Regno di Denanke: differenze tra le versioni

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==Storia==
Intorno al 1450 il leader fulani Tenguella, spinto dall'espansionismo dell'[[Impero Wolof]], guidò una migrazione del suo popolo dalla regione del [[Futa Toro]] verso le terre di [[Diarra]], presso cui fondò il regno di Futa Kingi. Da questa posizione lo stato di Tenguella intervenne militarmente in una serie di aree vicine, interrompendo le tratte commerciali nell'area. Nel 1490 le azioni di Tenguella nel bacino del fiume [[Gambia (fiume)|Gambia]] superiore minacciavano le linee di comunicazione tra l'[[Impero del Mali]] e le province occidentali di [[Kaabu]], nonché i giacimenti d'oro di Bambuk. Nel 1511, dopo anni di crescenti tensioni, i governanti di Diarra, di etnia [[soninke]], chiesero aiuto ai [[impero Songhai|Songhai]]. Amar Konjago, fratello di Askia Mohammad I, nel 1512 sconfisse e uccise Tenguella in battaglia e distrusse il suo giovane stato.<ref>{{cita libro |cognome=Kane |nome=Oumar |titolo=La première hégémonie peule. Le Fuuta Tooro de Koli Teηella à Almaami Abdul |anno=2004 |editore=Karthala |città=Paris |url=https://www.cairn.info/la-premiere-hegemonie-peule--9782845865211-page-114.htm |accesso=12 luglio 2023|pp=123-126}}</ref>
 
Il figlio di Tenguella, Koli Tenguella, guidò allora un'altra migrazione verso nord dalla sua base nel [[Futa Jalon]], attaccando molti piccoli stati sul suo cammino. Dopo aver ristabilito il dominio della sua famiglia nel Futa Toro, reindirizzò l'esercito del nascente stato verso l'Impero Jolof con grande successo, accelerandone la disgregazione.<ref>Kane 2004, p. 145</ref> Stabilì una capitale fissa a Tumbere-Jiinde in quella che oggi è la regione Futa Toro del Senegal e riconquistò Kingi. Koli morì nel 1537 durante una guerra contro il regno di Bussa.<ref>Kane 2004, p. 168</ref>
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I Denianke erano monarchi animisti, che governavano su una popolazione sempre più islamica. I torodbe (chierici islamici) divennero sempre più influenti, opponendosi alla leadership denianke e invocando la jihad contro i vicini stati animisti [[Mandinka]].<ref name=EAHC>{{cita libro |cognome=Page |nome=Willie F. |curatore=R. Hunt Davis |titolo=Encyclopedia of African History and Culture |anno=2005 |volume=III|editore=Facts On File |pp=85-6}}</ref> Il regno di Silatigi Siree Sawa Laamu (1669-1702) vide lo scoppio della guerra di Char Bouba, una rivolta islamista contro le monarchie tradizionaliste nella valle del fiume Senegal che scatenò una guerra civile tra i Denianke.<ref>Kane 2004, pp. 176–7</ref>
 
A partire dall'inizio del XVIII secolo, i [[Emirato di Trarza|Mori di Trarza]], sostenuti dal sultano del Marocco [[Mulay Isma'il]], tentarono di esercitare controllo sulla sponda nord del Senegal e il lucroso commercio della gomma arabica.<ref name= "Curtin">{{cita libro |curatore=Philip Curtin |titolo=Africa remembered; narratives by West Africans from the era of the slave trade |anno=1967 |editore=University of Wisconsin Press |città=Madison |url=https://archive.org/details/africaremembered0000curt/page/26/mode/2up |accesso=29 giugno 2023}}</ref> I francesi dalla loro base di [[Saint-Louis (Senegal)|Saint-KouisLouis]] tentarono la stesso, e l’instabilità e l’intervento straniero divennero endemici nel Futa Toro e in gran parte della valle del Senegal.
 
La dinastia Denianke fu infine rovesciata da una rivoluzione islamica guidata da Sulayman Bal nel 1776. Si dimise una volta vinta la guerra santa e fu sostituito da Abdul Qadir ibn Hammadi, primo almamy dell'[[Imamato di Futa Toro]].<ref name=EAHC/>