Bartolomeo Pinelli: differenze tra le versioni
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{{Citazione|Fu Bartolomeo Pinelli di media statura, di fisonomia e di portamento vivaci; portò folta la capigliatura che a lunghi boccoli gli incorniciava il viso e gli scendeva inanellata dinanzi [...]; i tratti del viso ebbe marcati, ma regolari, e non portò che i piccoli mustacchi come appare anche nel suo busto che fu posto al [[Pincio]]. Di costumi fu bizzarro, amante anche troppo dello scherzo. Vestì negligentemente a modo del popolo e lo si vide sempre girare per Roma accompagnato da due grandi [[mastino|mastini]] e munito di mazza che aveva per pomo una figura di bronzo. Era facile all'ira quantunque fosse di consueto allegro e faceto; fu scettico [leggi: ''[[ateo]]''] come molti degli uomini di ingegno del suo tempo e fu patriota a suo modo, cioè innamorato di Roma antica, nella quale concentrò tutti i suoi affetti|David Silvagni, ''La corte e la società romana nei secoli XVII e XIX'', Roma, Forzani & C. Tipografi del Senato, 1881-4, voll. 3, vol. III, p. 395}}
Del [[1809]] è la sua prima serie di incisioni dal titolo ''Raccolta di cinquanta costumi pittoreschi incisi all'acquaforte''. Fu probabilmente nello stesso anno che contrasse il matrimonio con Mariangela Gatti, avvenuto con rito repubblicano e dal quale nacquero una figlia femmina, forse morta in giovane età e di cui non si conoscono nemmeno gli estremi anagrafici, e un maschio, [[Achille Pinelli|Achille]]. Nel [[1816]] realizzò le illustrazioni per la ''Storia Romana'' e nel [[1821]] quelle per la ''Storia Greca''. Tra il [[1822]] e il [[1823]] realizzò le cinquantadue tavole per il ''[[Meo Patacca]]''. Oltre al repertorio di immagini dedicate ai costumi romani, Pinelli divenne noto per aver illustrato numerosi libri, realizzando cicli ispirati a Iliade, Odissea, Eneide e alla mitologia greco-romana in generale: opere che maggiormente rivelano l'impronta del [[neoclassicismo]].
Il 25 agosto [[1834]], per la sua indifferenza al precetto pasquale, ricevette con disprezzo l'[[interdetto]].
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