Ryse: Son of Rome: differenze tra le versioni

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Vitellio e Marius combattono valorosamente al fianco dei loro uomini, riuscendo a guadagnare tempo sufficiente per permettere l'evacuazione del grosso delle truppe romane. Tuttavia, alla fine vengono circondati ai margini del porto dalle forze barbariche. Marius, consapevole della situazione disperata, decide di sacrificarsi per garantire la salvezza di Vitellio e dei suoi soldati. Prima di affrontare il nemico, fa promettere al comandante di usare la sua influenza politica per denunciare il tradimento di Nerone.Marius respinge con determinazione le ondate nemiche fino a quando tutte le navi riescono a salpare, ma viene infine colpito mortalmente e cade dal molo, sprofondando nelle acque oscure del mare. Sul fondo, mentre la vita lo abbandona, viene raggiunto da una dea benevola che gli porge il pugnale di [[Damocle]], simbolo di tradimento e vendetta. Come Damocle, anche Marius è un eroe di guerra tradito dai suoi comandanti e lasciato morire abbandonato ai propri nemici.Giunto negli Inferi, Marius viene riportato in vita dalla dea della vendetta [[Nemesi]], assumendo l'aspetto di un demoniaco centurione nero. Rinvigorito dalla resurrezione, si prepara a braccare e uccidere tutti i generali che lo hanno tradito. Con un nuovo scopo, Marius si dirige verso Roma, ricevendo dall'eterna dea Estate l'ordine di eliminare la stirpe corrotta di Nerone, vendicare la propria famiglia e salvare la città eterna.La sua missione diventa una lotta contro il potere decadente e corrotto dell'imperatore, mentre Marius si confronta con i fantasmi del suo passato e le ingiustizie subite. La sua vendetta non è solo personale; rappresenta anche una battaglia per il destino di Roma stessa. Con determinazione e ferocia, Marius si prepara a scrivere il proprio destino e quello dell'Impero Romano.
 
Ritornato nella sua terra natia, Marius si rende conto del decadente stato in cui Roma è caduta per mano di Nerone,. eGrazie comprendeall'intervento grazie alladella dea Estate, checomprende luiche non è solo un valoroso e rispettato centurione, ma che è la reincarnazione stessa di [[Damocle]], lo spirito vendicatore di Roma. A questo punto, Marius avvia inizio alil suo piano di vendetta: dopoforgiando aver forgiato di propria manopersonalmente un'armatura ede un elmo ispirati a quelli di Damocle, il centurione utilizza la sua nuova identità per entrareguadagnarsi nellela graziefiducia di Basilius, ilche qualegli consente al guerriero di partecipare come [[gladiatore]] ai prossimi giochi indetti nell'[[Anfiteatro di Statilio Tauro]]. Marius approfitta diDurante un'udienza privata con Basilius, perMarius assassinarlo,lo assassina e vieneapprende informatodalla dadea Estate che Nerone può morireessere unicamenteucciso se uccisosolo con la sua stessa spada. A questo punto aOra Marius non resta chedeve affrontare il suo avversario finale, Commodo. Dopo averloun estenuante combattimento, riesce a [[Decapitazione|decapitatodecapitarlo]] al termine di un estenuante combattimento, Mariuse mostra la testa del figlio a Nerone, giurando che il prossimo a periremorire sarà proprio lui,. cheNerone fugge, chiamando in soccorso i suoi [[Guardia pretoriana|pretoriani]]. Fuggito dall'arena, Marius siabbandona spoglia dellala sua seconda identità, e si ricongiungeriunisce cona Vitellio eper accettaaffrontare di far fronte alll'offensiva barbara guidata da Boudicca. I romaniRomani riescono a tenertenere testa ai barbari solamente grazie alla loro superiorità tattica e militare, ma Vitellio viene ucciso per mano dida Boudicca, la qualeche successivamente ingaggia uno scontro testadiretto a testa controcon Marius. Il comandante romano riesce a sconfiggere e decapitare la regina barbara, ma la vittoria è resa amara: dallaentrambi comunesono consapevolezzaconsapevoli di essere entrambi vittime del doppio gioco di Nerone.
 
Al termine del racconto, l'attenzione ritorna al presente narrativo, che vede Marius e Nerone chiusi all'interno della stessa cripta. Nerone, che ha ormai dedotto che Marius e Damocle sono la stessa persona, fugge lasciando il centurione in balia dei suoi pretoriani. Marius si getta alla caccia dell'imperatore, ma viene interrotto dall'apparizione di Aquilone, che si rivela essere il [[Borea|dio dei venti del nord]], e ammette di aver sin ora aiutato Nerone poiché il suo obiettivo è quello di vedere Roma cadere e porre fine al suo impero. L'imperatore sfrutta la distrazione di Marius per pugnalarlo mortalmente alle spalle, ma, aiutato dalla dea Estate, questi sopravvive, raccoglie le sue ultime forze e si scaglia contro Nerone, gettando entrambi giù dal parapetto del palazzo imperiale. L'imperatore muore trafitto dalla spada dell'enorme statua che lo ritrae, mentre Marius precipita al suolo. Il protagonista spira consolato da Estate, che successivamente svanisce assieme ad Aquilone annunciando la vittoria del bene sul male.