Camelus dromedarius: differenze tra le versioni

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Il '''dromedario''' ('''''Camelus dromedarius''''' {{zoo|[[Carl von Linné|Linnaeus]]|1758}}), chiamato anche '''cammello arabo''' o '''cammello africano''', è un [[Artiodattili|artiodattilo]] della [[famiglia (tassonomia)|famiglia]] dei [[Camelidi]], diffuso in [[Asia]], [[Nordafrica|Africa settentrionale]] e, per intervento umano, anche in [[Australia]] (nel [[Medioevo]] anche nella [[Storia della Sicilia islamica|Sicilia musulmana]] e in [[al-Andalus]]).
L'origine del nome proviene dall'[[Lingua greca antica|antico greco]] ''dròmas, dromàdis'' ("corridore").
 
 
'''Seconda gobba nei dromedari in gravidanza'''
 
Nei dromedari femmina, durante la gravidanza, si verifica un fenomeno unico che riguarda la formazione di una seconda gobba. Sebbene le gobbe dei dromedari siano tradizionalmente note per essere riserve di grasso utilizzate per sopravvivere alle lunghe periodi di siccità, la formazione di una seconda gobba è un adattamento fisiologico che si sviluppa durante la gestazione.
 
Durante la gravidanza, il corpo della femmina inizia a rispondere alle crescenti necessità energetiche del feto in via di sviluppo. La seconda gobba, che appare solitamente a metà della gestazione, è una riserva di grasso supplementare che fornisce energia extra sia per la madre che per il nascituro. Questo adattamento permette al dromedario di mantenere la propria capacità di sopravvivenza anche in ambienti particolarmente difficili e privi di risorse alimentari.
 
Una volta avvenuto il parto, la seconda gobba si sgonfia progressivamente, e l'aspetto fisico del dromedario ritorna alla sua forma originale. La formazione della seconda gobba è un esempio di come i dromedari siano evolutivamente adattati per affrontare le sfide del deserto, garantendo al contempo la salute della madre e del cucciolo.
 
Questo fenomeno, sebbene raro, è stato studiato da biologi specializzati in fauna desertica e rappresenta una delle numerose peculiarità fisiologiche che permettono a questa specie di prosperare in ambienti estremi.
 
==Etimologia==