Operazione Tunnel: differenze tra le versioni

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|Nome del conflitto = Operazione Tunnel
|Parte_di = della [[battaglia dell'Atlantico (1939-1945)|battaglia dell'Atlantico]] della [[seconda guerra mondiale]]
|Immagine = Карибдис и Лимбурн картина У. Мак Дауэлла.jpg
|Immagine =
|Didascalia = L'incrociatore ''Charybdis'' (a destra) e il cacciatorpediniere ''Limbourne'' in navigazione nella Manica in un quadro degli anni 1940
|Didascalia =
|Data = ottobre 1943 - maggio 1944
|Luogo = canale della [[La Manica|Manica]]
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Fin da dopo l'occupazione della Francia la [[Royal Navy]] britannica avevano tentato di ostacolare i traffici navali tedeschi lungo la costa meridionale della Manica, ma con risultati piuttosto scarsi anche per via delle ridotte forze assegnate a questa missione. La parte occidentale e centrale del canale erano responsabilità, rispettivamente, del [[Commander-in-Chief, Plymouth|Comando di Plymouth]] sotto l'ammiraglio [[Ralph Leatham]] e del [[Commander-in-Chief, Portsmouth|Comando di Portsmouth]] sotto l'ammiraglio [[Charles Little (ammiraglio)|Charles Little]]: la funzione primaria assegnata a questi due comandi era tuttavia la difesa dagli attacchi nemici del traffico mercantile lungo la costa meridionale dell'Inghilterra, il che limitava le risorse offensive a loro assegnate. A parte alcune formazioni di motosiluranti e [[Motocannoniera|motocannoniere]], le unità da combattimento in dotazione ai due comandi non andavano oltre una flottiglia a testa di sei o otto cacciatorpediniere di scorta della [[classe Hunt (cacciatorpediniere)|classe Hunt]]: navi piccole e di economica costruzione, concepite come unità per la scorta dei mercantili e quindi ottimizzate per la difesa antiaerea e antisommergibile, ma piuttosto lente e con scarso armamento silurante che le rendeva inadatte al compito di unità per l'attacco a navi di superficie. In aggiunta, gli equipaggi assegnati ai due comandi avevano uno scarso addestramento alle operazioni offensive, essendo stati impiegati per mesi in attività unicamente difensive; di conseguenza, le occasionali incursioni degli Hunt di base a [[Plymouth]] e [[Portsmouth]] contro i convogli tedeschi si erano generalmente risolte con scarsi successi materiali. Solo occasionalmente i due comandi avevano potuto disporre ai loro ordini di unità più adatte agli attacchi di superficie, come [[incrociatore|incrociatori]] e cacciatorpediniere di squadra: generalmente si trattava di unità temporaneamente distaccate dalla [[Home Fleet]] oppure in transito verso altre destinazioni, e quindi impiegabili dai due comandi solo per breve tempo<ref name=Charybdis-Association /><ref name=Smith-184-185 />.
 
La prima metà del 1943 aveva visto una contrazione delle azioni offensive della Royal Navy nella Manica, in particolare perché le risorse navali britanniche schierate in zona erano state ridotte ai minimi termini dalla necessità di alimentare le operazioni anfibie nel teatro del [[mar Mediterraneo]]<ref>{{cita|Smith|p. 173}}.</ref>. Dopo aver assunto la guida del Comando di Plymouth nell'agosto 1943, l'ammiraglio Leatham aveva pressato l'[[Ammiragliato (Regno Unito)|Ammiragliato]] a [[Londra]] perché il suo comando venisse dotato delle risorse necessarie a condurre incursioni contro i convogli tedeschi, anche se fu necessario attendere la fine di settembre prima che la Home Fleet iniziasse a distaccare unità maggiori per operazioni nel teatro della Manica<ref name=Douglas-221 />. Sotto il [[nome in codice]] di "operazione Tunnel" fu quindi pianificata una campagna di attacchi contro il traffico navale tedesco in navigazione lungo la costa settentrionale della Francia: l'intenzione dell'operazione era semplicemente quella di «intercettare e distruggere le forze e le navi nemiche in transito su o giù per il canale»<ref name=Charybdis-Association />. Oltre che interrompere i traffici commerciali tedeschi, lo scopo dell'operazione era anche quello di attirare in battaglia e distruggere le risorse navali della Kriegsmarine schierate in zona, al fine di acquisire il dominio delle acque della Manica in vista della progettata invasione anfibia alleata dalledella Francia, ormai in avanzata fase di organizzazione<ref>{{cita|Douglas et al|p. 203}}.</ref>. Per la prima volta venne istituita una formazione appositamente dedicata a condurre gli attacchi ai convogli tedeschi, la Force 28, composta da tutti gli incrociatori e i cacciatorpediniere a disposizione dei comandi di Plymouth e Portsmouth; le unità costiere furono organizzate in un'unità a parte, la Force 119, destinata a operare separatamente. L'operazione prevedeva incursioni notturne "mordi-e-fuggi" contro i convogli tedeschi, segnalati dalle decrittazioni di [[Ultra (crittografia)|Ultra]] deidelle segnaitrasmissioni radio nemicinemiche o avvistati dalle stazioni radar lungo la costa inglese; dopo aver attraversato la Manica in cinque ore alla velocità di 20 [[nodo (unità di misura)|nodi]], le unità britanniche dovevano pendolare parallelamente alla costa della Bretagna, frastagliata e ricca di isole, tenendosi a una distanza di dieci o quindici miglia per evitare il fuoco dell'artiglieria tedesca a terra. Salvo ordini contrari, le navi dovevano poi ritirarsi in modo da trovarsi alle prime luci dell'alba entro 20 miglia dalla costa dell'Inghilterra, al fine di evitare attacchi da parte degli aerei tedeschi<ref name=Douglas-221 /><ref>{{cita|Smith|p. 186}}.</ref>.
 
== L'operazione ==
[[File:HMS Charybdis.JPG|thumb|upright=1.3|left|L'incrociatore britannico HMS ''Charybdis'' in una foto del 1942; il suo affondamento il 23 ottobre 1943 rappresentò la perdita più grave riportata dalla Royal Navy nell'operazione]]
 
La prima sortita dell'operazione Tunnel venne tentata nelle ultime ore del 3 ottobre, quando una formazione composta da due moderni cacciatorpediniere di squadra ({{nave|HMS|Ulster|R83|6}} e {{nave|HMS|Grenville|R97|6}}) della Home Fleet e tre Hunt del Comando di Plymouth diresse verso unaun formazionegruppo tedescadi segnalatanavi tedesche segnalato nelle acque comprese tra il [[faro di Triagoz]] a est e l'isola di [[Île Vierge]] a ovest, lungo la costa nord-occidentale della Bretagna. Giunte in posizione poco dopo la mezzanotte del 4 ottobre, intorno alle 01:00 le unità britanniche stabilirono i primi contatti radar con la formazione nemica: quest'ultima era una flottiglia di cinque torpediniere classe 1939 della Kriegsmarine che, colta di sorpresa, fu subito ingaggiata dai britannici mentre cercava di ritirarsi verso est. Ne seguì una dura battaglia notturna a colpi di cannone e siluro, mentre entrambe le formazioni facevano ampio uso di proiettili illuminati per individuare la posizione dell'avversario. Dotati di maggiore velocità, i due cacciatorpediniere di squadra britannici distanziarono ben presto gli Hunt, finendo con il sostenere da soli il grosso dello scontro: il ''Grenville'' fu colpito tre volte dai cannoni tedeschi riportando un morto e quattordici feriti tra l'equipaggio, mentre lo ''Ulster'' fu centrato da due cannonate con un morto e quattro feriti gravi a bordo. Anche due torpediniere tedesche furono raggiunte da colpi di cannone dei britannici, ma la formazione riuscì infine a sganciarsi e ritirarsi dal luogo dello scontro<ref>{{cita|Smth|pp. 177-180}}.</ref>.
 
Decisamente più disastrosa fu la seconda sortita delle unità britanniche. Il 9 ottobre il violatore di blocco tedesco ''Münsterland'' arrivò a [[Brest (Francia)|Brest]] con a bordo un carico di materie prime strategiche. Fu radunata una considerevole formazione di unità della Kriegsmarine per scortare il mercantile da Brest a Cherbourg, formazione comprensiva di una scorta ravvicinata composta da sei dragamine e due [[pattugliatore|pattugliatori]] muniti di radar e una scorta a distanza con cinque torpediniere classe 1939, ma la partenza venne rimandata sia per evitare le notti di [[Luna]] piena previste per il 12 ottobre che a causa delle pessime condizioni meteo; il convoglio si mise quindi in movimento alle 15:00 del 22 ottobre. Informazioni di [[intelligence]] e la ricognizione aerea avevano nel frattempo segnalato ai britannici la presenza del mercantile e della sua scorta nel porto di Brest, e il Comando di Plymouth preparò quindi per la sera del 22 ottobre una sortita delle unità maggiori della Force 28, preferire alle più leggere motosiluranti sia a causa della forza della scorta tedesca sia a causa ledelle condizioni meteo che potevano ostacolare la navigazione delle piccole unità costiere. Alle 19:00 del 22 ottobre lasciò quindi il porto una potente formazione comprendente l'[[incrociatore leggero]] {{nave|HMS|Charybdis|88|6}}, i cacciatorpediniere di squadra HMS ''Grenville'' e {{nave|HMS|Rocket|H92|6}} e quattro cacciatorpediniere classe Hunt; poco dopo la mezzanotte e mezzo del 23 ottobre le navi britanniche arrivarono a circa sette miglia dalle coste bretoni, procedendo poi verso ovest parallelamente alla costa alla ricerca del convoglio tedesco. Quest'ultimo, tuttavia, era già stato messo in allarme dai rilevamenti delle stazioni radar costiere: il ''Münsterland'' ricevette l'ordine di dirigere sul porto di Saint-Malo, mentre le torpediniere della scorta a distanza ne coprivano la fuga lanciando un attacco con i siluri contro la formazione britannica. Il contatto tra le due flottiglie si ebbe alle 01:45, poco a nord dell'arcipelago delle [[Sept-Îles (Côtes-d'Armor)|Sept-Îles]]: nel giro di pochi minuti una salva di siluri tedeschi colpì in pieno e colò a picco l'incrociatore ''Charybdis'' e lo Hunt {{nave|HMS|Limbourne|L57|6}}, mentre le torpediniere tedesche si allontanavano senza danni dal luogo dello scontro sfruttando la copertura di una burrasca. La [[battaglia delle Sept-Îles]] si risolse in una costosissima sconfitta per i britannici, i quali riportarono 468 morti tra gli equipaggi delle navi affondate<ref name=Charybdis-Association /><ref>{{cita|Smith|pp. 186-198}}.</ref>.
 
[[File:Hmcs athabaskan g07.jpg|thumb|upright=1.3|Il cacciatorpediniere canadese ''Athabaskan'', perduto in combattimento nella Manica il 29 aprile 1944]]
 
L'insuccesso delle Sept-Îles fu parzialmente compensato da due azioni favorevoli ai britannici verificatesi, nelle settimane seguenti, alle due estremità della Manica: il 28 dicembre una formazione di unità da guerra tedesche, sortita da Brest incontro a un violatore di blocco in arrivo, venne intercettata in pieno Golfo di Biscaglia da due incrociatori britannici, riportando [[Battaglia del Golfo di Biscaglia|nella battaglia]] la perdita di un cacciatorpediniere e due torpediniere finite affondate<ref>{{cita|Douglas et al|p. 222}}.</ref>. Nella notte tra il 20 e il 21 gennaio 1944, invece, il violatore di blocco ''Münsterland'' fu avvistato mentre cercava di attraversare lo [[stretto di Dover]] per rientrare in Germania, e nell'intento di svicolare tra i colpi dell'artiglieria costiera britannica di [[Dover]] finì con l'incagliarsi lungo la costa di [[Cap Blanc Nez]] dove fu infine smantellato dai cannoni britannici<ref>{{cita|Smith|pp. 204-205}}.</ref>. L'analisi della sconfitta delle Sept-Îles convinse il Comando di Plymouth della necessità di affidare le missioni dell'operazione Tunnel a una omogenea flottiglia di cacciatorpediniere di squadra, addestrata alle operazioni d'attacco notturne e i cui equipaggi e comandanti fossero abituati a operare insieme; dopo molte insistenze il comando della Home Fleet si decise quindi a organizzare a Plymouth, all'inizio di gennaio 1944, la 10th Destroyer Flotilla con cinquesei grossi cacciatorpediniere di squadra della [[classe Tribal (cacciatorpediniere 1936)|classe Tribal]] (due britannici e quattro della [[Royal Canadian Navy]]), reduciliberati dalledai operazioniloro precedenti compiti lungo la "[[convogli artici della seconda guerra mondiale|rotta artica]]" grazie alla recente vittoria britannica nella [[battaglia di Capo Nord]] e dotati di un potente armamento di artiglieria. Dopo una prima sortita andata a vuoto il 19 gennaio, la flottiglia trascorse buona parte di febbraio e marzo 1944 ad addestrarsi alle operazioni d'attacco notturne e a mettere a punto i suoi apparati radar, insieme agliai nuovissimi incrociatori leggeri {{nave|HMS|Bellona|63|6}} e {{nave|HMS|Black Prince|81|6}} appena assegnati in forza al Comando di Plymouth e designati come Force 26<ref>{{cita|Douglas et al|pp. 221-223}}.</ref><ref>{{cita|Smith|pp. 201, 206}}.</ref>.
 
Il 5 febbraio 1944 una flottiglia di quattro cacciatorpediniere classe Hunt fu diretta all'intercettamento di una piccola formazione tedesca segnalata a nord della Bretagna, composta da una torpediniera e due dragamine: colta di sorpresa, la formazione tedesca riuscì a sganciarsi e raggiungere la protezione dell'artiglieria costiera, ma il dragamine ''M156'' venne danneggiato dai cannoni delle navi britanniche e quindi colato a picco da un attacco aereo mentre era fermo in porto<ref>{{cita|Smith|p. 206}}.</ref>. Nella notte tra il 29 febbraio e il 1º marzo, invece, la Force 26 con il ''Bellona'' e quattro Tribal uscì da Plymouth alla ricerca di un convoglio segnalato dalle intercettazioni radio di Ultra; l'azione fu un fiasco: l'incrociatore dovette rientrare quasi subito per problemi agli apparati radar, mentre i quattro cacciatorpediniere si ritirarono dopo aver rilevato un possibile attacco con siluri da parte della scorta tedesca. L'insuccesso costò il posto al comandante della 10th Destroyer Flotilla, J. R. J. Tyrwhitt, destituito e sostituito dal pari grado B. Jones<ref>{{cita|Douglas et al|pp. 223-224}}.</ref>.
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== Conseguenze ==
Già durante il suo svolgimento l'operazione Tunnel fu molto criticata dai comandanti britannici coinvolti nella sua attuazione. Nonostante l'esperienza maturata nei combattimenti con le torpediniere tedesche nelle acque della Manica nei tre anni precedenti, praticamente nessuna delle lezioni tattiche apprese da essi fu incorporata nel piano originario dell'operazione: il piano prevedeva di ingaggiare in combattimenti con il cannone le scorte e i convogli tedeschi, quando si sapeva già che la tattica di base delle torpediniere della Kriegsmarine consisteva nel lanciare una salva di siluri a lungo raggio e poi fuggire via alla massima velocità verso la protezione offerta dall'artiglieria costiera. Il comando britannico previde di lanciare incursioni contro i convogli tedeschi con il favore del buio, ma non tenne in debito conto né l'ottimo addestramento al combattimento notturno maturato dagli equipaggi tedeschi, né il fatto che l'intercettazione delle navi di notte con l'assistenza del radar erafosse ancora una tattica nuova, messa a punto proprio durante la seconda guerra mondiale e ancora per certi versi sperimentale, soprattutto presso le navi del Comando di Plymouth che praticamente non avevano avuto mai modo di esercitarsi in tal senso. Non venne tenuto conto l'ottimo sistema di avvistamento radar di cui disponevano i tedeschi sulla costa della Francia occupata, né il fatto che i differenti livelli di addestramento degli equipaggi della Home Fleet e del Comando di Plymouth avrebbero portato a una difficile cooperazione e incomprensioni delle comunicazioni quando le rispettive unità si sarebbero trovate a operare insieme. Nelle parole di un comandante di cacciatorpediniere che prese parte all'azione, l'operazione Tunnel fu «la classica idea balzana della guerra»<ref name=Charybdis-Association /><ref>{{cita|Smith|p. 184}}.</ref>.
 
Gli errori di impostazione e il rigido piano a cui le unità britanniche dovevano attenersi finirono con il causare gravi perdite non necessarie, tra cui l'affondamento di un incrociatore e di due cacciatorpediniere. A dispetto di ciò, l'operazione riuscì in effetti a conseguire il suo obiettivo di lungo periodo: le perdite subite dalla Kriegsmarine nel corso dell'operazione (tre torpediniere e un dragamine affondati, due torpediniere e un dragamine danneggiati) da un punto di vista materiale potevano essere considerate inferiori a quelle riportate dai britannici, ma erano strategicamente molto più gravi considerando che, nel 1944, l'industria della Germania nazista non era più in grado di compensarle. Le continue incursioni britanniche minarono il morale degli equipaggi tedeschi, ulteriormente scossi dalla perdita di ufficiali di lunga esperienza come il capitano di corvetta Kohlauf; la presenza delle navi britanniche, unita a una sempre più grave carenza di carburante, spinse le unità tedesche a rimanere ferme in porto e a rinunciare anche alle sortite per addestramento, con grave scadimento delle prestazioni dei loro equipaggi. Come risultato, quando il 6 giugno 1944 l'enorme flotta di invasione alleata attraversò la Manica diretta in Normandia l'unica opposizione a essa venne da una flottiglia di sole trequattro vecchie torpediniere tedesche radunate nel porto di Le Havre, troppo poco per arrecare non più di un attacco di disturbo<ref>{{cita|Douglas et al|pp. 229-230}}.</ref>.
 
== Note ==