Castelfidardo: differenze tra le versioni

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L'attuale territorio di Castelfidardo è stato occupato dall'uomo sin dal Paleolitico come dimostrano gli svariati strumenti in selce rinvenuti nella pianura del fiume [[Musone (Marche)|Musone]]<ref>P. Peola, Il Paleolitico nella valle del Musone (Marche), Atti della Società di Scienze e Lettere di Genova, Volume V, fascicolo III, 1940. Istituto Comprensivo "Mazzini" Castelfidardo, Piccoli tesori di un castello, Recanati 2004, pp. 69-74.</ref>. Alla fine dell'Età del rame-inizi Età del bronzo risale invece un insediamento scoperto in contrada Campograsso, nei pressi del fosso Vallato: si trattava probabilmente di una piccola comunità dedita all'agricoltura e all'allevamento, integrati da caccia e pesca, che abitava in un villaggio di capanne<ref>M. Silvestrini Lavagnoli, Marche. Campograsso (Castelfidardo - AN), Rivista di Scienze Preistoriche, XL (1985-86), p. 408.</ref>. Per l'Età del ferro sono note alcune sepolture riferibili al popolo dei Piceni. In particolare risulta interessante una tomba, datata tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C., scoperta in zona Figuretta, che testimonia i contatti commerciali tra gli abitanti dei colli fidardensi e le popolazioni picene del Conero<ref>M. Landolfi, Castelfidardo (Picenum, Ancona), Fasti archeol., XXXVI-XXXVII, (1981), p. 442-443. M. Landolfi, Castelfidardo (AN), Picus 16-17, 1996-1997, p. 291-296.</ref>.
 
In epoca romana, il territorio del Comune di Castelfidardo, apparteneva quasi interamente alla colonia di [[Osimo|Auximum]]. A testimoniare tale lontano passato, restano sul terreno i segni di due grandi blocchi di centurie, uno localizzato nelle frazioni di Crocette e Villa Poticcio, l'altro a sud del centro abitato<ref>N. Alfieri, E. Forlani, F. Grimaldi, Ricerche paleogeografiche e topografico-storiche sul territorio di Loreto, Studia Picena, 33-34, 1965-66. M. Destro, Le centuriazioni della valle del Musone (Marche centrali), Atti del IV Congresso di Topografia Antica, Insediamenti e strutture rurali nell'Italia Romana, Rivista di Topografia Antica, XIII 2003, pp. 101-116.</ref>. Il territorio fidardense era inoltre attraversato da strade che mettevano in comunicazione Auximum con le città di Numana e Potentia e dalla grande viabilità costiera che collegava il nord con il sud della penisola<ref>R. Sampaolesi, ''Le strade di Castelfidardo'', Osimo Stazione 2010, pp. 30-43.</ref>. Tra le scoperte archeologiche di età romana, da segnalare una fattoria rinvenuta in contrada Quercia Bella e un'epigrafe, venuta alla luce tra le rovine dell'antica chiesa di S. Vittore, contenente una dedica a Numeriano Cesare (282-283 d.C.).
 
=== Età medievale ===
Verso l'anno mille, in prossimità di un'area occupata da un bosco, denominato vualdum de Fico, venne eretto il maniero che assunse la denominazione di ''Castrum Ficardi''<ref>''Codex Traditionum Ecclesiae Ravennatis'' (''[[Codice bavaro]]''), Territorio Ausimano, reg. nº 126 (Spacium terre). E. Baldetti, ''Il moggio altomedioevale nelle Marche centrali, Proposte e ricerche'', nº 13, 1984, pp. 7-17.</ref>. La prima notizia storica relativa al Castrum è in un documento, del 24 maggio [[1139]], nel quale papa Innocenzo II confermava all'eremo di Fonte Avellana i suoi diritti sulla chiesa di S. Silvestro posta nelle vicinanze del castello<ref>M. Moroni, ''Castelfidardo nell'età moderna: politica, economia e vita quotidiana dal Medioevo all'Ottocento'', Jesi, 1985, pp. 16-18.</ref>. Negli stessi anni un fidardense, tale Guido, veniva nominato cardinale<ref>R. Sampaolesi, ''L'enigmatica figura del cardinale Guido de Castro Ficardo'', in AA.VV., ''Castello è segreto'', Osimo Stazione, 2010, pp. 13-16.</ref>.
 
Alla fine del secolo XII, Castelfidardo, pur mantenendo una certa autonomia comunale, era costretto a giurare fedeltà al vescovo Gentile di Osimo (1196). In questo periodo numerosi furono i conflitti tra le comunità della Marca, legate alcune al Papato e altre all'Impero, che furono ricomposti con la pace di Polverigi del 1202 alla quale aderì anche il Comune fidardense. Contrasti con i Comuni limitrofi si ebbero comunque fino al [[XV secolo]]. Nel 1240 Castelfidardo veniva semidistrutto dalle milizie di re Enzo, mentre nel 1354 era saccheggiato dalla compagnia di ventura guidata da frà Moriale<ref>P. Bugiolacchi, ''Storia di Castelfidardo e dintorni'', Loreto, 2003, pp. 28-29.</ref>.
 
Nel 1357 Castelfidardo veniva citato come ''terra parva'' nelle Costituzioni Egidiane. Il centro abitato era diviso in tre parti (terzieri) denominati Cassero, Varugliano e Montebello ed era completamente circondato da mura dotate di torri<ref>P. Pigini, e P. Bontempi, ''Vita e statuti di Castelfidardo antica'', Bergamo, 1972, pp. 85-90.</ref>. Le porte di ingresso erano tre: porta del Sole, porta di Sasso e porta del Cassero. Alla fine del Trecento Castelfidardo era retto da un Consiglio generale, costituito da 60 uomini, al quale spettava le più importanti decisioni politiche ed amministrative. Nel Medioevo il Comune di Castelfidardo aveva degli statuti la cui edizione a stampa è del 1588<ref>D. Cecchi, M. Moroni, e M. Landolfi, ''Castelfidardo dagli statuti comunali all'elevazione a città. 1588-1988'', Recanati, 1989.</ref>.
 
Quando [[Alessandro Sforza]] cercò di appropriarsi di Castelfidardo, gli abitanti chiesero ed ottennero la protezione della [[Repubblica di Ancona]]; quando poi, nel 1445, anche il comune di [[Recanati]] mosse guerra per ampliare i suoi territori a spese dei fidardensi, Castelfidardo chiese di entrare nei territori della [[Repubblica di Ancona]], nell'intento di trovare protezione. Il [[papa Eugenio IV]] appoggiò la richiesta e per nove anni Castelfidardo fu uno dei [[castelli di Ancona]]. Già nel 1454, su spinta del comune di [[Osimo]], Castelfidardo si staccò da Ancona<ref>Mario Natalucci, ''Ancona attraverso i secoli'', I volume, Unione arti grafiche, 1960.</ref>.
 
=== Età moderna ===
Tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento nascevano a Castelfidardo i primi borghi fuori le mura: il borgo del sole e quello delle “cascine”. Nel 1602, lungo la via da Ancona per Loreto, presso la chiesa di Crocette, veniva istituita la fiera che tuttora si svolge nel mese di settembre<ref>D. Gabrielloni, ''La Fiera delle Corocette e altri ricordi'', Recanati, 2004.</ref>. Nel corso del Settecento il centro urbano subiva numerose trasformazioni con la ristrutturazione del palazzo comunale, la ricostruzione del convento di San Francesco e di quello di San Benedetto e l'edificazione della chiesa Collegiata. Nel XIX secolo da ricordare la [[battaglia di Castelfidardo]], avvenuta il 18 settembre [[1860]], quando i [[Regno di Sardegna|piemontesi]] guidati dal generale [[Enrico Cialdini|Cialdini]] sconfissero le truppe del generale [[Christophe Louis Léon Juchault de Lamoricière|Lamoricière]] che difendevano lo [[Stato Pontificio]].
 
===Simboli===
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR dell'8 settembre 2000.<ref name="ACS">{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?13893|titolo=Castelfidardo|accesso=20 ottobre 2024|sito=Archivio Centrale dello Stato}}</ref>
{{Citazione|Di rosso, al [[Castello (araldica)|castello]] d'oro, murato di nero, merlato alla guelfa, torricellato di tre torri, merlate di tre, la torre centrale più alta, il fastigio merlato di nove, i merli posti in tre gruppi di tre, adiacenti alle basi delle torri, esso castello finestrato di uno in ogni torre, di rosso, chiuso dello stesso, fondato sulla [[Pianura (araldica)|pianura]] di verde. Ornamenti esteriori da Città.}}
Il gonfalone è un drappo di verde con la bordatura di rosso.
 
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
| immagine = Corona muraria di città italiana (014).svg
| nome_onorificenza = Titolo di Città
| collegamento_onorificenza = Titolo di città in Italia
| motivazione = Decreto del presidente della Repubblica
| data = 22 luglio 1987<ref name="ACS"/>
}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==