh|去}} ''qù'' con una H maiuscola a fine sillaba, tre in totale). Tutte le sillabe che terminavano in stop senza rilascio di suono (''vedi avanti''), atonali, venivano poi indicate come tono entrante ({{lang|zh|入}}, ''rù'') e quindi si preferiva considerarle separate da tutte le altre. Il tono crescente del cinese medio si è formato dalla caduta del colpo di glottide a fine sillaba nel cinese arcaico, mentre il tono decrescente nel cinese medio deriverebbe in gran parte dei casi dalla caduta di una "-s" in un cluster consonantico a fine sillaba nel cinese arcaico. Tutte le sillabe che non avevano né il tono crescente, né il tono discendente (e quindi non avevano stacchi glottali o "-s" in fondo ma tutt'altro), né uno stop senza rilascio di suono (vedi avanti) avevano assunto il tono acuto. Non esisteva il terzo tono del cinese contemporaneo.
 
La tonogenesi in primo cinese medio (a meno che il cinese della dinastia Jin fosse già tonale) è stata innescata dalla caduta di un paio di suoni in coda di sillaba presenti in cinese antico e cinese degli Han orientali: il tono crescente del cinese medio si è formato dalla caduta dello stacco glottale a fine sillaba, mentre il tono decrescente nel cinese medio deriverebbe in gran parte dei casi dalla caduta della *-s (mutata per lenizione in *-h). Tutte le sillabe che non avevano né il tono crescente, né il tono discendente (e quindi non avevano stacchi glottali o *-s > *-h in fondo), né uno stop senza rilascio di suono avevano assunto il tono acuto. Non esisteva il terzo tono del cinese contemporaneo, siccome è un'innovazione posteriore, né i rimari indicano la presenza di una separazione/split tonale in più registri in primo cinese medio.
*Il terzo tono attuale deriva in gran parte dei casi dal tono crescente del cinese medio, a sua volta derivato dalla caduta del colpo di glottide a fine sillaba. Un fenomeno simile è avvenuto anche in vietnamita, come dimostrato nella metà Novecento da [[André-Georges Haudricourt|Haudricourt]].
* Il secondo tono attuale deriva spesso da presenza di uno stop consonantico (-t, -p, -k, presenti comunque anche altrove) del cinese medio (a meno che non ci sia una coda nasale -ng o -n/-m, che invece si sono conservate oggi in -ng e -n) e dalla caduta degli stop finali è nato il tono crescente, presente per; anche in quelle con finale nasale. Siccome era breve di durata, si usava per trascrivere le parole con vocali brevi dal sanscrito.
* Il primo tono dal cinese medio a oggi resta perlopiù invariato. Oggi la resa del primo tono varia in altezza da dialetto a dialetto: nello standard attuale di Pechino, su cui tutti i toni si modellano, ha un'altezza acuta, mentre per esempio nel dialetto Wu di Shanghai (shanghaiano) e Wenzhou (wenzhounese) è meno acuto, mentre nel dialetto [[Lingua xiang|Xiang]] di [[Changsha]] l'intonazione è nel registro medio. Semplicemente, se in Cina si vuole parlare il cinese comune per capirsi (molti dialetti di stessa famiglia sono non intelligibili tra loro), si parla il cinese standard, il putonghua, che ha le sue precise regole di intonazione.
 
Nonostante i 4 toni siano attestati, non si conosce la modulazione nei minimi dettagli.
*Un discorso analogo si può fare con gli altri toni, che ovviamente hanno molte varietà dialettali oltre allo standard. Per esempio, il terzo tono in putonghua parte nel registro grave, cala e risale (di colpo o in modo lento e scandito) al registro alto. Nel dialetto Gan di [[Nanchang]], scende e risale fermandosi nel registro medio. Il secondo tono attuale dal registro medio sale a quello acuto, mentre nel dialetto di [[Nanjing]] parte dal registro grave e risale al registro medio. In altri dialetti ancora c'è una convergenza di toni: nel dialetto [[Lingua jin|Jin]] di [[Taiyuan]] ad esempio il primo e il secondo tono attuali convergono in una specie di primo tono nel registro grave. Per finire, il quarto tono attuale dal registro acuto scende in picchiata nel registro grave, ma nel dialetto Xiang di Changsha parte dal registro medio e scende in picchiata nel registro grave. Quando si parla dei quattro toni "acuto, crescente, calante-crescente e decrescente" ci si riferisce al putonghua, che si affianca a numerosi dialetti. In altri dialetti ci possono essere più di quattro toni: ad esempio, nel dialetto [[Pinghua]] di [[Nanning]], dal punto di vista fonetico ce ne sono sei. Infine, nel dialetto di [[Yinchuan]] ce ne sono soltanto tre.
 
* Anche il quarto tono attuale in parecchi casi resta perlopiù invariato dal tono decrescente del cinese medio, nato dalla caduta di -*S nei cluster a fine sillaba del cinese arcaico. Un simile fenomeno avviene anche in vietnamita, come dimostrò nuovamente Haudricourt. Comunque in cinese c'erano e ci sono anche sillabe col quarto tono che terminano con suoni nasali.
La tonogenesi rispetto al cinese antico per la caduta di uno stacco glottale o di un'antica *-s è identica alla tonogenesi in vietnamita per come ricostruita da [[André-Georges Haudricourt]]. Il nesso tra vietnamita arcaico e cinese antico è stato dimostrato siccome, tra le parole prese in considerazione, erano presenti dei prestiti cinesi risalenti al substrato di cinese antico.
 
=== Sistema di trascrizione e IPA ===
Riga 295 ⟶ 289:
 
La fase finale non ha un nome preciso, ma si può chiamare "'''mandarino tardoimperiale'''" ("lingua franca tardo imperiale") e dura fino a tutta la dinastia Qing (l'ultimo imperatore, Puyi, abdica nel 1912, dopo la Rivolta di Wuhan dell'anno precedente). Nell'Ottocento, il dialetto più prestigioso era diventato quello di Pechino, che aveva sorpassato quello di Nanchino (periodo Ming). Dopo l'inizio Ottocento, è caduta la differenziazione tra /t͡s/ e la palatale /d͡ʑ/, siccome è avvenuta una convergenza verso la seconda. Questa differenza è rimasta però cristallizzata nel toponimo "Tientsin" (Tianjin {{lang|zh|天津}}) e nel nome dell'università di "Tsinghua" ({{lang|zh|清华大学}}).
 
'''Separazione tonale yin-yang.'''
 
*Perdita tono entrante > terzo tono in mandarino.
* Il primo tono dal cinese medio a oggi resta perlopiù invariato. Oggi la resa del primo tono varia in altezza da dialetto a dialetto: nello standard attuale di Pechino, su cui tutti i toni si modellano, ha un'altezza acuta, mentre per esempio nel dialetto Wu di Shanghai (shanghaiano) e Wenzhou (wenzhounese) è meno acuto, mentre nel dialetto [[Lingua xiang|Xiang]] di [[Changsha]] l'intonazione è nel registro medio. Semplicemente, se in Cina si vuole parlare il cinese comune per capirsi (molti dialetti di stessa famiglia sono non intelligibili tra loro), si parla il cinese standard, il putonghua, che ha le sue precise regole di intonazione.
* +mutazioni da EMC in pinyin, dunque in putonghua.
 
=== Conversione pinyin-primo cinese medio e tavole di mutazioni principali ===