Labicum: differenze tra le versioni
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== Storia ==
''Labicum'' faceva parte della [[Lega Latina]]{{citazione necessaria}}. Come le altre città latine che si erano opposte a [[Repubblica romana|Roma]] al principio del [[V secolo a.C.]], anche ''Labicum'' nel [[493 a.C.]] firmò il ''[[Foedus Cassianum]]'',
Nel [[489 a.C.]] fu una delle città attaccate dai [[Volsci]] condotti da [[Gneo Marcio Coriolano]], che riuscirono a prenderla solo in virtù della propria superiorità numerica. Sconfitti, gli abitanti furono fatti schiavi dai Volsci<ref>{{Cita|Dionigi di Alicarnasso|VIII, 19.}}</ref>.
Successivamente, tuttavia, ''Labicum'' si ribellò, alleandosi a [[Equi]] e [[Volsci]]<ref>{{Cita|Tito Livio|IV, 44.}}</ref>. Fu pertanto espugnata dal dittatore [[Quinto Servilio Prisco]] ([[418 a.C.]]), rasa al suolo e il suo territorio (''Ager Labicanus'') fu probabilmente incorporato nel territorio romano. Gli abitanti di Labicum in parte furono deportati a Roma, in parte furono trasferiti in un'altra località a valle, chiamata ''ad Quintanas'' dove, secondo Livio<ref>{{Cita|Tito Livio|IV, 47.}}</ref>, era stata fondata una [[colonia (insediamento)|colonia]] romana di tipo militare, con la distribuzione a 1500 cittadini romani di un appezzamento di terreno di due [[iugero|iugeri]]<ref>Ciascun iugero aveva
L'''Ager Labicanus'' fu saccheggiato anche da [[Annibale]] nel [[211 a.C.]] Alla fine dell'[[Repubblica romana|età repubblicana]] ''Labicum'' era una città in declino. [[Marco Tullio Cicerone]] ricorda che, ai suoi tempi, le città di ''[[Gabi (città antica)|Gabii]]'', ''[[Bovillae]]'' e ''Labicum'', tutte insieme, non avessero abbastanza magistrati da inviare al santuario di [[Giove Laziale]] in occasione delle [[Feriae latinae]]<ref>Marco Tullio Cicerone, ''Pro Cn. Plancio'' IX, 23.</ref>.
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