San Gerasimo: differenze tra le versioni

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Tra i suoi [[noviziato|novizi]] ci fu anche san [[Ciriaco eremita]], un giovane di Corinto che gli fu affidato da Eutimio e che fu suo discepolo fino al [[475]] anno della morte di Gerasimo.
 
[[Giovanni Mosco]], che scrisse il ''Prato Spirituale'', un'opera in cui è riportata la vita di Gerasimo, narra che un giorno gli si avvicinò un leone che zoppicava. Gerasimo vide che aveva una grossa spina in una zampa, gliela estrasse e medicò la zampa. Da allora il leone lo seguì fedelmente come un cagnolino, e divenne il compagno di un asino che trasportava l'acqua per il monastero. Quando alcuni predoni rubarono l'asino, il leone tornò da solo da Gerasimo, che, pensando che avesse mangiato l'asino, lo incaricò di trasportare l'acqua, e il leone accettò docilmente. Qualche tempo dopo i ladri tornarono portando con sé l'asino e tre cammelli, il leone li assalì mettendoli in fuga, poi prese le briglie dell'asino e dei cammelli e li portò dal santo, che si scusò con lui per la punizione ingiusta che gli aveva dato. Il leone visse con icoi monaci per cinque anni, e, quando Gerasimo morì, si fermò sulla sua tomba battendo il muso a terra, senza mangiare né bere fino a morire d'inedia.<ref>Paul Guérin (a cura di), ''Vie des Saints des Petits Bollandistes'', Parigi, Bloud et Barral editori, 1876, tomo III, pag.185-186.</ref>.
 
==Culto==