Lettera VII: differenze tra le versioni
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Diogene Laerzio (III, 61-62) riporta che [[Aristofane di Bisanzio]], alla fine del [[III secolo a.C.]], inseriva le ''Lettere'' nella sua edizione delle opere platoniche insieme al ''[[Critone (dialogo)|Critone]]'' e al ''[[Fedone (dialogo)|Fedone]]'', e questa è la prima attestazione conosciuta dell'esistenza del ''corpus''. È probabile che Aristofane si sia rifatto ad una raccolta curata in ambiente accademico,<ref>Vedi {{cita|Muccioli|pp. 53-54}}, il quale, per spiegare il silenzio degli autori del IV e III secolo a.C. sul ''corpus'' delle epistole platoniche, ipotizza che per un lungo periodo le lettere fossero tenute segrete dall'Accademia.</ref> ma non è noto quante e quali lettere egli includesse nel proprio canone. La pubblicazione del papiro 1 Worp (v. oltre) da parte del papirologo Claudio Gallazzi,<ref>Brano corrispondente a 356a, 6-8. P.Mil.Vogl., inv. 1264 - Claudio Gallazzi, «Plato, Epistulae VIII 356A, 6-8», in ''[https://books.google.it/books?id=BEn60ZVLw0wC Sixty-five Papyrological Texts Presented to Klaas A. Worp on the Occasion of his 65th Birthday]'', Brill, Leiden 2008, pp. 1-4.</ref> tuttavia, ha rivelato che la ''Lettera VIII'' era riportata già in libri che circolavano nella prima età ellenistica (prima metà del III secolo a.C.); dato lo stretto e indubitabile legame tra la ''Lettera VII'' e la ''VIII'', è molto plausibile che le due lettere facessero parte del canone di cui parla Aristofane. Una silloge più ampia, che contiene lettere senz'altro spurie, è stata poi inclusa nella nona tetralogia dell'edizione degli scritti di Platone ad opera di [[Trasillo di Mende]] ([[I secolo d.C.]]). Sul canone di Trasillo Diogene offre maggiori informazioni, indicando numero e destinatari, che sono gli stessi del ''corpus'' conosciuto oggi.<ref name=morrow5-6/><ref>{{cita|Boas|p. 452}}, evidenzia che Diogene Laerzio non cita mai testualmente le tredici epistole, né le usa come fonte autorevole.</ref> È [[Cicerone]], alla metà del I secolo a.C., l'autore che per primo mostra di ritenere autentica la ''Lettera VII'', riportandone un passo fedelmente tradotto (326bc) e definendola «praeclara epistula Platonis ad Dionis propinquos» (''[[Tusculanae disputationes]]'', V, 35, 100).<ref>{{cita|Edelstein|p. 1, nota 4}}.</ref><ref name=morrow5>{{cita|Morrow|p. 5}}.</ref> Certamente, però, la preoccupazione per l'autenticità delle lettere non poté per gli antichi essere quella dei moderni. Esse dovettero essere ritenute autentiche in tutta l'antichità, ad eccezione della ''Lettera XII'', forse inclusa nel canone solo successivamente (cioè nel I secolo d.C.), ed ebbero immensa fortuna.<ref>{{cita|Muccioli|p. 46}}.</ref> I ''Prolegomena'' (XVI) riportano che l'intero ''corpus'' era ritenuto spurio da [[Proclo]] (V secolo d.C.), il quale del resto riteneva spurie anche la ''[[Repubblica (dialogo)|Repubblica]]'' e le ''[[Leggi (dialogo)|Leggi]]'': i dubbi sull'autenticità del ''corpus'' nascono con lui.<ref>{{cita|Morrow|p. 6}}.</ref> La posizione di Proclo resterà però inascoltata, almeno fino al Rinascimento, quando [[Marsilio Ficino]] sceglie di non tradurre in latino la ''Lettera XIII'', ritenendola spuria.<ref>{{cita|Cavarero|p. 7, nota 1}}.</ref>
Alla ''Lettera VII'' si rifà quasi certamente [[Plutarco]] (I-II secolo d.C.) per scrivere il suo ritratto di Dione nelle ''[[Vite parallele]]''. Di certo, ne cita testualmente alcuni passi e lo stesso fa con la IV e la XIII, mostrando di ritenerle autentiche.<ref>Riferimenti diretti di Plutarco alla ''Lettera VII'' sono in ''Dion'', 4, 11, 18, 20 e 54, anche se tali riferimenti sono generici e introdotti da espressione come "Platone ci dice". In ''Dion'', 8 e 52 troviamo riferimenti alla ''Lettera IV'', mentre in ''Dion'', 21, c'è un riferimento alla ''Lettera XIII''. Ci sono poi altri riferimenti di Plutarco alla ''Lettera VII'', meno espliciti, ma che ne riprendono abbastanza chiaramente dei passaggi: ad esempio, ''Dion'', 10, sembra riprendere i passi 321c, 331e e 332d della ''Lettera VII''; ''Dion'', 16, rinvia poi a 330a-b, a 333a-b e a 338a-b. ''Dion'', 22, sembra riprendere 350c. Cfr. {{cita|Morrow|pp. 19-20}}.</ref> [[Dionigi di Alicarnasso]]<ref>''De Admiranda Vi Dicendi in Demosthene'' (ed. [[Johann Jakob Reiske|Reiske]]), 1027.</ref> (I secolo a.C.) in più passi fa riferimento alle ''Lettere''.<ref name=morrow5/><ref>{{cita|Boas|pp. 439 e 446}}.</ref
Nel XIX secolo, le lettere sono state generalmente bollate come false, con l'eccezione di [[George Grote]],<ref>{{cita|Grote|p. 203, nota z}}.</ref> mentre [[Eduard Zeller]] rappresenta il capofila degli scettici. È a partire dalla prima metà del XX secolo che il dibattito si ravviva: con varie sfumature e distinguo, a favore dell'autenticità scrissero [[Hans Ræder]], [[Eduard Meyer]], [[Constantin Ritter]], [[Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff]], [[Otto Apelt]], [[Ernst Howald]], [[Levi Arnold Post]], [[Joseph Souilhé]], [[Richard Stanley Bluck]], [[Glenn R. Morrow]], [[Giorgio Pasquali]], [[Kurt von Fritz]] e [[Margherita Isnardi Parente]]; contro l'autenticità si espressero [[Gerhard Müller (filologo)|Gerhard Müller]], [[Paul Shorey]], [[George Boas]], [[Antonio Maddalena]], [[Peter Astbury Brunt]], [[Harold Cherniss]], [[Ludwig Edelstein]], [[Elizabeth Gwyn Caskey]], [[Norman Gulley]], [[Malcolm Schofield]], nonché [[Myles Burnyeat]] e [[Michael Frede]].<ref name=riginos70.1/><ref>{{cita|Friedländer|p. 236}}.</ref><ref>{{cita|Boas|p. 454}}.</ref
Chi obietta sull'autenticità della ''Lettera VII'' ipotizza che il falsario abbia attinto ai dialoghi platonici, riversando nel testo motivi polemici propri dell'ambiente dell'Accademia. Chi invece sostiene l'autenticità della lettera rimarca l'aderenza del testo al resto della produzione platonica, arguendo che, se non proprio di Platone si tratta, quanto meno l'autore deve essere stato persona a lui assai prossima, come ad esempio il nipote [[Speusippo]]. Se tale seconda ipotesi è valida, la lettera acquista un grande valore documentario.<ref name=vegetti108/>
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* {{cita pubblicazione|nome=George|cognome=Boas|titolo=Fact and Legend in the Biography of Plato|rivista=The Philosophical Review|editore=Duke University Press|volume=57|numero=5|anno=1948|mese=settembre|pp=439-457|url=https://www.jstor.org/stable/2181715|lingua=en|accesso=21 aprile 2020|abstract=x|cid=Boas}}
* {{cita libro|autore=Lorenzo Braccesi|coautore=Giovanni Millino|titolo=La Sicilia greca|editore=Carocci editore|anno=2000|ISBN=88-430-1702-0|cid=Braccesi e Millino}}
* {{cita pubblicazione|autore=Luc Brisson|titolo=Diogène Laërce, Vies et doctrines des philosophes illustres, Livre III. Structure et contenu|curatore1=Wolfgang Haase|curatore2=Hildegard Temporini|rivista=[[Aufstieg und Niedergang der römischen Welt]] (ANRW)|editore=Walter de Gruyter|città=Berlin|anno=1992|volume=pt. II, vol. 36, 5|pp=3619-3760|url=https://books.google.it/books?id=VFloAAAAMAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|lingua=fr|isbn=3-11-012794-6|cid=Brisson}} In particolare, cap. 4.1, ''Voyages en Sicile'', pp.
* {{cita libro|autore1=Myles Burnyeat|autore2=Michael Frede|titolo=The Pseudo-Platonic Seventh Letter|curatore=Dominic Scott|città=Oxford|editore=Oxford University Press|anno=2015|ISBN=978-0-19-873365-2|lingua=en|cid=Burnyeat e Frede}}
* {{cita libro|autore=[[Luciano Canfora]]|capitolo=Platone e i tiranni|titolo=La Sicilia dei due Dionisî: atti della Settimana di studio, Agrigento, 24-28 febbraio 1999|curatore=Nicola Bonacasa|curatore2=[[Lorenzo Braccesi]]|curatore3=Ernesto De Miro|editore=L'Erma di Bretschneider|anno=2002|ISBN=88-8265-170-3|url=https://books.google.it/books?id=YZVFgUgid0QC&pg=PA11#v=onepage&q&f=false|pp=11-18|cid=Canfora 2002}}
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* {{cita libro|autore=Federicomaria Muccioli|editore=CLUEB|anno=1999|città=Bologna|titolo=[https://www.academia.edu/5591027/Dionisio_II._Storia_e_tradizione_letteraria_Bologna_1999 Dionisio II: storia e tradizione letteraria]|cid=Muccioli}}
* {{cita libro|autore=Debra Nails|editore=Hackett|anno=2002|titolo=[https://books.google.it/books?id=y3YRwNsnu54C The People of Plato. A Prosopography of Plato and Other Socratics]|ISBN=978-0-87220-564-2|lingua=en|cid=Nails}}
* {{cita libro|autore=Giorgio Pasquali|editore=Le Monnier|annooriginale=1938|edizione=2|anno=1967|titolo=Le lettere di Platone|SBN=
* {{cita pubblicazione|nome=W. H.|cognome=Porter|titolo=The sequel to Plato's first visit in Sicily|rivista=Hermathena|editore=Trinity College Dublin|numero=61|anno=1943|mese=maggio|pp=46-55|url=https://www.jstor.org/stable/23037474|lingua=en|accesso=28 aprile 2020|cid=Porter}}
* {{cita libro|autore=Alice Swift Riginos|titolo=[https://books.google.it/books?id=0LM3AAAAIAAJ Platonica. The Anecdotes Concerning the Life and Writings of Plato]|città=Leida|editore=Brill|anno=1976|lingua=en|cid=Riginos}}
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