Bernardo Antonio Vittone: differenze tra le versioni
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Nel 1738 entrò nel suo studio come allievo il dotato [[Giovanni Battista Borra]], destinato ad una luminosa carriera di archeologo, disegnatore e architetto, tra [[Medio Oriente]], Inghilterra e Piemonte. Negli stessi anni Vittone si avvalse di altri collaboratori, tra i quali spicca l'architetto carignanese [[Giovanni Battista Galletto]], curiosa figura di erudito, esperto di scienze cabalistiche, al limite dell'[[esoterismo|esoterico]], autore del saggio finale delle vittoniane ''Istruzioni diverse'' (1766).
Vittone fu autore di progetti per edifici seriali di servizio (ospizi, collegi, ospedali, trasformazione del [[Palazzo dell'Università (Torino)|palazzo dell'Università di Torino]], il non realizzato Complesso diocesano di Pinerolo), ma è noto soprattutto per le sue celebri chiese, in particolare quelle a pianta centrale, di grande inventiva, dove la luce gioca un ruolo essenziale nell'animare quasi magicamente le strutture interne e nelle quali si può vedere l'influenza delle ardite cupole guariniane. In alcuni casi ([[Santuario del Valinotto]], [[Chiesa di San Bernardino (Chieri)|San Bernardino]] a Chieri, [[Chiesa di Santa Chiara (Bra)|Santa Chiara]] a [[Bra]],) il flusso luminoso, filtrato dalle aperture, è frutto di un'immagine simbolica (il Nome di Gesù raggiante, ad es., in San Bernardino). A Bra il Vittone progetterà anche parte del [[Palazzo Comunale (Bra)|palazzo municipale]] (1732).
A partire dal 1750 circa, il suo linguaggio, dapprima segnato dalle meraviglie "alla Bernina" fatte di luci nascoste e misteriose, lasciò il passo a una luminosità specchiata e trionfante, in sintonia con il mutamento generale del gusto verso un classicismo alla francese presente in misura senz'altro più cospicua nell'architettura di [[Benedetto Alfieri]].
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