Secessione dell'Aventino: differenze tra le versioni

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L'avvenimento: la frase prima citata è verbalizzata nel 1944
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Nonostante l'invito a non rientrare in aula - contenuto in un telegramma del 22 ottobre 1924<ref>Elio d’Auria, ''Il liberalismo di fronte al fascismo: il problema della società civile e della società di massa'', Cercles. Revista d’Història Cultural, ISSN: 1139-0158, n. 15/2012, p. 65.</ref> proveniente dal Comitato esecutivo dell'[[Internazionale comunista]] - la presenza comunista a [[Montecitorio]], il 12 novembre 1924, segnò una frattura nell'esperienza aventiniana: il deputato comunista [[Luigi Repossi]] rientrò alla Camera dei deputati per commemorare in Assemblea Matteotti a nome del suo partito; il successivo 26 novembre vi rientrò anche tutto il gruppo parlamentare comunista.
 
Il 27 dicembre 1924 il quotidiano ''[[Il Mondo (quotidiano)|Il Mondo]]'', diretto da Giovanni Amendola, pubblicò il memoriale difensivo del Rossi, composto da 18 cartelle di appunti., Rossiin accusavacui direttamentesi Mussolinileggeva: «voglio subito dire che tutto quanto è successo è avvenuto sempre per la volontà diretta o per l'omicidioapprovazione o per la complicità del Duce»<ref>[[Archivio storico del Senato della Repubblica]], [https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/ufficio-alta-corte-giustizia-e-degli-studi-legislativi/IT-SEN-002-002295/memoriale-cesare-rossi ASSR, Ufficio dell''leader''Alta socialistacorte di giustizia e degli studi legislativi, 2.257.4.25.14.1, ScrisseManoscritto infatti1, cheMemoriale Mussolinidi gliCesare avrebbeRossi detto(s.d.)].</ref>. ''"Quest'uomoRossi noncosì deveaccusava piùdirettamente circolare"Mussolini per l'omicidio del ''leader'' socialista, in seguito all'intervento parlamentare di Matteotti del 30 maggio 1924, nel quale si denunciavano i brogli elettorali e le violenze del 6 aprile. Il memoriale Filippelli apparve invece sulla rivista antifascista fiorentina ''[[Non mollare]]'', diretta da [[Carlo Rosselli]], nel febbraio 1925.
 
Il timore che [[Vittorio Emanuele III]] potesse prendere in considerazione il suo licenziamento, spinse [[Benito Mussolini|Mussolini]] a pronunciare il [[Discorso di Benito Mussolini del 3 gennaio 1925|discorso del 3 gennaio 1925]]. In esso il capo del fascismo si assunse la responsabilità politica, morale e storica dei fatti: ricordando l'articolo 47 dello Statuto della Camera, che prevedeva la possibilità d'accusa per i Ministri del Re da parte dei deputati, Mussolini chiese formalmente al Parlamento un atto d'accusa nei suoi confronti. Peraltro, ciò non poteva avvenire senza il rientro alla Camera dei deputati degli "aventiniani" e, comunque, il voto favorevole di almeno parte dei fascisti che costituivano la maggioranza di governo. Va osservato, però, che anche all'interno dello stesso [[Partito Nazionale Fascista]] (PNF) si stavano tenendo accese discussioni, che vedevano contrapposti gli intransigenti e la frangia più moderata.