Gneo Calpurnio Pisone: differenze tra le versioni

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=== L'incarico in Siria ===
 
Nel [[17]] d.c fu nominato dall'[[imperatori romani|imperatore]] [[Tiberio]] [[Legatus|legato]] in [[Siria (provincia romana)|Siria]] col compito, secondo gli [[Storiografia latina|storici]], di controllare, nominandolo ''adiutor'',<ref>La carica di ''adiutor'' non sembra avere per l'epoca un contenuto ben definito, ma viene usata per indicare funzioni di grande importanza politico-militare, sia per modesti compiti alle dipendenze di magistrati o di funzionari della burocrazia imperiale.</ref> il [[generale (storia romana)|generale]] [[Gaio Giulio Cesare Claudiano Germanico|Germanico]].<ref>Osserva R. Syme in ''L'aristocrazia augustea: la classe dirigente del primo principato romano'' (trad. it. Milano 2001), p. 501: "soprattutto nel caso che un principe della dinastia si recasse in Oriente, la nomina del legato diventava una faccenda estremamente delicata".</ref> Che si trattasse di una mossa politica interna, tesa a un bilanciamento in Oriente o addirittura di un controllo sull'operato di Germanico, i rapporti tra i due non furono mai buoni. Pisone era infatti un anziano senatore noto per l'asprezza del suo carattere.<ref>Giovanna D. Merola; Amalia Franciosi, ''[http://www.saturaeditrice.it/store/product/manentibus-titulis-studi-di-epigrafia-e-papirologia-giuridica-1 Manentibus titulis: studi di epigrafia e papirologia giuridica]'', p. 41 (nota 10): "Il tratto caratteristico della famiglia dei Pisoni sembra essere la ''ferocia'' (nel senso di coraggio indomito) che nel caso del legato di Siria diventa ''feritas'' (la natura selvaggia tipica degli animali non domestici). Tacito (''Ann''. 2.43.2) dice di lui che fosse «di natura violenta e spregiatrice di ogni ossequio». Anche Seneca (''de ira'' 1.18) si sofferma sul suo profilo definendolo «uomo immune da molti vizi, ma cattivo, che preferiva il rigore alla fermezza»".</ref>
 
I due vennero più volte a contrasto e nel [[19]] Pisone dovette lasciare la [[provincia romana|provincia]]. Alla [[morte]] di Germanico, avvenuta in quello stesso [[anno]], molti sospettarono, anche se senza reali prove, che Pisone l'avesse avvelenato. Ciò costrinse Tiberio a ordinare delle investigazioni e a istruire un [[processo (diritto)|processo]] in [[Senato romano|Senato]] contro Pisone e la ricca e [[nobile (aristocrazia)|nobile]] [[moglie]] [[Plancina]]. Si uccise nel [[20]].<ref>La sua morte rimase avvolta nel mistero. Il console venne trovato con una larga ferita alla [[gola (anatomia)|gola]] e una [[spada]] al suo fianco: per quanto la verità non fu mai accertata, si giunse a sospettare che a decretarne la morte fosse stato [[Seiano]] proprio su ordine dell'imperatore Tiberio.</ref>