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[[File:Massimo Teodori 1989.jpg|thumb|150px|Massimo Teodori]]
*3 agosto: il governo viene battuto alla camera su una risoluzione delle opposizioni di sinistra che lo impegna ad abolire l'[[ergastolo]] e la pena di morte nel codice militare di guerra.</br>Basandosi sui risultati della seconda relazione trimestrale di cassa per il 1989 la commissione bilancio della camera predispone un documento in cui si rassicura il governo che il fabbisogno dello stato per l'anno in corso rimane fissato nei 130.000 miliardi della finanziaria in vigore.</br>Il deputato federalista [[Massimo Teodori]] scrive una lettera aperta alla presidente della camera, [[Nilde Jotti]], sull'aumento delle spese di missione dei parlamentari. Alla camera tale voce di bilancio è passata dai 300 milioni del 1981 ai 4,7 miliardi del 1989. Secondo Teodori gran parte dei viaggi all'estero non hanno una effettiva utilitià ed è sempre più radicato il malcostume di portare al seguito familiari e amici.<ref>Il messaggero, 4 agosto 1989</ref>
*7-8 agosto: il quotidiano [[Il Sole 24 ore]] pubblica una inchiesta sull'evasione dell'[[IVA]] da parte dei lavoratori autonomi (liberi professionisti e commercianti). Secondo il quotidiano economico la voragine dell'imposta inevasa tra il 1983 e il 1985 ammonta a oltre 200.000 miliardi. L'ammanco è considerato di particolare gravità per il condono fiscale deciso dal precedente esecutivo. Dal governo non ci sono commenti, salvo la conferma che per il consiglio dei ministri del 25 agosto si prenderanno decisioni sui fronti della spesa pubblica, della sanità, dell'evasione fiscale e dell''indebitamento dello stato.</br>Nel pieno delle polemiche sull'andamento dell'economia la [[Corte dei conti]] presenta la relazione sul rendiconto generale dello stato per il 1988. La magistratura contabile contesta al governo l'inefficienza dei controlli sulle dichiarazioni dei redditi, scese a -10.000 rispetto al 1987 a fronte di un aumento della spesa da 7.600 a 9.500 miliardi per l'esercizio delle veritiche. Al governo è inoltre contestato l'eccessivo ricorso all'emissione dei titoli di stato a breve termine (passati da 70.000 a 78.000 miliardi), il mancato contenimento della spesa sanitaria (55.500 miliardi) e un eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza.<ref>Il messaggero, 8-9 agosto 1989</ref>
*10 agosto: riuniti in vista della presentazione della legge finanziaria per il 1990 i ministri economici non ritengono necessaria una manovra aggiustativa per settembre. Il governo confida nel condono fiscale per le dichiarazioni infedeli presentate tra il 1983 e il 1987. L'esame dei possibili aumenti della tassa di circolazione, precisa il ministro delle finanze [[Rino Formica]], non implica nessun automatismo, è funzionale al possibile aumento delle tariffe dei trasporti passeggeri e merci messo a punto dal ministero dei trasporti, In vista del consiglio dei ministri del 25 agosto si stanno mettendo a punto numerosi tagli alla spesa pubblica.<ref>Il messaggero, 11 agosto 1989</ref>
*16 agosto: il ministro della sanità, [[Francesco De Lorenzo]], fa effettuare controlli in oltre 400 strutture tra case di riposo per anziani e di cura e assistenza per disabili. Sono accertate 268 infrazioni penali e 461 di natura amministrativa per la somministrazione di farmaci e cibo scaduti, o comunque conservati in pessime condizioni igieniche. Viene anche avviata una indagine per truffa ai danni del [[servizio sanitario nazionale]], attuata mediante il riciclaggio delle fustelle dei farmaci su ricette compilate da medici compiacenti, e per l'effettiva destinazione dei cospicui contributi erogati dalle regioni per ogni ricoverato. Tre strutture sono chiuse sul momento, per altre 12 (tutte abusive) viene richiesto il sequestro. Dal parlamento si chiede che il ministro vada a riferire sulla gravità del problema.</br>Il ministro delle poste, [[Oscar Mammì]], fa sapere che entro la fine del mese si riunirà con i colleghi del tesoro e del bilancio per studiare un generalizzato aumento delle tariffe postali, finalizzato a riordinare i conti di un servizio che ha un rosso di 1.945 miliardi (+209 rispetto al 1987) a causa di incassi che non coprono nemmeno il 10% dei costi di gestione. Gli aumenti, precisa Mammì, dovranno tenere conto del contenimento al 6% del tasso di [[inflazione]].<ref>Il messaggero,17 agosto 1989</ref>
*22 agosto: mentre viene annunciata la convocazione del consiglio dei ministri per il 30 ottobre i ministri del tesoro e del bilancio tornano a incontrarsi per studiare misure atte a ridurre da 152.000 a 133.000 miliardi il fabbisogno dello stato per il 1989. In vista della presentazione della legge finanziaria tutti i ministri sono invitati a presentare misure per ridurre il fabbisogno dei singoli ministeri alla luce degli ultimi dati relativi al debito estero, che ad agosto ha raggiunto la cifra di 70.000 miliardi e dalla necessità di reperire 17.000 miliardi per l'esercizio in corso.</br>Una sentenza del tribunale di Gorizia pone una pesante ipoteca sul condono fiscale, dal quale si prevedere di ricavare 11.500 miliardi in tre anni. In un processo per mancato versamento di ritenute d'acconto il giudice sostiene che la riapertura dei termini non ha rilevanza agli effetti penali, ciò che potrebbe spingere molti lavoratori autonomi a non presentare la domanda.<ref>Il messaggero, 23 agosto 1989</ref>
*27 agosto: l'ex presidente delle ferrovie, [[Lodovico Ligato]], sotto indagine per lo scandalo delle lenzuola d'oro, viene ucciso da un commando armato di fronte alla sua villa di Reggio Calabria.<ref>Il messaggero, 28 agosto 1989</ref>
*31 agosto: consiglio dei ministri: a dispetto di ogni previsione l'esecutivo non discute di temi economici. Il ministro della pubblica istruzione, [[Sergio Mattarella]], reitera un decreto del governo precedente per l'immissione in ruolo di 50.000 docenti precari. Sono inoltre approvati un decreto per la riforma dell'[[ISTAT]] e un disegno di legge per l'istituzione dell'anagrafe e il censimento degli italiani residenti all'estero. Respinta la proposta del ministro delle partecipazioni statali, [[Carlo Fracanzani]], per uno stanziamento complessivo di 460 miliardi a [[IRI]], [[ENI]] e [[Efim]]. [[Andreotti]] sostiene che l'approvazione di spese è condizionata alla messa a punto della legge finanziaria per il 1990.</br>Il prefetto di Roma fissa la data delle elezioni comunali anticipate al 29 marzo. La decisione apre un fronte polemico tra i partiti della maggioranza per un presunto accordo tra [[Craxi]] e [[Andreotti]] che assegna a [[Franco Carraro]] la carica di sindaco della futura giunta [[pentapartito]]. Una parte del PSI romano si dichiara contrario ed oppone la candidatura di [[Giuliano Vassalli]] provocando problemi alla direzione nazionale, che deve mediare coi repubblicani la rinuncia a indicare come sindaco [[Oscar Mammì]].<ref>Il messaggero, 30 agosto 1989</ref>
==== Settembre ====
*1 settembre: il ministro del bilancio, [[Paolo Cirino Pomicino]],
*2 settembre: a nome della direzione nazionale comunista [[Antonio Bassolino]] chiede le dimissioni del ministro del mezzogiorno. [[Riccardo Misasi]] viene accusato di [[reticenza]] sul caso dell'omicidio di [[Lodivoc Ligato]] e viene additato come complice di un sistema di potere in cui è pienamente invischiato.</br>A tre settimane dalla scandenza per la presentazione della finanziaria l'economista [[Antonio Silvano Andriani|Silvano Andriani]], deputato comunista, sostiene in una intervista che il ministro del tesoro, [[Guido Carli]], si sta preoccupando della tenuta della lira, del [[tasso di sconto]] e dei tassi di interesse e delle garanzie per i risparmiatori. Il ministro, aggiunge, non fa alcun cenno al problema della [[spesa pubblica]] e alla riduzione del deficit di bilancio. Un risparmio di 17.000 miliardi al momento non comporta alcuna differenza.<ref>Il messaggero, 3 settembre 1989</ref>
[[File:Giorgio Covi.jpg|thumb|150px|Giorgio Covi]]
*2 settembre: parlando alla festa dell'amicizia di Palermo il ministro [[Carlo Donat Cattin]] sostiene che non è accettabile che tutti i magistrati attivi in Sicilia siano originari dell'isola. L'idea che qualcuno tra questi ultimi sia stato indirizzato agli studi giuridici da una famiglia mafiosa scatena un putiferio di polemiche. Il PRI, per voce del senatore [[Giorgio Covi]] chiede le dimissioni dell'esponente democristiano. La DC non prende posizione. Tutte le opposizioni si associano alla richiesta di dimissioni e chiedono a [[Andreotti]] di intervenire e di riferire in parlamento sull'accaduto.<ref>Il messaggero, 3 settembre 1989</ref>
*4-6 settembre: dopo alcuni giorni di voci non confermate esplode uno scandalo che coinvolge la filiale di [[Atlanta]] della [[Banca Nazionale del Lavoro]] e il presidente e il direttore generale dell'istituto, [[Nerio Nesi]] (PSI) e [[Giacomo Pedde]] (DC). Secondo una indagine condotta dall'[[FBI]] il direttore della filiale d'oltreoceano ha favorito centinaia di operazioni di finanziamento verso imprese americane e italiane che volevano esportare in [[Iraq]], per un totale che si aggira intorno a 2,9 miliardi di dollari (3.700 miliardi di lire). Tutte queste operazioni sono state svolte senza le necessarie autorizzazioni delle direzione generale statunitense, senza l'esercizio del controllo da parte della sede centrale e non risultano coperte dalle necessarie garanzie. Tutte le opposizioni, imitate da socialdemocratici e repubblicani, presentano centinaia di interrogazioni e chiedono al governo di riferire in parlamento. Nesi e Pedde si dimettono e si apre uno scontro nella maggioranza per la nomina di [[Giampiero Cantoni]] e [[Paolo Savona]].<ref>Il messaggero, 5-7 settembre 1989</ref>
*8 settembre: parlando all'inaugurazione della [[Fiera del Levante]] il ministro dell'industria, [[Adolfo Battaglia]] anticipa l'intenzione del governo di aumentare varie tariffe con un rincario medio del 3,5%. I ritocchi riguarderanno in primis i biglietti aerei e i pedaggi autostradali - che dovrebbero essere formalizzati entro pochi giorni - ma ulteriori aumenti saranno varati quanto prima per le tariffe elettriche e telefoniche per il metano destinato al riscaldamento e per le imposte indirette.<ref>Il messaggero, 9 settembre 1989</ref>
*11 settembre: una nota ufficiale del governo [[Iraq|irakeno]] smentisce che dietro le operazioni compiute con la filiale di Atlanta della BNL ci sia un traffico di armi legato al [[Guerra Iran-Iraq|conflitto]] con l'Iran, ed aggiunge che i rapporti sono iniziati nel 1982, quando la sede non era guidata da un altro direttore. Il comunicato non offre alcuna assicurazione sul debito di 3.700 miliardi. I giudici romani continuano intanto a procedere per il solo reato di falso in bilancio mentre si acutizzano le polemiche e i distinguo tra i partiti della maggioranza, Il ministro del tesoro, [[Guido Carli]], e il governatore della Banca d'Italia, [[Carlo Azeglio Ciampi]], annunciano un iniezione di liquidita all'istituto attraverso l'emissione di obbligazioni che verrebbero sottoscritte dall'[[IMI]]. I comunisti, intanto, si dichirano pronti a chiedere l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta.<ref>Il messaggero, 12 settembre 1989</ref>
*12 settembre: il ministro del bilancio, [[Paolo Cirino Pomicino]], anticipa in grandi linee la manovra economica che dovrà accompagnare la legge finanziaria di prossima presentazione. Il fabbisogno è ora indicato in 20.000 miliardi, necessari per un piano di investimenti già messo a punto dal [[Governo De Mita|precedente governo.]]<ref>Il messaggero, 13 settembre 1989</ref>
*14 settembre: le commissioni giustizia e affari sociali del senato iniziano la discussione sul disegno di legge per la prevenzione della tossicodipendenza. Per [[Craxi]], sostenitore della linea dura anche contro il consumo, è un banco di prova per il governo ma l'approvazione a breve termine è messa in dubbio dal ministro degli affari sociali, [[Rosa Russo Jervolino]], dal momento che per le camere incombono gli adempimenti costituzionali del bilancio.</br>Il ministro del tesoro, ascoltato dalla commissione finanze del senato, sostiene che sul caso della sede BNL di Atlanta le colpe vanno ricercate nell'atteggiamento della sede centrale, che non ha esercitato dei veri controlli nonostante le tracce che ogni operazione lasciava nella contabilità generale. [[Guido Carli]] sostiene che l'esposizione creditizia dell'istituto è di 4.200 miliardi di lire e che l'operazione di salvataggio sarà affidata ad un finanziamento da 1.400 miliardi affidato a [[INA]] e [[INPS]]. La ricostruzione è contestata dalle opposizioni e accolta con alcune riserve da repubblicani e liberali; a Carli viene contestato di non aver sottolineato l'inerzia del governo ai rapporti presentati dalla [[Banca d'Italia]].<ref>Il messaggero, 15 settembre 1989</ref>
*16-18 settembre: consiglio nazionale PRI: la linea politica della segreteria è contestata da una minoranza guidata da [[Aristide Gunnella]]. Secondo quest'ultimo [[Giorgio La Malfa]] ha subordinato il partito agli interessi della DC trascurando il dialogo con i socialisti per la costruzione di un'alternanza alla guida del governo. Il segretario, forte di una maggioranza del 97%, sostiene che il partito è impegnato nel governo ma al contempo non esclude che possano aprirsi altre vie per la formazione di future maggioranze.</br>Le conclusioni dell'assise repubblicana sono ben accolte dalla sinistra socialista, riunita nel convegno "I tempi dell'alternativa". [[Claudio Signorile]] sostiene la necessità di comprendere i repubblicani in uno schieramento aperto anche a comunisti, radicali e verdi, che dispone sulla carta del 55% delle aule parlamentari. I tempi, aggiunge, sono maturi per le forti divisioni interne emerse nella DC a seguito delle elezioni anticipate a Roma, dove [[Franco Carraro]] potrebbe presiedere una giunta di sinistra in luogo della prevista alleanza di [[pentapartito]].<ref>Il messaggero, 17-19 settembre 1989</ref>
*18 settembre: parlando alla [[Fiera del Levante]] [[Andreotti]] esce da un riserbo durato oltre un mese e sostiene che nella situazione presente l'appuntamento col mercato europeo nel 1992 richiede misure e sacrifici da parte di tutti. L'esecutivo non proseguirà sulla strada dei provvedimenti tampone perché l'economia italiana ha bisogno di un rinnovamento strutturale. La finanziaria per il 1990, aggiunge il presidente del consiglio, non cercherà coperture temporanee per il fabbisogno ma sarà indirizzata ad una revisione della spesa che riduca al minimo l'imposizione fiscale.<ref>Il messaggero, 19 settembre 1989</ref>
*20 settembre: un editoriale de [[La voce repubblicana]] riapre lo scontro nella maggioranza sulla legge per la regolamentazione dell'emittenza radiotelevisiva. I repubblicani sconfessano di fatto la proposta elaborata dal ministro [[Oscar Mammì]] e chiedono il rispetto della sentenza della [[Corte costituzionale]] che ha dichiarato inammissibile il duopolio chiuso [[RAI]]-[[Fininvest]].</br>I ministri economici e i responsabili di settore dei partiti della maggioranza annunciano un accordo di massima per la legge finanziaria, che sarà accompagnata da otto leggi collegate. La manovrà definisce tagli e tasse per 20.000 miliardi e si pone l'obiettivo di contenere il deficit di bilancio a 133.000 miliardi. La spesa dei ministeri sarà ridotta di 2.500 miliardi, mentre altri 4.000 saranno recuperati da tagli verso gli enti locali, cui sarà concessa una maggiore autonomia impositiva.<ref>Il messaggero, 19 settembre 1989</ref>
*22 novembre: consiglio dei ministri: viene approvato il decreto legge per l'entrata in vigore del nuovo [[codice di procedura penale]], fissata al 25 ottobre. Il ministro della giustizia ufficializza inoltre la decisione di varare un [[amnistia]] finalizzata a smaltire gli arretrati degli uffici giudiziari in vista dell'importante appuntamento. La sua approvazione parlamentare entro un mese è tuttavia messa in dubbio da richieste incrociate relative alle esclusioni (reati contro la pubblica amministrazione, mafia e terrorismo). Viene prorogato al 15 ottobre il termine per la presentazione delle domande di condono per le imposte inevase dai lavoratori autonomi. Tra gli altri provvedimenti è approvato un decreto legge per il risanamento del settore sanitario, che prevede l'istituzione di tesorerie provinciali per le Usl e nuove modalità di verifica delle esenzioni dai ticket sanitari, e la definitiva proroga per le domande del condono fiscale al 15 ottobre.<ref>Il messaggero, 22 novembre 1989</ref>
[[File:Giovanni Prandini.jpg|thumb|150px|Giovanni Prandini]]
*23 novembre: il ministro dei lavori pubblici, [[Giovanni Prandini]], sostiene in una intervista la necessità di riformare il mercato degli affitti immobiliari mediante l'abolizione dell'[[equo canone]] nelle città fino a 200.000 abitanti e una migliore regolamentazione nei rapporti tra proprietari e inquilini nelle altre. Annuncia inoltre un piano straordinario di costruzione di 50.000 nuove case, che verrà discusso al prossimo consiglio dei ministri come una delle leggi di accompagnamento della finanziaria.<ref>Il messaggero, 24 novembre 1989</ref>
*27 novembre: il governo viene sconfitto alla camera sul decreto che introduce sgravi fiscali tra i 1.000 e i 2.000 miliardi per il gruppo [[Enimont]] in vista dell'avvio della quotazione del titolo in Borsa. Decade anche la depenalizzazione per gli autonomi che decidono di avvalersi del condono fiscale, inserita nella terza reiterazione del provvedimento. Con 192 voti contrari (tra i quali quelli di numerosi membri della maggioranza) 176 a favore e 6 astensioni passa l'eccezione di costituzionalità presentata dal PCI, secondo il quale l'estensione degli sgravi ad altri gruppi apre le porte ad una possibile impunità per i grandi evasori. Il ministro delle finanze dichiara che il governo non andrà contro la volontà del parlamento e rinuncia alla depenalizzazione.<ref>Il messaggero, 28 novembre 1989</ref>
*29-30 novembre: consiglio dei ministri: il governo vara la legge finanziaria, gli otto disegni di legge collegati e un decreto che anticipa circa 1.200 miliardi sulla manovra per il 1990. Quest'ultimo aumenta con effetto immediato la benzina (tranne la verde) e il gasolio (+50 lire) le tariffe elettriche (+7 lire), l'imposta di registro (raddoppiata) e l'imposta sui premi delle lotterie, portata al 20%. La finanziaria, che prevede un tetto di 133.000 miliardi al disavanzo per il 1990, aumenta dal 1 gennaio il bollo auto (+50%) e le concessioni governative (+20%) e prevede un riassetto di vari tributi a partire da [[INVIM]] e [[ILOR]], che verranno sostituite dall'[[ICI]]. Per il piano casa del ministro Prandini sono stanziati 8.000 miliardi in tre anni. [[Andreotti]] dichiara ai telegiorali che i sacrifici sono necessari per evitare una [[bancarotta]] dello stato, che onora 109.000 miliardi all'anno di interessi sul [[debito pubblico]]. Tutte le opposizioni accusano il governo di non aver intrapreso una nuova strada ma di continuare a mettere toppe sui debiti senza incidere sul contenimento della [[spesa pubblica]].<ref>Il messaggero, 30 novembre-1 dicembre 1989</ref>
==== Dicembre ====
[[File:Formenton-Berlusconi-Leonardo Mondadori.jpg|thumb|150px|Luca Formenton, Silvio Berlusconi e Leonardo Mondadori]]
*1-4 dicembre: dopo mesi di polemiche e colpi di scena [[Andreotti]] viene chiamato dal PCI e dalla Sinistra indipendente a riferire alla camera sulla cosiddetta [[Lodo Mondadori|guerra di Segrate]] tra [[Silvio Berlusconi]] e [[Carlo De Benedetti]] per il controllo della [[Mondadori]]. La notizia che Berlusconi ha comprato dalla famiglia [[Luca Formenton|Formenton]] il 25,74% della casa editrice provoca agitazioni e assembleee nelle redazioni de [[la Repubblica]], [[l'Espresso]] e [[Panorama (rivista)|Panorama]]. Mentre De Benedetti annuncia di rivalersi legalmente per la violazione di patti già stretti al presidente del consiglio viene chiesto di chiarire l'atteggiamento del governo quando è ormai prossima la discussione della [[legge Mammì]] che, in mancanza di modifiche, prevede la ratifica del monopolio della [[Fininvest]] nel mercato televisivo privato. Il sottosegretario [[Nino Cristofori]] dichiara che il governo non ha potere di intervento nella vicenda ma la polemica si estende ai partiti della maggioranza per la mancata approvazione della legge anti-trust.<ref>Il messaggero, 2-5 dicembre 1989</ref>
== Note ==
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