Documentario: differenze tra le versioni
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A partire dal secondo dopoguerra, lo sviluppo di nuovi mezzi di comunicazione e soprattutto l'evoluzione tecnica delle macchine da ripresa che godettero di una drastica riduzione di pesi, ingombri e rumorosità (fino alla registrazione digitale di fine XX secolo che ha eliminato l'uso della pellicola unendo anche una estrema miniaturizzazione), hanno permesso la evoluzione del documentario finalmente girato in vera presa diretta grazie anche all'uso di apparecchi audio portatili e sincronizzabili [[Nagra (azienda)|Nagra]]. Nasceva pertanto in questo periodo il cinema "verità" che ottimizzava le nuove tecnologie in quanto non necessitava di numeroso personale logistico e godeva del vantaggio della immediatezza e della sorpresa. Se ne avvantaggiò soprattutto il mezzo televisivo con la creazione di documentari giornalistici sotto forma di [[reportage]] o inchiesta. Sempre nell'ambito del documentario in presa diretta gli anni delle contestazioni studentesche portarono allo sviluppo del cinema militante di interesse politico e tendenze manifestatesi a partire dagli anni settanta legate a un cinema riflessivo, che si possono ordinare in alcune categorie: il film di montaggio, il film autobiografico e diaristico, il film-saggio.<ref name="Trec" />.
L'interesse delle maggiori case di produzione verso il mezzo televisivo, portatore di altissimi ricavi e immediata eccezionale notorietà, portò anche alla creazione di documentari di carattere scientifico e divulgativo nati specificamente per la esclusiva trasmissione televisiva. Ebbero eccezionale successo i documentari sulle ricerche e le esplorazioni di [[Jacques-Yves Cousteau]] e le divulgazioni di [[David Attenborough|David Frederick Attenborough]]. In Italia la diffusione del documentario televisivo ha un nome di spicco, il giornalista [[Piero Angela]]. Oggi la gran parte dei film documentari
Data la quasi esclusiva presenza dei documentari divulgativi sui canali televisivi, la natura dei documentari cinematografici ha subito negli anni una profonda trasformazione, assumendo la forma del film-documentario (detto anche docufilm, in inglese "nonfiction film"). Nato e pensato per la distribuzione nei cinema, esalta l'aspetto artistico e drammaturgico, spesso con particolare virtuosismo sia nella fotografia che soprattutto nella sceneggiatura, nel montaggio e nell'analisi critica e autoriale dei contenuti. Ritenuti ormai film con pari dignità delle pellicole di [[fiction]] concorrono nei concorsi e festival cinematografici non solo nella categoria specifica, ma spesso anche per i riconoscimenti più alti in competizione con il cinema attoriale tradizionale. È inoltre considerato l'ambito dove è possibile la maggior ricerca di nuove forme di sperimentazione espressiva.<ref name="Trec">{{Treccani|documentario_(Enciclopedia-del-Cinema)|accesso=2016-05-13}}</ref> Eccellenti esponenti nella realizzazione di film-documentario e della sua progressiva evoluzione sono: l'antesignana [[Leni Riefenstahl]] ([[Il trionfo della volontà]], [[Olympia (film 1938)|Olympia]]), [[Alain Resnais]] ([[Notte e nebbia]]), [[Louis Malle]] ([[Il mondo del silenzio]]), [[Wim Wenders]] ([[Il sale della terra (film 2014)|Il sale della terra]]), [[Werner Herzog]] ([[Grizzly Man]], [[Encounters at the End of the World]]), [[Claude Lanzmann]], ([[Shoah (film)|Shoah]], [[L'ultimo degli ingiusti]]), [[Michael Moore]] ([[Bowling a Columbine]]) e l'italiano [[Gianfranco Rosi (regista)|Gianfranco Rosi]] ([[Fuocoammare]]).
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