Liberty's: differenze tra le versioni

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Con un prestito di 2.000 sterline, ottenuto dal suo futuro suocero, accettò l'affitto di mezzo negozio al 218a di Regent Street con tre membri dello staff.
 
Il negozio aprì nel 1875 vendendo ornamenti, tessuti e ''oggetti d'arte'' [[Giapponismo|dal Giappone]] e dall'Oriente. In diciotto mesi aveva rimborsato il prestito e acquisito la seconda metà di 218 Regent Street. Man mano che l'attività cresceva, venivano acquistate e aggiunte proprietà vicine.<ref>{{Cita libro |lingua=en |cognome=Iarocci |nome=Louisa |titolo=Visual Merchandising: The Image of Selling |editore=Ashgate Publishing |anno=2013 |paginepp=120-128}}</ref>
 
Nel 1884, introdusse il dipartimento dei costumi, diretto da Edward [[William Godwin]] (1833-1886), un distinto architetto e membro fondatore della The Costume Society. Lui e Arthur Liberty crearono abbigliamento interno per sfidare le mode di [[Parigi]].
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L'emporio venne progettato da Edwin Thomas Hall e da suo figlio, Edwin Stanley Hall. Progettarono l'edificio al culmine della moda degli anni 1920 per il revival [[Stile Tudor|Tudor]]. Il negozio fu progettato attorno a tre pozzi di luce che costituivano il fulcro principale dell'edificio. Ciascuno di questi era circondato da stanze più piccole per creare un'atmosfera casalinga. Molte delle stanze avevano caminetti e alcune esistono ancora.
 
Lo storico dell'architettura [[Nikolaus Pevsner]] è stato molto critico nei confronti dell'architettura dell'edificio, dicendo: "La scala è sbagliata, la simmetria è sbagliata. La vicinanza a una facciata classica eretta allo stesso tempo dalla stessa ditta è sbagliata, e il viavai di un negozio dietro una facciata del genere (e sotto quei camini contorti dei Tudor) è il più sbagliato di tutti» <ref name="Cherry and Pevsner">{{Cita libro |autore=Bridget Cherry |autore2=[[Nikolaus Pevsner]] |titolo=The Buildings of England – London 1: The Cities of London and Westminster |edizione=3 |anno=1973 |editore=[[Penguin Books]] |città=London| paginap=579 |isbn=0-14-0710-12-4}}</ref>
 
Arthur Liberty morì nel 1917, sette anni prima del completamento dei suoi negozi.
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=== Anni 2000 ===
Il negozio londinese di Liberty è stato venduto per 41,5 milioni di sterline e poi riaffittato dall'azienda nel 2009, per saldare i debiti prima di una vendita.<ref>{{Cita news |ingualingua=en |cognome=Fletcher |nome=Nick |url=https://www.theguardian.com/business/marketforceslive/2010/mar/15/3|titolo=Retailer Liberty agrees sale of flagship store for £41.5m |pubblicazione=The Guardian |data=15 marzo 2010 |accesso=30 maggio 2013}}</ref> Successivamente, nel 2010, Liberty è stata rilevata dalla [[Private equity|società di private equity]] BlueGem Capital con un accordo del valore di 32 milioni di sterline.<ref>{{Cita news |lingua=en |cognome=Kollewe |nome=Julia |url=https://www.theguardian.com/business/2010/jun/28/liberty-department-store-new-owner |titolo=Liberty's new owner sets out plans for growth |pubblicazione=[[The Guardian]] |data=28 giugno 2010 |accesso=30 maggio 2013}}</ref>
 
Si prevedeva che il fatturato per il 2018 fosse di 133 milioni di sterline<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.theguardian.com/business/2019/feb/12/liberty-london-department-store-sale |titolo=Liberty London department store could be sold for £350m |sito=The Guardian |data=12 febbraio 2019}}</ref> con gran parte della sua crescita proveniente dalle collezioni del proprio marchio di tessuti, articoli per la casa, accessori e moda prêt-à-porter.