Operazione Dragoon: differenze tra le versioni
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|Nome del conflitto = Operazione Dragoon
|Parte_di = del [[Fronte occidentale (1939-1945)|fronte occidentale]]<br />della [[seconda guerra mondiale]]
|Immagine =80-G-K-2112
|Didascalia = Mezzi da sbarco statunitensi portano a terra il loro carico sulla costa sud della Francia nell'agosto 1944
|Data = 15 agosto - 14 settembre 1944
|Luogo = [[Francia]] meridionale
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=== I tedeschi ===
Le forze tedesche posero sotto occupazione il nord della Francia e la costa atlantica sin dalla vittoria nella [[campagna di Francia|campagna del maggio-giugno 1940]], ma la parte centrale e meridionale del Paese rimasero sotto l'amministrazione del governo collaborazionista della "Francia di Vichy" ancora per un paio di anni, [[Operazione Anton|venendo occupate]] solo nel novembre 1942 come reazione agli sbarchi alleati in Nordafrica; la zona destinata a essere maggiormente interessata dall'operazione Dragoon, quella compresa tra il Rodano a ovest e le Alpi a est, fu affidata all'occupazione delle truppe italiane e passò sotto il controllo tedesco solo nel settembre 1943, dopo l'annuncio dell'[[armistizio di Cassibile|armistizio tra l'Italia e gli Alleati]]. Teoricamente parlando, tutte le forze tedesche in Francia erano sotto la direzione strategica dell'alto comando della Wehrmacht per il fronte occidentale ([[Oberbefehlshaber West]] o OB West); in pratica, i quartieri generali in Francia della marina militare ([[Kriegsmarine]]) e dell'aviazione ([[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]]) agivano in maniera autonoma dalla rete di comando dell'esercito ([[Heer (Wehrmacht)|Heer]]). Nei futuri scontri nella Francia meridionale esercito e marina tentarono quantomeno di stabilire un coordinamento sul campo di battaglia, con risultati mediocri; l'aviazione mantenne la sua autonomia e condusse una guerra tutta sua contro gli Alleati. Non giovava poi al comando e controllo il fatto che, a metà agosto 1944, i principali comandi tedeschi in Francia, collocati nella zona attorno a [[Parigi]], stessero iniziando a evacuare le loro sedi sotto la spinta dell'avanzata alleata dalla Normandia<ref>{{cita|Zaloga|p. 11}}.</ref>.
[[File:Wojsko niemieckie w drodze na front zachodni (2-425).jpg|thumb|left|upright=1.2|Soldati tedeschi salgono su un vagone ferroviario durante un trasferimento in Francia nel 1944]]
Le unità dell'esercito tedesco nella Francia meridionale rispondevano a due strutture di comando separate. La Regione militare della Francia meridionale (Heersgebietes Südfrankreich), diramazione locale dell'[[Amministrazione militare tedesca della Francia]] (Militärverwaltung in Frankreich), aveva sede a Lione ed era comandata dal generale [[Heinrich Niehoff]]: l'organismo era responsabile degli affari correnti dell'occupazione, del controllo del territorio e delle linee di comunicazione, e della lotta contro i partigiani; sotto la direzione di Niehoff rientravano principalmente unità di polizia e di polizia militare tedesche ([[Feldgendarmerie]]), frazionate in una serie di comandi locali corrispondenti ai [[Dipartimenti della Francia|dipartimenti della regione]]. Le unità tattiche dell'esercito, destinate ai combattimenti campali e alla difesa delle coste, rispondevano invece agli ordini del Gruppo d'armate G ([[Heeresgruppe G]]), con sede a [[Tolosa]] e retto dal generale [[Johannes Blaskowitz]]. L'area di competenza di Blaskowitz era vastissima, comprendendo tutto il territorio francese tra la valle della [[Loira]] a nord e la costa del Mediterraneo a sud; la copertura della costa atlantica era responsabilità della [[1. Armee (Wehrmacht)|1. Armee]] del generale [[Kurt von der Chevallerie]], mentre la difesa della costa mediterranea ricadeva sulle spalle della [[19. Armee (Wehrmacht)|19. Armee]] del generale [[Friedrich Wiese]]<ref>{{cita|Zaloga|pp. 11-12}}.</ref>.
Originariamente il comando di Blaskowitz disponeva di un buon numero di unità da combattimento, ma dopo lo sbarco in Normandia del 6 giugno 1944 era stato costantemente privato delle truppe e degli equipaggiamenti migliori, spediti a puntellare il fronte tedesco nel nord della Francia. Particolarmente colpita dai trasferimenti fu la componente meccanizzata dell'Heeresgruppe G, la riserva mobile essenziale per accorrere in soccorso delle difese costiere assaltate dagli Alleati: nell'agosto 1944 questa riserva si era ridotta a un'unica divisione corazzata, l'[[11. Panzer-Division]], efficiente ma priva di uno dei suoi due battaglioni di carri armati, spedito in Normandia; collocata nella zona di Tolosa, questa divisione doveva tenersi pronta a muovere verso la costa atlantica o quella mediterranea a seconda di dove fosse sbarcato il nemico. La 19. Armee di Wiese aveva sette divisioni di fanteria schierate lungo la costa del Mediterraneo, di cui tre a ovest del Rodano sotto il comando del [[IV. Luftwaffen-Feldkorps]] del generale [[Erich Petersen]] (la [[189. Reserve-Division (Wehrmacht)|189. Reserve-Division]] e la [[198. Infanterie-Division (Wehrmacht)|198.]] e [[716. Infanterie-Division (Wehrmacht)|716. Infanterie-Division]]) e le altre quattro a est del fiume, equamente divise tra il [[LXXXV. Armeekorps (Wehrmacht)|LXXXV. Armeekorps]] e il [[LXII. Armeekorps (Wehrmacht)|LXII. Armeekorps]]: il primo, agli ordini del generale [[Baptist Knieß]], difendeva la zona compresa tra il Rodano e Tolone con la [[338. Infanterie-Division (Wehrmacht)|338. Infanterie-Division]] e la [[244. Infanterie-Division (Wehrmacht)|244. Infanterie-Division]]; il secondo, guidato dal generale [[Ferdinand Neuling]], difendeva la zona tra Tolone e il confine italiano con la [[242. Infanterie-Division (Wehrmacht)|242. Infanterie-Division]] e la [[148. Reserve-Division (Wehrmacht)|148. Reserve-Division]]. Alle spalle di questo schieramento si trovava poi la [[157. Infanterie-Division (Wehrmacht)|157. Reserve-Division]], di stanza nella zona di [[Grenoble]] e impiegata principalmente per fronteggiare i partigiani nella regione delle [[Alpi francesi]]<ref name=Zaloga-19>{{cita|Zaloga|pp. 16-19}}.</ref>.
[[File:WWII, Europe, Near Toulon, France, "Weapons & Fortificcations - Long Range Naval Gun" - NARA - 195329.jpg|thumb|upright=1.2|Una batteria di cannoni navali da 340 mm in torretta corazzata utilizzata dai tedeschi per la difesa di Tolone]]
Le divisioni di fanteria della 19. Armee erano organizzate secondo il modello della "divisione statica", con tre reggimenti di fanteria e un reggimento di artiglieria: praticamente prive di mezzi propri con cui spostarsi, erano destinate ai compiti sedentari di presidio delle fortificazioni e, di conseguenza, erano formate da soldati di scarto come gli uomini troppo anziani per la prima linea, i feriti non più in grado di svolgere compiti attivi e i ''[[Volksdeutsche]]'' reclutati nelle regioni recentemente annesse alla Germania. Tutte le divisioni inglobavano un certo numero di [[Ost-Bataillon]]<ref group="N">La 242. Infanterie-Division, investita in pieno dallo sbarco alleato, aveva tre Ost-Bataillon di armeni e azeri su un totale di dodici battaglioni in organico.</ref>, formazioni di fanteria composte da "volontari" provenienti dalle minoranze etniche dell'Unione Sovietica, quasi sempre prigionieri di guerra che avevano scelto l'arruolamento nella Wehrmacht per sfuggire a una morte per fame ed esecuzioni nei ''lager'' tedeschi. Per compensare le carenze di organico, le divisioni statiche avevano generalmente una maggiore dotazione di armi d'appoggio (mitragliatrici, [[mortaio (arma)|mortai]] e cannoni) rispetto a una normale divisione di fanteria, per quanto in massima parte composta da armamenti stranieri di preda bellica (italiani, francesi, sovietici, polacchi) oppure da armi tedesche obsolete; la presenza di armi di più [[calibro (armi)|calibri]] differenti rendeva difficile la fornitura di munizioni, accentuata dal fatto che la divisione non aveva i mezzi di trasporto per rifornire le sue unità una volta iniziata una battaglia. Le Reserve-Division erano migliori quanto a risorse umane ed equipaggiamento, pur non raggiungendo i livelli delle divisioni di fanteria standard: nominalmente erano unità per l'addestramento sul campo delle nuove reclute, in pratica erano impiegate per compiti di seconda linea come costruire fortificazioni e combattere i partigiani, quando non erano spedite in prima linea per compensare i buchi dello schieramento tedesco<ref name=Zaloga-19 />.
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== Piani operativi ==
=== Alleati ===
[[File:Anvildragoon.png|thumb|upright=1.
Nella Francia meridionale dell'agosto 1944 gli Alleati godevano di una superiorità schiacciante sui tedeschi in fatto di mobilità, contromobilità, [[intelligence]] e comunicazioni. La supremazia navale consentiva agli Alleati di esercitare una minaccia potenziale su un'area vastissima, dalla costa atlantica della Francia fino al Mar Egeo, impedendo ai tedeschi di concentrare le loro truppe in pochi settori; la superiorità aerea consentiva agli Alleati di attaccare le linee di comunicazione tedesche, bombardando ponti, ferrovie e convogli, impedendo così alla Wehmacht di reagire rapidamente a uno sbarco. Gli Alleati godevano di vantaggi di intelligence a quasi tutti i livelli, dalla possibilità di condurre impunemente ricognizioni fotografiche dall'aria alla raccolta di informazioni locale eseguita dalla Resistenza francese; i ''maquis'' contribuivano con il sabotaggio al caos delle comunicazioni tedesche: quando i partigiani misero fuori uso la rete telefonica francese, per mantenere i contatti i comandi tedeschi dovettero ripiegare sulle comunicazioni radio, intercettabili dagli Alleati e decifrabili dal sistema "[[Ultra (crittografia)|Ultra]]", con ulteriori vantaggi per l'intelligence<ref name=Zaloga-9>{{cita|Zaloga|p. 9}}.</ref>.
La controversa gestazione di Anvil/Dragoon fece sì che solo a giugno 1944 avesse inizio una minuziosa opera di pianificazione degli sbarchi. Con Tolone e Marsiglia come obiettivi principali, la scelta dei luoghi dello sbarco si concentrò nelle zone limitrofe alle due città: il terreno a ovest del Rodano fu escluso in quanto troppo paludoso, mentre la baia di [[La Ciotat]] in mezzo alle due città fu esclusa in quanto troppo battuta dalle munite postazioni di artiglieria costiere tedesche disposte attorno ai porti. La scelta finale cadde sulla costa orientale della [[Provenza]], lungo il litorale del [[Var (dipartimento)|Var]]: una zona sufficientemente vicina ai due porti ma lontana dalle batterie costiere che li difendevano, e che non appariva come troppo ben presidiata dai tedeschi. Tutta la pianificazione di Dragoon venne condizionata dall'esperienza concreta registrata durante gli sbarchi in Italia, e caratterizzata da una sorta di pessimismo di fondo e un alto livello di prudenza. I pianificatori alleati diedero per scontato che, come a Salerno e Anzio, la Wehrmacht avrebbe lanciato un immediato contrattacco contro la testa di ponte: di conseguenza l'enfasi iniziale era posta sulla necessità di stabilire immediatamente dopo lo sbarco un solido perimetro difensivo (Blue Line) su cui respingere i tedeschi, impossessandosi in particolare delle colline del [[Massiccio dei Maures]] da cui si dominavano le spiagge dello sbarco. I piani logistici seguivano questa impostazione difensivista, dando più priorità, per i primi giorni dell'operazione, allo sbarco dei proiettili per l'artiglieria e meno allo sbarco del carburante per i veicoli. Venne stabilito un piano di attacchi aerei preliminari, concentrato in particolare nella distruzione dei ponti sul Rodano per isolare il campo di battaglia e impedire i movimenti delle forze di contrattacco tedesche; gli attacchi aerei preliminari alle difese costiere furono accuratamente distribuiti lungo tutto il litorale francese (la regione del Var fu oggetto solo di un terzo delle missioni effettuate), in modo che i tedeschi non fossero messi sull'avviso circa il luogo prescelto per lo sbarco<ref>{{cita|Zaloga|pp. 34-35}}.</ref><ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 81-83}}.</ref>.
[[File:Airborne Task Force mass at individual gliders prior to taking off for the invasion of Southern France. 14 August, 1944. (49483540487).jpg|thumb|left|upright=1.2|Soldati aviotrasportati statunitensi pronti a imbarcarsi sul loro aliante il 14 agosto 1944]]
Le tre divisioni del VI Corps di Truscott sarebbero scese a terra in tre distinti settori. A ovest il settore Alpha era di competenza della 3rd Infantry Division, che avrebbe preso terra su due spiagge separate: Alpha Red, nella baia di [[Cavalaire-sur-Mer]], e Alpha Yellow, vicino la località di Pampelonne a sud di [[Saint-Tropez]]; in quanto zona più vicina a Tolone e quindi più esposta al contrattacco tedesco, Alpha era stata affidata espressamente da Truscott alla 3rd Division, l'unità con più esperienza del suo corpo d'armata. Al centro il settore Delta era affidato alla 45th Infantry Division, che sarebbe scesa a terra su quattro spiagge (Delta Red, Green, Blue e Yellow) poco a nord di [[Sainte-Maxime]], lungo l'imboccatura settentrionale del golfo di Saint-Tropez. Il settore Camel a est avrebbe infine visto la 36th Infantry Division scendere su tre spiagge sui due lati del porto di [[Saint-Raphaël (Varo)|Saint-Raphaël]]: a ovest Camel Red, nel [[golfo di Fréjus]], a est Camel Green e Camel Blue, nei pressi delle località di Dramont e Anthéor. Due unità di forze speciali francesi sarebbero scese a terra ai lati delle zone di sbarco statunitensi (Romeo Force a ovest, Rosie Force a est) per bloccare la strada che correva lungo la costa e impedire che i tedeschi potessero utilizzarla per un contrattacco; la First Special Service Force avrebbe lanciato un attacco anfibio alle isole di [[Port-Cros]] e [[Île du Levant|Levant]] (settore Sitka), a sud-ovest della zona di invasione, per neutralizzare l'artiglieria tedesca qui collocata. I paracadutisti della 1st Airborne Task Force sarebbero scesi prima dell'alba attorno a [[Le Muy]] nell'entroterra (operazione Dove per i reparti statunitensi e Rugby per quelli britannici), per poi attaccare da dietro le alture del Massiccio dei Maures e impedire movimenti di truppe tedesche verso le spiagge lungo il corridoio libero rappresentato dalla valle del fiume [[Argens (fiume)|Argens]], che separava i settori Delta e Camel; l'area di stazionamento della flotta di appoggio era infine denominata settore Kodak. Completato lo sbarco iniziale il VI Corps doveva quindi assicurarsi la "Blue Line": una linea ad arco che correva dalla sponda della rada di [[Hyères]] a ovest alla costa vicino Anthéor a est, passando al centro nei pressi di [[Le Luc]]. L'area della testa di ponte comprendeva sezioni importanti delle principali strade e ferrovie che collegavano Tolone e la valle dal Rodano a ovest con [[Cannes]] e [[Nizza]] a est, era profonda a sufficienza per impedire all'artiglieria tedesca di bersagliare le spiagge e dotata di spazio per realizzare del caso una pista di aviazione<ref>{{cita|Zaloga|pp. 35, 37, 39 42, 45}}.</ref><ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 74-81}}.</ref>.
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=== Tedeschi ===
[[File:Batterie Karine, Regelbau M272, Südwall.jpg|thumb|upright=1.2|Veduta odierna di un bunker tedesco costruito lungo la costa mediterranea della Francia]]
L'alto comando tedesco attendeva da tempo il lancio di un'importante operazione anfibia nel Mediterraneo, per quanto fosse incerto se l'azione sarebbe stata diretta ad appoggiare l'attacco anfibio attraverso la Manica o se fosse stata una manovra aggirante del fronte italiano a modello di Anzio: nel giugno 1944 l'alto comando tedesco stimava in un 50% le probabilità di un attacco alleato nel [[golfo di Genova]], in un 40% quelle di un attacco nella Francia meridionale e in un 10% quelle di un attacco nel nord dell'Adriatico. Già dalla metà di giugno l'OB West si era reso conto che lo stallo in Normandia si sarebbe presto risolto a favore degli Alleati, e aveva avanzato le prime proposte di una ritirata generale delle truppe dalla Francia per difendere i confini della Germania; il coinvolgimento di diversi alti ufficiali di stanza a Parigi nel fallito [[attentato a Hitler del 20 luglio 1944]] portò a un clima di sospetto e paranoia verso le attività dell'OB West, e l'ordine di tenere ogni chilometro di territorio rimase in vigore. Per le forze dell'Heeresgruppe G di Blaskowitz la situazione iniziò a farsi fosca alla fine di luglio 1944: sfondato il fronte in Normandia, la [[Third United States Army]] piegò a est e avanzò parallelamente al corso della Loira in direzione della [[Senna]], minacciando sia di intrappolare le restanti forze tedesche in Normandia che di tagliare le linee di comunicazione con la Germania dell'Heeresgruppe G. Ai primi di agosto Blaskowitz propose un'immediata ritirata di tutte le sue forze dalla Francia centrale e meridionale: la 1. Armee doveva essere schierata sulla Senna per fermare lo sfondamento degli statunitensi, mentre la 19. Armee doveva ripiegare nella zona di [[Digione]] e crearvi una linea di difesa avanzata prima del confine franco-tedesco; la proposta venne respinta dall'alto comando, che su pressione di [[Adolf Hitler|Hitler]] decise invece di impiegare tutte le riserve disponibili per lanciare, il 7 agosto, un contrattacco per tamponare la falla aperta in Normandia ([[operazione Lüttich]]). Ad ogni modo, Blaskowitz andò avanti con la pianificazione della ritirata generale delle sue truppe: in particolare, il generale decise che in caso di sbarco alleato la sua unica riserva mobile, l'11. Panzer-Division, non sarebbe stata lanciata in alcun contrattacco alle spiagge dell'invasione ma sarebbe stata impiegata come forza di copertura per proteggere la ritirata generale dei tedeschi<ref>{{cita|Zaloga|pp. 32-33}}.</ref><ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 53-55}}.</ref>.
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== L'operazione ==
=== Azioni preliminari ===
[[File:Allied-airmen-destroyed-these-bridges-over-the-Rhone-River-at-Tarascon-391769137276.jpg|thumb|upright=1.2|I ponti sul Rodano a [[Tarascona]] distrutti dai bombardamenti aerei degli Alleati]]
La campagna aerea preliminare nel sud della Francia ebbe inizio ai primi di luglio, concentrandosi inizialmente in attacchi alle vie di comunicazione e in lanci di armi a favore dei partigiani; dal 10 agosto iniziarono gli attacchi diretti alle fortificazioni costiere e agli impianti [[radar]] tedeschi lungo tutta l'area compresa tra [[Sète]] e [[Genova]], azioni che videro circa {{M|5400}} sortite dei velivoli alleati con il lancio di {{M|6400}} tonnellate di bombe. Gli effetti dei bombardamenti furono amplificati dai sabotaggi messi in atto dai partigiani, scatenati alla massima forza: entro il 15 agosto erano stati distrutti 37 ponti (compresi cinque dei sei ponti principali sul Rodano), le linee ferroviarie della zona erano state interrotte in oltre quaranta punti, e le linee telefoniche e telegrafiche erano completamente saltate, al punto che il quartier generale dell'Heeresgruppe G a Tolosa riusciva a comunicare solo sporadicamente con l'OB West a Parigi. L'aggressività dei partigiani divenne tale che i tedeschi riuscivano a spostarsi fuori dalle città solo riuniti in gruppi numerosi e bene armati<ref>{{cita|Zaloga|p. 36}}.</ref><ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 96-97}}.</ref>.
Mentre la flotta di invasione andava ammassandosi davanti al litorale del Var, nelle ore che precedettero l'alba del 15 agosto furono condotte missioni diversive per sviare i tedeschi circa il luogo dello sbarco: una flottiglia di [[motosilurante|motosiluranti]] si diresse davanti Genova, un cacciatorpediniere e alcune unità leggere statunitensi manovrarono davanti La Ciotat e alcune [[cannoniera|cannoniere]] britanniche bombardarono [[Antibes]]; le unità simularono manovre di sbarco e trainarono riflettori dei segnali radar appesi a [[pallone aerostatico|palloni aerostatici]], in modo da apparire sugli schermi tedeschi come se fossero una grande flotta. Verso le 04:00 cinque aerei da trasporto della RAF rilasciarono una nube di ''[[chaff]]'' per accecare la rete radar tedesca, per poi lanciare una serie di manichini appesi a paracadute e generatori di rumore per simulare un lancio di paracadutisti nella zona di La Ciotat<ref>{{cita|Zaloga|pp. 36-38}}.</ref>. L'efficacia di questi stratagemmi fu tuttavia piuttosto bassa, e pochi specialisti radar e comandanti tedeschi si lasciarono ingannare<ref>{{cita|Clarke & Ross|p. 104}}.</ref>.
[[File:80-G-367887 (27954417674).jpg|thumb|left|upright=1.2|Le bocche da fuoco dell'incrociatore {{nave|USS|Quincy|CA-71|6}} in azione durante il bombardamento finale delle difese tedesche nelle zone di sbarco di Dragoon]]
Intorno alle 00:30 del 15 agosto la First Special Service Force assaltò le isole lungo il fianco occidentale della zona di invasione, scendendo a terra lungo tratti di costa rocciosi dopo essersi avvicinata a bordo di gommoni. Due reggimenti della FSSF sbarcarono sull'isola di Levant, ma l'azione fu inutile: la batteria di artiglieria tedesca qui segnalata si rivelò essere solo un simulacro costruito per sviare la ricognizione. La piccola guarnigione tedesca si asserragliò in un convento fortificato ma capitolò la sera di quello stesso 15 agosto, dopo aver lasciato 25 morti sul terreno e 110 prigionieri in mano agli Alleati. Il terzo reggimento della FSSF assaltò alla stessa ora l'isola di Port Cross, trovando una resistenza più determinata: gran parte dell'isola fu catturata il primo giorno, ma la guarnigione tedesca si trincerò in un vecchio forte francese e tenne duro nonostante i bombardamenti delle navi al largo; solo nella tarda mattinata del 17 agosto, dopo che la nave da battaglia {{nave|HMS|Ramillies|07|6}} si fu avvicinata per bombardare la postazione a distanza ravvicinata con i suoi cannoni da 381 mm, i tedeschi capitolarono lasciando 10 morti e 105 prigionieri in mano agli Alleati. Le perdite della FSSF ammontarono a 15 morti e 75 feriti. Nel frattempo, intorno alle 00:45 del 15 agosto, circa 80 Commandos d'Afrique della Romeo Force sbarcarono a Cap Nègre su fianco occidentale della futura testa di ponte: nonostante la forte corrente che spinse i mezzi da sbarco fuori rotta, i commando francesi assaltarono con successo le postazioni fortificate tedesche e catturarono l'artiglieria qui collocata, bloccando poi la strada costiera; respinto un contrattacco nemico sferrato alle 11:00 e inviato un distaccamento a occupare [[La Môle]] a circa tre chilometri nell'interno, i commando furono raggiunti dai reparti statunitensi alle 13:00. L'azione dei Commandos d'Afrique della Rosie Force sul fianco orientale fu invece un fallimento: 67 commando scesero a terra alle 01:40 sulla costa a sud di [[Théoule-sur-Mer]], ma quando cercarono di spostarsi verso l'interno finirono dentro un campo minato posato di recente; scoperti dai tedeschi, furono circondati e costretti ad arrendersi<ref>{{cita|Zaloga|pp. 38-39}}.</ref><ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 98-100}}.</ref>.
[[File:Two USAAF C-47A Skytrains.jpg|thumb|upright=1.2|Due aerei da trasporto [[Douglas C-47 Dakota/Skytrain|C47]] statunitensi in volo sulla Francia meridionale durante i lanci dei paracadutisti dell'operazione Dragoon]]
Intorno alle 03:30 gli aerei da trasporto iniziarono a lanciare gli esploratori paracadutisti che dovevano contrassegnare le zone di lancio per la 1st Airborne Task Force attorno a Le Muy. Gli aerei trovarono la zona immersa in una fitta [[nebbia]] e dovettero stimare approssimativamente la loro posizione: il risultato fu che solo tre delle nove squadre di esploratori (tutte britanniche) riuscirono a scendere nei punti previsti, le altre finirono disperse a distanze comprese tra otto e tredici chilometri dalle zone di lancio. La 1st Airborne Task Force iniziò i suoi lanci alle 04:30, con 396 aerei divisi in dieci ondate che trasportavano {{M|5600}} paracadutisti e 150 cannoni smontati; la nebbia e la mancanza di contrassegni sulle zone di atterraggio resero il lancio alquanto sparpagliato: solo un 40% dei reparti statunitensi atterrò entro un chilometro dal punto previsto, percentuale che nei reparti britannici, pure assistiti dagli esploratori, raggiunse un 60% circa. Quando, alle 06:00, arrivò l'alba, solo un 60% degli uomini delle prime ondate di paracadutisti si era radunato nei punti previsti attorno a Le Muy; gli ultimi dispersi riuscirono a ricongiungersi ai loro reparti solo sei giorni dopo il lancio. Gli arrivi dei primi alianti alle 08:15 furono ostacolati anch'essi dalla nebbia, e la maggior parte degli aerei che li rimorchiavano tornò indietro senza sganciarli; l'arrivo del quartier generale della 1st Airborne Task Force, sempre trasportato dagli alianti, iniziò alle 09:30 con un'ora di ritardo. La nebbia rimase persistente per tutto il giorno, ma con la luce del giorno e gli esploratori ora in posizione i lanci del pomeriggio furono molto più precisi: alle 18:00 gli aerei lanciarono praticamente alla perfezione altri 736 paracadutisti statunitensi, mentre l'atterraggio, a partire dalle 18:10, di circa 335 alianti raggiunse una precisione del 90% circa. In totale, gli Alleati sbarcarono dall'aria poco più di {{M|9000}} uomini ({{M|6400}} paracadutsti e {{M|2600}} truppe su alianti), con 213 cannoni e 221 veicoli leggeri<ref name=Zaloga-41>{{cita|Zaloga|pp. 39-41}}.</ref><ref name=Clarke-105>{{cita|Clarke & Ross|pp. 101-105}}.</ref>.
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=== Gli sbarchi ===
[[File:F6F USN launching from HMS Emperor (D98) 1944.jpg|thumb|upright=1.2|Il decollo di un caccia [[Grumman F6F Hellcat]] dal ponte di una portaerei britannica durante gli sbarchi]]
[[File:Débarquement provence saint-raphael ile d'or.jpg|miniatura|upright=1.3|Sbarco sulla spiaggia du Dramont, a [[Saint-Raphaël (Varo)|Saint-Raphaël]].]]▼
A partire dalle 05:50 del 15 agosto le forze aeree alleate iniziarono a martellare le difese tedesche nella zona di sbarco, con 900 attacchi di cacciabombardieri e 385 attacchi di bombardieri medi; nebbia e nubi basse ostacolarono anche queste operazioni: l'interdizione del campo di battaglia si rivelò efficace, ma pochi degli attacchi diretti alle postazioni di artiglieria andarono a segno. Ai velivoli si unirono i cannoni delle navi al largo, per quanto inizialmente facendo fuoco a stima a causa della copertura degli obiettivi data dalle nubi e dal fumo dei bombardamenti aerei; dopo le 07:30 la visibilità migliorò e il fuoco dei cannoni divenne più preciso: furono neutralizzati le principali difese sulle spiagge nonché distrutti gli ostacoli all'approdo dei mezzi da sbarco, per quanto il bombardamento non riuscì a distruggere la maggior parte dei campi minati posati dai tedeschi. I dragamine iniziarono ad aprire corridoi sicuri per i mezzi da sbarco a partire dalle 03:00, mentre le navi da trasporto andavano radunandosi nei punti previsti al largo delle spiagge; alle 07:15 alcune imbarcazioni cariche di esplosivo e pilotate a distanza furono inviate a far saltare gli ultimi ostacoli di calcestruzzo posti al largo delle spiagge, poi mezzi da sbarco carichi di [[lanciarazzi]] si avvicinarono per il bombardamento finale<ref>{{cita|Zaloga|p. 42}}.</ref><ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 97-98}}.</ref>.
Nel settore Alpha, i reparti di testa della 3rd Division toccarono terra poco prima delle 08:00 unitamente ad alcuni carri armati [[M4 Sherman]] in configurazione anfibia. La difesa tedesca era rappresentata da un Ost-Bataillon alquanto demotivato della 242. Infanterie-Division, che sparò solo pochi colpi di armi leggere prima di iniziare ad arrendersi in massa; la minaccia maggiore furono le mine, e due mezzi da sbarco affondarono davanti alla spiaggia con un bilancio di 60 morti tra i reparti imbarcati. Consolidate le posizioni sulla spiaggia i reparti si spinsero nell'interno, incontrando una certa opposizione vicino Cavalaire-sur-Mer che fu piegata verso le 10:30, mentre alle 14:00 l'interno della penisola di Saint-Tropez era stato ripulito dal nemico; due battaglioni si spinsero in direzione dell'abitato di Saint-Tropez, solo per scoprire che la città era stata in buona parte già liberata da una brigata di partigiani francesi a cui si erano unite due compagnie di paracadutisti statunitensi lanciate per errore nelle vicinanze. Gli ultimi tedeschi asserragliati nella cittadella medievale di Saint-Tropez si arresero alle 15:30, e in totale la 3rd Division catturò {{M|1627}} prigionieri nel corso del primo giorno. Anche l'attacco della 45th Division nel settore Delta, iniziato alle 08:00, incontrò scarsa opposizione: la zona era difesa da un battaglione e una batteria di artiglieria costiera della 242. Infanterie-Division, ma quando i mezzi da sbarco si avvicinarono alla riva furono accolti solo dal fuoco di un solitario cannone da 75 mm e di una postazione di mortai, unici sopravvissuti al bombardamento preliminare; entrambi furono ben presto messi a tacere dal fuoco dei cacciatorpediniere di appoggio, poi i tedeschi iniziarono ad arrendersi in massa. La guarnigione di Sainte-Maxime offrì un po' più di resistenza, ma capitolò alle 15:30 dopo un nuovo bombardamento navale; le unità statunitensi iniziarono subito ad addentrarsi sui rilievi del Massiccio dei Maures per andare a ricongiungersi ai paracadutisti a Le Muy, spingendosi in avanti per circa quattro chilometri e incontrando una resistenza trascurabile. Sul fianco destro dello sbarco, punti di resistenza tedeschi intorno a [[Saint-Aygulf]] bloccarono invece l'avanzata statunitense fino a sera<ref>{{cita|Zaloga|pp. 41-45}}.</ref><ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 108-113}}.</ref>.
[[File:LCVPs on a Baie de Cavalaire invasion beach, 15 August 1944 (80-G-59475).jpg|thumb|left|upright=1.2|Mezzi da sbarco [[Landing Craft, Vehicle, Personnel|LCVP]] statunitensi spiaggiati nella baia di Cavalaire]]
Le cose furono un po' più complicate nel settore Camel. La scelta del golfo di Fréjus come zona di sbarco fu alquanto infelice: la spiaggia pianeggiante che conduceva nella valle del fiume Argens e la presenza del piccolo porto di Saint-Raphaël rendevano la zona un obiettivo ovvio per uno sbarco, e tanto gli italiani quanto i tedeschi vi avevano realizzato importanti difese fortificate. Il golfo era protetto da sei batterie di cannoni da [[149/19 Mod. 1937|149/19]] di origine italiana (e in parte ancora serviti da artiglieri italiani), collocate tre a ovest e tre a nord-est dell'abitato di [[Fréjus (Francia)|Fréjus]], nell'interno alle spalle di Saint-Raphaël; a ovest del golfo, a Saint-Aygulf, vi era una batteria tedesca con quattro cannoni da 75 mm in [[casamatta|casematte]], mentre a est, a Cap du Dramond, la Kriegsmarine armava una batteria di tre cannoni da 150 mm alloggiati in bunker. Ad Anthéor nell'interno vi era una batteria antiaerea della Luftwaffe con una dozzina di cannoni da [[8,8 cm FlaK]]. Saint-Raphaël era difesa da un battaglione di fanteria della 242. Infanterie-Division suddiviso in vari capisaldi dotati di bunker, con un secondo battaglione di fanteria e un battaglione anticarro nei dintorni di Fréjus; il litorale a est di Saint-Raphaël era invece difeso da un Ost-Batallion della 148. Reserve-Division. Due reggimenti della 36th Division iniziarono lo sbarco alle 08:00 sulle spiagge Camel Green e Camel Blue, sui due lati del promontorio di Cap du Dramond: la resistenza dell'Ost-Batallion della 148. Reserve-Division si sgretolò non appena gli statunitensi toccarono terreno ma l'artiglieria tedesca cannoneggiò a lungo i reparti sbarcati, pur causando pochi danni essendo priva di osservatori che ne indirizzassero il tiro. Le forze statunitensi consolidarono rapidamente le loro posizioni sulle alture retrostanti la spiaggia, ma quando provarono a muovere su Saint-Raphaël per attaccare la città da dietro furono bloccate dalle postazioni fortificate tedesche<ref name=Zaloga-50>{{cita|Zaloga|pp. 45-50}}.</ref><ref name=Clarke-118>{{cita|Clarke & Ross|pp. 113-118}}.</ref>.
▲[[File:Débarquement provence saint-raphael ile d'or.jpg|miniatura|upright=1.
Il terzo reggimento della 36th Division doveva sbarcare nel primo pomeriggio a Camel Red, nel golfo di Fréjus. Alle 11:00 i dragamine che tentavano di ripulire la rotta di avvicinamento furono costretti a ritirarsi a causa del fuoco dell'artiglieria tedesca; alle 12:00 novanta bombardieri B-24 scaricarono 200 tonnellate di bombe direttamente sopra le postazioni tedesche del golfo, ma quando i dragamine tornarono alle 12:35 furono accolti ancora una volta da un forte fuoco di artiglieria. Nonostante un bombardamento preliminare di 45 minuti da parte delle navi alleate (una corazzata, due incrociatori e quattro cacciatorpediniere), quando alle 14:00 i mezzi da sbarco si portarono a sei chilometri dalla spiaggia furono subito oggetto di un intenso fuoco nemico; il [[capitano di vascello]] Leo Schulten, al comando della forza d'assalto, bloccò immediatamente l'operazione e chiese istruzioni al suo superiore, il comandante della TF87 [[contrammiraglio]] Spencer Lewis: quest'ultimo decise infine di annullare lo sbarco a Camel Red e le truppe furono dirottate a Camel Green dove sbarcarono incontrastate alle 15:15. La decisione di Schulten e Lewis fu poi criticata da Truscott in quanto causò ritardi nella progressione dei reparti, ma si ritiene che impedì il ripetersi di un altro sanguinoso massacro come quello di [[Omaha Beach]] durante lo sbarco in Normandia. Le perdite statunitensi registrate nel corso degli sbarchi del 15 agosto, per quanto difficili da definire con precisione, furono leggere: 95 morti e 385 feriti, mentre i prigionieri tedeschi catturati ammontarono a {{M|2300}}<ref name=Zaloga-50 /><ref name=Clarke-118 />. Secondo lo storico statunitense Samuel Eliot Morison, gli sbarchi erano stati «un esempio di un'operazione anfibia quasi perfetta dal punto di vista dell'addestramento, dei tempi, della cooperazione tra Esercito, Marina e Aeronautica, delle prestazioni e dei risultati»<ref>{{cita|Clarke & Ross|p. 122}}.</ref>.
=== La reazione tedesca ===
[[File:Le Muy, France. Paratroopers move along dusty country road toward their objective on D Day in Southern France. 15 August, 1944. (49354051542).jpg|thumb|left|upright=1.2|Paracadutisti statunitensi in marcia nella zona di Le Muy]]
I quartieri generali dell'Heeresgruppe G a Tolosa e della 19. Armee ad Avignone furono messi in allerta dalle manovre diversive alleate poco prima della mezzanotte del 15 agosto, ricevendo poi alle 04:30 rapporti di intelligence dal comando tedesco in Italia che segnalavano la partenza di aerei da trasporto carichi di paracadutisti. Rapporti preliminari circa i lanci attorno a Le Muy arrivarono ad Avignone intorno alle 06:00 ma, a causa della perdita dei contatti con il quartier generale del LXII. Armeekorps a Draguignan, Wiese ricevette notizie certe degli sbarchi solo alle 10:30. Dalle 08:00 in poi i sabotaggi dei partigiani interruppero del tutto le comunicazioni telefoniche tra il comando di Blaskowitz e quello di Wiese, mentre quelle radio si rivelarono alquanto precarie; in effetti, per tutto il 15 agosto Blaskowitz ricevette notizie dal fronte dell'invasione solo tramite l'OB West a Parigi, che a sua volta le riceveva dalla rete di comunicazioni navale della Kriegsmarine. Blaskowitz ordinò subito di ritirare truppe dalle coste occidentali e di instradarle in direzione della valle del Rodano: ufficialmente per preparare un contrattacco, in realtà per dare avvio a una ritirata generale. Nel frattempo, Wiese convocò il generale [[Richard von Schwerin]], comandante della 189. Reserve-Division in corso di trasferimento dalla zona a ovest del Rodano, e gli ordinò di assemblare tutte le truppe in grado di muovere in un ''[[Kampfgruppe]]'': abbastanza ottimisticamente, Wiese ordinò a Schwerin di avanzare lungo la valle dell'Argens, soccorrere il quartier generale del LXII. Armeekorps, distruggere i reparti aviotrasportati scesi a Le Muy e poi contrattaccare gli statunitensi sbarcati nel settore di Saint-Raphaël. Schwerin impiegò tutta la giornata del 15 agosto per mettere assieme battaglioni prelevati qui e là, fino a mettere in campo un reggimento piuttosto disorganizzato che si mise in marcia verso Le Muy alle 07:00 del 16 agosto. Mezz'ora dopo i tedeschi incapparono negli avamposti dei paracadutisti statunitensi a Les Arcs, dando inizio a una battaglia durata tutto il giorno: costantemente rinforzati da reparti e veicoli in arrivo dalle spiagge dello sbarco, gli statunitensi respinsero tutti gli attacchi e a sera il ''Kampfgruppe'' di Schwerin aveva perso metà delle truppe e la maggior parte dell'equipaggiamento pesante; approfittando del buio, i tedeschi si sganciarono e si ritirarono<ref>{{cita|Zaloga|pp. 50-51}}.</ref><ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 105-108}}.</ref>.
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=== Oltre la testa di ponte ===
[[File:Operation Dragoon - map.jpg|thumb|upright=1.3|Carta delle operazioni nel sud della Francia tra il 15 e il 28 agosto 1944]]
Gli ordini relativi alla 19. Armee prevedevano di far ripiegare verso nord il IV. Luftwaffen-Feldkorps lungo la sponda occidentale del Rodano e il LXXXV. Armeekorps (cui erano stati uniti i resti del LXII. Armeekorps dopo la perdita dei contatti con il suo quartier generale a Draguignan) lungo la sponda orientale; i resti della 242. Infanterie-Division dovevano difendere Tolone fino all'ultimo, mentre Marsiglia sarebbe stata tenuta dalla 244. Infanterie-Division; le unità del LXII. Armeekorps rimaste a est della zona di invasione (la 148. e la 157. Reserve-Division) dovevano ripiegare in direzione dell'Italia e attestarsi sulle Alpi. Blaskowitz e Wiese speravano di poter mettere in atto una ritirata ordinata, ripiegando a scaglioni su linee difensive prestabilite, ma la situazione volse al peggio sin dal subito. Intuendo la debolezza del nemico, già il 17 agosto Truscott aveva dato ordine al VI Corps di spingersi oltre le posizioni prefissate della Blue Line: a ovest della testa di ponte la 3rd Division, i commando francesi e un Combat Command dell'appena sopraggiunta 1re DB risalirono le vallate dei fiumi [[Real Martin]] e [[Gapeau]], infransero al resistenza di unità sparse della 242. Infanterie-Division e occuparono [[La Roquebrussanne]] il 18 agosto e [[Brignoles]] la mattina del 19 agosto; al centro, la 45th Division uscì fuori dalla zona di Le Luc - [[Vidauban]] e avanzò verso nord incontrando poca resistenza, raggiungendo [[Barjols]] il 10 agosto: l'avanzata sfondò la linea difensiva che la 19. Armee stava ancora cercando di formare, e portò avanti l'accerchiamento da nord di Tolone e Marsiglia. A est la 36th Division completò il rastrellamento della parte settentrionale della valle dell'Argens, spingendo unità da ricognizione verso nord e nord-est le quali non incontrarono alcuna resistenza significativa. Questi rapporti spinsero Truscott a far entrare in azione la sua forza di sfruttamento mobile, la TF Butler, la mattina del 18 agosto: dopo aver raggiunto la zona di Barjols seguendo il percorso della 45th Division, la task force proseguì verso nord avanzando di dieci chilometri fino a portarsi oltre il corso del fiume [[Verdon (fiume)|Verdon]] quel pomeriggio; il giorno successivo l'unità riprese la marcia verso nord-ovest, superò il corso del fiume [[Durance (fiume)|Durance]] e prese le cittadine di [[Sisteron]] e [[Digne-les-Bains]] entro la fine della giornata. La resistenza tedesca fu quasi inesistente: a Digne i 400-500 membri della guarnigione tedesca (poliziotti e personale di retrovia), isolati e sotto assedio da parte dei partigiani francesi fin dal 14 agosto, si arresero poco dopo l'arrivo dei primi reparti statunitensi<ref>{{cita|Zaloga|p. 57}}.</ref><ref>{{cita|Clarke & Ross|pp. 128-133}}.</ref>.
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