Petelia: differenze tra le versioni

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Dopo qualche anno dalla fine delle [[guerre pirriche]] (275 a.C.) è accertata la presenza dei Bretti a Petelia, che stipula un ''[[foedus]]'' con Roma, come sembra desumersi da un passaggio in Liv. XXIII 20, in cui i Petelini ed i Romani, al momento della guerra annibalica, sono indicati come ''veteres socii''<ref name=":0" />.
 
Quando nel [[264 a.C.|218 a.C.]] ebberoebbe inizio la [[seconda guerra punica]], Petelia rimase fedele a Roma. Con la [[Battaglia di Canne|sconfitta di Canne]] (216 a.C.) l'esercito romano venne dimezzato ed [[Annibale]], dopo aver conquistato gran parte della penisola e dopo aver lasciato a [[Capua antica|Capua]] una guarnigione di 700 uomini, si diresse alla conquista dell'Italia meridionale. Malgrado la generale defezione dei Bretti, che si schierarono on Annibale, Petelia rimase fedele a Roma e fu [[Battaglia di Petilia|lungamente assediata dall'esercito cartaginese]] ([[215 a.C.]]) per ben undici mesi, arrivando i petilini a cibarsi delle cortecce e dei ramoscelli teneri di tutte le piante che trovavano in città<ref>{{cita|Polibio|VII, 1, 3}}.</ref>.
 
Durante gli undici mesi di assedio, una piccola delegazione di petelini si recò alla curia romana per chiedere aiuto, ottenendo un netto rifiuto in quanto gli eserciti romani erano impegnati su altri campi di battaglia. I Romani, ben consapevoli delle difficoltà che Petelia avrebbe dovuto fronteggiare, lasciarono libertà di arrendersi alle truppe nemiche.