Rotari: differenze tra le versioni

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[[File:Rotari's Italy-it.svg|thumb|left|I domini longobardi dopo le conquiste di Rotari.|339x339px]]La memoria di Rotari è legata soprattutto al celebre [[Editto di Rotari|Edittoeditto]], promulgato nel [[Palazzo Reale (Pavia)|palazzo Reale]] di [[Pavia]]<ref name="DBI">{{Cita|Azzara}}.</ref> alla mezzanotte tra il 22 novembre ed il 23 novembre [[643]], con il quale codificò il [[diritto longobardo]] rimasto fino ad allora legato alla trasmissione orale. L'Edittoeditto apportò significative innovazioni, come la sostituzione dell'antica [[faida]] (vendetta privata) con il [[guidrigildo]] (risarcimento in denaro), e limitò fortemente il ricorso alla pena capitale.
 
==Biografia==
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Rotari condusse numerose campagne militari, che portarono quasi tutta l'[[Italia settentrionale]] sotto il dominio del [[regno longobardo]]. Ciò fu possibile in quanto l'Impero Bizantino attraversava una grave crisi interna, che lo distoglieva dall'Occidente. Rotari, pertanto, conquistò ([[642]]) la [[Liguria]] (compresi il capoluogo [[Genova]] e [[Luna (colonia romana)|Luni]]) e [[Oderzo]]. Tuttavia, neppure la schiacciante vittoria ottenuta sull'[[esarcato d'Italia|esarca]] [[impero bizantino|bizantino]] di [[Ravenna]], sconfitto e ucciso insieme a ottomila suoi uomini presso il fiume [[Panaro]], fu sufficiente a sottomettere l'Esarcato.
[[File:Rotari's Italy-it.svg|thumb|left|I domini longobardi dopo le conquiste di Rotari|339x339px]]
[[File:Rotari's Italy-it.svg|thumb|left|I domini longobardi dopo le conquiste di Rotari.|339x339px]]La memoria di Rotari è legata soprattutto al celebre [[Editto di Rotari|Editto]], promulgato nel [[Palazzo Reale (Pavia)|palazzo Reale]] di [[Pavia]]<ref name="DBI">{{Cita|Azzara}}.</ref> alla mezzanotte tra il 22 novembre ed il 23 novembre [[643]], con il quale codificò il [[diritto longobardo]] rimasto fino ad allora legato alla trasmissione orale. L'Editto apportò significative innovazioni, come la sostituzione dell'antica [[faida]] (vendetta privata) con il [[guidrigildo]] (risarcimento in denaro), e limitò fortemente il ricorso alla pena capitale.
 
Governò con energia e colpì con durezza i [[Duca (Longobardi)|duchi]] che gli si opponevano, facendone eliminare molti; questo tuttavia non gli alienò il sostegno e l'affetto del suo popolo, che in lui ammirava il legislatore e, soprattutto, il guerriero. Anche il [[Ducato di Benevento]], che durante il suo regno espanse a sua volta il suo dominio conquistando la [[Puglia]] e la città di [[Salerno]], riconobbe l'autorità del re; il duca [[Arechi I di Benevento|Arechi]] inviò alla corte di [[Milano]] il proprio figlio ed erede Aione.