Isola della Scala: differenze tra le versioni
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* Gabbia
* Villaggio Mariano
* Località Mandello
* Casalbergo
* Località Boschi
* Caselle
* [[Pellegrina]]
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|+MONUMENTI E LUOGHI DA VISITARE
!NOMI DEI MONUMENTI O LUOGHI
!INFORMAZIONI E STORIA DEL MONUMENTO/LUOGO
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|'''[[Chiesa di Santo Stefano Protomartire (Isola della Scala)|Chiesa abbaziale di Santo Stefano Protomartire]]'''
|La Chiesa abbaziale di Isola della Scala (chiesa SS. Stefano e Giacomo) - [[XI secolo]], Un documento, il più antico, parla della pieve in data 20 luglio [[1011]]. Un nuovo riferimento è nella bolla di [[papa Eugenio III]] del [[1145]] che la indica fra le pievi alla diretta dipendenza del vescovo di Verona, chiamandola ''plebem Azanensis''. Il titolo di abate per il rettore della chiesa è del [[1672]] in un ''breve'' del [[papa Clemente X]]. Al 25 luglio [[1619]] risale la consacrazione della attuale chiesa e la nomina a compatrono per [[San Giacomo il Maggiore|San Giacomo]]. Nel [[1968]] vi fu una ristrutturazione che riportò all'aspetto antico la chiesa che durò fino al [[1997]] in cui si terminò la ricostruzione dell'ala del cinquecentesco Oratorio parrocchiale. All'interno della chiesa si trova un imponente organo a 3 manuali di 61 note ciascuno e pedaliera da 32 pedali, opera dei fratelli Ruffatti di Padova. Il campanile ospita un concerto di 5 campane in tonalità RE3. La maggiore pesa 966 kg. Sono state fuse nell'anno 1881 dal fonditore veronese Achille Cavadini, ed elettrificate totalmente negli anni '60.
|Via Rimembranza 2 / Piazza Martiri della Libertà, Isola della Scala
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|'''Chiesa di Santa Maria Maddalena'''
|La Chiesa di S. Maria Maddalena - [[XVIII secolo]], chiamata anche "cesa dei frati" in quanto inizialmente utilizzata dalla congregazione francescana, è attualmente sconsacrata e adibita ad [[auditorium]] pubblico; ospita, inoltre, un piccolo ma significativo [[Museo civico archeologico Isola della Scala|Museo Archeologico di reperti locali]].
|Via Roma, davanti alla fine di Via Alcide De Gasperi,▼
▲|Via Roma, davanti alla fine di Via Alcide De Gasperi
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|'''[[Chiesa della Madonna delle Grazie (Isola della Scala)|Santuario della Bastìa]]'''
|Il Santuario della Bastìa - costruzione terminata nel 1126, dove si venera una statua lignea della Madonna che la tradizione popolare vuole miracolosa; sorge su un rialzo a ovest del capoluogo, nella valle del fiume Tartaro, che è ritenuto un antico bastione che ospitava sulla sommità una probabile fortificazione (da qui il nome Bastìa, detto in maniera più consona l'etimo deriva da "bastita" ossia riparo in quanto potrebbe trattarsi di una costruzione del '400 d.C. effettuato dalle popolazioni rurali del luogo); tale supposizione ha dato origine alla leggenda metropolitana (tramandata fino a qualche decennio fa) che la chiesa, sorgendo sui ruderi di tale fortificazione, fosse sotterraneamente collegata all'ossario del [[cimitero]] posto a sud del [[capoluogo]] e che tali sotterranei fossero stati usati nel tempo per nascondersi durante le guerre o nascondere corpi e tesori: [[leggenda]] impossibile a verificarsi in quanto, durante alcuni lavori di manutenzione effettuati dalla parrocchia circa trent'anni fa, i pannelli dell'altare laterale di destra della chiesa (sotto i quali si suppone esserci l'apertura ai sotterranei) sono stati murati.
▲|In fondo a Via Bastia
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|'''Chiesa della formica'''
|La Chiesa della Formica (cesa de la formiga), [[cappella]] di ridotte dimensioni (a cui deve probabilmente il nome) ma di pregevole fattura in riva al fiume [[Tartaro-Canalbianco-Po di Levante|Tartaro]], molto cara alla gente del luogo, attualmente di proprietà comunale.
|Via Marconi Guglielmo, vicino alla Scuola dell'Infanzia Aurora Pezzo,▼
▲|Via Marconi Guglielmo, vicino alla Scuola dell'Infanzia Aurora Pezzo
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|'''Villa Pindemonte (Vo' Pindemonte)'''
|Villa Pindemonte (Vo' Pindemonte) - [[XVIII secolo]]. Isola della Scala si caratterizza non solo per i monumenti e le architetture religiose ospitati nel suo centro storico, ma anche per la presenza, sul suo territorio, di numerose ville, veri e propri gioielli che arricchiscono il patrimonio culturale e artistico del comune. Tra queste, vale la pena di ricordare villa Pindemonte, situata nella frazione di Vo'. Il nome richiama i primi proprietari, la famiglia [[Pindemonte]] appunto, che la fece costruire nella prima metà del XVIII secolo (XVIII secolo). La struttura sostituì il precedente edificio, risale al [[XV secolo|Quattrocento]], ed è frutto del progetto di un architetto d'eccezione come [[Alessandro Pompei]], lo stesso che ha dato forma al [[Museo lapidario maffeiano|Museo Lapidario Maffeiano]] di Verona. La storia di Villa Pindemonte ha seguito quella dei suoi proprietari, con il passaggio al ramo Pindemonte [[Rezzonico (famiglia)|famiglia Rezzonico]] prima, [[Castelbarco]] poi. Dopo anni di uso tipicamente [[rurale]] e di incuria, il glorioso edificio, situato in Via Vo', nell'omonima [[Località abitata|località]], è stato recentemente riportato a nuova vita, per cui oggi è una delle mete privilegiate non solo dagli abitanti di Isola della Scala, ma anche da [[Turismo|turisti]].
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|Via Vo'▼
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|'''Villa Guarienti-Baja'''
(già Guglienzi)
|Le sue origini risalgono al [[XVI secolo|Cinquecento]], ma il suo fascino rimane immutato. Villa Guarienti Baja è un tesoro culturale presente a [[Tarmassia]]: nata per volontà di Giovanni Paolo Guglienzi nel [[1574]], la proprietà è poi passata ai conti Guarienti nella seconda metà del [[XVIII secolo|Settecento]]. Tra gli spazi di maggior interesse, va segnalato l'ampio salone al pianterreno e l'elegante scalone al piano nobile. Il complesso ospita anche interessanti tele.
|Piazza San Giorgio Martire,▼
([[Frazione (geografia)|frazione]] di Isola della Scala)
▲|Piazza San Giorgio Martire
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|'''Villa Boschi'''
|Villa Boschi [[XVII secolo|XVII]] secolo
Maestosa ed elegante: sono questi i due aggettivi che saltano subito alla mente quando si tratta di descrivere Villa Boschi, gioiello architettonico che prende il nome dalla località in cui sorge. Una bellezza che ha origini nel passato: il complesso, infatti, risale al [[XV secolo|Quattrocento]], anche se nei secoli ha via via cambiato forma e aspetto. Rinnovato nel [[XVI secolo|Cinquecento]], dopo due [[Secolo|secoli]] viene trasformato a fondo, diventando il lussuoso palazzo patronale ora visibile. Dopo vari passaggi di proprietà, oggi la villa appartiene alla famiglia Dal Colle, che ha avvisato un'importante campagna di restauri per la valorizzazione del complesso. L'edificio presenta una struttura di corte domenicale piuttosto classica, con due ali di [[Barchessa|barchesse]] con portici ad arco destinate all'impiego nel [[settore agricolo]]. La facciata è simmetrica, impostata sulla sezione centrale; si fa sicuramente notare lo splendido [[Portale (architettura)|portale]], caratterizzato da uno stile elegante e raffinato, tipico della grande tradizione veneta padana. Da non dimenticare infine l'ampia corte e il giardino alberato, che ospita una suggestiva chiesetta [[Barocco|barocca]].
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|'''[[Torre Scaligera]] /[[Fortificazione medievale|Fortificazione]]'''
|Torre Scaligera - [[XIII secolo]]
Una torre mozzata, in passato vera e propria guardiana di isola della Scala: si tratta di quanto rimane di un antico castello presente sul territorio già all'inizio dell'[[XI secolo]] (XI secolo), integrato in epoca scaligera da una torre per controllare l'accesso alla città. L'attuale struttura muraria in cotto è il risultato di un'importante opera di restauro avvenuta nel [[1839]]: una [[lapide]] sul lato ovest del [[rivellino]] ricorda questo importante avvenimento.
|Via Torre Scaligera SP24, vicino a Ferron, Isola
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|'''Pila vecia'''
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Pila Vecia - [[XVII secolo]], da documenti dell'[[Archivio di Stato di Venezia]], risulta che la richiesta per poter costruire la pila fu inoltrata alla Serenissima il 26 aprile [[1644]] da Domenico Cristato, [[Latifondo|latifondiere]] del tempo, e che nel 1656 essa era già da tempo funzionante. Nel corso dei secoli diverse famiglie del patriziato veneto si susseguirono nella conduzione della Pila Vecia. Durante la [[Seconda guerra mondiale]], fu risparmiata dai bombardamenti dell'aviazione alleata, probabilmente perché vicina ad un campo di prigionieri inglesi. Per questa ragione, una quindicina di famiglie rimaste senza abitazione si rifugiarono alla Pila, trasferendo qui le loro attività quotidiane. Nacque così una piccola comunità, ricordata come Piccola Italia. La grande ruota a pale, di 7,5 metri di diametro, azionata dall'acqua della Fossa Zenobia, è ancora intatta e funzionante, così come lo sono le 9 pile ricavate in un blocco unico di marmo rosso di Verona ed i relativi pestelli, che con il loro movimento ritmico liberano il risone dalla pula. Nel secondo dopoguerra, ai secolari cinematismi sono stati aggiunti macchinari mossi dall'energia elettrica.
▲ |Isola della Scala
|Via Saccovener, 9
Isola della Scala
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== Cultura ed Eventi ==
* Sagra patronale di San Giacomo e Sant'Anna (periodo sagra: fine luglio)
* Fiera del Riso dal 1967. La più grande fiera enogastronomica italiana dedicata al riso ovvero l'evento più grande d'Italia e secondo in Europa per numero di presenze dopo l'Oktoberfest di Monaco di Baviera (periodo fiera: da metà settembre a metà ottobre)
* Fiera del Bollito con la Pearà dall'inizio del XXI secolo. L'evento per eccellenza dedicato all'amato piatto tipico Veronese (periodo fiera: da metà novembre ai primi di dicembre)
=== Cucina ===
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==Infrastrutture e trasporti==
Stazione treni e scalo ferroviario di Isola della Scala[[File:Stazione Isola della Scala 2.jpg|thumb|La stazione ferroviaria]]▼
▲[[File:Stazione Isola della Scala 2.jpg|thumb|La stazione ferroviaria]]
{{vedi anche|Stazione di Isola della Scala}}
Isola della Scala dispone di una stazione ferroviaria che si trova sulle linee ferroviarie Verona-Bologna e Verona-Legnago-Rovigo.
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=== Gemellaggi ===
Isola della Scala è gemellata con le seguenti città del mondo:
* {{Gemellaggio|stato=Francia|città=Eaubonne|anno=|link=}}{{citazione necessaria}}
* {{Gemellaggio|stato=Germania|città=Budenheim|anno=1992|link=}}<ref>{{cita web|titolo=«Più viaggi e corsi di lingua» Ecco il gemellaggio ideale|editore=L'Arena|data=4 settembre 2002|url=http://www.tarmassia.it/storia/?cmd=scheda&menu=179731&sottomenu=699511&id=221033|accesso=12 ottobre 2013}}</ref>
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