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===I grandi contralti dell'Ottocento===
[[File:Rosmunda Pisaroni by Giovanni Antonio Sasso.jpg|thumb|left|[[Rosmunda Pisaroni]]<br>Incisione a retino di [[Giovanni Antonio Sasso]]<br>(''[[New York Public Library]]'')]]
Come di consueto, se fiorirono cantanti sicuramente individuabili come autentici contralti, furono numerosi i mezzosoprani che si esibirono nel repertorio delle prime, o che crearono loro stesse dei ruoli importanti tipologicamente ascrivibili al contralto. Così, non vengono tradizionalmente considerati contralti autentici né [[Adelaide Comelli]], prima interprete della parte di Calbo nel ''[[Maometto II (opera)|Maometto II]]'',<ref>Non è forse un caso che la grande aria di Calbo "Non temer d'un basso affetto" ripresa nell{{'}}''[[L'assedio di Corinto|Assedio di Corinto]]''-''pastiche'', realizzato da [[Thomas Schippers]] negli anni sessanta del Novecento, fosse abbassata di un [[semitono]] (Michael Aspinall, ''La Scala, caro nome...'', «L'Opera. Speciale Scala», suppl. al n. 124, dic. 1998; citata in [http://www.reocities.com/Vienna/Choir/6197/sch_assedio.html?msg=thank%20you%20for%20tagging%20this%20page!%20Tags%20will%20be%20used%20to%20group%20content%20and%20get%20rid%20of%20spam ''ReoCities''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131213140842/http://www.reocities.com/Vienna/Choir/6197/sch_assedio.html?msg=thank%20you%20for%20tagging%20this%20page!%20Tags%20will%20be%20used%20to%20group%20content%20and%20get%20rid%20of%20spam|data=13 dicembre 2013}}).</ref>, né [[Giuditta Grisi]], primo Romeo belliniano; né, per la stessa corrente di idee, erano contralti autentici [[Giuditta Pasta]], interprete abituale della ''[[La Cenerentola|Cenerentola]]'' o del ''[[Tancredi (opera)|Tancredi]]'' (nei ruoli titolari), o [[Maria Malibran]] quando vestiva i panni di [[Il barbiere di Siviglia (Rossini)|Rosina]], [[Semiramide (Rossini)|Arsace]] o addirittura [[Otello (Rossini)|Otello]].<ref>Tutte queste cantanti (ad eccezione di Giuditta Pasta, definita "soprano") vengono ad esempio classificate come mezzosoprani dai vari redattori del ''New Grove Dictionary of Opera'' (''ad nomina''). Secondo Marco Beghelli e Raffaele Talmelli, invece, si sarebbe trattato piuttosto, in tutti i casi, di "contralti sopranili" o, per dirla con Piero Mioli, di "soprani-contralti", e cioè di un tipo di cantanti ''all'antica'', che sopravvisse per tutto l'Ottocento (e anche oltre). Dotate di eccezionali estensioni vocali (fino a tre [[Ottava (musica)|ottave]]), i "contralti sopranili" si caratterizzavano per la bipolarità timbrica della loro emissione, che consisteva nella capacità di affrontare con possenti registri di petto le note basse del contralto, ma contemporaneamente di emettere anche i suoni più acuti della gamma «senza però l'adeguata "copertura" (cioè iscurimento e potenziamento) che la tecnica e lo stile odierni impongono, accontentandosi di acuti chiari e sottili», da soprano di coloratura (''Ermafrodite armoniche'', p. 41). È chiaro poi che alcune di queste cantanti si orientarono principalmente verso un repertorio più marcatamente sopranile ([[Isabella Colbran|Colbran]] e Pasta, ad esempio), molte altre (dall'Alboni fino a [[Guerrina Fabbri]]) rimasero più ancorate al loro registro contraltile di base.</ref> La nuova leva di contralti fu aperta da [[Elisabetta Gafforini]], "la più illustre rappresentante dei contralti di genere giocoso per tutto il periodo che precede l'affermazione di Rossini",<ref name="Caruselli"/> alla quale seguirono nello stesso genere [[Geltrude Righetti Giorgi]] e [[Marietta Marcolini|Maria Marcolini]].<ref name="Requiem"/> La prima fu la creatrice dei due ruoli rossiniani rimasti maggiormente in repertorio, [[Il barbiere di Siviglia (Rossini)|Rosina]] e Cenerentola, il primo per decenni eseguito da [[Soprano di coloratura|soprani di coloratura]], secondo una prassi avversata al suo sorgere dalla stessa Righetti Giorgi. La seconda, oltre alle parti di primadonna buffa nell{{'}}''[[L'equivoco stravagante|Equivoco stravagante]]'', ''[[La pietra del paragone]]'' e ''[[L'italiana in Algeri]]'', interpretò anche personaggi in ''travesti'' nelle opere serie giovanili del compositore di Pesaro. Si trattava in entrambi i casi di contralti non particolarmente profondi. La tessitura delle parti composte per la Righetti Giorgi, che pure era in possesso di un'estensione compresa addirittura tra il FA<sub>2</sub> e il SI[[File:flat. svg]]<sub>4</sub>,<ref>[[Bruno Cagli]], ''Righetti, Geltrude'', in Stanley Sadie, ''op. cit.'', I, p. 1325.</ref> è molto elevata, da "contralto acuto (''mezzo contralto'' o ''contraltino'') con diversi caratteri del mezzosoprano. A tessiture di contralto puro, ma non profondissimo, appartengono invece le parti composte per Marietta Marcolini",<ref name="Caruselli"/> con l'eccezione, per la verità, del ruolo di Ernestina nell{{'}}''Equivoco stravagante'', quello interpretato al suo primo incontro con Rossini, la cui scrittura "è molto acuta per un contralto, quasi da soprano". Attrice molto briosa e prestante, "vocalista rifinita e dotata di grande agilità, ebbe anche un timbro di rara dolcezza. Nel repertorio giocoso il suo grande personaggio fu Isabella dell{{'}}''Italiana in Algeri'', in quello serio Ariodante della ''Ginevra di Scozia'' di Mayr".<ref name="Requiem"/>
Parti più gravi, come tessitura, "e, in un certo senso, più epicheggianti",<ref name="Caruselli"/> furono composte da Rossini, in inizio di carriera, per [[Adelaide Malanotte]], veronese, prima interprete di ''Tancredi'', apprezzata da [[Ferdinand Hérold]] "per lo stile, il gusto e la perfetta intonazione",<ref>Meno, in verità, per il suo timbro di voce (Elisabeth Forbes, ''Malanotte, Adelaide'', in Stanley Sadie, ''op. cit.'', III, p. 163).</ref> nonché, poco prima di partire dall'Italia, per Rosa Mariani, creatrice del ruolo di Arsace nella ''[[Semiramide (Rossini)|Semiramide]]'', che per questa parte sarebbe passata alla storia, divenendone in un certo senso ''specialista'' e portandola anche al [[His Majesty's Theatre|King's Theatre]] di [[Londra]] nel [[1832]].<ref>Elisabeth Forbes, ''Mariani, Luciano'', in Stanley Sadie, ''op. cit.'', III, p. 213. Secondo Lord Mount-Edgcumbe, la Mariani rivaleggiava con la Pisaroni «in voce, canto e bruttezza, come lei interpretando solo personaggi maschili. Nelle due prime qualità le era sicuramente inferiore, nella terza risultava difficile da stabilire a chi si dovesse dare la palma» (The Earl of Mount-Edgcumbe, ''Musical reminiscences, containing an account of the Italian opera in England from 1773'', quarta edizione, Londra/Richmond, Andrews/Wall, 1834, p. 209; accessibile gratuitamente ''on-line'' in [http://books.google.it/books?id=hoZMAAAAMAAJ&printsec=frontcover&dq=Mount-Edgcumbe+Musical+reminiscences:+containing+an+account+of+the+Italian+opera+in+England&hl=it&sa=X&ei=NetET93hC8Gi-gb17JWfAg&ved=0CEYQ6AEwAw#v=onepage&q&f=false ''books.google'']).</ref> La principale esecutrice di questo tipo di parti fu comunque [[Rosmunda Pisaroni]], probabilmente il più grande contralto rossiniano del periodo della piena attività del pesarese come operista. La Pisaroni aveva esordito come soprano, "ma nel 1816, sembra per consiglio di Rossini, si mutò in contralto. [...] Ebbe una voce piena, sonora, potente, molto estesa in basso, tanto che, nel sestetto «Oppressa, smarrita» del I atto di ''[[Ricciardo e Zoraide]]'', Rossini assegnò [al personaggio da lei interpretato] addirittura un mi bemolle sotto il rigo.<ref>La nota più bassa mai richiesta da Rossini a un contralto (Celletti, ''Storia'', p. 161).</ref> Era anche molto versata nelle agilità e variava con molto gusto. Ma la sua dote più tipica fu un fraseggio maestoso, ampio, ridondante.<ref>La Pisaroni fu tra l'altro abbastanza estranea al repertorio comico, che si limitò sostanzialmente, nel suo caso, ad Isabella de ''L'italiana in Algeri'' e a Fidalma de ''[[Il matrimonio segreto]]''.</ref> Fu probabilmente il miglior Malcolm e il miglior Arsace del suo tempo. [...] La Pisaroni amava spingersi fino agli estremi acuti, ma come notò Castil-Blaze<ref>François-Henri-Joseph Castil-Blaze, critico e librettista francese.</ref> in ''Théâtres Lyriques de Paris'', in alto il suono era sottile e chiaro. Aveva due voci: di uomo in basso e di gattina in alto".<ref>Celletti, ''La grana'', capitolo: ''Requiem per il contralto'', pp. 236 e segg. La descrizione che Celletti riporta delle caratteristiche vocali 'doppie' della Pisaroni, corrisponde in pieno a quella "bipolarità timbrica" che, secondo Beghelli e Talmelli, caratterizzò il fenomeno ottocentesco del "contralto sopranile" a cui si è già fatto in precedenza riferimento (''Ermafrodite armoniche'', passim).</ref>
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