Adriano Guerrini: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Adriano Guerrini nasce
----[1] ''Scheda biografica di Adriano Guerrini'', in ''Adriano Guerrini tra l’antica cortesia e l’età di ferro'', [Atti del Convegno (Tiglieto, 7 ottobre 1989), a cura di Francesco De Nicola,] in “Resine”, n.s., [XIII], 44, aprile-giugno 1990, pp. 77-78; ma per la biografia del poeta si veda anche Francesco De Nicola, ''Lettere a (e di) Guerrini: progetti, realtà e delusioni di un poeta civile'' (''ibi'', pp. 45-63).
[2] Giorgio Caproni, ''Due doni di poesia'', in “La Fiera Letteraria”, 19 maggio 1957, pp. 1-2; ora in Id., ''Prose critiche'', edizione e introduzione a cura di Raffaella Scarpa, prefazione di Gian Luigi Beccaria, Aragno, Torino 2012 (Biblioteca Aragno), vol. II (1954-1958), pp. 813-817.
==Gli anni di ''Diogene'' e di ''Resine''==
Nel 1959, con
In questi anni, e poi sempre, Guerrini paga con un isolamento pressoché totale la sua posizione di uomo di sinistra (fra socialismo umanitario e
Nel 1968 Guerrini dedica al
----[1][1] Stefano Verdino, ''La stagione del “Diogene”'', in ''Coerenza e dispersione. Contributi per Gian Luigi Falabrino'', a cura di Franca Guelfi, Viennepierre, Milano 2000, pp. 23-45.
[2] Giorgio Bàrberi Squarotti, ''La poesia dei ‘Novissimi’'', in “Diogene”, III, 5, ottobre 1961, pp. 2-3.
[3] Adriano Guerrini, ''Confessioni'', in “Diogene”, III, 6, dicembre 1961, p. 14.
==Gli ultimi anni==
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Nel 1984 Allen D. Thompson, professore dell'[[Università di Hull]], lo invita a tenere alcune lezioni agli studenti per l'anno successivo, ma nella primavera del 1985 Guerrini è colpito da ictus e le lezioni sono prima rimandate all'autunno e infine annullate. Guerrini muore a [[Genova]] il 22 novembre 1986. I testi da lui preparati per le lezioni compaiono postumi, su ''Resine'' dell'ottobre-dicembre 1988, con il titolo ''Discorsi inglesi''.
LA POETICA E IL PENSIERO
Guerrini ha esposto la propria concezione della poesia nella ''Poetica breve'' conclusa nel 1954 ma data alle stampe solo nel 1982: concezione alla quale è rimasto poi fedele sino all’ultimo, come testimonia il testo della lezione tenuta il 20 aprile 1983 all’Università di Genova, ''Come si scrive una poesia'', stampato su “Resine” dell’aprile-giugno.[1]
Nella ''Poetica breve'' Guerrini individua l’elemento specifico della poesia nel “sentimento dell’infinito” (fisico e metafisico), nella “contemplazione infinitizzante” che investe i “contenuti umani”. Si tratta esplicitamente di una poetica romantica (“F. Schlegel affermava che la malinconia è il tratto caratteristico della poesia moderna o ‘romantica’. Il che – per noi è ormai chiaro – va esteso a tutta la poesia, la quale in questo senso è tutta sempre romantica”) dalle connotazioni fortemente religiose (“Però l’emozione poetica, in quanto ‘infinitizzante’, è da riconoscersi di natura profondamente religiosa”)anche se naturalmente non confessionali.[2]
A questa poetica sono ispirati i versi del primo Guerrini, da ''L’adolescente'' a ''Alti boschi'', da ''L’amore e il tempo'' a ''L’invito''; la situazione storica (l’urto con l’“età di ferro”) porta però presto il poeta a una poesia più cupa e tormentata (appunto ''Età di ferro'' e poi, in anni successivi, ''Jon il Groenlandese'', ''Ventotto poesie'' e ''Tanka'') che assumerà, nella lotta senza quartiere con la Neoavanguardia, i toni aspri della polemica letteraria e politica (''Polemica'', ''Poesie politiche'', ''Quindici poesie a qualcuno''), ormai lontani dalla “contemplazione infinitizzante” della ''Poetica breve''.[3]
Tutti i numeri di “Diogene” recano un’epigrafe dal ''De sapiente'' di Charles de Bouelles: “Sapienza non è che una certa umanità”. È un binomio, quello di ''uomo'' e ''ragione'', che per Guerrini entra a costituire tuttavia un inscindibile trinomio con ''poesia'': non per nulla da una parte l’autore dedica alcune pagine della ''Poetica'' ''breve'' al rapporto fra ''poesia'' – che è classicamente, ricorda Guerrini, un “sogno” in presenza di essa – e ''ragione''; e dall’altra si sofferma su quello fra ''poesia'' e ''umanità'', perché la poesia “certo è uno dei tramiti maggiori di ciò che un tempo si battezzò ''humanitas'', cioè della coltivazione dell’uomo nell’uomo”.[1]
----[1] Adriano Guerrini, ''Come si scrive una poesia'', p. 27.
----[1] Adriano Guerrini, ''Come si scrive una poesia'', in “Resine”, n.s., [V], 16, aprile-giugno 1983, pp. 17-28.
[2] Adriano Guerrini, ''Poetica breve'', «Resine» (Quaderni liguri di cultura) - Sabatelli, Savona 1982, pp. 44, 57.
[3] Paolo Zoboli, ''Introduzione'', in Adriano Guerrini, ''L’opera poetica'', a cura di Paolo Zoboli, Fondazione Giorgio e Lilli Devoto - Edizioni San Marco dei Giustiniani, Genova 2024, pp. IX-XVI.
== Opere ==
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