Adriano Guerrini: differenze tra le versioni

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Adriano Guerrini nasce l’8 aprile 1923 ad [[Alfonsine]] ([[Ravenna]]) da Luigi, ferroviere, e da Maria Bedendo, casalinga, ultimo di tre figli. Nel 1926 la famiglia si trasferisce a [[Ferrara]] e nel 1933 a [[Genova]]. Nel capoluogo ligure Adriano studia presso [[Liceo Mazzini (Genova)|il Liceo classico “Giuseppe Mazzini”]] di [[Sampierdarena]], conseguendo la maturità nell’anno scolastico 1941-1942; richiamato alle armi, nel 1943 è allievo ufficiale di leva nelle isole Brioni, piccolo arcipelago presso le coste occidentali dell’Istria: l’8 settembre è deportato nel Tirolo austriaco, dove resta sino alla fine della guerra. Nel 1947 si laurea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’[[Università degli Studi di Genova]] con una tesi dal titolo ''Abbozzo di un relazionismo radicale'' (relatore Adelchi Baratono). Dal 1950 fino alla pensione nel 1979 insegna Storia e Filosofia nei licei classici di Pegli (“Mazzini”, succursale: 1950-1951), della Spezia (“Costa”: 1951-1954), di Savona (“Chiabrera”: 1954-1964) e di Sampierdarena (“Mazzini”, sede: 1964-1979).
 
Guerrini esordisce come poeta nel 1949 con un libretto in autoedizione (''Ila''), seguito nel 1951 da ''L’altra via'', segnalato l’anno precedente al concorso dell’editore Gastaldi, e nel 1957 da ''L’adolescente'', recensito da [[Giorgio Caproni]] sulla “Fiera letteraria”. Il primo importante libro di versi del poeta è tuttavia ''Età di ferro'', pubblicato nel 1958 da Rebellato con una notizia sull’autore di Diego Valeri (Valeri e [[Camillo Sbarbaro]], con il quale è entrato in contatto nell’autunno del 1954, resteranno sempre i maestri di Guerrini). Nel 1960 pubblica ''L’amore e il tempo'', con prefazione di Carlo Betocchi, e vince con Andrea Zanzotto il Premio Colli Euganei con la breve raccolta ''Ritorno alla terra euganea''.
 
==Gli anni di «Diogene» e di «Resine»==
 
Nel 1959, con l’amico [[Gian Luigi Falabrino]], Guerrini ha intanto fondato la rivista “Diogene”. Nel 1961 esce l’antologia ''I Novissimi. Poesie per gli anni ’60'', recensita sul numero di ottobre da [[Giorgio BàrberiBarberi Squarotti]]. A questo fatto sono direttamente legate, senza dubbio, le ''Confessioni'' che escono sul successivo numero di dicembre, nelle quali Guerrini lamenta che dopo l’ermetismo (forma senza contenuto) e il neorealismo (contenuto senza forma) non si sia data l’agognata sintesi (forma e contenuto) ma si siano invece “aperte le porte del caos”. È da questo momento che il poeta combatte una asperrima e sostanzialmente solitaria battaglia contro la neoavanguardia, testimoniata dagli interventi pubblicati quasi tutti sul “Diogene” e infine raccolti nel volume dal titolo emblematico ''La poesia neurologica'', stampato da Rebellato verso la fine del 1969. Il corrispettivo in versi della ''Poesia neurologica'' è dato dalle due serie di ''Nuove poesie'' comparse sul “Diogene” nell’ottobre 1963 e nell’ottobre 1964, che nel 1965 andranno a formare, con alcune aggiunte inedite, il volume ''Polemica''.
 
In questi anni, e poi sempre, Guerrini paga con un isolamento pressoché totale la sua posizione di uomo di sinistra (fra socialismo umanitario e socialdemocrazia) ferocemente anticomunista; e anche il suo giudizio sulla contestazione studentesca è fondamentalmente critico, come testimonierà nel 1971 il volume ''La rivoluzione al liceo. Autobiografia di un professore''.