San Girolamo: differenze tra le versioni
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Nacque da Eusebio a Stridone «villaggio distrutto dai Goti al confine fra [[Pannonia]] e [[Dalmazia (provincia romana)|Dalmatia]]», come egli scrisse nel capitolo 135 del ''[[De viris illustribus (Girolamo)|De Viris illustribus]]'', dedicato a sé stesso. Qualcuno identifica il sito con l'attuale [[Stridone|Stridone/Zrenj]]<ref>{{Cita web|url=https://www.vaticannews.va/it/santo-del-giorno/09/30/san-girolamo--sacerdote-e-dottore-della-chiesa.html|titolo=San Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa|sito=Vatican News|accesso=9 ottobre 2024}}</ref> in [[Istria]] vicino al margine della [[Croazia]] con la [[Slovenia]]. Inviato giovanissimo a [[Roma]], dopo un inizio di vita irregolare in un ambiente frivolo<ref>Penna in {{Cita|BS|Vol. 6, col 1109.}}</ref> fu allievo di [[Mario Vittorino]] e di [[Elio Donato]]. Qui fu battezzato a 19 anni da [[papa Liberio]]. Si dedicò anche agli studi di retorica, terminati i quali si trasferì a [[Treviri]], dove era ben nota l'[[anacoreta|anacoresi]] [[egitto|egiziana]], insegnata per qualche anno da [[Atanasio di Alessandria|Sant'Atanasio]] durante il suo esilio<ref name=cattab530>[[Alfredo Cattabiani]], ''Santi d'Italia'', p. 530.</ref>. Si trasferì poi ad [[Aquileia]], dove entrò a far parte di una cerchia di asceti riunitisi in comunità sotto il patronato dell'[[arcivescovo]] [[Valeriano di Aquileia|Valeriano]], ma, deluso dalle inimicizie che erano sorte fra gli asceti, partì per l'Oriente<ref name=cattab530/>. Ad Antiochia avvenne il suo cosiddetto «sogno ciceroniano» in cui Cristo giudice lo accusa di essere ancora amante della letteratura profana che riteneva scritta meglio dei testi sacri: «Tu mentisci! sei ciceroniano, non cristiano...»; fustigato dagli angeli promise «Signore, se ancora avrò in mano libri mondani, se li leggerò, sarà come se ti avessi rinnegato» (''Ep''. 22, 30)<ref>Penna in {{Cita|BS|Vol. 6, col 1110.}}</ref>. Ritiratosi nel deserto della [[Qinnasrin|Calcide]], vi rimase un paio di anni ([[375]] - [[376]]) vivendo una dura vita di [[anacoreta]] e allo stesso tempo imparando l'ebraico e perfezionando il greco già appreso a Roma.
Fu questo periodo ad ispirare i numerosi pittori che lo rappresenteranno come ''San Girolamo penitente'' ed è a questo periodo che risale l'episodio leggendario del leone che, afflitto da una spina penetratagli in una zampa, gli sarebbe poi stato accanto, grato poiché Girolamo gliel'avrebbe tolta (in
Deluso anche qui dalle diatribe fra gli eremiti, divisi dalla [[arianesimo|dottrina ariana]], tornò ad [[Antiochia di Siria|Antiochia]], da dove era passato prima di venire in Calcide, e vi rimase fino al [[378]],
Allorché Gregorio Nazianzeno lasciò Costantinopoli, Girolamo tornò a Roma, nel [[382]], dove fu segretario di [[papa Damaso I]], divenendone il più probabile successore. Qui si formò un gruppo di vergini e di vedove, capeggiate dalla matrona [[Marcella di Roma|Marcella]] e dalla ricca vedova [[Paola romana|Paola]], cui si accompagnarono le figlie [[Giulia Eustochio|Eustochio]] (detta anche Giulia) e Blesilla, che vollero dedicarsi ad una vita ascetica fatta di [[preghiera]], [[meditazione]], [[astinenza]] e penitenza e delle quali Girolamo divenne padre spirituale<ref>Alfredo Cattabiani, ''Santi d'Italia'', p. 531.</ref>.
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Girolamo decise allora di lasciare Roma alla volta dell'Oriente. Nell'agosto del [[385]] s'imbarcò dal porto di [[Ostia (città antica)|Ostia]] col fratello Paoliniano, il presbitero Vincenzo ed alcuni monaci a lui vicini. Successivamente lo raggiunsero le discepole Paola, Eustochio ed altre appartenenti alla comunità delle ascete romane<ref name=cattab532>Alfredo Cattabiani, ''Santi d'Italia'', p. 532.</ref>. Giunto a [[Gerusalemme]], si dedicò alla traduzione della [[Sacra Scrittura]] direttamente dall'ebraico al latino. Paola fondò a [[Betlemme]] un monastero maschile ed uno femminile, dove andò a vivere<ref>Secondo Hubertus R. Drobner nella primavera del 386 vennero fondati ben tre monasteri femminili.</ref>. Insieme alla figlia e a Girolamo visitò la Terrasanta; tutti e tre decisero di rimanerci fino alla fine dei loro giorni<ref>Franco Cardini, ''Le dimore di Dio. Dove abita l'eterno'', Il Mulino, 2021, p. 195.</ref>. Nel [[386]] Girolamo andò a vivere nel monastero maschile, dove rimase fino alla morte. Qui visse dedicandosi alla traduzione biblica, alla redazione di alcune opere ed all'insegnamento ai giovani. Anche questo periodo ha ispirato numerosi pittori, che lo ritraggono, ispirato dallo [[Spirito Santo]], come estensore della ''[[Vulgata]]'' nella sua cella monastica, accompagnato dal fido leone<ref name=cattab532/>. Nel 404 morì la sua discepola Paola, che verrà poi venerata come santa, ed alla quale egli dedicò ''post mortem'' l' ''Epitaphium sanctae Paulae''.
Nelll'ultima parte della sua vita si dedicò soprattutto alla polemica contro [[Pelagio (teologo)|Pelagio,]] che si era trasferito a Gerusalemme, confermando gli scritti in proposito di [[Agostino d'Ippona|Agostino]], con cui intrattenne una corrispondenza. I pelagiani risposero violentemente, anche assaltando il suo convento; contro questa sedizione Girolamo chiese l'intervento
Morì nel [[420]], proprio nell'anno in cui il celibato, dopo essere stato lungamente disatteso, venne imposto al clero da una legge dell'imperatore [[Onorio (imperatore)|Onorio]].
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== La leggenda del leone ==
La ''[[Legenda Aurea]]'', di [[Jacopo da Varazze]], narra, nel capitolo dedicato a San Girolamo, la leggenda del leone<ref name="renault">{{Cita libro |autore=Christophe Renault |titolo=Reconnaître les saints et les personnages de la Bible |città=Paris |editore=Éditions Jean-Paul Gisserot |anno=2002 |ISBN=9-782877-476584 |pagina=116 |lingua=fr}}</ref>. Tuttavia l'attribuzione di questa vicenda a Girolamo risulta impropria, in quanto acquisita da un'altra eguale leggenda narrata da [[Giovanni Mosco]]. Questa
Un giorno un [[leone]] ferito si sarebbe presentato zoppicando nel monastero ove risiedeva San Girolamo. I confratelli fuggirono spaventati, ma San Girolamo gli si avvicinò accogliendo l'animale ferito. Egli ordinò ai confratelli di lavare le zampe al leone e curarle. Essi scoprirono che i rovi gli avevano dilaniato le piante delle zampe. Quando il leone fu guarito, rimase nel monastero. Su di esso i monaci confidarono per garantirsi la custodia dell'asino del convento. Un giorno, mentre l'asino stava pascolando, il leone si addormentò. Alcuni mercanti, visto il quadrupede da soma privo di custodi, se ne appropriarono. Tornato solo al monastero, il leone venne accusato dai monaci di aver divorato l'asino, cosicché gli vennero affidati tutti i lavori che normalmente venivano svolti da quest'ultimo. Un giorno egli incrociò sul suo cammino la carovana dei mercanti che avevano portato via l'asino affidatogli in custodia dai monaci e riconobbe nella carovana il medesimo asino. Egli si precipitò verso di loro ruggendo terribilmente e mettendoli in fuga. Dopo di che condusse l'asino e i cammelli, carichi di mercanzia, al convento. Quando i mercanti tornarono, si recarono al convento a chiedere a San Girolamo il perdono e la restituzione delle loro mercanzie, cosa che San Girolamo fece, raccomandando loro di non rubare più le proprietà altrui<ref name=renault/>.
== Iconografia ==
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* [[Jan van Eyck]], ''[[San Girolamo nello studio (Jan van Eyck)|San Girolamo nello studio]]'' (1442), [[Detroit Institute of Arts]]
* [[Colantonio]], ''[[San Girolamo nello studio (Colantonio)|San Girolamo nello studio]]'' (1444 circa), Napoli, [[Museo nazionale di Capodimonte]]
* [[Andrea Mantegna]], ''[[San Girolamo (Mantegna)|San Girolamo]]'' (1449-1450), [[San Paolo (Brasile)|
* [[Filippo Lippi]], ''[[Esequie di san Girolamo]]'' (1452-1460), Prato, [[Museo dell'Opera del Duomo (Prato)|Museo dell'Opera del Duomo]]
* [[Andrea del Castagno]], ''[[Trinità e santi|Trinità con san Girolamo]]'' (1453-1454), Firenze, [[Basilica della Santissima Annunziata]]
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