Sant'Ambrogio: differenze tra le versioni

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Dopo questo episodio la politica religiosa dell'imperatore si irrigidì notevolmente: tra il 391 e il 392 furono emanati una serie di decreti (noti come [[decreti teodosiani]]) che attuavano in pieno l'editto di Tessalonica: venne interdetto l'accesso ai templi pagani e ribadita la proibizione di qualsiasi forma di culto, compresa l'adorazione delle statue;<ref>''Codex Theodosianus'', 16.10.10</ref> furono inoltre inasprite le pene amministrative per i cristiani che si riconvertissero nuovamente al paganesimo<ref>''Codex Theodosianus'', 16.7.4</ref> e nel decreto emanato nel 392 da [[Costantinopoli]], l'immolazione di vittime nei sacrifici e la consultazione delle viscere erano equiparati al delitto di [[Lex Iulia maiestatis|lesa maestà]], punibile con la condanna a morte.<ref>''Codex Theodosianus'', 16.10.12.1</ref>
 
Nel 393 Milano fu coinvolta nella lotta per il potere tra l'imperatore [[Teodosio I]] e l'usurpatore [[Flavio Eugenio]]. In aprile Eugenio varcò le Alpi e puntò alla conquista della città, in quanto capitale d'Occidente. Ambrogio partì e andò a ritirarsi a [[Bologna]]. Durante un soggiorno temporaneo a [[Faenza]] scrisse una lettera ad Eugenio. Poi accettò l'invito della comunità di [[Firenze]], ove rimase per circa un anno. La guerra per il controllo dell'impero fu vinta da Teodosio. Nell'autunno del 394 Ambrogio fece ritorno a Milano.
 
Alla sua morte, per sua stessa volontà, fu sepolto all'interno della [[Basilica di Sant'Ambrogio|basilica]] che tuttora porta il suo nome, fra le spoglie dei [[Gervasio e Protasio|martiri Gervasio e Protasio]]. Le sue spoglie, rinvenute sotto l'altare nel 1864, furono trasferite in un'urna di argento e cristallo posta nella cripta della basilica.<ref>''Guida della Basilica di S. Ambrogio: note storiche sulla Basilica ambrosiana'', Ferdinando Reggiori, Ernesto Brivio, Nuove Edizioni Duomo, 1986, p. 86.</ref>