Editto di Nantes: differenze tra le versioni
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L''''editto di [[Nantes]]''' fu un decreto emanato dal re di [[Francia]] [[Enrico IV di Francia|Enrico IV]] il [[13 aprile]] [[1598]] <ref>All'editto si erano opposti i [[Parlamento (Francia: Ancien régime)|parlamenti]] e per la sua esecutività il re dovette imporre la sua volontà con un [[lit de justice]].</ref> che pose termine alla serie di guerre di religione che avevano devastato la Francia dal [[1562]] al [[1598]], regolando la posizione degli [[ugonotti]] (calvinisti). Esso fu revocato nel [[1685]] da [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] ([[Editto di Fontainebleau]]).
==I precedenti==
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Nell'Editto tuttavia la parola "tolleranza" non compare mai: in quel tempo infatti essa era associata ad un concetto negativo per entrambe le fedi. Ciascun credente si riteneva il detentore della verità assoluta e colui che praticava un altro credo pregiudicava così la propria vita eterna e quindi era un dovere impedire che “l’altro” permanesse nell'errore. Ciascuna fede pretendeva pertanto il diritto di salvare, anche con la costrizione fisica, gli appartenenti alla fede avversa. Pertanto i cattolici considerarono l'editto un mezzo per contenere l'espansione protestante, in attesa della futura estinzione del nuovo credo, mentre i protestanti lo considerarono nient'altro che una pausa nell’impegno doveroso di conversione dei cattolici.<ref>Dichiarava nel [[1570]] il seguace di [[Giovanni Calvino|Calvino]], [[Teodoro di Bèze]]:
{{Quote|Diremo che si deve permettere la libertà di coscienza? Per nulla al mondo! Si tratta di consentire la libertà di adorare Dio a ciascuno a proprio modo. È un regime diabolico!|Theodore de Bèze|}}
{{Quote|Il re non vuole che una sola religione nel suo Stato.|Caterina de' Medici|}}Al che il Turenne rispose:
{{Quote|Noi anche, ma che sia la nostra!|Visconte di Turenne|}}</ref>
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