Biordo Michelotti: differenze tra le versioni

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Primogenito di Michelotto Michelotti e di Baldina, sposò Giovanna [[Orsini]] con la quale risiedette nel palazzo di famiglia perugino a ''Porta Sole'', ma da lei non ebbe prole<ref>{{Cita|Ariodante Fabretti|p. 150}}.</ref>. Capitano di ventura, allievo prediletto di [[Alberico da Barbiano]], fu al servizio dei [[Visconti]], al soldo dei quali, sotto la guida di [[Jacopo dal Verme]], prese parte alla [[Battaglia di Alessandria (1391)|battaglia di Alessandria del 1391]]<ref name="Michael Mallett"/>, poi della [[Repubblica di Firenze]], per la quale ricoprì brevemente, dopo la morte di [[Giovanni Acuto]], la carica di capitano generale. Nel 1392 molti feudi limitrofi al territorio perugino come [[Assisi]], [[Deruta]], [[Nocera Umbra|Nocera]], [[Orvieto]] e [[Todi]], nel timore di perdere la loro indipendenza e di entrare nell'orbita del dominio dello [[Stato Pontificio]], gli si assoggettarono in cambio della sua protezione militare<ref>{{Cita|Ariodante Fabretti|p. 152}}.</ref>.
 
Nel 1393 a [[Perugia]] vi furono alcuni tumulti e prevalse la fazione popolare dei ''[[Raspanti]]'' contro l'avversa parte dei ''Beccherini'', di nobile estrazione. Questi ultimi vennero, quindi, esiliati e costretti a ritirarsi nei propri feudi di campagna. Una commissione di venticinque cittadini si pose al governo della città e questi chiesero al Michelotti, accolto con tutti gli onori in città, di presiederne il governo. In breve nacque una prima [[Signoria cittadina|signoria]] ricordata per la sua brevità ma anche caratterizzata da un periodo di importanti riforme. Biordo, preoccupato di estendere i suoi possedimenti, confermo l'autorità dei priori e delle istituzioni comunali<ref>{{Cita|Ottorino Gurrieri|p. 39}}.</ref>.{{cn|Nello stesso anno Michelotti fu il più importante degli esuli che assassinarono [[Malatesta I Baglioni]].}}
 
Il 24 gennaio 1398 si parlava ancora a [[Firenze]] di una situazione militare e politica non favorevole al Michelotti che, pur detenendo Assisi, [[Castel della Pieve]], [[Gualdo Tadino]], Nocera, Orvieto, Perugia, [[Spello]], Todi e [[Trevi]], incontrava difficoltà a presidiare i relativi contadi tra loro non contigui. Tornato a Perugia il 10 marzo, nella sua dimora di Porta Sole, fu ucciso da alcuni congiurati guidati dall'abate di San Pietro, Francesco Guidalotti, che, accolto amabilmente in casa, con un forte abbraccio offrì le spalle del Michelotti ai pugnali dei sicari introdotti come uomini del suo seguito.