Torre Eiffel: differenze tra le versioni
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[[File:Caricature Gustave Eiffel.png|thumb|Caricatura pubblicata il 14 febbraio 1887 sul giornale ''Le Temps'' raffigurante [[Gustave Eiffel]] mentre sfiora con la mano destra la sommità della sua torre]]
Non tutti, tuttavia, erano così soddisfatti. Il settimanale ''L'illustration'', quando la torre iniziò a dotarsi di una propria fisionomia, tuonò sul progetto di Eiffel, ritenendolo «un faro, un chiodo, un candelabro [...] la cui costruzione non avrebbe mai dovuto essere permessa, ma che per i politici che ne hanno concepito l'idea rappresenta "il simbolo della civiltà industriale"». Gli eventi presero una piega ancora meno piacevole quando quarantasette tra gli artisti e intellettuali più prestigiosi del tempo, inquietati da quel colosso di ferro forgiato che cresceva giorno dopo giorno, decisero di mobilitarsi ''in extremis'' per bloccarne la costruzione. Fu così che il 14 febbraio venne sottoscritta una lettera traboccante d'ira, pubblicata sul giornale ''Les Temps'' e indirizzata al funzionario della municipalità di Parigi [[Adolphe Alphand]], nella quale si chiedeva di bloccare immediatamente la costruzione di quella «torre ridicola e vertiginosa che sovrasta Parigi come la gigantesca ciminiera di una qualsiasi fabbrica, schiacciando ogni cosa con la sua massa barbara e sinistra».<ref>{{cita|Jonnes|p. 34|JJ}}.</ref> Nella lettera, firmata dai pittori [[Ernest Meissionier]] e [[William-Adolphe Bouguereau]], l'architetto Garnier, gli scrittori [[Guy de Maupassant
{{citazione|Noi scrittori, pittori, scultori e architetti, a nome del buon gusto e di questa minaccia alla storia francese, veniamo a esprimere la nostra profonda indignazione perché nel cuore della nostra capitale si debba innalzare questa superflua e mostruosa Torre Eiffel, che lo spirito ironico dell'anima popolare, ispirata da un sano buon senso e da un principio di giustizia, ha già battezzato la [[Torre di Babele]]. La città di Parigi si assocerà veramente alle esaltate affaristiche fantasticherie di una costruzione meccanica - o di un costruttore - disonorandosi e degradandosi per sempre? [...] La Torre Eiffel, che neppure l'America, con la sua anima commerciale, ha l'audacia di immaginare, senz'alcun dubbio è il disonore di Parigi. Tutti lo sentono, tutti lo dicono, tutti ne sono profondamente rattristati, e noi non siamo che la debole eco di un'opinione pubblica profondamente e giustamente costernata. Quando gli stranieri visiteranno la nostra Esposizione protesteranno energicamente: "È dunque questo l'orrore che hanno creato i francesi per darci un'idea del loro gusto tanto magnificato?". [...] E per i prossimi vent'anni vedremo stagliarsi sulla città, ancora vibrante dell'ingegno dei secoli passati, vedremo stagliarsi come una macchia d'inchiostro l'odiosa ombra dell'odiosa colonna di metallo imbullonato.}}
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