Faccetta nera: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: Rimuovo template {{interprogetto}} vuoto (FAQ)
m clean up
Riga 21:
Nel 1935, mentre lo [[Stato maggiore dell'Esercito]] italiano prepara le operazioni militari in Abissinia, l'odierna [[Etiopia]], incominciano a essere pubblicate notizie, in chiave propagandistica, relative allo sfruttamento della [[schiavismo|schiavitù]] a cui era sottoposta la popolazione abissina, ed è appunto la liberazione dalla schiavitù il tema che la propaganda italiana vuole attribuire all'occupazione dell'Etiopia.
 
Il poeta romano [[Renato Micheli]], in seguito alla lettura di tali notizie, scrive una composizione in romanesco con l'intenzione di presentarla al [[Festival della canzone romana]] del 1935. Intento della canzone era quello di decantare il [[colonialismo italiano]] nell'[[Africa orientale]], esaltando la missione "''civilizzatrice''" di Roma attraverso il riferimento alla pratica del [[madamato]], relazione ''[[more uxorio]]'' tra un cittadino italiano e una donna [[Abissine|abissina]].<ref>Michele Strazza, [https://cab.unime.it/journals/index.php/hum/article/view/1404/1119 ''Faccetta nera dell'Abissinia. Madame e meticci dopo la conquista dell'Etiopia''], giugno 2012.</ref>
 
Al Festival non se ne fa nulla, ma poco tempo dopo la canzone viene musicata dal maestro [[Mario Ruccione]] e conosce l'onore della ribalta al [[teatro Capranica]], grazie all'interpretazione di [[Carlo Buti]]. Al cinema-teatro [[Quattro Fontane]] di Roma, ''Faccetta nera'' viene cantata dalla compagnia della [[Anna Fougez|Fougez]]. In scena compare in catene una giovane di colore, poi arriva la Fougez nelle [[Italia turrita|vesti dell'Italia]] che la libera e le fa indossare una camicia nera.
Riga 27:
La canzone viene inserita in molte [[Periodici fascisti|riviste dell'epoca]] diventando popolarissima sin dai primi giorni dell'invasione<ref>{{Cita news|autore=Marco Ramperti|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,1139_01_1935_0279_0003_24915299/|titolo=Faccetta nera|pubblicazione=La Stampa|data=22 novembre 1935|p=3}}</ref>, specie tra le truppe in partenza per l'invasione dell'Etiopia. In ogni caso, questa versione avrebbe già subito dei ritocchi rispetto a quella originale, che conteneva il verso «vendicheremo noi sullo straniero / i morti d'[[Adua]] e liberamo a te», non gradita al regime fascista in quanto riportava all'attenzione la [[Battaglia di Adua|disfatta italiana di Adua]] del 1896. I versi vennero cambiati col più generico «vendicheremo noi [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|Camicie Nere]] / l'eroi caduti e liberamo a te».
 
Pur essendo, insieme a ''[[Giovinezza (inno)|Giovinezza]]'', la canzone più nota del [[ventennio fascista]], è da sottolineare come al Regime questo brano non piacque: [[Benito Mussolini]] odiava ''Faccetta nera'' e tentò di farla bandire perché essa sembrava favorire il [[Meticcio|meticciato]] poiché inneggiava all'unione tra [[Razza (categorizzazione umana)|razze]], cosa non concepibile nella sua "[[Impero italiano|Italia imperiale]]" che presto avrebbe varato le [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]]. Tuttavia, ormai il motivetto era divenuto troppo popolare e così il dittatore dovette accontentarsi di censurarne qualche verso: venne espunta una strofa che definiva faccetta nera «sorella a noi» e «bella italiana»<ref name="internazionale">{{Cita web|url=https://www.internazionale.it/opinione/igiaba-scego/2015/08/06/faccetta-nera-razzismo|titolo=La vera storia di Faccetta nera|autore=Igiaba Scego|sito=Internazionale|data=6 agosto 2015-08-06|lingua=it|accesso=2024-06-12 giugno 2024}}</ref>.
 
Successivamente, il comico e attore romano [[Gustavo Cacini]] vinse una causa per plagio musicale nei confronti di [[Mario Ruccione]], poiché il ritornello «Faccetta nera, bell'abissina…» era persin troppo ispirato dalla sua «La vita è comica presa sul serio, perciò prendiamola come la va…»<ref>{{Cita web|url=https://www.blitzquotidiano.it/musica-showblitz/faccetta-nera-canzone-colonialista-mussolini-sinistra-694521/|titolo=Faccetta nera, canzone colonialista che a Mussolini appariva troppo di sinistra {{!}}|sito=Blitz quotidiano|data=26 dicembre 2010-12-26|lingua=it-IT|accesso=12 giugno 2024-06-12}}</ref>. Avrà anche moltissime altre edizioni stampate e parecchi saranno gli editori e i compositori che se ne attribuiranno la paternità. Tra i tanti si ricordano [[Gustavo Cacini]], ai quali la [[Società Italiana degli Autori ed Editori|SIAE]] riconosce una percentuale sui diritti d'autore, e [[Giulio Razzi]], maestro dei programmi radiofonici [[Rai]] ancora nel [[1961]]<ref>Testimonianza di [[Ettore Bernabei]] riferita in [[Enrico Menduni]], ''Televisione all'americana: fare e disfare gli italiani'', in [[Annalisa Bini]], [[Chiara Daniele]], [[Silvio Pons]], ''Farsi italiani. La costruzione dell'idea di nazione nell'Italia repubblicana'', Milano, [[LaFeltrinelli|Feltrinelli]], 2011, p. 234</ref>. Altri autori scriveranno canzoni dal titolo di ''Faccetta bianca'' per bilanciare il successo di ''Faccetta nera'', ma senza riuscirvi; una di esse, musicata da [[Nicola Macedonio]] ed [[Eugenio Grio]], descriveva una ragazza che saluta sul molo il fidanzato legionario in partenza per l'Africa<ref name="internazionale" />.
 
== Nella cultura di massa ==