Pentidattilo: differenze tra le versioni

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|Festivo = 29 giugno
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'''Pentidattilo''' (Πενταδάττυλο, ''Pentadáttylo'' nel [[dialetto greco-calabro]])<ref>{{cita web|url=https://dait.interno.gov.it/documenti/statuti/statuto-comune-rc-melito-di-porto-salvo.pdf|titolo=Art. 3, comma 1, Statuto comunale di Melito di Porto Salvo|altri=in relazione all'[http://www.altalex.com/index.php?idnot=34429#titolo art. 15, comma 4, d. lgs. 267/2000 (Testo Unico degli Enti Locali)]}}</ref> è una frazione del Comune di [[Melito Porto Salvo]], fino al 1811 fu un [[comune autonomo]], della [[città metropolitana di Reggio Calabria]]. Fino al 1811 fu un [[Comune autonomo]].
 
A partire dai primi anni del [[XXI secolo]], e senza fondati motivi, sempre più spesso, viene comunemente chiamato ''Pentedattilo'', malgrado già nei documenti di età moderna sia molto più frequentemente indicato come ''Pentidattilo'' (le tre vocali ''a'', ''e'', ed ''i'' nelle fonti storiche si alternano spesso a causa della pronuncia dialettale reggina); anche nei documenti contemporanei, così come nella segnaletica stradale, la grafia in realtà è sempre stata ''Pentidattilo''. La variante ''Pente-'' sembra ricalcare la grafia della parola ''cinque'' in greco moderno.
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La dominazione degli Alberti, nonostante i tragici eventi legati alla cosiddetta ''Strage degli Alberti'', durò fino al 1760 quando il feudo fu venduto ai [[Clemente]], già marchesi di [[San Luca (Italia)|San Luca]], e da questi ai [[Ramirez de Montalvo|Ramirez]] nel 1823.
 
Nel 1783 PentedattiloPentidattilo fu gravemente danneggiato da un devastante terremoto, e in seguito al sismaquale iniziò un costante flusso migratorio verso [[Melito Porto Salvo]] che perdurò sino al periodo [[risorgimento|risorgimentale]]; proprio a causa dello spopolamento nel 1811 il comune fu trasferito a [[Melito Porto Salvo]] e PentidattilloPentidattilo ne divenne frazione.
 
Dal 1904 e per 17 anni [[Gaetano Catanoso]] fu parroco del piccolo centro di Pentidattilo e si dedicò diligentemente alla sua opera di pastore. Da qui promosse l'Opera dei Chierici Poveri e la devozione al Volto Santo per la quale diede vita alla omonima Confraternita nel 1919.
 
A metà degli [[anni 1960|anni sessanta]] del XX secolo il paese fu completamente abbandonato e tale rimase fino ai primi anni 1980, quando fu riscoperta da giovani ed associazioni. Iniziò così un lento cammino di recupero ad opera di volontari provenienti da tutta [[Europa]].
 
=== La strage degli Alberti ===
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Il barone Abenavoli, grazie a vari espedienti e appoggi, riuscì a sfuggire alle truppe del Viceré insieme ad Antonietta e, dopo aver affidato la moglie ad un convento, scappò prima a [[Malta]] ed in seguito a [[Vienna]] dove entrò nell'esercito austriaco. Nominato capitano, fu ucciso da una palla di cannone durante una battaglia navale il 21 agosto 1692.
 
Antonietta Alberti, il cui matrimonio con Bernardino fu annullato dalla Sacra Rota nel 1690 perché contratto per effetto di violenza, finì i suoi giorni nel convento di clausura di [[Reggio Calabria]], consumata dal dolore e dell'angoscia di essere stata lei l'involontaria causa dell'eccidio della sua famiglia. Uno dei pochi superstiti fu Luca Alberti, di soli 17 anni, fondatore dell'[[Alberti|omonima famiglia]] nobile che si insediò nei territori Siciliani e che morì di tubercolosi nel 1734. La storia della ''Strage degli Alberti'' nel corso dei secoli ha dato origini a varie leggende e dicerie. Una di queste afferma che un giorno l'enorme mano si abbatterà sugli uomini per punirli della loro sete di sangue. Un'altra dice che le torri in pietra che sovrastano il paese rappresentano le dita insanguinate della mano del barone Abenavoli (per questo motivo Pentidattilo è stata più volte indicata come ''"la mano del [[Diavolo]]"''). Un'altra infine narra che la sera, in inverno, quando il vento è violento tra le gole della montagna si riescono ancora a sentire le urla del marchese Lorenzo Alberti, mentre nelle sere di sola luna piena, si possono udire lamenti provenire dall'alto della montagna: probabilmente si tratta dei morti che, dall'aldilà, reclamano vendetta.
 
==Omaggi==