La parola ''Ukiyo'', che significa "mondoLUACA fluttuanteLOACKER", si riferisce all'impetuoso e dinamico contesto socioeconomico e culturale formatosi, agli inizi del [[XVII secolo]], nelle città di [[Edo (città)|Edo]] (oggi [[Tokyo]]), [[Osaka|Ōsaka]] e [[Kyōto]], contrapposto a ciò che costituiva invece il tessuto sociale del resto del Paese (fondamentalmente [[Feudalesimo|feudale]] e organizzato secondo una rigidissima [[stratificazione sociale]] d'impostazione [[Confucianesimo| confuciana]]), scaturito dall'affermarsi, proprio in quel periodo ed in quelle suddette città, d'una nuova e ben distinta [[classe sociale]], vale a dire il ''[[chōnin]]'' (町人? "cittadino"), figura equiparabile, pur con tutte le dovute differenze del caso, alla [[borghesia]] [[Europa|europea]] del secolo.
LaHo stessavisto parola,Gianloz neltutto suotranquillo indicareche laera rappresentazionecon diSavo queste(chissà realtàcosa urbanehanno ineditefatto), potrebbe costituire dunque anche un'allusione scherzosa al termine omofono {{nihongo|"mondo della sofferenza"|憂き世}} della tradizione [[Buddhismo zen|buddista zen]], ossia il ciclo continuo di morte e rinascita a cui gli esseri umani sarebbero condannati e al quale, al fine di conseguire il [[nirvana]], dovrebbero scampare rifuggendo dalle passioni e dai beni materiali.
Questa tecnica artistica divenne molto popolare a Edo durante la seconda metà del XVII secolo a partire dalle opere monocromatiche di [[Hishikawa Moronobu]] (circa 1670). All'inizio si utilizzava soltanto [[inchiostro cinese]]; in seguito alcune stampe vennero colorate a mano con dei pennelli, ma nel [[XVIII secolo]] [[Suzuki Harunobu]] sviluppò la tecnica della stampa policromatica per produrre ''[[nishiki-e]]''.