Assunta Viscardi: differenze tra le versioni

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=== Fondazione dell'Opera di San Domenico ===
Terziaria domenicana già dal 1914, dopo l'uscita dalla vita claustrale tornò a frequentare il Convento di San Domenico nella sua città natale, Bologna. Qui si associò all'apostolato tra i bambini che venivano raccolti nel chiostro del Convento: di solito erano bambini con famiglie sbandate, che vivevano praticamente nella strada. Il padre Enrico Brianza o.p., che aveva dato inizio a questo movimento di terziarie per educare questi bimbi, visto che Assunta era una persona di valore, la nominò segretaria di quest'opera di apostolato che aveva denominato Opera di S.San Domenico per i figli della divina [[Provvidenza]]. Quasi subito, però, il Padre dovette separarsi dall'iniziativa perché nel 1921 fu nominato Priore provinciale. Continuò peraltro a seguirla, soprattutto consigliandola e sostenendola.
 
Assunta non venne meno alle aspettative del padre Enrico, prendendo sulle sue spalle l'organizzazione e diventando di fatto la fondatrice dell'Opera di San Domenico. Cominciò a inviare i bambini più disagiati negli Istituti, pagando per essi la retta (a questo programma diede il nome di "Casa Vivente"); nel 1924 iniziò la pubblicazione delle "strenne" natalizie (che ha scritto ogni anno fino alla morte) per raccogliere i soldi per le rette dei bambini ospitati nei collegi; sempre nel 1924 diede vita all'attività della Porticina della Divina Provvidenza, una specie di "pronto soccorso" di carità materiale immediata; nel 1926 iniziò la pubblicazione del giornalino bimestrale ''Pia Opera di S. Domenico per i Figli della Divina Provvidenza'', che scrisse di suo pugno, fino alla morte, per raccogliere offerte per i suoi bambini e oggetti vari a sostegno dell'attività caritativa della porticina della Provvidenza; nel 1928 pubblicò uno Statuto, ancora sommario, dell'Opera di S.San Domenico; nel 1937 ottenne il riconoscimento canonico, da parte dell'arcivescovo di Bologna, dell'Opera di S.San Domenico come pia associazione di fedeli; nel 1940 la [[seconda guerra mondiale]] portò, come ovunque, distruzioni e deportazioni: Assunta si segnalò per aver salvato parecchie persone ebree dalle conseguenze delle leggi razziali; nel 1944 aprì il Nido di Farlotti, un istituto per maschietti ancora in fasce, che a Bologna non esisteva; prima ancora del Nido, che si trovava a 6&nbsp;km da Bologna (a Colunga di [[San Lazzaro di Savena|San Lazzaro]]), Assunta aveva dato vita, con l'aiuto delle Suore Domenicane della Beata Imelda, anche all'Orfanotrofio della Madonna di San Luca, su sollecitazione dell'arcivescovo di Bologna, il cardinale [[Giovanni Battista Nasalli Rocca di Corneliano|Giovanni Battista Nasali Rocca]], e l'incitamento di padre Enrico Brianza<ref>Queste notizie sono ricavate soprattutto dal resoconto annuale che Assunta ha pubblicato nelle strenne che vanno dal 1924 al 1947.</ref>.
 
Di particolare importanza è la Strenna del 1940, dove Assunta traccia la storia dell'Opera di San Domenico nei primi vent'anni di attività. Invece i libri ''Alere flammam''<ref>{{Cita libro|autore = Assunta Viscardi|titolo = Alere flammam|anno = 1942|editore = |città = }}</ref> e ''La fiamma divampa''<ref>{{Cita libro|autore = Assunta Viscardi|titolo = La fiamma divampa|anno = 1943|editore = |città = }}</ref> raccolgono il suo diario spirituale di questo periodo.