Marcello Mascherini: differenze tra le versioni
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Nel 1931, su invito di [[Gio Ponti|Giò Ponti]] e Gustavo Pulitzer Finali, esegue i due profili in bronzo ''Il Duce'' e ''Il Re'' per la Sala delle Feste della motonave Victoria I. Entra in contatto con lo scultore [[Libero Andreotti]], il pittore [[Augusto Černigoj|Augusto Cernigoj]] e gli architetti Gustavo Pulitzer Finali e Giò Ponti, iniziando così una lunga attività di collaborazione con artisti ed architetti di fama per la realizzazione di opere d’arte collocate in transatlantici e navi da crociera: ''Calitea'' (1933), ''Vulcania'' (1934), ''Saturnia'' (1936), ''Roma'' (turbonave, 1938), ''[[Roma (nave da battaglia 1940)|Roma]]'' (corazzata, 1940), ''Italia'' (1948), ''Esperia'' (1949), ''Conte Biancamano'' (1949), ''Australia'' (1950-51), ''Augustus'' (1951), ''Homeric'' (1954), ''San Giorgio'' (1956), ''Ausonia'' (1957), ''Federico C.'' (1958), ''Franca C.'' (1959), ''Leonardo da Vinci'' (1960), ''Guglielmo Marconi'' (1962), ''Oceanic'' (1964), ''Italia'' (1965), ''Raffaello'' (1965), ''Angelina Lauro'' (1966), ''[[Achille Lauro (nave)|Achille Lauro]]'' (1966).
Nel 1940, su segnalazione di Giò Ponti, viene invitato a collaborare al riallestimento della sede del Rettorato dell’Università di Padova, il [[Palazzo del Bo]], assieme ad altri importanti artisti, tra i quali Arturo Martini, [[Massimo Campigli]], [[Filippo de Pisis|Filippo De Pisis]], [[Gino Severini]], [[Bruno Saetti]] e [[Achille Funi]], realizzando i battenti figurati bronzei ''Minerva'' e ''Apollo'' del portale del Senato Accademico e della Basilica, nonché il ''Crocefisso'' per la stanza del Rettore. È l’occasione di conoscere l’artista padovano dello smalto [[Paolo De Poli]], con cui stringerà un lungo sodalizio. La collaborazione con noti architetti prosegue con il Primo Premio del [[Pontificia commissione centrale per l'arte sacra in Italia|Concorso della Pontificia Commissione Centrale per l’Arte Sacra]] nel 1951 per una grande scultura da porre sulla facciata della [[Chiesa di Sant'Antonio Abate (Recoaro Terme)|Chiesa Nuova di S. Antonio Abate]] a Recoaro Terme (Vicenza), innovativo progetto dell’architetto [[Giuseppe Vaccaro (architetto)|Giuseppe Vaccaro]]
Le sue partecipazioni si spingono oltre i confini nazionali, raggiungendo prestigiosi riconoscimenti dall’estero: nel 1936 riceve il Diploma d’Onore alla [[Esposizione d’Arte Italiana Contemporanea]] a Budapest, il Diploma di Medaglia d’Argento all’[[Esposizione di Parigi (1900)|Esposizione Internazionale di Parigi]] nel 1937 e la Medaglia d’Oro per la Scultura all’[[Esposizione Internazionale di Budapest]] nel 1938, mentre nel 1939 viene invitato all’[[Esposizione Universale di New York]]. ricordando la decisiva [[Biennale di San Paolo|I Biennale Internazionale di San Paolo del Brasile]] del 1951 (la seconda biennale più longeva dopo quella veneziana), ritornandovi poi alla II edizione del 1953, vincendo il Premio Acquisto per il [[Museo d'Arte Moderna di San Paolo|Museo d’Arte Moderna di San Paolo]]. Dal 1953 partecipa ad otto rassegne della [[Biennale di Scultura di Anversa]], facendo conoscere la propria opera in vari musei europei. Nel 1957 il critico [[Bernhard Degenhart]] promuove con forza una sua mostra personale a Monaco di Baviera, che diventerà itinerante toccando le maggiori città tedesche. Espone in innumerevoli mostre di scultura italiana itineranti all’estero, di è da ricordare il tour in Giappone, tenendo a Tokyo due mostre personali nel 1968 e 1972. Musei giapponesi conservano sue opere, tra cui ad esempio i grandi bronzi ''Chimera alata'' (1958) e ''Primavera'' (1968), entrambi al [[The Hakone Open Air Museum]] a Yokohama. Risulta poi vincitore del [[Premio Parigi]] 1951 a [[Cortina d'Ampezzo|Cortina d’Ampezzo]] e nel 1953 compie il suo primo viaggio nella capitale francese, dove tiene un’importante personale alla Galerie Drouant – David. S’inserisce così nell’ambiente artistico parigino, frequentando ed entrando in amicizia con lo scultore cubista [[Ossip Zadkine]], lo scrittore musicista jazz [[Boris Vian]] e il regista-attore [[Jean-Louis Barrault|Jean Louis Barrault]], che lo riavvicinano al teatro d'avanguardia. Il soggiorno francese si completa con la visita allo studio di [[Constantin Brâncuși|Costantin Brancusi]] e il viaggio a [[Cattedrale di Chartres|Chartres]] per osservare la cattedrale gotica offrono ulteriori stimoli preziosi alla sua ricerca plastica, che, pur attraverso la rivisitazione del linguaggio cubista, raggiunge negli anni '50 forme autonome, stilizzate, di ricercata grazia compositiva.
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[[File:Marl Mascherini 01.JPG|thumb|Sculptura ''Cantico dei Cantici'' (1957) sculpturepark Paracelsus-Klinik, [[Marl]] in Germania]]
L'opera, soprattutto scultorea, di Mascherini potrebbe essere riassunta in "periodi", tuttavia deve essere considerato come idee e forme per un artista siano confluenti tra di esse anche a distanza di decenni. In principio egli fa riferimento a forme fortemente muscolari ma dialoganti con il gusto [[art déco]] tipico degli anni '20. Il giovane artista raccoglie commissioni più "decorative", come è il caso del [[Cimitero monumentale di Sant'Anna|Cimitero di Sant'Anna]] e altri cantieri edilizi di Trieste. Questo primo periodo strettamente legato all'architettura necessiterebbe tuttavia di ulteriori approfondimenti. Si nota già un interesse nel modellato di alcuni rilevanti protagonisti nazionali come [[Medardo Rosso]]. Nei tardi anni '20 le forme si fanno più abbondanti e rigide, razionaliste. Nei primi anni '30 l'ammirazione per il gusto [[Arturo Martini|martiniano]] è evidente, intuizione che darà il plauso a Mascherini dalla critica dell'epoca. Il 1931 è un anno di svolta, lo scultore visita infatti il sito romano di [[Villa Giulia]], rimanendo affascinato dalla collezione antica, provocandogli una spinta - di forza istintivamente warburghiana, riguardante una [[Pathosformel|sopravvivenza dell'antico]] - che non lo abbandonerà mai più come si evince sia tematicamente nei numerosi riferimenti ai titoli delle opere (dalla mitologia mediterranea) sia formalmente (sezionando ad esempio gli arti delle sculture per richiamare il danno subìto dalle opere antiche, senza dimenticare la tensione delle forme fanciullesche o abbondanti). Non è da escludere che una certa influenza sull'opera mascheriniana sia dovuta alla [[Statuaria prenuragica e nuragica|scultura nuragica]], ma non è chiaro quando questa influenza si debba far iniziare, ma un sicuro impatto l'hanno avuto i piccoli bronzi etruschi con il loro caratteristico modellato: <blockquote>''Gli scultori etruschi ebbero la forza di piantare un uomo, come loro nascente dalla terra, sprigionante tutta una forza naturale che dava una vita autonoma all’opera. I loro bronzetti sono così attuali che non sembra siano trascorsi tanti secoli. Guardandoli sembra che l’artista stia ancora lavorando, prendendo a modello la stessa umanità. Essi sono simili alle piante che per quanto tempo trascorra sono sempre le stesse. Di fronte a tali impressioni crollò definitivamente nel mio spirito l’assioma proclamato dalle teoriche moderne, secondo le quali era necessario sorgesse un’arte del nostro tempo, perché ormai tutto era stato già fatto. Compresi che come un’alba e un tramonto pur restando sempre eguali differentemente si manifestano, dandoci sempre una nuova emozione d’incantamento, così non nella forma sta il comunicare e l’evolversi delle interpretazioni ma nel comprendere l’essenza più pura del suo contenuto
== Sodalizi maturi ==
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