Winston Churchill: differenze tra le versioni
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In seguito alla sconfitta dei conservatori nelle elezioni del 1945, Churchill divenne leader dell'opposizione, mantenendo un grande prestigio internazionale; si dimise dalla carica nel 1955, rimanendo comunque parlamentare fino al 1964. Alla sua morte, la [[Elisabetta II del Regno Unito|regina Elisabetta]] gli concesse gli onori dei [[funerali di Stato]], ai quali parteciparono un gran numero di statisti.
Per l'attività di storico e scrittore portata avanti durante tutta la vita ricevette anche il [[premio Nobel per la letteratura]] nel 1953. Protagonista di primo piano delle vicende politiche britanniche e internazionali per oltre cinquant'anni, Churchill è tra le figure politiche più significative del [[XX secolo]]. La storiografia ritiene Churchill il più grande premier britannico di quest'epoca, per la guida del Paese nel corso del secondo conflitto mondiale, la sua abilità parlamentare e la sua dedizione agli interessi della nazione<ref>Eugene L. Rasor, Winston S. Churchill, 1874-1965: A Comprehensive Historiography and Annotated Bibliography, Greenwood Pub Group, 2000.</ref>. Fu l'ultimo fautore del Regno Unito quale potenza globale: le politiche da lui intraprese nei confronti degli [[Stati Uniti d'America]], dell'[[Unione Sovietica]] e del [[Europa|continente europeo]] hanno portato benefici di lungo termine al Regno Unito. La sua memoria rimane oggetto di elogi e critiche e il dibattito intorno alla sua complessa eredità resta acceso<ref name="Churchill_hero_villain">{{Cita news | url=http://www.theweek.co.uk/people/62209/winston-churchill-greatest-british-hero-or-a-warmongering-villain |titolo=Winston Churchill: greatest British hero or a warmongering villain?|sito=[[The Week (settimanale britannico)|The Week]] |data=23 gennaio 2015 | accesso = 20 settembre 2022 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150125213009/http://www.theweek.co.uk/people/62209/winston-churchill-greatest-british-hero-or-a-warmongering-villain | dataarchivio = 25 gennaio 2015 | urlmorto = sì}}</ref>.
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Avendo avuto presentimento dello scoppio della [[seconda guerra boera]], Churchill salpò da [[Southampton]] per il [[Sudafrica]] come corrispondente per il ''[[Daily Mail]]'' e il ''[[Morning Post]]''<ref>{{Cita|Martin Gilbert 1991|pp. 105-106}}.</ref>. Sbarcato a [[Città del Capo]] raggiunse il fronte a [[Ladysmith]], allora assediata dalle truppe boere<ref name="ReferenceC">{{Cita|Martin Gilbert 1991|pp. 107-110}}.</ref>. Tra i corrispondenti di guerra britannici era presente anche la zia di Churchill, lady Sarah Wilson, una delle prime donne della storia ad aver svolto questa professione<ref>S. J. Taylor (1996). The Great Outsiders: Northcliffe, Rothermere and the Daily Mail. Weidenfeld & Nicolson.</ref>. Durante un viaggio in treno verso Colenso, nella provincia del [[KwaZulu-Natal]], il convoglio venne attaccato dai boeri e Churchill fu catturato e internato in un campo di prigionia a [[Pretoria]]<ref name="ReferenceC"/>. Autrice della cattura fu la [[Legione Volontaria Italiana]], guidata da [[Camillo Ricchiardi]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Martina E.|cognome=Will|data=1997-01|titolo=Review of Toit, Brian Du, Colonia Boer: An Afrikaner Settlement in Chubut, Argentina|editore=H-LatAm, H-Review|lingua=en|accesso=2023-07-21|url=https://www.h-net.org/reviews/showrev.php?id=790}}</ref>. Tuttavia in dicembre, Churchill e altri due prigionieri riuscirono a evadere attraverso i bagni del campo. Si nascose dapprima in un treno abbandonato e poi in una miniera appartenente a un simpatizzante dei britannici. Ricercato dai boeri, Churchill riuscì infine a nascondersi su un convoglio che lo portò al sicuro nell'[[Africa Orientale Portoghese]] (odierno [[Mozambico]])<ref>{{Cita|Martin Gilbert 1991|pp. 115-120}}.</ref>.
Da qui si imbarcò per [[Durban]], dove scoprì che la sua evasione lo aveva reso famoso<ref>{{Cita|Martin Gilbert 1991|p. 121}}.</ref>. Invece di tornare in patria, Churchill preferì essere assegnato come tenente nel reggimento dei South African Light Horse e in questa veste si unì alle truppe del generale [[Redvers Buller]] che sconfissero i boeri a [[Assedio di Ladysmith|Ladysmith]] e presero [[Pretoria]]<ref>{{Cita|Martin Gilbert 1991|pp. 121-122}}.</ref>, segnando la vittoria britannica nel conflitto. Nei suoi scritti durante la campagna, Churchill criticò aspramente l'ostilità britannica verso i [[boeri]], invocando invece un trattamento generoso degli sconfitti e una pace rapida<ref name="Gilbert125" />. Churchill e suo cugino, il [[Charles Spencer-Churchill, IX duca di Marlborough|duca di Marlborough]], entrarono a [[Pretoria]] alla testa delle truppe britanniche e ottennero la resa di 52 guardie boere dei campi di prigionia<ref name="ReferenceD">{{Cita|Roy Jenkins 2001|pp. 62-64}}.</ref>. Dopo la vittoria, Churchill tornò a [[Città del Capo]] e da lì, in luglio, salpò per
=== Primi anni di carriera politica (1900-1919) ===
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[[File:Winston Churchill 1899.jpg|miniatura|sinistra|verticale|Churchill al momento del suo ingresso in Parlamento nel 1900]]
Forte della popolarità conseguita nel conflitto sudafricano, Churchill venne eletto per il seggio di Oldham alle [[Elezioni generali nel Regno Unito del 1900|elezioni generali del 1900]], le ultime dell'[[età vittoriana]], nota anche come "Khaki election" ([[elezione khaki]]), per il decisivo vantaggio dato ai Tories dalla vittoria nella guerra boera<ref>{{Cita|Roy Jenkins 2001|p. 101}}.</ref>. Tuttavia, non prese parte alla cerimonia di apertura del Parlamento del dicembre 1900, ma si dedicò a un tour di conferenze in [[Gran Bretagna]] e negli [[Stati Uniti d'America]]. Grazie al successo del tour di conferenze negli USA e alla prolifica attività di collaborazione con giornali e riviste riuscì a guadagnare la somma di 10 000 [[sterline]], equivalenti a circa 500 000 sterline nel
[[File:ChurchillGeorge0001.jpg|miniatura|verticale|I "gemelli terribili" (''Terrible Twins'') Lloyd George e Churchill nel 1907]]
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Presentato al teorico riformista [[William Beveridge]] da [[Beatrice Webb]], Churchill chiamò Beveridge a collaborare con lui nel ''Board of Trade''<ref name="cita-Holmes-2005-p176">{{Cita|Holmes 2005|p. 176}}.</ref>. Ispirato da quest'ultimo, Churchill promosse molte riforme sociali, come l'istituzione del salario minimo (tramite il ''Trade Boards Act'' del 1909) e il limite della giornata lavorativa a otto ore per i minatori (''Mines Act'' del 1908). Con il ''Labour Exchanges Act'' (1909) istituì uffici di collocamento per la ricerca di impiego<ref>{{Cita|Roy Jenkins 2001|pp. 107-108}}.</ref>.
Churchill svolse anche un ruolo chiave nel sostenere [[David Lloyd George|Lloyd George]] e le due grandi riforme del governo Asquith, il cosiddetto ''People's Budget'' e il ''Parliament Act'' del 1911. Il People's Budget proposto da Lloyd George consisteva in una grande riforma fiscale volta a tassare la rendita fondiaria per finanziare un vasto programma assistenziale per i ceti più disagiati e le spese militari rese necessarie dal rafforzamento della [[Impero tedesco|Germania]]<ref>{{Cita|William Manchester 1988|p. 111}}.</ref>. Il Budget era ispirato alle teorie dell'economista [[Henry George]]<ref>Lee, Geoffrey. The People's Budget, An Edwardian Tragedy (2008)</ref> e mirava a colpire soprattutto la rendita fondiaria. Churchill si impegnò attivamente nella campagna presiedendo la "Budget League"<ref>{{Cita|Roy Jenkins 2001|p. 109}}.</ref> e nelle due elezioni generali che si susseguirono nel gennaio e nel dicembre 1910 vinte dai liberali. I discorsi di Churchill fecero uso di una forte retorica [[georgismo|georgista]]<ref name=liberalism>W. Churchill, ''Liberalism and the Social Problem'', 1909</ref>; la proprietà della terra era la fonte di tutti i monopoli<ref group="Nota">Camera dei Comuni, 4 maggio
[[File:Winston-Churchill1911.jpg|miniatura|sinistra|verticale|Churchill alla sua scrivania nel 1911]]
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{{vedi anche|Carriera politica di Winston Churchill (1900-1939)#Prima guerra mondiale (1914-1918)|Campagna di Gallipoli}}
{{citazione|Dio protegga noi e la nostra antica eredità. Sai quanto sarei pronto e fiero di rischiare, o offrire se necessario, la mia intera esistenza per mantenere grande e famoso, prospero e libero questo Paese.<ref>{{en}}Martin Gilbert, ''Churchill'' p. 136</ref>|Churchill alla moglie [[Clementine Hozier|Clementine]],
[[File:WinstonChurchill1916Army.gif|miniatura|sinistra|verticale|Churchill (al centro) al comando del VI battaglione dei Royal Scots Fusiliers, 1916]]
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==== Ministro della guerra ====
{{citazione|La vittoria era arrivata, dopo tutti i rischi e le paure, in modo assoluto e totale; tutti i re e imperatori contro cui avevamo lottato erano in fuga o in esilio, i loro eserciti e le loro flotte distrutti o vinti. In tutto ciò la Gran Bretagna aveva svolto un ruolo rilevante e fatto del suo meglio, dal principio alla fine.<ref>{{en}}Martin Gilbert, ''Churchill'' p. 205</ref>|Winston Churchill,
[[File:Churchill and Pershing in London for Victory Parade July 1919 IWM Q 67721.jpg|miniatura|Churchill con il generale [[John Pershing]] a Londra durante la Parata della Vittoria (1919)]]
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La conferenza presieduta da Churchill fu alla base dell'assetto politico del [[Medio Oriente]] ancora esistente a un secolo di distanza. Trovandosi a dover concretizzare le decisioni prese da Lloyd George e dagli altri leader alleati a Sanremo, Churchill si prefisse l'obiettivo prioritario di organizzare un progressivo ma rapido disimpegno britannico dalla regione<ref name="Cath75"/>, stabilendo comunque un assetto che garantisse gli interessi britannici. Il [[Libano]] e la [[Siria]], definiti nei loro confini attuali, rimasero sotto mandato [[Francia|francese]]. Vennero anche tracciati i confini dell'[[Regno dell'Iraq|Iraq]], unendo i precedenti ''[[vilayet]]'' ottomani di [[Bassora]], [[Baghdad]] e [[Mosul]]<ref name="Catherwood">{{Cita|C. Catherwood|''Churchill's Folly: how Winston Churchill created Iraq'' 2004}}.</ref>, e della [[Giordania]], affidati rispettivamente ai fratelli [[Faysal I re d'Iraq|Faysal]] e [[Abd Allah I di Giordania|Abdullah]] della [[Hashemiti|dinastia hashemita]], imparentata con [[Maometto]]. In particolare, Churchill fu il principale artefice della [[Giordania]] attuale e sotto il suo mandato venne definito il confine tra [[Giordania]] e [[Arabia Saudita]], detto per questo "Winston's Hiccup" (il singhiozzo di Winston)<ref name="Jacobs">{{Cita|Frank Jacobs| ''Winston's Hiccup'' New York Times 6 marzo 2012}}.</ref>. Il padre dei due nuovi sovrani, lo sceriffo [[al-Husayn ibn Ali (sceriffo della Mecca)|Husayn]] di [[La Mecca]] divenne re dello [[Hegiaz|Hejaz]] e [[Abd al-Aziz dell'Arabia Saudita|Abdul Aziz ibn Saud]], fondatore della [[dinastia saudita]], vide riconosciuto il suo controllo sulla regione del [[Najd]], strappata agli ottomani<ref name="Catherwood"/>, nucleo dell'attuale [[Arabia Saudita]]. Churchill avrebbe anche favorito la creazione di uno Stato cuscinetto [[Curdi|curdo]] tra [[Iraq]] e [[Turchia]], ma incontrò la ferma opposizione di Feysal, appoggiato da [[Percy Cox]], che suggerì di inglobare il Kurdistan, con i suoi giacimenti petroliferi, nel Regno dell'Iraq<ref>L. Meho, ''The Kurds and Kurdistan: A Selective and Annotated Bibliography'' 1968 p. 178</ref>.
Un altro tema cruciale che Churchill dovette affrontare al Cairo fu quello di conciliare le promesse fatte
{{citazione|Vivere in Palestina significava, a questo punto, far parte di un'unità geopolitica più coesa che in passato [...] In attesa dell'approvazione internazionale dello status della Palestina, avvenuta nel 1923, il governo britannico ne negoziò l'assetto confinario definitivo, creando in tal modo uno spazio più precisamente delimitato [...] e inducendo nella popolazione che in questo spazio viveva un senso di appartenenza più marcato. L'assetto confinario finale tornò utile al movimento sionista per definire, anche geograficamente, il concetto di Eretz Yisra'el.<ref>C. Vercelli ''Storia del conflitto israelo-palestinese''</ref>}}
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Nel medesimo solco, allo scopo di non isolare il Regno Unito, Churchill appoggiò la politica del non intervento nella [[guerra civile spagnola]] e sostenne anche il [[patto Hoare-Laval]], che mirava a conciliare le ambizioni italiane sull'[[Etiopia]] tramite la mediazione franco-britannica<ref>Taylor, A.J.P. Beaverbrook Hamish Hamilton 1972 p. 375</ref>, in contrasto con l'intransigenza mostrata dal giovane ministro degli Esteri [[Anthony Eden]], successore di Hoare.
Con riferimento alla situazione dell'Estremo Oriente, nel 1931, Churchill aveva criticato la posizione della [[Società delle Nazioni|Lega delle Nazioni]] che si opponeva ai giapponesi in [[Manciuria]]: "Spero che in Inghilterra cercheremo di capire la posizione del [[Giappone]], uno stato antico [...] Da un lato hanno la minaccia oscura della Russia sovietica. Dall'altro il caos della Cina"<ref>cit. in Rhodes James, p. 329</ref>. Anche questa posizione riecheggiava scelte tattiche già assunte dalla politica estera edoardiana:
A partire dal 1935, sulla base della comune opposizione al nazismo, Churchill recuperò anche un positivo rapporto con le sinistre e il mondo sindacale, che si era interrotto dopo il grande sciopero del 1926. In quell'anno si unì all{{'}}''Anti-Nazi Council'', un comitato formatosi nel 1933 e nel quale [[Hugh Dalton]], del partito laburista e [[Walter Citrine]], presidente del Trades Union Congress, erano i maggiori esponenti<ref>Ponting 1995, 380</ref>.
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{{citazione|Anche se un gran numero di antichi e famosi Paesi sono caduti o possono cadere nelle grinfie della [[Gestapo]] e di tutto l'odioso apparato del dominio nazista, noi non capitoleremo. Andremo avanti fino alla fine. Combatteremo in Francia, combatteremo sui mari e sugli oceani, combatteremo con crescente fiducia e crescente forza nell'aria, difenderemo la nostra isola, qualunque possa essere il costo. Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sulle piste d'atterraggio, combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline. Non ci arrenderemo mai. E anche se, cosa che non voglio credere neanche per un momento, l'isola o gran parte di essa fosse soggiogata e affamata, il nostro [[Impero britannico|Impero]] al di là dei mari, armato e sorvegliato dalla [[Royal Navy|flotta britannica]], porterebbe avanti la lotta finché, quando sarà il momento, il Nuovo Mondo, con tutto il suo potere e la sua forza, si farà avanti per la salvezza e la liberazione del vecchio<ref>{{en}}https://www.winstonchurchill.org/resources/speeches/1940-the-finest-hour/we-shall-fight-on-the-beaches/</ref>|Winston Churchill alla [[Camera dei Comuni (Regno Unito)|Camera dei Comuni]], [[3 giugno]] [[1940]]}}
[[File:Winston Churchill As Prime Minister 1940-1945 H7233.jpg|miniatura|sinistra|Churchill con il generale [[Władysław Sikorski]] (alla sua destra), capo del governo polacco in esilio e [[Charles de Gaulle]] nel
Il 10 giugno, Churchill si incontrò nuovamente con i comandi francesi, per incitarli alla resistenza a oltranza in [[Bretagna]]; "È possibile che i nazisti dominino l'Europa, ma sarà un'Europa in rivolta"<ref name="ReferenceF">{{Cita|Martin Gilbert 1991|p. 302}}.</ref>. Quando seppe che i francesi stavano evacuando [[Parigi]] urlò: «All'inferno!»<ref name="ReferenceF" />. Il presidente del Consiglio [[Paul Reynaud]] e [[Charles de Gaulle]] erano con Churchill, ma [[Maxime Weygand|Weygand]] e [[Philippe Pétain|Pétain]] "senile, passivo e disfattista"<ref>{{Cita|Martin Gilbert 1991|p. 300}}.</ref> volevano negoziare la resa. Il ministro dell'Interno francese [[Georges Mandel]] definì Churchill "l'energia e la sfida in persona. L'unico raggio di sole sul suolo francese"<ref>{{Cita|Martin Gilbert 1991|pp. 303-304}}.</ref>. Un'ultima volta Churchill esortò Reynaud: «Non cedete al nemico! Continuate a combattere!»<ref>{{Cita|Martin Gilbert 1991|p. 304}}.</ref>, ma il 16 giugno la Francia capitolò. Il 18 giugno tenne un altro dei suoi discorsi storici, quello sull'"ora più bella":
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{{citazione|[[Mai così tanti dovettero così tanto a così pochi]].<ref>{{en}}Rupert Hart-Davis, Halfway to Heaven: Concluding memoirs of a literary life, Stroud Gloucestershire, Sutton, 1998</ref>}}
Per razionalizzare al massimo lo sforzo bellico, Churchill creò e assunse su di sé la posizione aggiuntiva di ministro della Difesa, il che lo rese il più potente primo ministro di guerra nella storia britannica<ref>Blake, Robert (1993). "How Churchill Became Prime MInister". In Blake, Robert B.; Louis, William Roger. Churchill. Oxford: Clarendon Press. pp. 264, 270–71</ref>. Immediatamente nominò il suo amico e confidente, industriale e magnate dell'editoria [[Max Aitken, I barone di Beaverbrook|Lord Beaverbrook]], responsabile della produzione aeronautica e nominò il fisico e amico [[Frederick Lindemann]] consulente scientifico del governo. L'acume aziendale di Beaverbrook consentì
L'11 novembre ebbe luogo il primo importante successo militare britannico con l'[[Notte di Taranto|attacco alla base navale di Taranto]], nel corso del quale vennero affondate tre corazzate italiane e il 14 Churchill telegrafò ad [[Archibald Wavell, I conte Wavell|Archibald Wavell]]:« ''È arrivato il momento di assumerci rischi e colpire gli italiani per terra, cielo e mare''»<ref name="Gilbert313">{{Cita|Martin Gilbert 1991|p. 313}}.</ref>. Quella stessa notte ebbe luogo il più pesante bombardamento subito dalla [[Gran Bretagna]] fino a quel momento, che colpì la città di [[Bombardamento di Coventry|Coventry]]: l'intero centro cittadino e la cattedrale vennero rasi al suolo e le vittime civili furono 568<ref name="Gilbert313"/>. Nei giorni seguenti vennero nuovamente colpite [[Londra]] e [[Birmingham]]. Per rappresaglia tra il 16 e il 18 novembre furono bombardate [[Berlino]] e [[Amburgo]], con 233 morti totali<ref>{{Cita|Martin Gilbert 1991|p. 314}}.</ref>.
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[[File:Women at War 1939 - 1945 TR680.jpg|miniatura|sinistra|Donne in guerra: Clementine Churchill, moglie di Winston, ispeziona le ausiliarie del Servizio Territoriale nel 1941]]
Continuarono invece a giungere buone notizie dal [[Nordafrica]], dove l'[[Operazione Compass|offensiva di Wavell]] travolse le truppe italiane in [[Libia]] facendo in poche settimane centinaia di migliaia di prigionieri<ref name="Gilbert315">{{Cita|Martin Gilbert 1991|p. 315}}.</ref>. L'11 febbraio [[1941]] Churchill scrisse ai capi di Stato maggiore che intendeva fare della [[Cirenaica]] l'"inizio di un'Italia libera"<ref name="Gilbert315"/> sostenuta
Per tutto il corso del 1941 proseguirono incessanti i bombardamenti tedeschi sulle città inglesi. La sera del 14 aprile un attacco su [[Londra]] uccise più di mille persone<ref name="Gilbert316">{{Cita|Martin Gilbert 1991|p. 316}}.</ref>. Il 23 aprile la quindicenne principessa [[Elisabetta II del Regno Unito|Elisabetta]] scrisse a Churchill: «Temo che ultimamente abbiate passato momenti molto difficili, ma sono certa che presto le cose cominceranno a migliorare»<ref name="Gilbert316"/>. A maggio i bombardamenti tedeschi si intensificarono, anche in considerazione dell'ormai prossimo attacco tedesco all'[[Unione Sovietica|URSS]]: Hitler intendeva aumentare la pressione sugli inglesi per indurli alla resa in modo da chiudere il fronte occidentale, per avere mano libera
{{citazione|Nessun uomo avveduto e previdente può dubitare della sconfitta finale e totale di Hitler e Mussolini, alla luce della comune, dichiarata determinazione delle democrazie inglese e americana. Insieme abbiamo la maggior ricchezza e più risorse tecniche e produciamo più acciaio del resto del mondo messo insieme. Non permetteremo che dittatori criminali calpestino la causa della libertà o arrestino la marcia del progresso del mondo.<ref name="Gilbert317">M. Gilbert 1991 p. 317</ref>|Winston Churchill [[28 aprile]] [[1941]]}}
In aprile i nazisti avevano invaso in poche settimane la [[Invasione della Jugoslavia|Jugoslavia]] e la [[Operazione Marita|Grecia]]. Churchill continuò a guidare il suo Paese con mano ferma. Il 7 maggio dichiarò alla Camera dei Comuni:
{{citazione|Sono certo che non dobbiamo temere la tempesta. Che infuri, che muggisca. Ne usciremo indenni.<ref name="Gilbert317"/>|Winston Churchill alla [[Camera dei Comuni (Regno Unito)|Camera dei Comuni]], [[7 maggio]] [[1941]]}}
Tra aprile e giugno del
In [[Nordafrica]], dopo l'avanzata di [[Erwin Rommel]] fino al confine con l'[[Egitto]], gli italo-tedeschi furono fermati dal maresciallo [[Bernard Law Montgomery|Montgomery]] alla [[seconda battaglia di El Alamein]] (23 ottobre-3 novembre 1942), che segnò la svolta della campagna in Nordafrica in favore degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]. Il 10 novembre 1942, Churchill, annunciando la vittoria nella campagna d'Egitto alla [[Mansion House (Londra)|Mansion House a Londra]], pronunciò durante il suo discorso la celebre frase:
{{citazione|Non è la fine. Non è nemmeno l'inizio della fine. Ma è, forse, la fine dell'inizio.|Now this is not the end. It is not even the beginning of the end. But it is, perhaps, the end of the beginning.<ref>{{en}}https://web.archive.org/web/20091002001315/http://www.winstonchurchill.org/learn/speeches/quotations</ref>|Winston Churchill sulla vittoria nella [[Seconda battaglia di El Alamein]], novembre [[1942]]}}
==== Grand strategy e guerra tecnologica ====
[[File:Winston Churchill in North Africa, August 1942 E15905.jpg|miniatura|Churchill in [[Nordafrica]] con i generali [[Harold Alexander|Alexander]] e [[Bernard Law Montgomery|Montgomery]], 23 agosto 1942]]
[[File:Cairo conference.jpg|miniatura|Churchill, Roosevelt e [[Chiang Kai-shek]] alla [[Conferenza del Cairo]] del
Lungo il viaggio sulla corazzata [[HMS Duke of York (17)|Duke of York]], tra il 16 e il 20 dicembre 1941, diretto
I documenti delineavano la necessità di unire
{{citazione|Anche se nei memorandum c’erano alcune previsioni erronee […] nel complesso rappresentano un capolavoro di intuizione e lucido pensiero strategico. In alcune delle sue previsioni si scostava solo di un paio di mesi da quando in realtà avvennero i fatti. Si ritiene a ragione che Churchill abbia dimostrato preveggenza riguardo al nazismo negli anni trenta e allo stalinismo negli anni quaranta, ma gli va anche tributato il grande merito di aver tracciato il corso della seconda guerra mondiale con straordinaria precisione. […] Sebbene nei suoi diari Brooke criticasse Churchill, era proprio questo il percorso che voleva adottare verso la vittoria: dal Nordafrica a Tripoli, alla Sicilia, all’Italia continentale, alle spiagge delle coste francesi. Il prosciugamento della forza tedesca in Africa e nel Mediterraneo prima che il grosso delle forze sbarcasse in Normandia era la strategia di Churchill, supportata appieno da Brooke e da tutto lo Stato maggiore generale. Sulle singole operazioni Brooke si opponeva spesso a Churchill, ma sulla grande concezione strategica della guerra in Europa i due concordavano pienamente<ref name="Roberts1257">A. Roberts “Churchill. La biografia” Torino 2020 pp. 1257-1260</ref>}}
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[[File:Winston Churchill au théâtre de Carthage, 1943.jpg|thumb|left|Churchill festeggia la vittoria in Nordafrica tra i resti dell'anfiteatro romano di Cartagine (1943)]]
Questa interpretazione, peraltro, opera una netta revisione di una lettura critica consolidatasi presso vari studiosi, ad avviso dei quali Churchill si sarebbe sempre opposto allo [[Operazione Overlord|sbarco in Normandia]] fino a quando esso non fu imposto dagli Stati Uniti d'America<ref>T. Ben Moshe "Churchill: Strategy and History" 1992</ref>. Ad avviso di [[John Lukacs]],
{{citazione|Churchill, come ministro della Difesa, non fu uno sprovveduto civile che criticava la strategia dal di fuori, come lo era stato Lloyd George. Egli era personalmente un esperto di guerra [...] Era stato un ufficiale dell'esercito in servizio, aveva diretto l'ammiragliato in due guerre mondiali [...] l'unico primo ministro, non escluso Wellington, che abbia indossato l'uniforme militare anche durante il periodo della sua carica. Aveva scritto opere sui grandi comandanti, da Marlborough a Foch. La sua mente abbondava di idee originali, spesso pericolose, ed era in grado di sostenerle con argomenti tecnici. I capi di stato maggiore trovavano difficile resistergli [...] Per la popolazione essi erano dei nomi e nient'altro, sostituibili come lo era chiunque tranne Churchill [...] dovevano opporre alle proposte di Churchill obiezioni di uguale livello tecnico e anche più accuratamente vagliate, cosa ben logorante [...] Tuttavia [...] i capi di stato maggiore ammiravano Churchill e gli erano veramente devoti, anche quando attaccavano con violenza le sue proposte impulsive. Churchill, dal canto suo, si inchinava alle opinioni dei professionisti quando erano espresse con coerenza pari alle sue, condizione che raramente si verificava<ref>Taylor, Storia dell'Inghilterra cit. pp. 589-90</ref>}}
Sin dal [[1940]] la possibilità di sfruttare la fissione
Consigliato quindi da un comitato di scienziati presieduto da sir [[Henry Tizard]], che confermò la fattibilità del progetto, nonché dal suo amico e assistente scientifico personale [[Frederick Lindemann]], Churchill autorizzò
==== Fronte interno, India e guerra sui mari ====
[[File:Winston Churchill addressing merchant ships' crews and dockers at Liverpool, April 1941. H9155.jpg|miniatura|Churchill arringa gli operai portuali di [[Liverpool]] nel
[[File:All behind you Winston.jpg|miniatura|"''All behind you Winston''", manifesto di propaganda che raffigura i lavoratori impegnati nello sforzo bellico sotto la guida di Churchill: al suo fianco sono riconoscibili Attlee, Bevin
Le scelte adottate dal governo di Churchill nella gestione
A tal fine, soprattutto i dirigenti sindacali e i ministri laburisti, che ebbero un ruolo cruciale in questo settore, vararono il "socialismo di guerra", definito un "socialismo del consenso"<ref name="taylor624">A.J.P. Taylor, Storia dell’Inghilterra contemporanea cit. pp. 624-626</ref>, del quale furono protagonisti attivi i rappresentanti della classe operaia unitamente agli imprenditori, agli scienziati e al mondo accademico<ref name="taylor624"/>. In questo Churchill proseguì
I risultati furono che, caso unico tra le potenze europee durante la
{{citazione|Mentre il costo reale della vita era aumentato nel 1942 del 43% rispetto al 1938, i guadagni settimanali medi erano superiori del 65% e la sproporzione aumentò in seguito: nel 1944 il costo della vita era superiore del 50% a quello del 1938, e i guadagni settimanali erano superiori dell’81.50%. Genericamente parlando, tutta la popolazione si assestò al livello dell’artigiano specializzato. Questo rappresentava un passo indietro per le classi più agiate […] Ma, per le masse, era una sicurezza che non avevano mai conosciuta prima.<ref>A.J.P. Taylor cit-. p. 678</ref>}}
[[File:Winston Churchill and Lord Beaverbrook on HMS PRINCE OF WALES during the Atlantic Conference with President Roosevelt, August 1941. A4862.jpg|thumb|left|Churchill e Beaverbrook sulla Prince of Wales nell'agosto
Fondamentale per sostenere lo sforzo bellico britannico fu poi la legge "[[Affitti e prestiti]]", approvata
[[File:Winston Churchill with the Lord Privy Seal, Sir Stafford Cripps, and the Commander-in-Chief Home Fleet, Admiral Sir John Tovey, on the quarterdeck of HMS KING GEORGE V at Scapa Flow, 11 October 1942. TR210.jpg|miniatura|Churchill con l'ammiraglio [[John Tovey]] e [[Stafford Cripps]] (a destra) nel
La buona gestione del fronte interno e
{{citazione|Gli inglesi insisterono per difendere
La situazione si aggravò a causa dei rovesci militari: Churchill aveva sempre dato la priorità strategica al Medio Oriente e al fronte euro-atlantico, nevralgici per la sicurezza domestica del Regno Unito<ref name="taylor666">Taylor pp. 666-68</ref>. Rimase tuttavia legato alla dimensione imperiale del suo Paese e alle necessità militari che da essa derivavano: in risposta
{{citazione|La depressione era esagerata; la potenza navale britannica non era mai stata una realtà in Estremo Oriente, nel ventesimo secolo; gli inglesi avevano contato dapprima
Infatti, egli contrattaccò subito ai malumori montanti. La caduta di Tobruk coalizzò una fronda che univa i conservatori scontenti e i laburisti filo-sovietici: i primi non avevano mai amato Churchill e tentavano ancora la strada
==== Relazioni con la Francia ====
Dopo l'armistizio, il governo della [[Francia]] venne assunto dal maresciallo [[Philippe Pétain|Pétain]]. Questi, assunti i pieni poteri, concluse l'armistizio e divenne successivamente capo del [[Governo di Vichy|regime collaborazionista di Vichy]]. Churchill sostenne immediatamente il generale [[Charles de Gaulle|de Gaulle]] il quale, dalle stazioni londinesi della [[BBC]], lanciò il famoso [[appello del 18 giugno]]:
{{citazione|Qualunque cosa accada, la fiamma della resistenza francese non si dovrà spegnere e non si spegnerà.<ref>{{fr}}Testo ufficiale dell'Appello così come riportato sul sito della Fondation Charles de Gaulle, vedi Fondation Charles de Gaulle, Appel du 18 juin 1940</ref>|[[Charles de Gaulle]],
Il punto più basso dei rapporti tra i due Paesi fu toccato pochi giorni dopo l'armistizio, quando Churchill ordinò alla flotta britannica di impedire che la flotta francese cadesse in mano tedesca. In particolare, il grosso della flotta francese nel Mediterraneo si trovava a [[Mers-el-Kébir]], in [[Algeria]]. Furono inviati a parlamentare lord Lloyd e l'ammiraglio [[Thomas Phillips (ammiraglio)|Thomas Phillips]], ponendo ai francesi l'alternativa tra la smobilitazione della flotta o l'affondamento. Dopo che i francesi rifiutarono, su ordine di Churchill, l'ammiraglio [[James Somerville]] [[Distruzione della flotta francese a Mers-el-Kébir|aprì il fuoco]], affondando la corazzata ''[[Bretagne (nave da battaglia)|Bretagne]]'', saltata per aria al suo ormeggio, e danneggiando altre navi; 1.200 marinai francesi persero la vita. Churchill definì la decisione "la più penosa della mia vita"<ref>{{Cita|Martin Gilbert 1991|p. 307}}.</ref>.
[[File:Winston Churchill and General Charles de Gaulle walk down the Avenue des Champs-Elysee duirng the French Armistice Day parade in Paris, 11 November 1944. BU1292.jpg|miniatura|Churchill a [[Parigi]] accanto a de Gaulle durante le celebrazioni per la liberazione della Francia,
[[File:Winston Churchill with General de Gaulle during an inspection of French troops at Marrakesh in Morocco, January 1944. TR1505.jpg|miniatura|sinistra|Churchill e de Gaulle a [[Marrakech]] nel gennaio
Le relazioni tra Churchill e de Gaulle, sebbene tempestose a causa del forte carattere di entrambi, furono sempre improntate a una sostanziale stima reciproca. Churchill era sempre stato un accanito francofilo, grande ammiratore di [[Napoleone]] e nel [[1940]] definì de Gaulle "il [[connestabile di Francia]]"<ref>{{Cita|J. Lukacs| 2002 p. 168}}.</ref>. De Gaulle, nelle sue memorie, scrisse: "Io, naufrago sbarcato nella desolazione sulle coste d'Inghilterra, che avrei potuto fare senza il suo aiuto?"<ref>{{Cita|J. Lukacs| 2002 p. 169}}.</ref>. Nel
{{citazione|Churchill comprendeva de Gaulle e lo rispettava
Il ruolo di Churchill fu poi cruciale nel sostenere alla [[conferenza di Jalta]], contro le resistenze soprattutto americane, il ruolo della [[Francia]] di de Gaulle tra i vincitori della guerra. Fu lui a imporre l'assegnazione di un seggio permanente francese al [[consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite]]<ref>{{Cita|J. Lukacs| 2002 p. 170}}.</ref>. Questo anche allo scopo di avere a fianco della Gran Bretagna un'altra potenza europea, per bilanciare le superpotenze di [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e [[Unione Sovietica]]<ref>{{Cita|G. Quagliariello| ''De Gaulle'' 2012 p. 109}}.</ref>. Inoltre, una Francia militarmente forte era essenziale, nella tattica britannica già di inizio secolo, per allontanare la prima linea di difesa in caso di attacco tedesco<ref>L. Riccardi, Yalta, Soveria Mannelli 2021</ref>. Accanto al calcolo politico vi era però anche un sincero sentimento d'affetto per la Francia e il suo popolo, che Churchill coltivò sempre, anche contro un establishment britannico tradizionalmente [[Francofobia|francofobo]]<ref>{{Cita|Ian Kershaw| 2005 p.347}}.</ref>. Egli apparteneva infatti a una generazione di inglesi aristocratici e patrizi che, giunta alla maturità nell'[[Età edoardiana]], fu, di tutte le generazioni britanniche, quella più vicina alla Francia, essendo stata artefice della svolta storica nelle relazioni tra i due Paesi che condusse all'[[Entente cordiale]]<ref>{{en}} John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 170</ref>.
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Quando Churchill morì, nel [[1965]] de Gaulle scrisse alla figlia [[Mary Soames|Mary]]:
{{citazione|Nella grande tempesta fu il più grande.<ref>{{fr}} cit. in A. Spinosa, ''Churchill'', 2002</ref>|[[Charles de Gaulle]] su Churchill, 1965}}
==== Relazioni con gli Stati Uniti d'America ====
[[File:Churchill and Roosevelt 1943.jpg|miniatura|sinistra|Churchill con Roosevelt a pesca a [[Camp David]] nel
Churchill e il presidente statunitense [[Franklin Delano Roosevelt]] svilupparono nel corso della guerra una forte amicizia personale<ref name="Lukacs55">{{Cita|J. Lukacs| 2002 p. 55}}.</ref>, nonostante la moglie del presidente, [[Eleanor Roosevelt|Eleanor]], che aveva molta influenza sul marito, non avesse troppa simpatia per lui, giudicandolo troppo reazionario<ref name="Lukacs97">{{Cita|J. Lukacs| 1990 p. 97}}.</ref>. Anche l'ambasciatore [[Joseph P. Kennedy]] si dimostrò ostile a Churchill, ma questi riuscì abilmente a scavalcarlo instaurando da subito un filo diretto con il presidente<ref name="Lukacs97"/>. Churchill negli anni precedenti alla guerra aveva dato alterni giudizi sulla politica statunitense. Generalmente la sua simpatia andava ai [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|democratici]], perché all'interno del [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|Partito repubblicano]] si annidavano forti correnti anti-britanniche e isolazioniste<ref name="lukacs66">{{Cita|J. Lukacs| 2002 p. 66}}.</ref>.
Churchill e Roosevelt si erano incontrati una prima volta nel
[[File:Joseph Kennedy Churchill.jpg|miniatura|destra|Churchill con Joseph Kennedy nel 1939]]
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{{citazione|L'ambasciatore non avrebbe dovuto parlare così, Mr. Lippmann. Ma supponendo, cosa che io non faccio nemmeno per un momento, che Mr. Kennedy abbia ragione nella sua tragica previsione, allora io per primo darei volentieri la vita in battaglia, piuttosto che, per paura della sconfitta, arrendermi alle minacce di quegli uomini sinistri. Poi starà a voi, agli americani, difendere e conservare la grande eredità dei popoli di lingua inglese. '''Starà a voi pensare in termini di Impero, pensare, cioè, a qualcosa di più elevato e di più vasto dei propri interessi nazionali'''<ref>{{Cita|William Manchester 1985 Vol. IV|pp. 91-92}}.</ref>}}
Il 26 dicembre
{{citazione|Vorrei che mia madre, della quale conservo preziosa memoria, fosse qui per vedere. Non posso fare a meno di pensare che se mio padre fosse stato statunitense e mia madre inglese, invece del contrario, ora potrei stare qui per mio conto.<ref>{{en}}http://www.ibiblio.org/pha/policy/1941/411226a.html</ref>|Winston Churchill al [[Congresso degli Stati Uniti d'America]],
[[File:Winston Churchill Address the US Congress.PNG|miniatura|sinistra|Churchill parla al [[Congresso degli Stati Uniti d'America]],
Dall'inizio del conflitto e fino al
{{citazione|La Carta atlantica dell'agosto del 1941 [...] riprende l'essenza dei 14 punti di Wilson, ma è concordata su una bozza di Churchill ed è un successo della politica britannica. [...] Gli stessi accordi economici di Bretton Woods (1944) sono un compromesso che favorisce gli Stati Uniti, ma che non penalizza certamente il sistema capitalistico e monetario della City.<ref>F. Mini ''La strana coppia'' in Limes 20/06/2004</ref>}}
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A proposito della Carta Atlantica, [[A.J.P. Taylor]] ne valuta l'importanza esclusivamente sul piano simbolico:
{{citazione|Egli (Roosevelt), voleva un'altisonante dichiarazione di principio; gli inglesi ne avevano un abbozzo già pronto e Roosevelt lo ratificò, dopo avervi inserito un innocuo attacco agli accordi di Ottawa e alla Preferenza imperiale. Tale fu la Carta Atlantica [...] Forse fu un gesto di un certo valore che la Gran Bretagna belligerante e gli Stati Uniti si fossero uniti in una dichiarazione, per quanto innocua. Altrimenti, la Carta Atlantica lasciò poche tracce. Se ne fece ben poco conto nelle discussioni sulla politica postbellica.<ref>Taylor cit. p. 651</ref>}}
Con la Carta Atlantica i britannici ottennero dagli Stati Uniti l'impegno a scendere in campo al loro fianco, anche se ciò avvenne effettivamente solo dopo l'[[attacco di Pearl Harbor]]: fu il coronamento della tenace linea churchilliana, perseguita anche con il supporto di strutture di intelligence da lui personalmente supervisionate, come il [[British Security Coordination]] diretto da [[William Stephenson (1897-1989)|William Stephenson]] (dove si formarono anche i primi agenti della futura [[CIA]])<ref>D. Stafford, Churchill and Secret service, 2013</ref>. In cambio, i britannici avevano dovuto cedere l'uso di alcune basi navali a [[Terranova]], sebbene si trattasse di una presenza militare da tempo simbolica, in quanto il Regno Unito aveva abbandonato ogni ambizione imperiale nell'[[Emisfero occidentale]] già a fine [[XIX secolo]]<ref>Taylor, op. cit. p. 610</ref>. Oltretutto, Churchill riuscì a impedire che i principi della Carta si applicassero ai popoli coloniali, con la sostanziale accondiscendenza di Roosevelt, il quale non intendeva scontrarsi con il premier britannico su questo tema<ref>Louis, (2006), p. 400</ref>.
[[File:Teheran conference-1943.jpg|miniatura|Churchill con Roosevelt e [[Stalin]] alla [[Conferenza di Teheran]] nel
Sul piano più concreto, la prospettiva rooseveltiana divergeva, ma solo in parte, da quella di Churchill, per quanto riguardava l'assetto dell'Europa:
{{citazione|I piani di Roosevelt puntavano su un ridimensionamento geopolitico del Vecchio Continente [...] Per quanto riguarda la sistemazione post-bellica dell'Europa, egli immaginò la nascita di piccoli Stati, meglio se etnicamente omogenei e militarmente deboli [...] Il sistema sarebbe stato sottoposto al controllo degli inglesi e dei sovietici, mentre agli americani sarebbe toccato l'onere dell'intervento solo in caso di emergenza.<ref name="quagliariello">G. Quagliariello ''De Gaulle'' Soveria Mannelli 2012 p. 106</ref>}}
Quest'impostazione costituì un punto di accordo tra Roosevelt e Churchill: grazie
Le maggiori divergenze politiche tra i due leader emersero però proprio riguardo all'[[Unione Sovietica|URSS]]. Churchill avrebbe voluto un approccio molto più assertivo degli occidentali verso [[Stalin]], soprattutto per tutelare l'indipendenza di nazioni come la [[Polonia]], il cui governo in esilio si trovava a [[Londra]]<ref>{{Cita|J. Lukacs| 2002 pp. 59-60}}.</ref>. Roosevelt invece, e come lui [[Dwight D. Eisenhower|Eisenhower]], non avevano interesse nell'[[Europa orientale]], ritenevano che l'opinione pubblica statunitense non avrebbe accettato la permanenza in Europa di forti contingenti militari dopo la fine della guerra<ref name="Lukacs60">{{Cita|J. Lukacs| 2002 p. 60}}.</ref>. Anche la decisione di [[Operazione Overlord|sbarcare sulle coste francesi]], pur prevista da Churchill nella sua "grand strategy", fu principalmente statunitense, mentre i britannici avrebbero preferito un'operazione nei [[Penisola balcanica|Balcani]], per tagliare ai sovietici l'accesso all'area danubiana e all'[[Europa centrale]]<ref name="Lukacs60" />. In questo Churchill rimase fedele alla geopolitica [[Halford Mackinder|mackinderiana]] già sposata ai tempi dell'intervento contro la Rivoluzione d'ottobre, che aveva posto come perno della potenza il centro
Al contrario, Roosevelt immaginava un accordo permanente con i sovietici, convinto che l'esperienza della guerra avrebbe portato il regime di Stalin
Fu quindi principalmente Churchill a farsi assertore di un ruolo imperiale degli Stati Uniti che la classe dirigente statunitense fece proprio solo con l'avvento di [[Harry Truman]], con il quale l'intesa strategica fu molto più solida che non con Roosevelt<ref>{{Cita|Roy Jenkins| 2001 p. 849}}.</ref>.
Sviluppando il tema imperiale lungo la prospettiva maturata sin dagli anni '30, Churchill rimase quindi un assertore convinto del ruolo guida che le potenze anglosassoni avrebbero dovuto svolgere nell'ordine mondiale post-bellico. Come scrisse a Roosevelt già nel [[1940]]: «Se vinceremo la guerra, dovremo assumerci la grave responsabilità di un nuovo ordine mondiale»<ref>{{Cita|J. Lukacs| 2002 p. 57}}.</ref>. L'idea trovò compiuta formulazione in un discorso che Churchill tenne all'[[Università di Harvard]] nel
{{citazione|Non potrebbe anche essere di vantaggio per molte razze e un aiuto per costruire nuove strutture per il mantenimento della pace? Questo offre molti vantaggi rispetto al conquistare terre o province da altri popoli [...] Gli imperi del futuro saranno gli imperi della mente.<ref>{{en}} cit. in R. Koeneke "Empires of the Mind: I. A. Richards and Basic English in China, 1929-1979" 2004 p. 187</ref>|Winston Churchill all'[[Università di Harvard]]
Churchill era anche consapevole che l'ascesa degli Stati Uniti avrebbe significato il declino degli imperi coloniali europei. Roosevelt e il suo entourage consideravano infatti l'[[Impero britannico]] un anacronismo, che solo la volontà di Churchill riusciva a tenere ancora insieme<ref name="Montemaggi"/>, mentre puntavano su un ruolo molto più attivo degli inglesi in Europa, il che coincideva con i disegni di Churchill, anche se egli si batté per salvare almeno in parte l'Impero. In ogni caso, fu sempre convinto che i legami culturali ed etnici fra i popoli anglofoni fossero talmente stretti da consentire un passaggio indolore della potenza imperiale da [[Londra]] a [[Washington]]<ref>{{Cita|G. Galli| 2011 p. 208}}.</ref>. Nel discorso di Harvard Churchill prefigurò l'essenza dell'impero statunitense, erede di quello britannico, incentrata sul "[[soft power]]" linguistico e sulla [[globalizzazione]] degli scambi, cinquant'anni prima che questa si realizzasse.
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==== Relazioni con L'Unione Sovietica ====
[[File:Churchill stalin 1942.jpg|miniatura|Da sinistra: Churchill, [[Averell Harriman]], Stalin e [[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Vjaceslav Molotov]] a [[Mosca (Russia)|Mosca]] nel
Quando i tedeschi [[Operazione Barbarossa|invasero l'Unione Sovietica]], Winston Churchill, veemente anti-comunista, subordinò il suo odio verso il comunismo a quello verso Hitler, un sentimento che emerse quando affermò che «se Hitler invadesse l'inferno, farei almeno un riferimento favorevole al diavolo alla Camera dei Comuni». Di conseguenza, rifornimenti e carri armati britannici furono inviati in aiuto dell'[[Unione Sovietica]].
La decisione di Churchill di sostenere l'Unione Sovietica aggredita dalla Germania nazista, nonostante il suo noto anticomunismo, deriva da varie ragioni: innanzitutto dalla necessità tattica di evitare che la Russia con le sue risorse cadesse in mano tedesca: ciò avrebbe compromesso definitivamente le sorti della guerra. Churchill era consapevole che se Hitler avesse aperto il secondo fronte
{{citazione|Non so farvi una previsione sul comportamento della Russia. La Russia è un rebus avvolto in un mistero che sta dentro un enigma. Ma forse una chiave c'è: la chiave è l'interesse nazionale russo.<ref>{{en}} John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 32</ref>|Winston Churchill a [[Neville Chamberlain]],
Nel
{{citazione|Sostanzialmente l'intelletto russo, anche quello bolscevico, qualunque cosa accada sul lungo periodo dev'essere ostile al militarismo prussiano e pertanto avvicinarsi alle democrazie parlamentari degli Alleati.<ref>{{en}}Martin Gilbert, ''Churchill'' p. 200</ref>|Winston Churchill,
Il
{{citazione|Churchill riteneva che Hitler si sarebbe diretto contro l'URSS già molto prima che le decrittazioni Ultra cominciassero ad alludervi[...]Riflettendo sulla situazione strategica della Gran Bretagna, disse: "Hitler deve invadere o fallire. Se fallisce è obbligato ad andare a est, e fallirà"<ref>A. Roberts ''Churchill. La biografia'' Torino 2020 p. 1045</ref>}}
[[File:Robert Stewart - Lawrence 1817.jpg|miniatura|verticale|Lord Castlereagh, antenato di Churchill, aveva guidato la [[Sesta coalizione|coalizione antinapoleonica]] che condusse alla sconfitta della Francia nel
Churchill, grazie alla sua profonda conoscenza della storia europea, in parte dovuta al fatto che tale storia spesso aveva coinciso con quella della sua stessa famiglia<ref group="Nota">Si pensi al ruolo cruciale giocato dal [[John Churchill, I duca di Marlborough|duca di Marlborough]] nella [[
La scelta decisiva di non cedere nel [[1940]], nonostante l'apparente isolamento della [[Gran Bretagna]], si basava dunque sulla previsione di uno sviluppo degli eventi bellici che, sul medio-lungo periodo, avrebbe favorito il [[Regno Unito]]<ref>Cfr. John Lukacs ''Churchill'' 2002 pp. 53-68</ref>. Commenta [[John Lukacs]]:
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Il 10 maggio 1941, in Scozia precipitò un velivolo che aveva trasportato il gerarca nazista [[Rudolf Hess]], fedelissimo di Hitler, che si era paracadutato poco prima. Hess era giunto in Gran Bretagna per avviare colloqui segreti di pace con membri dell'aristocrazia ritenuti vicini alla famiglia reale, in particolare il [[Douglas Douglas-Hamilton, XIV duca di Hamilton|duca di Hamilton]], proprio in vista dell'imminente avvio dell{{'}}''Operazione Barbarossa'' (l'invasione tedesca dell'Unione Sovietica). Sia le impressioni di coloro che furono all'epoca coinvolti nell'operazione, sia ricostruzioni storiche moderne hanno avvalorato l'ipotesi che il volo di Hess fosse il risultato di una ben congegnata trappola ordinata dai servizi segreti britannici ([[MI6]]) su incarico di Churchill<ref name="GalliXIX">G. Galli 2011 p. XIX</ref>.
[[File:Rudolf Hess - Bf 110D Werk Nr 3869 - Wreckage - Bonnyton Moor.jpg|miniatura|Il relitto dell'aereo di Rudolf Hess precipitato in Scozia nel maggio
Già subito dopo la fine della guerra, [[Karl Haushofer]], il teorico della [[geopolitica]] amico di Hess e ritenuto l'ispiratore della missione<ref name="GalliXIX"/>, interrogato dai servizi segreti americani, disse: «Sospetto che le lettere vennero intercettate dai servizi segreti inglesi, i quali devono aver scritto le risposte che indussero Hess a volare in Inghilterra»<ref name="GalliXIX" />. Di uguale parere il presidente ceco [[Edvard Beneš]], che richiese ai suoi servizi un'inchiesta e concluse che il Secret Service britannico "aveva preparato tutto"<ref name="GalliXIX"/>. Nel luglio
L'operazione fu elaborata da Churchill essenzialmente allo scopo di sgominare il "partito aristocratico della pace" (quei settori dell'aristocrazia britannica simpatizzanti del nazismo)<ref name="GalliXIX"/>, forzandone l'uscita allo scoperto e poi neutralizzandolo con la cattura di Hess. Churchill era a conoscenza del fatto che Hitler aveva già dato disposizioni per preparare l'[[operazione Barbarossa]] nell'ottobre del [[1940]], nel pieno della battaglia d'Inghilterra<ref name="GalliXIX"/>. Allo stesso tempo però [[Stalin]] fu sempre estremamente diffidente verso gli occidentali e non si mosse fino a quando l'invasione non ebbe inizio. Inoltre il dittatore sovietico venne a conoscenza, dagli agenti infiltrati nei servizi britannici, che la missione di Hess era fallita e che dunque Hitler non aveva chiuso il fronte occidentale<ref name="GalliXIX"/>; logicamente, presumeva di non essere attaccato. Hitler invece attaccò per dimostrare le sue credenziali di crociato anticomunista ai settori più reazionari dell'élite britannica, che sperava rovesciassero Churchill, magari con la complicità del re, e instaurassero un governo filo-nazista<ref name="GalliXIX"/>. Inoltre, dato il suo disprezzo razzista verso gli [[slavi]], Hitler riteneva di liquidare in poche settimane l'[[Unione Sovietica]], togliendo così definitivamente il possibile alleato orientale ai britannici e costringendo Churchill alla resa<ref name="GalliXIX"/>.
Il premier britannico, consapevole di questo rischio, attirò Hess in una trappola per ridurre all'impotenza i circoli aristocratici filo-hitleriani e ricompattare la classe dirigente britannica in vista della discesa in campo al fianco dell'URSS, come già nel
===== Churchill e Stalin =====
[[File:Shah churchill.jpg|miniatura|Churchill riceve il saluto dal giovane monarca persiano [[Mohammad Reza Pahlavi]] a [[Teheran]] nel 1943]]
Dopo che l'invasione nazista cominciò Stalin, che aveva costantemente ignorato gli avvertimenti provenienti dallo stesso Churchill circa l'imminenza dell'attacco, cominciò a richiedere sempre più insistentemente l'aiuto britannico<ref name="Lukacs36">John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' 2002 p. 36</ref>. Immediatamente Churchill e Stalin decisero l'[[invasione anglo-sovietica dell'Iran]] nel
I contrasti emersi non impedirono comunque di giungere finalmente
[[File:Winston Churchill with British and Soviet representatives, including Anthony Eden and Vyacheslav Molotov, in London following the signing of the Anglo-Soviet Treaty on 26 May 1942. CH5712.jpg|miniatura|sinistra|Churchill con Molotov (dietro di loro [[Anthony Eden]]) a [[Londra]] dopo la firma del Patto anglo-sovietico del
Churchill e Stalin ebbero due incontri a due a due, nel
[[File:Winston and Stalin 1945.jpg|miniatura|verticale|Momento di convivialità tra Stalin e Churchill a Yalta, durante una pausa dei lavori]]
Nel corso della [[Conferenze di Mosca|Conferenza di Mosca]] del
Alla fine del conflitto Churchill, ormai settantenne, era indebolito fisicamente e psicologicamente<ref>John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 46</ref>. Rimase comunque suo obiettivo prioritario mantenere l'unità dell'alleanza fino alla sconfitta definitiva della [[Germania nazista]]: quando, pochi giorni prima del suicidio di Hitler, [[Heinrich Himmler]] offrì la resa incondizionata della Germania ai soli occidentali, Churchill si oppose, sostenendo che la resa doveva comprendere tutti gli alleati, inclusa l'URSS. Quando lo seppe, Stalin telegrafò a Churchill: «Conoscendola, non dubitavo che avrebbe agito in questo modo»<ref>John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 47</ref>. La resa incondizionata della [[Germania nazista]] giunse infine l'8 maggio
===== Dal Patto delle percentuali a Yalta. Turchia e Grecia nel disegno di Churchill =====
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[[File:Drugi kongres USAOJ-a u Drvaru.jpg|miniatura|Randolph Churchill (terzo da destra) con [[Josip Broz Tito|Tito]] nel 1944]]
Il 27 gennaio
Nel
{{citazione|Avevo scritto su un mezzo foglio di carta le seguenti percentuali: "[[Romania]]: [[Russia]] 90%. [[Grecia]]: [[Gran Bretagna]]-[[Stati Uniti d'America|USA]] 90%. [[Iugoslavia]]: 50-50. [[Ungheria]]: 50-50. [[Bulgaria]]: [[Russia]] 75%". Stalin prese la matita blu che era solito usare e vergò sulla carta un grosso "visto". D'accordo! Alla fine io dissi: "Non potrebbe apparire alquanto cinico, se sembrasse che abbiamo disposto di queste questioni, così vitali per milioni di persone, con tanta disinvoltura? Bruciamo il foglio". "No" mi rispose Stalin "lo conservi".<ref>{{en}} John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' 2002 p. 32</ref>|}}
[[File:Tito-Churchill.jpg|miniatura|sinistra|verticale|Churchill e Tito a Villa Rivalta nel
Il "patto" aveva essenzialmente lo scopo di dare mano libera
In Jugoslavia nel giugno
[[File:Churchill and İnönü.jpg|miniatura|Churchill con il presidente turco [[İsmet İnönü]] ad [[Adana]] nel
Analoghi sviluppi si ebbero in Italia, con la cosiddetta [[svolta di Salerno]] dell'aprile
{{Approfondimento
|titolo = Il patto delle percentuali in prospettiva storica
|contenuto = Dal punto di vista storico, l{{'}}''accordo delle percentuali'' fu l'ultimo atto diplomatico di portata globale negoziato dal [[Regno Unito]] senza alcun intervento degli Stati Uniti, ed anzi contro la loro volontà<ref>{{Cita libro|nome=Henry Butterfield|cognome=Ryan|titolo=The Vision of Anglo-America: The US-UK Alliance and the Emerging Cold War, 1943-1946|url=https://books.google.com/books?id=uRGu4C1FgKsC&pg=PA137|accesso=18 febbraio 2020|data=3 giugno 2002|editore=Cambridge University Press|lingua=en|isbn=978-0-521-89284-1}}</ref>. Esso fu largamente favorevole agli interessi britannici, poiché costituì il riconoscimento sovietico del controllo del [[Regno Unito]] nel [[Mediterraneo]], in cambio dell'accettazione di una sfera di influenza sovietica in Europa orientale<ref name="Carlton1">{{Cita libro|nome=David|cognome=Carlton|titolo=Churchill and the Soviet Union|url=https://books.google.com/books?id=MTPzJRV9hhgC&pg=PA116|accesso=18 febbraio 2020|data=16 marzo 2000|editore=Manchester University Press|lingua=en|isbn=978-0-7190-4107-5}}</ref>, anche se, rispetto al disegno concepito da Churchill con l'[[Operazione Olive]], si trattò di un compromesso al ribasso<ref name="Montemaggi"/>. La conferenza di Mosca del 1944 fu sotto certi aspetti una riedizione del [[Congresso di Berlino]] del
|allineamento = sinistra
}}
Nel
[[File:Yalta summit 1945 with Churchill, Roosevelt, Stalin.jpg|miniatura|I "Tre grandi" alla Conferenza di Yalta,
Sempre nell'ottica del nuovo ordine mondiale post-bellico, Churchill si fece fautore, anche contro le resistenze del suo gabinetto, di una [[Turchia]] forte e indipendente, che potesse svolgere un ruolo di contenimento anti-sovietico. Sulla Turchia la tattica di Churchill si svolse in due fasi differenti: dapprima tentò, smarcandosi dagli Stati Uniti, di coinvolgerla attivamente nel conflitto. Lo scopo era una riedizione dell'approccio già adottato nel conflitto precedente, ma fallito proprio a causa dell'ostilità turca: penetrare nel Continente europeo dai [[Penisola balcanica|Balcani]], in modo da tagliare in due il fronte orientale e prevenire un'eccessiva espansione russa nell'area<ref name="Tamkin" />. A questo scopo Churchill si incontrò nel [[1943]], di ritorno dalla [[conferenza di Casablanca]], con il presidente turco [[İsmet İnönü]] ad [[Adana]]<ref name="Tamkin">N. Tamkin ''Britain, Turkey and the Soviet Union, 1940–45'' 2009 p. 86</ref>, senza tuttavia riuscire a convincerlo
Con l'approssimarsi della fine del conflitto, l'assetto deciso da Churchill e Stalin a Mosca divenne la base sulla quale venne discussa la [[conferenza di Jalta]]. Come risultato del consesso di [[Palazzo di Livadija]] le linee confinarie del nuovo stato polacco vennero confermate secondo i termini già negoziati tra Churchill e Stalin nel
Il comunicato finale congiunto dei Tre Grandi, emesso l'11 febbraio, conteneva l'impegno sovietico a far svolgere libere elezioni in Polonia con la partecipazione di tutte le forze politiche del Paese<ref>Gilbert cit. p. 389</ref>. A proposito della Polonia osserva [[A.J.P. Taylor]]:
{{citazione|L'accordo anglo-sovietico sarebbe stato facile se fossero state in questione solo le frontiere, ma c'era un ostacolo più grande. Stalin voleva, dopo la guerra, una Polonia che avesse verso la Russia sovietica un atteggiamento amichevole e, anche qui, Churchill era d'accordo. Ma si era però ben lontani dal concordare sui mezzi: Churchill voleva libere elezioni [...] mentre Stalin aveva fiducia soltanto nei comunisti polacchi, e neanche molta [...] Tanto i desideri di Churchill, tanto quelli di Stalin, riguardo alla Polonia, erano ragionevoli; ma non si conciliavano reciprocamente. Delle libere elezioni in Polonia immediatamente dopo la guerra, anche se fossero state possibili, non avrebbero dato un governo ben disposto verso la Russia sovietica. Era un problema insolubile.<ref name="taylor725">Taylor Storia dell'Inghilterra contemporanea cit. pp. 725-26</ref>}}
Diversamente che sulla questione tedesca, dunque, senza l'appoggio americano Churchill non riuscì a evitare che in [[Polonia]] venisse instaurato un regime filosovietico, ma con il "patto delle percentuali" era riuscito a evitare che questo avvenisse anche in [[Grecia]], con fondamentali conseguenze sull'intero assetto mediterraneo. Le truppe britanniche stavano penetrando in Germania più velocemente dei russi. Avrebbero potuto raggiungere [[Praga]] o [[Berlino]] prima dei sovietici ma, nonostante le insistenze di Churchill (e anche del generale americano [[George Smith Patton|George Patton]]) [[Dwight D. Eisenhower|Eisenhower]] informò Stalin che gli eserciti alleati non sarebbero avanzati in quella direzione<ref>John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 49</ref>. Una delle conclusioni della Conferenza di Yalta fu che gli alleati avrebbero [[Operazione Keelhaul|restituito tutti i cittadini sovietici che si trovavano nella zona alleata all'Unione Sovietica]]. Ciò riguardò immediatamente i [[Crimini nazisti contro i prigionieri di guerra sovietici|prigionieri di guerra sovietici liberati dagli Alleati]], ma fu esteso anche a tutti i rifugiati dell'Est europeo<ref>A Footnote to Yalta Archived 16 May 2008 at the Wayback Machine. by Jeremy Murray-Brown, Documentary at Boston University</ref>.
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{{citazione|Kissinger, nel suo Diplomacy, edito nel 1994, avvicinava la dottrina del roll back, inaugurata da Dulles, alle iniziative di Winston Churchill, fautore di una trattativa realista con Stalin sull’organizzazione politica dell’Europa orientale da svilupparsi «prima o immediatamente dopo» la fine del secondo conflitto mondiale. Secondo Kissinger il disegno del premier britannico d’intraprendere un negoziato, i cui esiti sarebbero stati più favorevoli per le Potenze atlantiche della sistemazione dell’Europa centro-orientale posteriore al 1948, poteva essere fattibile. Se era inattuabile impedire il ristabilimento dei confini sovietici del 1941, una politica angloamericana più dinamica e spregiudicata, che avesse saputo approfittare della congiuntura bellica, minacciando di ridurre il flusso degli aiuti all’URSS in assenza di una precisa contropartita politica, avrebbe potuto persino ottenere «il ritorno di qualche forma d’indipendenza per gli Stati Baltici che in ogni caso sarebbero dovuti restare legati alla Russia da trattati di mutua assistenza e dalla presenza di basi militari sovietiche nel loro territorio».<ref>E. Di Rienzo ''Il conflitto russo-ucraino, geopolitica del nuovo (dis)ordine mondiale'' Sovera Mannelli 2015 p. 18</ref>}}
Nel medesimo solco, già nel
{{citazione|Compresi più tardi, in Austria, gli enormi vantaggi che noi perdemmo mancando di spingerci nei Balcani… Se vi fossimo arrivati prima
==== Rapporti con l'Italia e con il fascismo ====
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[[File:Haig and Churchill, possibly France, during or just after World War I (4687880663).jpg|miniatura|Churchill (primo da destra), Ministro degli Approvvigionamenti, con il maresciallo [[Douglas Haig]] e il Capo di Stato maggiore italiano [[Armando Diaz]] nel 1918]]
I rapporti politici di Churchill con l'Italia cominciarono durante la [[prima guerra mondiale]] quando, a Parigi, condusse i colloqui riservati che portarono alla firma del [[Patto di Londra]] e al successivo schieramento dell'Italia a fianco dell'[[Triplice intesa|Intesa]]<ref>A. Roberts ''Churchill. La biografia'' Torino 2020 p. 369</ref>; in una cena del 29 maggio 1915 con la principessa Caetani, già grande amica di sua madre, Churchill mostrò entusiasmo per un coinvolgimento italiano nel conflitto<ref>Vittoria Colonna Caetani, duchessa di Sermoneta ''Things past'' New York 1929 p. 292</ref>. Nel
{{Approfondimento|titolo=Carteggio Grandi-Churchill|contenuto=Giunto a [[Lisbona]] il 12 ottobre del 1943 Grandi scrisse a Churchill:
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WINSTON S. CHURCHILL<ref name="Deakin"/>| Winston Churchill a Dino Grandi, 26 ottobre 1943}}|allineamento=sinistra}}
Nel 1925, durante i negoziati di [[Parigi]] sui debiti di guerra, Churchill favorì particolarmente l'Italia. Il ministro delle Finanze [[Alberto De Stefani]] telegrafò a Mussolini il 7 gennaio
[[File:Churchill italian front 1944.jpg|miniatura|Churchill osserva i cannoneggiamenti sul fronte italiano a nord di Firenze, agosto 1944]]
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Una certa stima personale di Churchill per Mussolini infatti non mancava, soprattutto perché, almeno fino all'avvicinamento alla Germania, egli vedeva nel dittatore fascista colui che aveva salvato il Paese dal caos e dal bolscevismo<ref name="FHour"/>. Questi rapporti hanno anche fatto ipotizzare ad alcuni giornalisti l'esistenza, mai provata, di uno [[Carteggio Churchill-Mussolini|scambio privato di corrispondenza]] tra i due statisti, proseguito addirittura durante la [[seconda guerra mondiale]]. In realtà in seguito alla guerra d'Etiopia e all'avvicinamento alla Germania nazista Churchill divenne sempre più ostile a Mussolini, definendolo "la iena di Hitler"<ref name="FHour">''Finest Hour'' n. 173 pp. 19-20</ref>.
Molto più stretti furono i suoi rapporti con uno dei gerarchi più vicini al Duce, poi artefice della sua caduta, [[Dino Grandi]]<ref name="FHour"/>. Questi fu ambasciatore italiano nel Regno Unito dal
[[File:De Gasperi Churchill Sforza.jpg|miniatura|Churchill con Alcide de Gasperi e il ministro degli esteri Carlo Sforza nel 1951]]
[[File:Churchill and Umberto of Savoy 1944.jpg|miniatura|Churchill e Umberto di Savoia il 22 agosto 1944]]
Nell'agosto del
Rispetto all'Italia, Churchill mostrò quindi ancora una volta di privilegiare l'approccio già sperimentato dalla politica estera britannica dalla fine del [[XIX secolo]]: ricerca dell'amicizia con un junior partner utile al contenimento delle ambizioni tedesche. Non aveva alcuna considerazione della classe politica italiana erede dell'epoca liberale, da lui giudicata debole e inetta, incarnata da personaggi come Sforza, per il quale provò sempre una forte avversione personale<ref name="Ginsborg">P. Ginsborg ''Storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi. Società e politica 1943-1988'' 1989</ref>. Si fidava per contro solo del re, Vittorio Emanuele, e dei militari come Badoglio, perché la valutazione della classe dirigente italiana rimase per Churchill sempre legata all'esperienza della Prima guerra mondiale e alle impressioni ricavate allora<ref name="Ginsborg"/>. Avrebbe desiderato un'Italia neutrale, se non alleata nella lotta contro la Germania. Come ha scritto lo storico inglese [[Paul Ginsborg]]:
{{citazione|Il Primo ministro inglese si era sempre rammaricato che il Duce avesse scelto l'alleato sbagliato: "Non capì mai la forza della Gran Bretagna, né le sue capacità di resistenza e la sua forza marittima. Per questo procedette verso la rovina".<ref>P. Ginsborg ''Storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi. Società e politica 1943-1988'' 1989 p. 48</ref>}}
==== Fine della guerra ====
{{citazione|Miei cari amici, questa è la vostra ora. Questa non è la vittoria di un partito o di una classe. È la vittoria della nostra grande Nazione. La vittoria della causa della libertà. Siamo stati i primi, in questa antica isola, a sguainare la spada contro la tirannia. Per un anno intero abbiamo affrontato da soli la più terrificante potenza militare mai vista. E abbiamo tenuto duro. Qualcuno ha mai voluto arrendersi? '''(dalla folla)''' NO! Ci siamo mai scoraggiati? '''(dalla folla)''' NO! Le luci si sono spente e le bombe sono arrivate. Ma nessun uomo, donna o bambino del Paese ha mai pensato di abbandonare la lotta. Londra ce l'ha fatta. [...] Quando potranno mai venir meno la reputazione e la fede di questa generazione di patrioti? Io dico che nei lunghi anni che verranno non solo il popolo di quest'isola ma del mondo intero, ovunque il canto della libertà risuoni nei cuori degli uomini, guarderà indietro a ciò che abbiamo fatto e dirà "non disperate, non cedete alla tirannia e alla violenza, andate avanti fieri e non sarete mai piegati".<ref>https://winstonchurchill.org/resources/speeches/1941-1945-war-leader/to-v-e-crowds/</ref>|W. Churchill, discorso della vittoria, 8 maggio 1945}}
[[File:Winston Churchill at a BBC microphone about to broadcast to the nation on the afternoon of VE Day, 8 May 1945. H41843.jpg|miniatura|sinistra|Churchill annuncia alla [[BBC]] la vittoria alleata]]
[[File:Churchill waves to crowds.jpg|miniatura|Churchill saluta la folla che lo acclama a [[Whitehall]] il Giorno della Vittoria, 8 maggio
Nel giugno
Dopo essere stata attaccata su tre fronti dagli Alleati, e nonostante momentanee battute d'arresto come la sfortunata [[operazione Market Garden]] e gli ultimi disperati contrattacchi tedeschi che culminarono nella [[battaglia delle Ardenne]], la [[Germania nazista]] fu alla fine sconfitta. Il 7 maggio
[[File:Winston-Churchill-the-Prime-Minister-with-King-George-VI.jpg|miniatura|sinistra|Churchill saluta la folla che lo acclama dal balcone di [[Buckingham Palace]] insieme con la [[Famiglia reale britannica|Famiglia reale]], 8 maggio
Successivamente, Churchill parlò a una folla enorme a [[Whitehall]]: «Questa è la vostra vittoria!», disse, ma la folla lo interruppe e urlò di rimando: «No, è la tua», e Churchill poi intonò il canto ''[[Land of Hope and Glory]]'' insieme al suo popolo in festa. La sera fece un'altra trasmissione alla nazione affermando che il [[Impero giapponese|Giappone]] avrebbe capitolato nei mesi seguenti. I giapponesi si arresero il 15 agosto
Grazia alla maggiore mano libera nel teatro italiano, riuscì invece a raggiungere [[Trieste]] poco dopo l'arrivo delle truppe jugoslave del maresciallo [[Josip Broz Tito|Tito]], il che avrà fondamentali ripercussioni per l'assetto dei Balcani nel dopoguerra. Commentando l'accaduto scriverà: "''Siamo riusciti ad infilare il piede nella porta''"<ref>R. Pupo, Trieste '45, Bari 2015</ref>.
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{{Vedi anche|Winston Churchill dopo la seconda guerra mondiale}}
==== Conferenza di Potsdam, governo transitorio ed elezioni del 1945 ====
[[File:L to R, British Prime Minister Winston Churchill, President Harry S. Truman, and Soviet leader Josef Stalin in the... - NARA - 198958.jpg|miniatura|Churchill con Truman e Stalin alla [[conferenza di Potsdam]], luglio
Con un'elezione generale incombente (non ce n'era stata una da quasi un decennio), e con i Ministri laburisti che si rifiutavano di continuare la coalizione di guerra, Churchill si dimise da primo ministro il 23 maggio. Più tardi quel giorno, accettò l'invito del re a formare un nuovo governo, conosciuto ufficialmente come il governo nazionale, come la coalizione dominata dai conservatori degli [[Anni 1930|anni '30]], ma in pratica costituita in prevalenza da ministri tory. Il governo conteneva conservatori, liberali nazionali e alcuni indipendenti come [[John Anderson, I visconte di Waverley|Sir John Anderson]] e [[Frederick Marquis, I conte di Woolton|Lord Woolton]], ma non i [[Partito Liberale (Regno Unito)|liberali]] ufficiali di [[Archibald Sinclair, I Visconte Thurso|Archibald Sinclair]]. Sebbene Churchill continuasse a svolgere le funzioni di primo ministro, compreso lo scambio di messaggi con l'amministrazione statunitense sull'imminente [[conferenza di Potsdam]], non fu ufficialmente rinominato fino al 30 maggio<ref>M. Gilbert Vol. VIII pp. 22-23</ref>. A Potsdam, durante un pranzo con il presidente [[Harry Truman|Truman]] e il [[Segretario alla Guerra degli Stati Uniti d'America|segretario alla Difesa]] [[Henry Stimson]], a Churchill venne comunicato in via confidenziale il successo dell'esperimento atomico nel deserto di [[Alamogordo]]: ''I bambini sono nati senza problemi''<ref>{{Cita|Martin Gilbert 1991|p. 403}}.</ref>. Churchill credeva ancora alla possibilità di un accordo pragmatico con l'URSS: nel corso di una cena riservata con Stalin, mostrò di favorire una modifica del regime di navigazione dei [[Dardanelli]] e del [[Canale di Kiel]] in senso più favorevole all'Unione sovietica, probabilmente allo scopo di ottenere in cambio maggiori impegni in Polonia<ref>Gilbert cit. p. 404</ref>.
[[File:Winston Churchill in Berlin, July 1945 BU8962.jpg|miniatura|sinistra|Churchill visita le rovine della [[Nuova Cancelleria del Reich|Cancelleria del Reich]] nel
Sebbene il giorno fissato per le [[Elezioni generali nel Regno Unito del 1945|elezioni]] fosse il 5 luglio, i risultati finali del voto non furono noti fino al 26 luglio, a causa della necessità di raccogliere i voti dei numerosi militari britannici all'estero. La vittoria laburista fu schiacciante e lo stesso Churchill, nel suo collegio elettorale, anche se incontrastato dai partiti maggiori aveva vinto con una maggioranza molto ridotta contro un candidato indipendente. Quello stesso pomeriggio il suo medico personale, [[Charles Wilson, I barone Moran|Lord Moran]] si lamentò con lui della "ingratitudine" del popolo britannico, ma Churchill rispose: «Non la chiamerei così. Hanno passato anni terribili»<ref name="GilbertVIII"/>. Avendo perso le elezioni, Churchill si dimise da primo ministro quella sera, passando il testimone a un governo laburista guidato da [[Clement Attlee]], che stato il suo vice durante la guerra. Ciononostante, numerosi sondaggi condotti fino alla fine della guerra continuarono a mostrare un altissimo gradimento personale per Churchill, costantemente attestato intorno al 90 per cento, più di qualsiasi altro Primo ministro britannico prima o dopo di lui<ref>The Gallup International Public Opinion Polls: Great Britain 1937-1975 by George H. Gallup, New York 1976</ref>.
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==== Leader dell'opposizione ====
[[File:Photograph of Winston Churchill flashing his "V for Victory" sign and President Truman waving outside Blair House in... - NARA - 200108 (cropped2).jpg|miniatura|Churchill e Truman nel
Per sei anni Churchill servì come capo dell'opposizione. Durante questi anni Churchill continuò a influenzare gli affari mondiali. Durante il suo viaggio del
{{citazione|Siamo lieti che la [[Russia]] occupi il posto che le compete tra le grandi nazioni del mondo; salutiamo la sua bandiera sui mari e soprattutto auspichiamo contatti costanti, frequenti e crescenti tra il popolo russo e i nostri popoli su entrambe le sponde dell'Atlantico.<ref name="ReferenceG">{{en}}Churchill, ''Winston. "Sinews of Peace (Iron Curtain)''. Churchill Centre</ref>|Winston Churchill a Fulton, [[Missouri]]
Aggiunse però subito dopo:
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{{citazione|Da [[Stettino]] nel [[Mar Baltico|Baltico]] a [[Trieste]] nell'[[Mar Adriatico|Adriatico]], una [[cortina di ferro]] è scesa in tutto il continente. Dietro quella linea si trovano tutte le capitali degli antichi stati dell'Europa centrale e orientale. [[Varsavia]], [[Berlino]], [[Praga]], [[Vienna]], [[Budapest]], [[Belgrado]], [[Bucarest]] e [[Sofia]], tutte queste famose città e le popolazioni intorno a loro si trovano in quella che io devo chiamare la sfera sovietica<ref name="ReferenceG" />|Winston Churchill a Fulton, [[Missouri]] [[5 marzo]] [[1946]]}}
Sempre nel discorso di Fulton aveva espresso l'intenzione di non mettere a disposizione delle [[Nazioni Unite]] i segreti atomici del [[Regno Unito]] e degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]: «Non credo che tutti noi dormiremmo così tranquillamente se le posizioni fossero invertite e qualche stato comunista o neofascista avesse il monopolio di questi temuti ordigni»<ref>M. Gilbert, ''Churchill'' 2001 p. 411</ref>. Il medico di Churchill, [[Charles Wilson, I barone Moran|Lord Moran]], più tardi ricordò che Churchill suggerì già nel
{{citazione|Abbiamo il potere di preservare il nostro futuro. Non credo che la Russia sovietica voglia la guerra. Ciò che essa vuole sono i frutti della guerra e l'espansione illimitata del suo potere e delle sue dottrine.<ref name="ReferenceG" />|Winston Churchill a Fulton, [[Missouri]]
[[File:Winston Churchill 1949.jpg|miniatura|Churchill a [[Londra]] nel
Per questo invocò l'unità delle democrazie occidentali in funzione deterrente. A questo scopo ricordò gli errori compiuti negli [[Anni 1930|anni '30]] davanti ai regimi fascisti:
{{citazione|Fino al
Secondo il politologo [[François Fejtő]]: "''Il crearsi di una animosità, preludio della guerra fredda, rappresenterà uno dei più brillanti successi della carriera di Churchill''"<ref name="Giannuli">A. Giannuli ''La strategia della tensione: Servizi segreti, partiti, golpe falliti, terrore fascista, politica internazionale: un bilancio definitivo'' MIlano 2018</ref>; nello stesso solco l'opinione di [[Aldo Giannuli]], secondo cui: "''La convergenza fra russi e americani avrebbe reso l'Inghilterra irrilevante[...]Churchill non aveva mai creduto nel disegno rooseveltiano, che ai suoi occhi peccava di scarso realismo''"<ref name="Giannuli"/>. Tuttavia il discorso non venne accolto favorevolmente da tutta la stampa occidentale. Anche testate conservatrici come il ''[[The Times|Times]]'' affermarono che democrazie e comunismo avessero "molto da imparare l'una dall'altro"<ref name="gilbert413">M. Gilbert, ''Churchill'' 2001 p. 413</ref> e il ''[[Wall Street Journal]]'' ribadì posizioni isolazioniste: "gli Stati Uniti non vogliono un'alleanza né altro che somigli a un'alleanza con nessun'altra nazione"<ref name="gilbert413"/>.
Sempre secondo Giannuli, il discorso di Fulton fu il risultato di un deterioramento delle relazioni tra Occidente e Unione sovietica conseguente alla mancata attuazione degli accordi di Yalta, che riportò in primo piano la politica delle sfere di influenza già in parte attuata da Churchill negli ultimi mesi di guerra e pienamente ripresa in accordo con la nuova amministrazione statunitense<ref name="Giannuli"/>. Il baricentro dell'azione congiunta anglo-americana tornò il bacino mediterraneo, con il proclama Truman di assistenza a [[Turchia]] e [[Grecia]] del 12 marzo
Sul piano della politica interna britannica, Churchill adottò una dura opposizione alla politica riformatrice del governo laburista, in particolare la creazione del Servizio sanitario nazionale, nonostante la stessa fosse stata propugnata nel celebre [[rapporto Beveridge]], commissionato dal suo
==== Medio Oriente, Israele e subcontinente indiano ====
{{Approfondimento
{{Approfondimento|titolo=Churchill e la nascita del Pakistan|contenuto=Nel [[1946]] il leader dell'opposizione (Churchill ndr) pranzò a Chartwell con [[Mohammad Ali Jinnah]]. La questione discussa riguardava il destino dei musulmani dell'India sotto un governo a maggioranza indù. Per Churchill, la creazione di un Pakistan musulmano con legami con l'Impero era l'unico modo di "salvare un pezzetto di India" per la Gran Bretagna, e di spuntare una vittoria su [[Gandhi]], il [[Congresso Nazionale Indiano|Congresso]] e [[Clement Attlee|Attlee]]. "Ho molto apprezzato il nostro colloquio dell'altro giorno" disse Churchill a Jinnah l'11 dicembre. Inviò anche a Jinnah un indirizzo postale riservato dove poter scambiare corrispondenza segreta[...]Nella corrispondenza riservata Churchill assicurò a Jinnah che il Pakistan avrebbe avuto nei britannici un sicuro protettore e che non sarebbe mai stato espulso dal Commonwealth. "Se Jinnah è considerato il padre del Pakistan" ha affermato uno storico recente "Churchill deve esserne considerato lo zio".▼
|titolo = Churchill e la nascita del Pakistan
▲
Churchill rivelò il suo legame con Jinnah in un incontro cruciale con [[Louis Mountbatten|Mountbatten]] (Viceré dell'India ndr) nel maggio
(Cit. in A. Herman ''Gandhi and Churchill: The Rivalry That Destroyed an Empire and Forged Our Age'' pp. 567-68<ref>A. Herman ''Gandhi and Churchill: The Rivalry That Destroyed an Empire and Forged Our Age'' Croydon 2009</ref>)
|allineamento = destra }} [[File:Jawaharlal Nehru with Winston Churchill, London, October 1948.jpg|miniatura|verticale|sinistra|Churchill con [[Jawaharlal Nehru]] a [[Londra]] nel
Nel [[1948]] nacque lo Stato di [[Israele]]. Il governo [[Partito Laburista (Regno Unito)|laburista]] non riconobbe immediatamente il nuovo Stato. Nel [[1944]] Churchill aveva espresso giudizi durissimi sulle milizie sioniste dopo che queste avevano assassinato il commissario britannico [[Walter Guinness, I barone Moyne|Lord Moyne]], suo amico personale. Tuttavia, Churchill criticò la posizione del governo britannico<ref name="Cohen398">M. J. Cohen "Churchill and the Jews, 1900-1948" 2013 p. 398</ref><ref>M. Gilbert ''Churchill and the Jews'' 2007 p. 290</ref>. Aveva già espresso forte contrarietà al [[Libro bianco (Palestina)|libro bianco del 1939]]<ref name="Cohen398" />, che aveva di fatto bloccato l'afflusso di rifugiati ebrei dall'[[Europa]] dopo la [[grande rivolta araba]]. Churchill aveva definito il libro bianco "un tradimento vergognoso"<ref>Gilbert 2008</ref>. Nel
{{citazione|Dopo la sconfitta di Hitler, gli ebrei dovranno creare il loro Stato là dove sono nati. Balfour mi ha lasciato questo compito e io non intendo disattenderlo.<ref name="Mlecin">L. Mlecin ''Perché Stalin creò Israele'' 2010 p. 79</ref>|Winston Churchill a [[Chaim Weizmann]],
Il
{{citazione|Sin d'allora, la popolazione ebraica è raddoppiata e più che raddoppiata, e così quella araba. Allorché gli ebrei rivendicarono la loro terra [...] 400 o 500
L'intervento di Churchill fu pienamente efficace: dopo la fine del dibattito il Governo laburista, in evidente difficoltà, annunciò che il Regno Unito avrebbe riconosciuto lo Stato di Israele, atto compiuto formalmente nove giorni dopo<ref name="Gilbertjews"/>.
[[File:Churchill and King Abd al-Aziz of Saudi Arabia.jpg|thumb|verticale|sinistra|Churchill con [[Abd al-Aziz dell'Arabia Saudita]] nel
Nel giudizio storico divergono le valutazioni circa il rapporto di Churchill con il movimento sionista. Secondo lo storico [[Michael J. Cohen]], Churchill rimase convinto che la linea da seguire fosse il suo libro bianco del
In questo contesto si situa anche il suo apprezzamento verso la nuova [[India]] indipendente guidata da [[Jawaharlal Nehru]] (il quale come lui aveva studiato
Durante un incontro negli [[Anni 1950|anni '50]], quando Churchill era nuovamente primo ministro, lui e Nehru si recarono in visita
==== Unità europea ====
{{citazione|Noi siamo con l'[[Europa]] ma non parte di essa. Siamo collegati, ma non legati a essa. Vi siamo interessati e associati, ma non assorbiti.<ref>{{en}}John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 87</ref>|Winston Churchill,
Una delle componenti più ambigue e controverse
{{citazione|Può darsi che noi abbandoniamo l'Europa, ma l'Europa non abbandonerà noi<ref>{{en}}John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 86</ref>|Winston Churchill [[1918]]}}
Nel
{{citazione|
Questa revisione della teoria delle [[relazioni internazionali]], che sotto certi aspetti riecheggia le posizioni idealistiche, condusse Churchill, nell'estate del
[[File:Churchill Tha Hague 1948.jpg|miniatura|sinistra|Churchill tiene il discorso inaugurale del [[Consiglio d'Europa]] all'[[L'Aia|Aja]], 7 maggio
Nel
{{citazione|
Le relazioni tra Regno Unito ed Europa rimasero al centro della riflessione di Churchill per tutti gli anni ‘30<ref name="Lukacs90">Lukacs "Churchill" 2002 p. 90</ref>. L'11 giugno
Dopo lo scoppio della [[seconda guerra mondiale]] le idee su una più stretta unione europea continuarono a circolare, dal
Sul piano retorico, peraltro,
Subito dopo la guerra, Churchill riprese appieno le posizioni già espresse nel 1930, pronunciando un famoso discorso a [[Zurigo]] il 19 settembre
[[File:Churchill and Carlo Sforza in Strasbourg 1950.jpg|miniatura|Churchill con il ministro degli Esteri italiano [[Carlo Sforza]] a [[Strasburgo]] nel
{{citazione|Oggi desidero parlarvi della tragedia dell'Europa. Questo nobile continente, che annovera le più belle e più colte regioni della Terra, e gode di un clima temperato e mite, è la casa di tutte le razze genitrici del mondo occidentale. È la fonte della fede e dell'etica cristiana. È l'origine di gran parte della cultura, delle arti, della filosofia e della scienza dei tempi antichi come di quelli moderni. Se un giorno l'Europa fosse unita nel condividere il proprio comune retaggio, non vi sarebbero limiti alla sua prosperità.<ref>{{en}}John Lukacs, ''Churchill. Visionario, Statista, Storico'' p. 96</ref>|Winston Churchill,
Il ''[[The Times|Times]]'' scrisse che il discorso aveva "sorpreso il mondo" con "proposte oltraggiose" e avvertì che c'era ancora poco entusiasmo per tale unità, e che sembrava presumibile una divisione permanente tra l'Europa orientale e occidentale, sollecitando dei "più modesti" accordi economici. Il discorso di Churchill fu invece elogiato da [[Leo Amery]] e dal conte [[Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi|Coudenhove-Kalergi]] il quale scrisse che il discorso avrebbe spinto i governi all'azione<ref>Gilbert, pp. 265–66</ref><ref name="Charmley">Charmley 1995, pp. 246–49</ref>.
{{Approfondimento
{{Approfondimento|titolo=Churchill e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo|contenuto=Se Churchill fu sempre sostanzialmente ostile all'adesione del Regno Unito ad un blocco europeo continentale, fu invece, di converso, uno dei massimi fautori di un [[Consiglio d'Europa]] che consentisse la redazione di una Carta europea dei diritti dell'uomo. L'idea fu espressa nel discorso tenuto al Congresso dell'Aja del [[1948]]:▼
|titolo = Churchill e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo
▲
{{citazione|Al centro del nostro movimento sta l'idea di una Carta dei Diritti dell'Uomo, garantita dalla libertà e sostenuta dalla legge.<ref name="Duranti">M. Duranti ''Churchill, Human Rights, and the European Project'' Oxford Scholarship online 2017</ref>}}
Ciò si inseriva, da un lato, nella mai sopita passione ideologica dello statista, pienamente inserita nella tradizione dell'Illuminismo, dall'altro nella necessità di riaffermare il modello occidentale e liberale di fronte alla sfida sovietica.<ref name="Duranti"/>. Dalla sua visione sorse il [[Trattato di Londra (1949)|Trattato di Londra del 1949]] istitutivo del [[Consiglio d'Europa]], cui attualmente aderiscono 47 Stati membri e, sempre per suo impulso, una commissione presieduta dal giurista britannico [[David Maxwell Fyfe]] redasse la [[Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali]] (CEDU), ratificata a [[Roma]] nel
|allineamento = destra }} Churchill espresse sentimenti simili in una riunione della [[Primrose League]] all'[[Royal Albert Hall|Albert Hall]] del 18 maggio
[[File:Churchill Zurich let europe arise.jpg|miniatura|sinistra|Targa commemorativa del Discorso di Zurigo]]
Sul piano interno, peraltro, i conservatori si erano divisi, sin dal 1945, sulla visione
Dopo essere tornato primo ministro, Churchill scrisse una nota per il gabinetto il 29 novembre
Nel
=== Secondo mandato ministeriale (1951-1955) ===
==== Ritorno al governo ====
===== Politica interna =====
[[File:Churchillcabinet1955.png|miniatura|sinistra|Il terzo Governo Churchill (
Dopo le [[Elezioni generali nel Regno Unito del 1951|elezioni generali dell'ottobre 1951]], Churchill divenne di nuovo primo ministro e il suo secondo governo durò fino alle sue dimissioni nell'aprile del
Negli affari interni vennero introdotte varie riforme, come il ''Mines and Quarries Act'' del
306</ref>, la costruzione di alloggi popolari aumentò, e le pensioni e i sussidi di assistenza nazionale furono aumentati<ref>A. Boxer ''OCR a Level History B: The End of Consensus: Britain, 1945-90'' 2008 pp. 232</ref>. Controversa, tuttavia, fu la decisione di introdurre un'imposizione fiscale sui farmaci da prescrizione medica<ref>J.P. Griffin, ''The Textbook of Pharmaceutical Medicine''2009 pp. 776</ref>.
Le politiche abitative erano state un punto qualificante del programma elettorale dei conservatori, dopo che il governo Churchill dei primi anni '50, con [[Harold Macmillan]] in qualità di ministro per gli alloggi, aveva dato alla costruzione di alloggi popolari una priorità politica molto più alta di quella ricevuta sotto l'amministrazione [[Clement Attlee|Attlee]]. Macmillan aveva accettato la sfida di Churchill di soddisfare l'ambizioso impegno pubblico di quest'ultimo di costruire {{formatnum:300000}} nuove case all'anno e raggiungere l'obiettivo un anno prima del previsto<ref>N. Fisher ''Harold Macmillan'' 1982</ref>.
Nel
Infine, il maggior successo conseguito in politica interna dal secondo governo Churchill fu la fine del razionamento bellico, obiettivo raggiunto ufficialmente nel luglio del
===== Questioni coloniali =====
====== Kenya e Malesia ======
Le priorità interne di Churchill nel suo ultimo governo furono messe in ombra da una serie di crisi in politica estera, che erano in parte il risultato del continuo declino del potere e del prestigio militare e imperiale britannico. Essendo un forte sostenitore
Un altro dossier fu quello che divenne noto come l'[[emergenza malese]]. In [[Malaysia]], un'insurrezione comunista contro il dominio britannico era in corso dal
==== Relazioni con gli Stati Uniti, Medio Oriente e guerra fredda ====
[[File:Wc0279.jpg|miniatura|Churchill con Eisenhower e Montgomery nel
Nei primi anni
Churchill
All'inizio del
[[File:Churchill and David Ben Gurion.jpg|miniatura|Churchill con il primo ministro israeliano [[David Ben Gurion]] nel
Sempre con riguardo al [[Medio Oriente]], Churchill portò avanti una politica di disimpegno militare britannico, coerentemente con le sue posizioni sin dai primi [[Anni 1920|anni '20]]. In particolare, rifiutò di prestare assistenza militare alla [[Giordania]], dopo che questa era diventata un rifugio sicuro per la guerriglia [[Palestina|palestinese]], nonostante l'opinione contraria di molti dentro e fuori dal suo partito<ref>M. Gilbert ''Churchill and the Jews'' 2007 p. 365</ref>.
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Alcuni dei colleghi di Churchill pensavano si sarebbe dimesso dopo l'[[Incoronazione della Regina Elisabetta II|incoronazione della regina nel maggio del 1953]]. [[Anthony Eden|Eden]] scrisse a suo figlio il 10 aprile: "Winston diventa ogni giorno più vecchio e tende a perdere un sacco di tempo [...] il mondo esterno non ha idea di quanto sia difficile"<ref name="Charmley263"/>. Tuttavia, la grave malattia nel frattempo occorsa a Eden permise a Churchill di assumere il controllo degli affari esteri dall'aprile del 1953<ref name="Charmley263"/><ref>Gilbert, Martin. ''Winston S. Churchill: Never Despair: 1945–1965''. 1988: pp. 814–15, 817</ref>.
[[File:Bundesarchiv B 145 Bild-F003523-0001, Bonn, Winston Churchill und Konrad Adenauer.jpg|miniatura|sinistra|verticale|Churchill con [[Konrad Adenauer]] nel
Nei rapporti con l'[[Europa]], Churchill si prodigò per sostenere la rinascita della [[Germania Ovest|Repubblica federale tedesca]]. Nel [[1953]] a [[Londra]] ebbero luogo i negoziati che portarono all'[[accordo sui debiti esteri germanici]], che cancellò gran parte dei debiti di guerra tedeschi. Nel
[[File:Tito-Churchill-and-Eden-in-London-March-1953-Sl-3-Tito-Churchill-in-Eden-v-Londonu.png|thumb|Tito, Churchill
Nei riguardi dell'Italia invece, l'obiettivo principale della politica britannica, all'unisono con quella statunitense, fu di serrare i ranghi dei Paesi mediterranei nell'ambito [[Nato]]. A tal fine, divenne di vitale importanza risolvere il contenzioso di [[Trieste]], che impediva una più stretta cooperazione tra l'Italia e le nazioni balcaniche e mediterranee, in particolare la [[Jugoslavia]], ma anche [[Turchia]] e [[Grecia]], membri dell'Alleanza<ref>F. Imperato "UN ASPETTO DELLA POLITICA MEDITERRANEA DELL’ITALIA: LE RELAZIONI CON LA TURCHIA (1946-1974" in "FRA DIPLOMAZIA E PETROLIO.
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Nello stesso anno, Churchill e Eden colsero un altro importante successo con la firma del Trattato di pace con l'[[Austria]], primo e unico caso di ritiro volontario dell'[[Unione Sovietica]] da un territorio occupato durante la guerra<ref name="dizionariostorico"/>, ottenuto mediante la neutralizzazione dello stato danubiano: il modello che Churchill aveva prefigurato anche per gli Stati dell'Europa orientale, ormai confitti nell'orbita sovietica.
In generale, dopo l'avvento di [[Georgij Maksimilianovič Malenkov|Malenkov]] alla guida dell'[[Urss]], Churchill si fece attivo promotore di una politica di apertura verso i [[Unione Sovietica|sovietici]]. Dopo ulteriori scoraggiamenti da parte del presidente Eisenhower (negli Stati Uniti era l'epoca del [[maccartismo]] e il segretario di Stato [[John Foster Dulles]], con il quale ebbe un pessimo rapporto, era un "falco" della [[guerra fredda]]), Churchill decise di avviare un'azione autonoma della [[Gran Bretagna]] e annunciò i suoi piani per un summit anglo-sovietico alla Camera dei Comuni l'11 maggio. L'ambasciata americana a Londra osservò che questa era stata una rara occasione in cui Churchill non menzionò la solidarietà anglo-americana in un discorso. A [[luglio]] [[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Molotov]] rispose per telegramma a Churchill dichiarandosi favorevole
Di fronte all'ostilità verso la distensione con l'[[Unione Sovietica]] manifestata dai suoi ministri, Churchill decise di dotare il [[Regno Unito]] della [[bomba all'idrogeno]], senza informare il gabinetto. Churchill intendeva usare il potere deterrente della nuova arma per avviare un disarmo concertato globale. Le grandi potenze dovevano escogitare "un sistema di disarmo equilibrato e articolato in varie fasi"<ref name="gilbert435">{{Cita|Martin Gilbert 1991|p. 435}}.</ref>. Il mezzo per raggiungere il disarmo era la deterrenza rappresentata dall'armamento nucleare. "Questa deterrenza può portare in ogni momento al disarmo, posto che sia tale"<ref name="gilbert435"/>.
Con il discorso dell'11 maggio 1953 Churchill conseguì l'ultimo risultato della sua carriera sul piano internazionale, ossia avviare, indirettamente, il processo di affossamento del progetto di [[Comunità europea di difesa]], avanzato soprattutto su pressione statunitense e sostenuto all'interno del governo britannico da [[Anthony Eden]]<ref name="avarsori">A. Varsori La Gran Bretagna e l'Italia di De Gasperi (1945-1953) in Ventunesimo Secolo Vol. 3, No. 5 (Marzo 2004), pp. 221-246</ref>. La
==== Infarto e dimissioni ====
[[File:Churchill queen Elizabeth 1953.jpg|miniatura|Churchill con la regina [[Elisabetta II del Regno Unito|Elisabetta II]] nel
Churchill aveva subito un lieve [[ictus]] mentre era in vacanza nel sud della Francia, nell'estate del 1949. Quando formò il suo secondo governo la sua decadenza fisica era evidente a tal punto che [[Giorgio VI del Regno Unito|Giorgio VI]], già nel dicembre
La fatica di ricoprire contemporaneamente le cariche di primo ministro e di ministro degli esteri contribuì a causare il suo secondo infarto a [[Downing Street]] dopo una cena ufficiale il 23 giugno
[[File:Churchil and Alcide de Gasperi 1953.jpg|miniatura|sinistra|Churchill con [[Alcide de Gasperi]] il 23 giugno
Churchill era ancora desideroso di avere un incontro con i sovietici e si dimostrò aperto all'idea di una Germania riunificata. Rifiutò di condannare il regime della [[Repubblica Democratica Tedesca]], commentando il 10 luglio
Churchill fu coinvolto nell'attrito tra Eden e Dulles (giugno 1954) e desiderava ancora compiere un viaggio ufficiale a [[Mosca (Russia)|Mosca]], minacciando di rassegnare le dimissioni. Ciò provocò una crisi di governo quando [[Robert Gascoyne-Cecil, V marchese di Salisbury|Lord Salisbury]] minacciò di dimettersi a sua volta se Churchill avesse fatto a modo suo. Alla fine i sovietici proposero una conferenza delle cinque grandi potenze, che però non ebbe seguito dopo che Churchill si dimise. Entro l'autunno egli aveva nuovamente rimandato le sue dimissioni<ref>Gilbert, pp. 1009–17</ref><ref>Charmley 1995, pp. 289–91</ref>.
[[Anthony Eden]], terminata la convalescenza dalle sue operazioni, divenne una figura importante sulla scena mondiale nel
=== Ultimi anni e morte ===
[[File:AR7813-E. President John F. Kennedy Declares Sir Winston Churchill an Honorary Citizen of the United States.jpg|miniatura|Il presidente John Fitzgerald Kennedy conferisce la cittadinanza onoraria degli Stati Uniti a Winston Churchill. Alla sua sinistra il figlio Randolph e in seconda fila, alla destra della First lady, il nipote Winston (
[[Elisabetta II del Regno Unito|Elisabetta II]] offrì a Churchill il titolo di "duca di Londra", ma egli rifiutò in seguito alle obiezioni di suo figlio [[Randolph Frederick Churchill|Randolph]], che avrebbe ereditato il titolo alla morte del padre e quindi sarebbe stato escluso dalla [[Camera dei Comuni (Regno Unito)|Camera dei Comuni]]<ref>Rasor, p. 205</ref>. Tuttavia, accettò il cavalierato dell'[[Ordine della Giarrettiera]]. Dopo aver lasciato il premierato, Churchill passò meno tempo in parlamento finché non si ritirò definitivamente dalla politica alle [[Elezioni generali nel Regno Unito del 1964|elezioni generali del 1964]]. Churchill trascorse la maggior parte del suo ritiro a Chartwell e nella sua casa di Hyde Park Gate, a [[Londra]], e divenne un habitué dell'alta società sulla [[Costa Azzurra]], stringendo amicizia con [[Aristotele Onassis]]<ref>Gilbert, Martin (2001). Churchill: A Study in Greatness (one-volume edition). London: Pimlico</ref><ref>Lovell, Mary S. ''The Churchills'' Little, Brown Book Group. pp. 486</ref>.
[[File:Churchill and Maria Callas.jpg|miniatura|sinistra|Churchill con [[Maria Callas]] nel
Sebbene pubblicamente la supportasse, Churchill era in privato scettico riguardo all'[[Crisi di Suez|invasione di Suez]] voluta da [[Anthony Eden]]. Sua moglie [[Clementine Hozier|Clementine]] credeva che Churchill si fosse recato numerose volte negli Stati Uniti negli anni seguenti per ricucire le relazioni anglo-americane<ref>Gilbert, Martin. Winston S. Churchill: Never Despair: 1945–1965. 1988: pp. 1224–25</ref>.
[[File:Randolph Churchill with daughter Arabella and Jacqueline Kennedy.jpg|miniatura|Randolph Churchill con la figlia Arabella, [[Jacqueline Kennedy Onassis|Jackie Kennedy]] e [[John Fitzgerald Kennedy Jr.|John Fitzgerald Jr]], [[New York]],
Al momento delle [[Elezioni generali nel Regno Unito del 1959|elezioni generali del 1959]], Churchill ormai frequentava raramente la Camera dei Comuni. Nonostante la netta vittoria conservatrice, la sua maggioranza calò di oltre un migliaio voti. È opinione diffusa che quando le sue facoltà mentali e fisiche cominciarono a decadere, iniziò a perdere la battaglia che aveva dovuto combattere per tutta la vita contro quella che lui chiamava il "cane nero", cioè la [[disturbo depressivo|depressione]]. Tuttavia [[Anthony Montague Browne]], segretario personale di Churchill durante gli ultimi dieci anni di vita di quest'ultimo, scrisse che non aveva mai sentito Churchill riferirsi al "cane nero", e contestò vigorosamente l'idea che la salute dell'ex primo ministro fosse afflitta anche dalla depressione<ref>A. M. Browne, Long Sunset (1995), pp. 302–03</ref>.
Si è ipotizzato che Churchill possa aver avuto la [[malattia di Alzheimer]] negli ultimi anni, anche se altri sostengono che la sua ridotta capacità mentale era semplicemente il risultato cumulativo dei vari infarti e ictus e della sordità crescente di cui soffriva già dal
Nel giugno
[[File:Churchill with children Randolph and Diana.jpg|miniatura|sinistra|Churchill con i figli Randolph e Diana nel
Gli ultimi anni di vita di Churchill furono funestati dalla salute malferma e soprattutto dal tragico suicidio della figlia primogenita [[Diana Churchill|Diana]] nell'ottobre
Nonostante la cattiva salute, Churchill cercò ancora di rimanere attivo nella vita pubblica e nel giorno di San Giorgio del
Il 15 gennaio
[[File:Cover-corriere Churchill death.jpg|miniatura|verticale|La prima pagina del [[Corriere della Sera]] del 25 gennaio
==== Funerale ====
{{citazione|Onorevoli Colleghiǃ La vicenda umana di uno dei più grandi protagonisti della vita politica del nostro secolo si è appena conclusa.<ref name="Moro">http://www.camera.it/_dati/leg04/lavori/stenografici/sed0253/sed0253.pdf</ref>|[[Aldo Moro]], Presidente del Consiglio italiano, pronuncia la commemorazione di Churchill alla Camera dei deputati il 26 gennaio 1965}}
[[File:Sir Winston Churchill's Grave, Bladon - geograph.org.uk - 7116.jpg|miniatura|sinistra|verticale|La tomba di Churchill e della moglie Clementine a Bladon, [[Woodstock (Oxfordshire)|Woodstock]] [[Oxfordshire]]]]
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Tra gli osservatori stranieri fu diffusa l'impressione che la morte di Churchill avesse chiuso un'epoca. Solo la sua personalità e il suo prestigio avevano consentito al Regno Unito di rimanere protagonista della scena internazionale. Lo comprese [[Charles de Gaulle]] quando affermò, appresa la notizia della morte: "''Ora l'Inghilterra ha cessato di essere una grande potenza''"<ref name="dizionariostorico"/>.
[[File:Churchill's funeral 1965.jpg|miniatura|verticale|Il carro funebre di Churchill attraversa [[Londra]] tra due ali di folla, 30 gennaio
Un servizio funebre di
La [[Royal Artillery]] sparò i 21 colpi di saluto dovuti a un capo di governo e la [[Royal Air Force|RAF]] lo salutò con un volo coreografico di sedici caccia [[English Electric Lightning|Lightning]]. La bara fu poi portata a breve distanza verso la [[Stazione di Londra Waterloo|stazione di Waterloo]], dove fu caricata su una carrozza ferroviaria appositamente preparata e dipinta come parte del treno funebre per il suo viaggio fino
Il treno funebre delle carrozze Pullman che trasportavano i suoi familiari in lutto fu trainato dalla locomotiva a vapore della classe ''Battle of Britain No. 34051 Winston Churchill''. Nei campi lungo il percorso, e nelle stazioni attraverso cui passava il treno, migliaia di compatrioti si fermarono in silenzio per dare il loro ultimo saluto a Churchill. Su sua richiesta, fu sepolto nel camposanto di famiglia a St Martin's Church, Bladon, vicino a [[Woodstock (Oxfordshire)|Woodstock]], non lontano dal suo luogo natale, [[Blenheim Palace]]. Accanto a lui riposano i suoi genitori e tutti i suoi antenati e discendenti.
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[[File:Cover of The River War Vol 2, 1899.jpg|miniatura|verticale|Frontespizio di ''The river war'', le memorie di Churchill sulla guerra sudanese]]
Churchill fu un abile pittore dilettante e provò un grande piacere nel dipingere, specialmente dopo le sue dimissioni da [[Lord commissari dell'ammiragliato|primo lord dell'ammiragliato]] nel
I dipinti più noti di Churchill sono paesaggi [[Impressionismo|impressionisti]], molti dei quali hanno come soggetto il sud della [[Francia]], l'[[Egitto]] o il [[Marocco]]<ref name="Rees-Mogg"/>. Usando lo pseudonimo di Charles Morin<ref name="Knickerbrocker">Knickerbocker, H.R. (1941) ''Is Tomorrow Hitler's? 200 Questions On the Battle of Mankind'' Reynal & Hitchcock. pp. 140, 150, 178–79</ref>, Churchill coltivò il suo hobby per tutta la vita e dipinse centinaia di tele, molte delle quali sono esposte nello studio di Chartwell e in collezioni private, come la Wendy and Emery Reves Collection al [[Dallas Museum of Art]]. [[Emery Reves]] era l'editore americano di Churchill, oltre che un amico intimo<ref>https://web.archive.org/web/20090105231340/http://www.winstonchurchill.org/i4a/pages/index.cfm?pageID=576</ref>. La maggior parte dei suoi lavori sono dipinti a olio è a soggetto paesaggistico, ma realizzò anche numerose scene di interni e ritratti. Nel 1925 [[Joseph Duveen|Lord Duveen]], [[Kenneth Clark]] e [[Oswald Birley]] selezionarono il suo ''Winter Sunshine'' come vincitore di un concorso per artisti dilettanti anonimi<ref>Johnson, Paul (2009) ''Churchill'' Viking pp. 46-47</ref>.
Nonostante la fama e le origini aristocratiche, Churchill faticò sempre a mantenere le sue entrate a un livello che finanziasse il suo stravagante stile di vita. I deputati prima del
Churchill fu uno scrittore prolifico, spesso sotto lo pseudonimo di Winston S. Churchill, che usava in accordo con un romanziere americano suo omonimo per evitare confusione tra le loro opere. La sua produzione include un romanzo, due biografie, tre volumi di memorie e diversi saggi storici.
Fu insignito del [[premio Nobel per la letteratura]] nel 1953 "''per la sua padronanza della descrizione storica e biografica e per la brillante oratoria in difesa dei valori umani''"<ref>https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1953/</ref>.
Già apprezzato per la sua biografia ''Gli anni dell'avventura'', due dei suoi lavori più famosi, pubblicati dopo il suo primo premierato, portarono la sua fama internazionale a nuovi livelli. Questi furono: i suoi sei volumi di memorie sulla [[seconda guerra mondiale]] (''The Second World War'') e ''A History of the English-Speaking Peoples''; quest'ultima è una storia in quattro volumi che copre il periodo dall'[[Spedizioni cesariane in Britannia|invasione di Cesare in Britannia]] (55
Churchill fu anche un appassionato cultore di scienza e tecnologia. All'età di 22 anni lesse ''[[L'origine delle specie]]'' di [[Charles Darwin]] e un manuale di [[fisica]]. Negli [[Anni 1920|anni '20]] e [[Anni 1930|'30]], a imitazione di [[H.G. Wells]], di cui era amico<ref>http://www.hgwellsusa.50megs.com/introduction.html</ref>, scrisse saggi di divulgazione scientifica su argomenti come l'evoluzione e il potere della fusione nucleare. In un manoscritto inedito recentemente riscoperto, intitolato ''Siamo soli nell'universo?'', indagò la possibilità della vita extraterrestre in modo scientifico e approfondito<ref>Livio, Mario (15 February 2017) "Winston Churchill's essay on alien life found". Nature. 542 (7641): 289–291. Bibcode:2017Natur.542..289L</ref>.
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== Pensiero politico ==
{{Approfondimento
{{Approfondimento|titolo=Liberalismo e socialismo secondo Churchill|contenuto=''Non è possibile discutere qui delle divergenze filosofiche tra socialismo e liberalismo. Non è del resto possibile tracciare una linea netta tra individualismo e collettivismo, né in teoria né in pratica. È qui che i socialisti commettono un errore; non imitiamolo. Nessun uomo può essere collettivista e individualista solamente, ma deve essere entrambe le cose; la natura umana è duale. Lo è anche l'organizzazione della vita sociale: l'uomo è al tempo stesso un individuo unico e un animale gregario. Per alcuni scopi dovrà essere collettivista, per altri dovrà essere individualista. Collettivamente ci approvvigioniamo di luce e acqua, ma non facciamo l'amore né mangiamo collettivamente [...] L'intera tendenza della civilizzazione va verso la moltiplicazione delle funzioni collettive della società. Le crescenti complicazioni della civiltà hanno creato servizi che devono essere gestiti dallo Stato [...] Io guardo verso la creazione di uno standard minimo di vita e di lavoro, e la sua elevazione progressiva man mano che l'incremento delle energie produttive lo permetteranno''▼
|titolo = Liberalismo e socialismo secondo Churchill
▲
(da un discorso tenuto alla St. Andrew's Hall di Glasgow l'11 ottobre 1906)<ref>''Liberalism and the social problem'' pp. 79-81</ref>
|allineamento = destra }} Sul piano ideologico, Churchill fu da molti ritenuto motivato dall'ambizione personale piuttosto che da un principio politico<ref name= "Rhodes1970">Rhodes James 1970, p. 6</ref><ref>Addison 1980, pp. 23, 25</ref>. Agli inizi della sua carriera parlamentare, fu spesso deliberatamente provocatorio e polemico<ref name="Jenkins121"/><ref>Gilbert 1991, p. 168</ref>; il suo stile retorico affilato gli valse molti nemici in parlamento. D'altra parte, era anche considerato un politico onesto che mostrava particolare lealtà alla sua famiglia e agli amici intimi<ref name="Jenkins121"/>. Secondo [[Roy Jenkins]], era "singolarmente privo di inibizione o infingimenti"<ref name="Jenkins121">Jenkins 2001, pp. 121, 245</ref>.
Fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, l'approccio di Churchill alla politica generò una diffusa "sfiducia e avversione"<ref name= "Rhodes1970"/>, soprattutto a causa delle ripetute defezioni da due partiti. I suoi biografi lo hanno variamente classificato, in termini di ideologia politica, come "fondamentalmente conservatore"<ref name= "Rhodes1970"/>, "(sempre) liberale di vedute"<ref>Gilbert 1991, p. IX</ref>, e "mai limitato dall'appartenenza
{{Citazione|Penso che ogni lavoratore farebbe bene a iscriversi a un sindacato per proteggere i diritti e gli interessi della forza lavoro.<ref>A. Roberts ''Churchill: la biografia'' Utet 2020 p. 275</ref>}}
D'altra parte, per molti aspetti Churchill fu un radicale e un riformatore, ma sempre con l'intenzione di preservare la struttura sociale esistente, spinto da un aristocratico, per quanto sincero, paternalismo<ref name=
{{citazione|STOKER: Qual è, secondo voi, la tendenza della politica oggi?
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(Churchill a Sir [[Hastings Ismay]] 7 luglio [[1940]]<ref>G. Galli ''Hitler e il nazismo magico'' Milano 2011 p. XXIV</ref>)|allineamento=sinistra}}
Proprio in virtù di tali qualità, Churchill raccolse il plauso anche di personalità politiche e intellettuali provenienti da ambiti opposti al suo: in alcuni momenti persino in misura maggiore che dal campo conservatore, a conferma della difficile incasellabilità di Churchill secondo schemi partitici e ideologici predefiniti. La deputata comunista, poi laburista, [[Ellen Wilkinson]], che nel corso del grande sciopero del
{{citazione|Politicamente si definiva un liberale. Come ministro aveva promosso riforme favorevoli alla classe lavoratrice e all'ampliamento delle libertà civili. Ma per molti aspetti era un conservatore con idee che lo rendevano affine ai nemici della democrazia. Churchill era convinto della diseguaglianza delle razze e della superiorità della razza anglosassone; esaltava la vita militare, il valore etico della guerra e la sua necessità nella lotta per l'esistenza; glorificava l'impero britannico ed era deciso a conservarlo integro con qualsiasi mezzo, contro ogni aspirazione all'indipendenza dei popoli coloniali. Era un anticomunista intransigente e ammirava pubblicamente Mussolini e il fascismo perché avevano salvato l'Italia e l'Europa dal bolscevismo<ref name="Gentile">E. Gentile ''Il capo e la folla'' Bari 2016</ref>}}
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L'approccio di Churchill al tema razziale continua a suscitare un intenso dibattito. In particolare, alcuni critici hanno equiparato il suo imperialismo indiscusso al razzismo<ref>"Winston Churchill: British Hero or Racist Villain?". The Week. London: Dennis Publishing Limited. 9 June 2020. Retrieved 10 August 2020.</ref>. Contro tale posizione, Addison ha sostenuto che è fuorviante descriverlo come un razzista in qualsiasi contesto moderno perché il termine usato ora porta "''molte connotazioni che erano estranee a Churchill''"<ref name="Addison38"/>. Addison ha sostenuto che Churchill si opponeva all'antisemitismo e non avrebbe mai tentato di "''alimentare l'animosità razziale contro gli immigrati, o di perseguitare le minoranze''"<ref name="Addison38"/>.
Contrariamente a questa descrizione, le opinioni di Churchill sulla razza nel suo insieme furono a volte giudicate estremiste dai suoi contemporanei, all'interno dello stesso Partito conservatore<ref name="Heyden">Heyden, Tom (26 January 2015). "The 10 greatest controversies of Winston Churchill's career". BBC News. London: BBC</ref>; una volta descrisse gli indiani come "''un popolo bestiale con una religione bestiale''"<ref name="Heyden"/>. Nel 1955, Churchill espresse il suo sostegno allo slogan "Keep England White" perché si opponeva all'immigrazione dalle Indie occidentali<ref name="Heyden"/>. Si oppose all'autogoverno nero o indigeno in Africa, Australia, Caraibi, Americhe e India, credendo che l'imperialismo britannico beneficiasse le razze "primitive", le quali altrimenti sarebbero sprofondate nella violenza reciproca<ref name="Heyden"/>. Una significativa rappresentazione dell'attitudine di Churchill verso i popoli coloniali si ha in "My African journey", il resoconto da lui redatto del viaggio compiuto nelle colonie dell'Africa occidentale nel
{{citazione|Nessuno può viaggiare, anche solo per un breve periodo, tra le tribù [[kikuyu]] senza provare simpatia per questi bambini spensierati e docili, anche se un po' rozzi, e senza rendersi conto che possono essere istruiti e sollevati dallo stato di abiezione in cui si trovano oggi. Se queste popolazioni native fossero private dell'amministrazione imparziale e augusta della Corona e lasciate in balìa del feroce egoismo della minoranza bianca per loro sarebbe un disastro.<ref>cit. in A. Roberts "Churchill" p. 219</ref>}}
Le opinioni di Churchill sul tema razziale, se analizzate nel loro complesso, sono molto più diversificate e sfumate e, soprattutto, non assimilabili a quelle più estremiste di molti suoi contemporanei (in primo luogo le ideologie nazifasciste). Da queste ultime, in particolare, lo distinguevano sia il rifiuto dell'antisemitismo, sia l'assenza di un'ostilità pregiudiziale su base razziale. Quando, nel
{{citazione|Non ammetto neanche per un istante che sia stato fatto loro un grande torto per il fatto che una razza superiore, più forte, o comunque, più abile in ogni cosa, mettiamola così, è venuta e ha preso il loro posto.<ref name="Roberts1"/>}}
La visione gerarchica delle razze, e l'idea che quella bianca europea si trovasse al vertice dello sviluppo umano era del resto condivisa negli ambienti politici e intellettuali di tutti i Paesi europei. Soltanto con il secondo dopoguerra e la decolonizzazione si è affermato un movimento di opinione contrario. Anche così, lo stesso Churchill non espresse visioni monolitiche. Nel
{{citazione|La vecchia idea che gli indiani siano in qualsiasi modo inferiori ai bianchi dev'essere abbandonata. Dobbiamo stare insieme da pari.<ref name="Roberts1"/>}}
Analogamente, in un intervento alla Camera dei Comuni nel
=== Bombardamento di Dresda ===
{{Vedi anche|Bombardamento di Dresda}}
Tra il 13 e il 15 febbraio
La responsabilità da parte britannica dell'attacco fu considerata, almeno in parte, di Churchill, motivo per cui è stato criticato per aver permesso che i bombardamenti si verificassero.
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{{Vedi anche|Carestia del Bengala del 1943-1944}}
Durante la [[seconda guerra mondiale]], nel
I [[Impero giapponese|giapponesi]] avevano occupato la [[Birmania]] poco prima, fatto che bloccò l'afflusso dei rifornimenti di riso verso l'India<ref name=Langworth149 /><ref name="ArthurHerman">{{Cita| Arthur Herman| ''Gandhi and Churchill'' 2008 p. 512}}.</ref>. Inoltre, l'afflusso di naviglio verso il Bengala era ulteriormente compromesso dal controllo della flotta sottomarina giapponese nelle acque prospicienti, che rendeva assai arduo rifornire la regione senza gravi perdite<ref name="Roberts2020Bengala"/>.
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Il ruolo di Churchill nella vicenda è controverso, poiché, se egli non determinò la carestia, come ha scritto lo storico [[Arthur L. Herman]] "''Churchill si oppose a inviare derrate da altri teatri di conflitto verso l'India. Si era in guerra''"<ref name="ArthurHerman" />. Informato dell'emergenza umanitaria in atto, Churchill disse: "''Gli indiani devono imparare a badare a se stessi come abbiamo fatto noi. Non c'é motivo per cui alcune parti dell'[[Impero britannico]] non debbano sentire il pungolo allo stesso modo in cui ha fatto la madrepatria''"<ref name=Langworth149>{{Cita|R. Langworth| p. 149}}.</ref>. Come osserva Andrew Roberts: "''Queste affermazioni riportate da altri, se anche oggi suonano spietate, riflettevano la realtà''"<ref name="Roberts2020Bengala"/>.
Le osservazioni critiche sostengono che Churchill abbia deliberatamente sottratto derrate all'India per scopi politici (colpire il [[Partito del Congresso Indiano|Partito del Congresso]]), o per un pregiudizio razziale che lo avrebbe indotto a privilegiare le truppe britanniche e le popolazioni ugualmente affamate dell'Europa occidentale reduci dall'occupazione tedesca, come greci, olandesi e italiani, a scapito degli asiatici<ref>M. Mukerjee ''Churchill's Secret war'' passim.</ref>. Si deve infatti considerare che, nello stesso periodo, le requisizioni di massa operate dai [[Nazismo|nazisti]] in [[Grecia]] nel biennio
Tuttavia, la storiografia più recente, attraverso lo studio in particolare dei verbali delle riunioni del consiglio dei ministri, dimostra che Churchill diede disposizioni per alleviare il più possibile le conseguenze della carestia, che altrimenti sarebbero state ben peggiori<ref name="Langworth149"/><ref name="Roberts2020Bengala"/>.
Il
Inoltre, nella carenza di cibo ebbero un ruolo anche le divisioni interne fra gli indiani. Un memorandum del Gabinetto di guerra informò che gli [[indù]] intendevano approfittare dell'occupazione giapponese della [[Birmania]] per danneggiare il governo musulmano del [[Bengala]] tramite la carestia<ref name="RLangworth">{{Cita|R. Langworth| p. 151}}.</ref>, oltre al fatto che la rapacità di accaparratori e funzionari corrotti nascose molte derrate<ref name="RLangworth" />. I governi provinciali indiani con eccedenze alimentari, come quello del [[Punjab (regione)|Punjab]], rifiutarono categoricamente di vendere le loro scorte a un prezzo inferiore a quello di mercato, favorendo così la penuria e gli accaparratori<ref name="Roberts2020Bengala"/>. Lo storico indiano [[Zareer Masani]] ha affermato: "I fatti sulle spedizioni di cibo nel Bengala, ampiamente registrati negli archivi del Gabinetto di guerra britannico e del governo indiano, sono che più di un milione di tonnellate di grano arrivarono in Bengala tra l'agosto del 1943, quando il governo di guerra si rese conto per la prima volta della gravità della carestia, e la fine del 1944, quando la carestia si era esaurita. Si trattava di aiuti alimentari inviati specificamente al Bengala, in gran parte su navi australiane, nonostante il rigoroso razionamento del cibo in Inghilterra e la grave carenza di cibo nell'Italia meridionale e nella Grecia appena liberate"<ref>Zareer Masani, “Churchill and the Genocide Myth: Last Word on the Bengal Famine,” Hillsdale College Churchill Project, 27 January 2021</ref>.
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Alla fine del 1944 la carestia era stata placata, mediante l'invio di oltre un milione complessivo di tonnellate di cibo dall'Australia e dal Sud est asiatico. Efficace era stata anche l'azione di Wavell, tramite l'uso dell'esercito per portare cibo nelle zone rurali più sperdute, e gli effetti della carestia furono attenuati<ref>{{Cita|R. Langworth| p. 150}}.</ref>. Anche così, le difficoltà del contesto bellico, i vari e diversi fattori scatenanti (naturali e umani), nonché la precedenza data da tutti i decisori coinvolti ai teatri di combattimento, provocò un rallentamento dei soccorsi che causò la morte di non meno di un milione e mezzo di persone<ref name="Roberts2020Bengala"/>.
{{citazione|Ridurre le decisioni disperatamente difficili che Churchill e altri dovettero prendere sul piano morale a un'accusa di deliberato genocidio è pertanto tendezioso e antistorico. [...] La terribile verità sulla carestia è che le perdite di navi subite dall'inizio della guerra, nel 1943-1944 avevano ridotto gli Alleati allo stremo, e il consiglio dei ministri dava la priorità ai russi e ai
== Appartenenza a gruppi esoterici ==
{{Vedi anche|Esoterismo di Winston Churchill}}
Negli anni della sua formazione politico-culturale Churchill entrò in contatto con la cultura [[Esoterismo|esoterica]]. Il 24 maggio
== Vita privata ==
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Dall'infanzia, Churchill non era stato in grado di pronunciare correttamente la lettera ''s'', biascicandola leggermente<ref>{{Cita|Martin Gilbert 1991|p. 65}}.</ref>. Questa imperfezione continuò per tutta la sua carriera, riportata costantemente dai giornalisti dell'epoca e successivi. Gli autori che scrissero negli [[Anni 1920|anni '20]] e [[Anni 1930|anni '30]], prima che la registrazione del suono diventasse comune, menzionarono anche come Churchill balbettasse in maniera "severa"<ref>{{Cita web |url=http://www.utstat.utoronto.ca/sharp/Churchill.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=27 dicembre 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120113145826/http://www.utstat.utoronto.ca/sharp/Churchill.htm |urlmorto=sì }}</ref>. Tuttavia questo è un mito<ref>https://web.archive.org/web/20110804082109/http://www.winstonchurchill.org/learn/myths/myths/he-stuttered</ref>.
[[File:Churchill and the Mitfords.jpg|miniatura|Da sinistra: Ralph Jarvis, [[Randolph Frederick Churchill|Randolph Churchill]], [[Diana Mitford]], Tom Mitford [[Diana Churchill]] e [[James Lees-Milne]] nel
[[File:Churchill Charlie Chaplin Mitford.jpg|miniatura|sinistra|Churchill con Tom Mitford e lord Birkenhead (alle sue spalle) e [[Charlie Chaplin]], ultimo a destra a Chartwell (fine [[Anni 1920|anni '20]])]]
[[File:Diana Churchill Mitford wedding.jpg|miniatura|Diana Churchill (prima da sinistra) damigella al matrimonio di Diana Mitford (al centro)]]
Attraverso la moglie Clementine, Churchill era imparentato con le famose [[Famiglia Mitford|sorelle Mitford]], due delle quali, [[Diana Mitford|Diana]] e [[Unity Mitford|Unity]], divennero note come ferventi naziste. Da bambine, le Mitford erano state compagne di giochi dei figli di Churchill e Diana fu il primo amore del figlio di Winston, Randolph<ref name="telegraph">https://www.telegraph.co.uk/news/uknews/1489956/Why-Churchill-freed-the-Mosleys.html</ref>. In prime nozze Diana Mitford sposò Bryan Guinness, figlio di lord Moyne, un amico di famiglia dei Churchill e la cugina Diana le fece da damigella; dopo aver divorziato da Bryan sposò [[Oswald Mosley]], il capo dei fascisti inglesi. Entrambi arrestati allo scoppio della guerra, vennero poi liberati poco dopo per ordine dello stesso Churchill, in memoria della parentela e dell'amicizia passata<ref name="telegraph"/>. Anche il maschio Mitford, Tom, era un simpatizzante del nazismo, per questo allo scoppio del conflitto Churchill gli consentì di servire in India per difendere l'Impero e non combattere l'Asse. Morì di dissenteria in [[Birmania]] nell'aprile
Churchill fu anche un appassionato [[Gioco d'azzardo|giocatore d'azzardo]]. Nel
Per quanto riguarda il rapporto con l'alcool, Churchill apprezzava in particolare [[whisky]], [[brandy]] e [[champagne]]<ref name="Enright">D. Enright (a cura di) ''Il sorriso del bulldog. Maliziose arguzie di Winston Churchill'' 2006 pp. 67-69</ref>. Parlava spesso con ironia delle sue abitudini di bevitore e si divertiva a prendere in giro astemi e salutisti. A questo proposito una volta disse del politico laburista [[Stafford Cripps]], astemio e vegetariano: «Io mangio, bevo, fumo [...] ed è lui ad avere il naso rosso!»<ref name="Enright"/>. Durante un pranzo con il re dell'[[Arabia Saudita]] [[Abd al-Aziz dell'Arabia Saudita|Ibn Saud]], a proposito della proibizione islamica di fumare e ingerire alcolici disse: «La mia religione invece mi impone come rito assolutamente sacro il fumare sigari e il bere alcolici prima, dopo e se del caso durante tutti i pasti e nell'intervallo tra un pasto e l'altro»<ref name="Enright"/>. Tuttavia in ''My early life'' scrisse: «Sono stato allevato ed educato a nutrire il massimo disprezzo per le persone che si ubriacano»<ref name="Enright"/>.
Nel
Fatto abbastanza curioso per la sua epoca, Churchill fu del tutto refrattario all'[[omofobia]] e anzi amava frequentare persone omosessuali con le quali spesso strinse forti legami di amicizia. Tra questi si conta in particolare [[Edward Marsh (traduttore)|Edward Marsh]], che fu a lungo suo segretario privato e intimo amico<ref name="Bloch2015">M. Bloch ''Closet Queens: Some 20th Century British Politician'' 2015</ref>. A parte la moglie Clementine, con la quale ebbe sempre un fortissimo rapporto di amore, stima e fiducia, Churchill preferiva la compagnia maschile a quella femminile, il che gli procurò una duratura fama di [[Misoginia|misogino]]<ref name="Bloch2015"/>. La sua preferenza per le amicizie maschili e spesso omosessuali ha fatto ipotizzare
=== Matrimonio e figli ===
[[File:Mr. and Mrs. Winston Spencer Churchill.jpg|miniatura|destra|verticale|Winston e Clementine nel
[[File:Churchillfamily1914.jpg|miniatura|La famiglia Churchill nel
[[File:Churchills-in-Canada-768x564.jpg|miniatura|Churchill con il fratello Jack (a destra nella foto), il figlio Randolph e, alle sue spalle, il nipote Johnny (anni '20)]]
Churchill incontrò la sua futura consorte, [[Clementine Churchill|Clementine Hozier]], nel
Da Clementine e Winston nacquero:
* [[Diana Churchill|Diana]] (11 luglio 1909 - 20 ottobre
** Julian (
** Edwina (
** Celia (
:Anche questo matrimonio fallì e i due [[Divorzio|divorziarono]] nel
:
* [[Randolph Frederick Churchill|Randolph]] (28 maggio
* [[Sarah Churchill (attrice)|Sarah Churchill]] (7 ottobre
* Marigold Frances (15 novembre
* [[Mary Soames|Mary]] (15 settembre
** Nicholas (12 febbraio
** Emma (9 settembre 1949, vivente),
** Jeremy,
** Charlotte,
** Rupert (18 maggio
Clementine e Winston furono sposati per 56 anni, fino alla morte di lui nel
==== Galleria d'immagini ====
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File:Sarah Churchill 1966.jpg|Sarah nel 1956
File:Mary Soames (1965).jpg|Mary nel 1965
File:Churchillwithsonandgrandson.jpg|Churchill con Randolph e il nipote Winston III nel
</gallery>
== Eredità storica ==
Al di là delle controversie suscitate già durante la carriera, e poi periodicamente riproposte a seconda della sensibilità delle varie fasi storiche, il giudizio sulla figura di Churchill rimane generalmente positivo. Fanno comprensibilmente eccezione gli storici che simpatizzano per il nazifascismo e le potenze
Più in generale, la storiografia è concorde nel valutare la carriera di Churchill come altalenante sino al 1940, con successi alternatisi a fallimenti evidenti<ref>C. Catherwood ''Winston Churchill A Reference Guide to His Life and Works'' 2020</ref>.
Tuttavia, il dibattito è concentrato inevitabilmente
La critica principale che viene mossa, particolarmente da un filone storiografico di destra, è quella di aver determinato la fine
[[File:Ian Kershaw 2012 crop.jpg|thumb|verticale|left|Ian Kershaw]]
Il declino del Regno Unito come potenza globale è certamente una delle conseguenze di maggior rilievo che sul medio periodo furono rese evidenti dalla Seconda guerra mondiale. Tuttavia, si trattò di un esito iscritto in dinamiche di lungo periodo già palesi dopo il [[Prima guerra mondiale|conflitto precedente]], risultanti
{{citazione|Il regime hitleriano era incapace di porre limiti alle sue ambizioni di conquista territoriale [...] La posizione della Gran Bretagna, peraltro, si sarebbe progressivamente indebolita. Per assioma, un'intesa con il Reich ne avrebbe fatalmente minato l'alleanza con Parigi. Stretta fra Germania e Inghilterra, la debolezza militare francese sarebbe risultata evidente molto prima del 1940. La Francia avrebbe dovuto presumibilmente piegarsi in qualche modo alla supremazia tedesca, anche senza passare per la guerra e la sconfitta. Con ogni probabilità, a Whitehall si sarebbe insediato un governo sempre più dipendente dal benestare di Berlino, ricalcando progressivamente il modello di Vichy in Francia. Sotto la minaccia nipponica in Estremo Oriente, e oberata dalle difficoltà di tenere unito l'Impero, la posizione britannica sarebbe stata tutt'altro che solida. Già nella seconda metà degli anni Trenta la marina tedesca aveva elaborato una strategia per acquisire il dominio dei mari. Londra sarebbe stata sottoposta a pressioni sempre più forti per cedere colonie e, soprattutto, posizioni nel Mediterraneo e nelle aree petrolifere del Medio Oriente [...] la Gran Bretagna sarebbe decaduta entro il medio periodo al rango di satellite della Germania. Molto probabilmente vi si sarebbero introdotte le leggi razziali [...] Infine, con la dichiarazione di guerra agli Stati Uniti, l'Inghilterra si sarebbe trovata sotto pressione per scendere in campo al fianco dell'alleato tedesco. Frattanto, Hitler avrebbe sferrato l'attacco contro l'Unione Sovietica, ma con il sostegno di Londra. E col tempo le forze britanniche sarebbero state plausibilmente risucchiate nel maelstrom del fonte orientale.<ref name="Kershaw">Ian Kershaw, Gli amici di Hitler, Lord Londonderry e la Gran Bretagna verso la SEconda guerra mondiale Milano 2005 p. 373</ref>}}
In altre parole, secondo Kershaw, l'intesa con la Germania avrebbe trascinato il Regno Unito nel rovinoso confronto con Stati Uniti e Unione Sovietica, dalla quale sarebbe uscita disastrosamente sconfitta, con impatto devastante non solo sulla posizione internazionale, ma anche sulla stabilità interna e sulla tenuta della società civile<ref name="Kershaw" />. In termini simili il geopolitologo [[Lucio Caracciolo]]<ref name="Caracciolo" />, in convergenza con le posizioni di Kershaw,
Da questa prospettiva,
{{citazione|Se essa (la Germania ndr) avesse vinto la guerra, avrebbe avuto le risorse per sfidare entrambi i paesi per il controllo
{{citazione|La Gran Bretagna era il senior member di un'alleanza anti-Asse che, addirittura per circa un anno e mezzo, l'aveva vista combattere, praticamente da sola, contro il moloch nazifascista. Il suo capo, Winston Churchill, politico dal lunghissimo corso, era stato l'avversario storico della Germania nazista, anche in tempo di pace. Era stato chiamato alla guida del Paese nella darkest hour e l'aveva portato alla vittoria.[...]Churchill, inevitabilmente, dovette puntare sul passato, ovvero sulla tradizione e sull'esperienza. Il declino della Gran Bretagna era evidente, ma i meriti acquisiti dalla guerra - la tenacia - l'avevano resa parte integrante di un equilibrio mondiale che, altrimenti, avrebbe fatto a meno di lei. La sua resistenza aveva consentito di creare le circostanze politico-strategiche per la creazione di una grande alleanza contro l'Asse.<ref name="riccardi"/>}}
[[File:Alexandre Kojève.jpg|thumb|verticale|Alexandre Kojève]]
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Oltre al funerale di Stato, Churchill ricevette un'innumerevole quantità di premi e riconoscimenti, tra i quali, in ordine cronologico, i seguenti:
* Membro del [[Consiglio privato di sua maestà]] (
* Membro dell'[[Ordine dei Compagni d'Onore]] (
* Insignito della [[Territorial Decoration]] per il suo lungo servizio nella milizia territoriale (
* Membro della [[Royal Society]] dal
* Membro del [[Consiglio privato della Regina per il Canada]] (
* Nel
* Insignito dell'[[Ordine al merito del Regno Unito|Ordine al merito]] (1946)<ref name="Jones"/>.
* Nel
* In un sondaggio della [[BBC]] del
* Nel
* Il 29 novembre
== Note ==
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