Massimo Troisi: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
Archive.today ___domain not accessible from Italy (x1)) #IABot (v2.0.9.5) (GreenC bot |
||
Riga 150:
=== La questione della lingua ===
Troisi suscitò grande interesse, non solo per il suo eccezionale senso del palcoscenico, ma soprattutto per il suo singolare linguaggio quasi afasico, dai ritmi sincopati, fatto di improvvisi rallentamenti e subitanee accelerazioni, pieno di pause, inciampi, borbottii. Questo era da una parte legato all'attualità e dall'altra impegnato a superarne gli stereotipi, a trascendere dalla realtà, strozzando la parola ed estraendo il ritmo della melodia, il suono del senso.<ref name=cocciardo47 >{{Cita |Cocciardo|p. 47|Cocciardo}}.</ref> Il linguaggio, una delle caratteristiche del teatro e del cinema di Troisi, è usato nelle sue opere con estrema forza: il [[Lingua napoletana|napoletano]], vera e propria lingua, caratterizza un'appartenenza storico-geografica fondamentale per la poetica e l'espressività dei suoi film.
{{citazione|È stato quasi un fatto ideologico, che forse oggi non ha più valore, non ha più forza, riscontro. Forse se cominciassi adesso a fare teatro a Napoli non avrebbe questa importanza l'uso del dialetto. E invece per anni o, almeno, in quegli anni, per me è stata come un'ostinazione; ma non tanto a usarlo quanto a non volerne uscire. Perché il napoletano io l'ho usato allora e lo uso adesso in modo normale, non spettacolare.<ref>{{Cita web|url=http://www.storie.it/cinema/20-anni-senza-massimo-troisi-ecco-come-spiegava-il-suo-inimitabile-linguaggio/|titolo=20 anni senza Massimo Troisi: ecco come spiegava il suo inimitabile linguaggio|data=4 giugno 2014|accesso=2 giugno 2023|urlarchivio=https://archive.
La parlata di Troisi è come una "lingua confidenziale", con la quale l'attore napoletano si sentiva a suo agio.<ref name=sommario /> Agli esordi Troisi ritenne prioritaria la questione della comprensibilità del suo linguaggio e perciò continuò a parlare unicamente in napoletano,<ref name="sommario">Giuseppe Sommario Giuseppe, ''Massimo Troisi: l'arte della leggerezza'', Rubbettino, 2004. ISBN 88-498-0951-4</ref> nonostante all'epoca gli elementi "dialettali" venivano proposti con intransigenza ed estremismo.<ref>{{cita web|cognome=Gervasi |nome=Salvatore|titolo=Ricomincio da tre|url=http://www.lankelot.eu/cinema/ricomincio-da-tre-2.html|accesso=9 gennaio 2012|data=11 giugno 2007|editore=Lankelot.eu|urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111214021828/http://lankelot.eu/cinema/ricomincio-da-tre-2.html|dataarchivio=14 dicembre 2011}}</ref> Troisi non se ne curò molto e affermò più volte, nel corso di interviste o apparizioni televisive, di saper parlare unicamente in lingua napoletana e che, comunque, era una scelta dettata dal voler mantenere le proprie radici culturali intatte.<ref name=sommario /> Ad esempio si ricorda l'intervista per ''[[Mixer (programma televisivo)|Mixer]]'' di [[Isabella Rossellini]], nella quale la giornalista chiese a Troisi: «Ma perché parli sempre in napoletano?» ricevendo da quest'ultimo la risposta: «Perché è l'unico modo in cui so parlare, io mi sforzo a parlare italiano ed è giusto che anche voi vi sforziate a capire il napoletano».<ref>Intervista per ''Mixer'', [[Rai 2]], di [[Isabella Rossellini]] a Massimo Troisi.</ref> In seguito, Troisi ebbe l'urgenza di evolvere il suo stile in modo da non risultare troppo scontato, per questo la presenza del napoletano dai suoi film dopo ''[[Non ci resta che piangere]]'' si affievolisce,<ref name=sommario /> fino a scomparire quasi del tutto negli anni '90. Troisi quindi, realizza una lingua "italiana popolare", che possa soprattutto comunicare ad un pubblico molto più vasto, ma comunque tenendo sempre la sua [[Napoli]] nel cuore.<ref name=sommario />
|