Clan D'Alessandro: differenze tra le versioni

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== Storia ==
La origine risale alla metà degli anni Settanta e le cui alleanze hanno attraversato la storia dei [[Raffaele Cutolo|Cutolo]], dei [[Clan dei casalesi|Bardellino]], dei [[Clan Nuvoletta|Nuvoletta]] e dei [[Clan Gionta|Gionta]] – non ha fatto affari solo con la droga, che comunque fa arrivare al porto di [[Ravenna]] per poi trasportarla via terra in altre zone, tra la bassa [[Campania]], [[Toscana]] e la [[Calabria]], Anche se negli anni '80 alcuni emigrarono in Colombia. Ci sono night club, ristoranti, bar e negozi di abbigliamento, soprattutto gli outlet e quelli di intimo, nei quali piazzarci come commesse alcune delle ragazze fatte arrivare dall’estero e non inserite nei locali notturni. E in loco, a occuparsi della logistica dei boss, ci pensano gli autoctoni, con i quali i camorristi si incontrano sotto gli occhi di tutti, nei caffè dei centri commerciali della zona.
Per quanto riguarda invece il capitolo delle infiltrazioni in riva all’[[Adriatico]], le carte dell’antimafia partenopea parlano di conseguimento e controllo diretto o attraverso prestanome (spesso le donne dei boss) di attività economiche e imprenditoriali, usura, detenzione di armi da guerra ed esplosivi, riciclaggio e omicidi, come quelli di '''Luigi Tommasino''', il consigliere comunale Pd di Castellamare ucciso nel 2009, del parcheggiatore abusivo Antonio Scotognella e di Aldo Vuolo. Delitti che chiamano in causa sempre loro, gli uomini dei '''D’Alessandro''', i quali dalla provincia di [[Napoli]] hanno a lungo soggiornato in Romagna programmando da qui anche gli ammazzamenti. E a questa zona infatti gli investigatori iniziano a guardare sulla scorta di quanto, in due fasi articolatesi tra il 2006 e il 2008, cominciano a dire alcuni collaboratori di giustizia partendo da diversi anni prima.<ref>[https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/01/mafia-da-castellamare-di-stabia-alla-romagna-rete-del-clan-dalessandro/723281 Mafia, da Castellamare di Stabia alla Romagna: la rete del clan D’Alessandro]</ref>
Il clan, secondo le ipotesi degli investigatori avrebbero organizzato pure combattimenti clandestini tra cani. Ad agosto del 2003 fu scoperto un vero e proprio cimitero di animali. Gli investigatori misero in relazione il luogo con Luigi D’Alessandro (figlio di Michele), all’epoca detenuto e con precedenti in materia. Il 9 giugno del 2003, annotarono gli investigatori, quest’ultimo uccise un pastore tedesco, piazzandogli una pallottola in testa.<ref name="A">[https://www.stylo24.it/inchieste/scarcerato-boss-luigi-dalessandro-castellammare Scarcerato il boss D’Alessandro, Castellammare trema]</ref>