Sant'Ambrogio: differenze tra le versioni

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Nel 374, alla morte del vescovo ariano [[Aussenzio di Milano]], il delicato equilibrio tra le due fazioni sembrò precipitare. Il biografo [[Paolino di Milano|Paolino]] racconta che Ambrogio, preoccupato di sedare il popolo in rivolta per la designazione del nuovo vescovo, si recò in chiesa, dove all'improvviso si sarebbe sentita la voce di un bambino urlare «Ambrogio [[vescovo]]!», a cui si unì quella unanime della folla radunata nella chiesa. I milanesi volevano un [[chiesa cattolica|cattolico]] come nuovo vescovo. Ambrogio però rifiutò decisamente l'incarico, sentendosi impreparato: come era in uso presso alcune famiglie cristiane all'epoca, egli non aveva ancora ricevuto il battesimo, né aveva affrontato studi di [[teologia]].<ref>Paolino, ''Vita di Ambrogio'', 6</ref>
 
[[Paolino di Milano|Paolino]] racconta che, al fine di dissuadere il popolo di Milano dal farlo nominare vescovo, Ambrogio provò anche a macchiare la buona fama che lo circondava, ordinando la [[tortura]] di alcuni imputati e invitando in casa sua alcune prostitute; ma, dal momento che il popolo non recedeva nella sua scelta, egli tentò addirittura la fuga. Quando venne ritrovato, il popolo decise di risolvere la questione appellandosi all'autorità dell'imperatore [[Valentiniano I|Flavio Valentiniano]], di cui Ambrogio era alle dipendenze. Fu allora che accettò l'incarico, considerando che fosse questa la volontà di [[Dio]] nei suoi confronti, e decise di farsi battezzare: nel giro di sette giorni ricevette il [[battesimo]] nel [[battistero di Santo Stefano alle Fonti]] a Milano<ref name="adottaunaguglia">{{cita web|url=https://adottaunaguglia.duomomilano.it/it/infopage/basilica-vetus-e-battistero-di-santo-stefano-alle-fonti/647c0b25-acba-4541-9965-c91c1a6326df/|titolo=Basilica Vetus e Battistero di Santo Stefano alle fonti|accesso=18 marzo 2020}}</ref> e, il 7 dicembre 374, venne [[ordine sacro|ordinato vescovo]].<ref>Paolino, ''Vita di Ambrogio'', 7-8</ref><ref>[[Indro Montanelli]], ''Storia di Roma'', Rizzoli, 1957</ref> Riferendosi alla sua elezione, egli scriverà poco prima della morte:<ref>Ambrogio, ''Lettera fuori coll. 14 ai Vercellesi'', 65</ref>
{{Citazione|Quale resistenza opposi per non essere ordinato! Alla fine, poiché ero costretto, chiesi almeno che l'ordinazione fosse ritardata. Ma non valse sollevare eccezioni, prevalse la violenza fattami.}}