Lingua (linguistica): differenze tra le versioni
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Una discussione sul fatto che l'inglese possa rimanere o meno la lingua più parlata è trattato nell'articolo ''Can English remain the 'world's favourite' language?'' di Robin Lustig e pubblicato su BBC News. Nell'articolo, Lustig dice che l'inglese, anche se dovesse perdere parte del prestigio e mutare nel tempo (ad esempio introduzione di neologismi e semplificazione ulteriore della grammatica), non può sparire. Come esempi di mutazione, cita lo Spanglish (Spanish-English), l'Hinglish (Hindi-English), il Benglish (Bengali-English) e il Tanglish (Tamil-English).
Il cinese mandarino, che è la seconda più parlata al mondo, non ha un alfabeto (il pinyin si usa solo per l'apprendimento e scrittura su tastiera), ha i sinogrammi (attestati a partire dalle ossa oracolari del 1250 a.C.), ha un suo sistema numerale, ha classificatori in parole in nomi contabili (ad esempio "due persone" > "due - quantità/unità - di persone") e la sua versione standard ha quattro toni con un tono neutro e il sandhi tonale, il che sono punti a sfavore se si paragona all'inglese. Di contro, non ha morfologia ed è estremamente spartana (il verbo non si coniuga, non esiste morfologia che rimarca il maschile e femminile, non ha l'articolo determinativo e indeterminativo, non ha morfologia che rimarca il singolare e plurale e non ha i tempi verbali: ciò che veramente interessa è sapere se l'azione è finita/modo perfettivo o se l'azione non è finita/modo imperfettivo, a prescindere anche dal tempo passato, presente e futuro indicato dal contesto o dal nome di tempo o avverbio, ad esempio "ieri, poco fa, domattina"). Di fatto, nel passaggio tra cinese antico e
L'hindi, che assomiglia parecchio all'urdu (l'hindi come vocabolario si attiene al sanscrito e usa l'alfabeto devanagari, mentre l'urdu si attiene all'arabo-persiano e usa l'alfabeto arabo), non solo assomiglia a una lingua avente 171 milioni di parlanti, ma ha un alfabeto, cosa che il cinese non ha. Essendo abugida, con dei diacritici segnala tutte le vocali (quello urdu è abugida). L'hindi ha i casi, ma dal sanscrito sono diminuiti e tuttora sono tre (nominativo, obliquo, accusativo). Un simile calo è avvenuto anche in greco moderno, che ha i tre stessi casi dell'hindi (in più alcune declinazioni sono diptote e non triptote, cioè il nominativo e accusativo possono avere la stessa terminazione).
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[[Internet]] gioca un ruolo importante: è un acceleratore nelle disparità tra le lingue, per l'uniformità dei modi di esprimersi ma permette anche il contatto tra comunità con lo stesso idioma. In più, permette un reperimento relativamente facile di materiali scritti, audio e audiovisivi per imparare una lingua e permette ai contenuti di una lingua di restare depositati come traccia. Internet, siccome permette di tenere rapporti tra parlanti, argina in parte lo sfaldamento di una lingua, per cui è difficile tornare a divisioni territoriali numerose come nel Medioevo (si pensi per esempio a tutte le varietà di italiano prima dell'Unità d'Italia e della promulgazione dell'italiano standard). Ma, se si riprende la tesi di John McWorther, la diversità linguistica non verrà comunque preservata in toto nonostante questi fenomeni: molte lingue saranno attestate e reperibili (e quindi non si perderanno per sempre o non si dovranno ricostruire con il metodo della comparazione), ma non più usate perché già molto rare o in fase di abbandono o completamente abbandonate e la loro rivitalizzazione appare quindi difficoltosa. Robin Lustig aggiunge poi che l'avvento dei traduttori automatici, che vanno migliorando di anno in anno, fa perdere l'interesse verso lo studio di una lingua straniera come interlingua/lingua franca per comunicare. Per esempio, se si comunica a uno straniero che possiede un traduttore automatico (non più un traduttore umano) capace di tradurre centinaia di lingue in tempo reale, non serve studiare l'inglese: se la propria lingua non è indigena e/o rarissima, il traduttore saprà tradurla e lo straniero partirà dallo stesso presupposto. Gli apparecchi comunque permettono di tradurre una pagina da una lingua anche maggioritaria a una lingua qualunque, anche quelle di minoranza, tale per cui si rompe una barriera di ineguaglianza già presente nativamente in internet: secondo un rapporto dell'UNESCO citato dalla BBC Future (''The many languages missing from the internet'', 2020), il 90% delle pagine web era scritta in sole 12 lingue; la più usata, pari a metà dei contenuti, era l'inglese. La distribuzione dunque è molto sbilanciata e favorisce le lingue già più diffuse al mondo, in primis l'inglese. A questa problematica di fondo, che i software di traduzione possono arginare, si aggiunge tuttavia l'effettiva fruizione del web da parte della popolazione mondiale: lo stesso articolo della BCC Future spiega che solo il 58% della popolazione mondiale fruisce dell'accesso a internet. Gran parte dei più grandi ___domain di internet (.com, .org) sono solo europei e nordamericani. Quindi, nella produzione e fruizione di contenuti, ci sono sbilanciamenti che si abbattono anche sulle lingue usate e consultate. Infine, l'articolo arriva a citare la stessa Wikipedia, i cui articoli all'80% erano prodotti in Europa e Nordamerica. La Wiki Foundation ha risposto con un incremento di contributori da paesi come l'Africa e, in generale, dal sud del mondo. La campagna è stata chiamata "Decolonize the Internet". La conferenza Wikimania del 2018, in cui si è discusso in problema, è stata tenuta proprio a [[Città del Capo]], in [[Sudafrica]]. Al dicembre 2020, Wikipedia è la piattaforma più inclusiva al mondo, con [[Edizioni linguistiche di Wikipedia|304 edizioni linguistiche attive]]. Il numero di articoli di ogni Wikipedia è comunque non uniforme, come anche il numero di utenti attivi.
McWorther aggiunge infine che lo scenario in cui nel mondo si parlerà una sola lingua mondiale (world language, con grammatica, pronuncia e scrittura standardizzata e conosciuta come L1 da oltre 10 miliardi di individui) non è plausibile: siccome le lingue sono collegate intimamente alla propria cultura (ad esempio inglese, cinese, araba...), promuovere una sola lingua mondiale o anche solo un piccolo numero di lingue mondiali è problematico. Per esempio, un cinese può essere orgoglioso della sua cinesità e insegnare in primis ai propri figli il cinese standard. Uno drastico sradicamento culturale
Per sintetizzare le ipotesi principali:
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