PSI-PSDI Unificati: differenze tra le versioni
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Il processo di unificazione dei due partiti fu avviato nel [[1963]], a seguito dell'entrata del PSI, per la prima volta, nella maggioranza del governo presieduto da [[Aldo Moro]], e costituito da una coalizione di [[centro-sinistra]] comprendente anche DC, PSDI e PRI. Tale iniziativa fu tuttavia fin dall'inizio assai timida, non giungendosi mai a una vera unità, dato che entrambi i partiti mantennero le proprie segreterie, seppur federate. Anche a livello locale, non essendo in programma significative elezioni amministrative,<ref>La precedente tornata amministrativa si era svolta nel 1964, e la successiva si terrà solo nel 1970.</ref> ognuna delle due componenti mantenne le posizioni politiche di maggioranza oppure d'opposizione, secondo i casi, come in precedenza. Come simbolo fu scelta una combinazione degli emblemi dei due partiti, sormontata dalla scritta ''PSI-PSDI UNIFICATI'': tale emblema, per il suo aspetto, venne ironicamente soprannominato "la bicicletta"<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2006/maggio/23/Nenni_Saragat_Partito_unico_co_9_060523047.shtml Nenni, Saragat e il Partito unico] - ''[[Corriere della Sera]]'', 23 mag 2006</ref>.
Il nuovo partito alle [[elezioni politiche in Italia del 1968|elezioni politiche del 1968]] ottenne un risultato inferiore alle aspettative, 91 deputati e 46 senatori. D'altra parte, rispetto alle precedenti [[elezioni politiche in Italia del 1963|elezioni politiche del 1963]], il PSI aveva subito la scissione dei settori più a sinistra del partito, i quali avevano fondato il [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (1964)|Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria]], che alle elezioni politiche mezzo milione di elettori socialisti aveva preferito.<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Indro Montanelli|autore2=Mario Cervi|titolo=L'Italia degli anni di piombo|url=https://www.amazon.it/LItalia-degli-anni-piombo-1965-1978-ebook/dp/B00D11FXXO|editore=BUR Rizzoli|p=28|capitolo=La riunificazione socialista}}</ref> Nel PSDI, invece, la corrente contraria al progetto unitario fondò il movimento ''Socialdemocrazia'', guidato dal deputato uscente [[Giuseppe De Grazia]]<ref>[http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1992/02/10/Altro/PSDI-UN-SIMBOLO-2_152700.php PSDI, un simbolo]</ref>.
Al successivo congresso dell'ottobre 1968 i socialisti giunsero divisi in cinque mozioni: ''Riscossa e Unità Socialista'' di Francesco De Martino, ''Rinnovamento Socialista'' di Mario Tanassi, ''Autonomia Socialista'' di [[Mauro Ferri]], ''Impegno Socialista'' di [[Antonio Giolitti]] e ''Sinistra Socialista'' di [[Riccardo Lombardi (politico)|Riccardo Lombardi]]. Il congresso doveva durare dal 23 al 27 ottobre, ma fu prorogato, vanamente, di un giorno per permettere di trovare un accordo fra le correnti. Alla fine ciascun gruppo votò la propria mozione. La maggioranza relativa del nuovo Comitato Centrale andò ad ''Autonomia'', col 35,54% di eletti. Seguirono ''Riscossa'' (32,23%), ''Rinnovamento'' (17,35%), ''Sinistra'' (9,09%) e ''Impegno'' (5,78%). In totale il 61,16% dei componenti erano già socialisti.
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{{Partiti politici italiani del passato}}
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Liste elettorali italiane]]
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