Repubblica Democratica Popolare dello Yemen: differenze tra le versioni

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La Repubblica strinse importanti relazioni con gli altri [[Paesi socialisti]] come l'[[Unione Sovietica]], [[Cuba]], e la [[Cina]]. Iniziò in seguito uno sviluppo delle forze armate, accettando la proposta della [[Voenno-Morskoj flot SSSR|Marina Sovietica]] di portare rinforzi all'organizzazione navale della RDP dello Yemen.
 
I due Stati [[yemen]]iti rimasero in buoni rapporti, tanto che nel 1972 si parlò di una possibile riunificazione; tuttavia nei primi mesi del 1979 i rapporti si deteriorarono al punto da porteportare a una [[Guerra yemenita del 1979|guerra aperta]] tra i due Paesi, poi interrotta grazie all'intervento diplomatico della [[Lega Araba]]. Nel marzo del 1979, durante un summit in [[Kuwait]], si tornò a parlare di una possibile riunificazione. Intanto gruppi di ribelli nello [[Repubblica Araba dello Yemen|Yemen del Nord]] iniziarono a ricevere fondi e armi dalla Repubblica Democratica Popolare. Nel 1980, il presidente della RDP dello Yemen, [[Abd al-Fattah Isma'il|ʿAbd al-Fattāḥ Ismāʿīl]], si dimise e salì al potere [[Ali Nasir Muhammad|ʿAlī Nāṣer Muḥammad]], che attuò una politica estera più moderata nei confronti dello [[Repubblica Araba dello Yemen|Yemen del Nord]] e del vicino [[Oman]].
 
Le posizioni rivoluzionarie del governo dello Yemen del Sud hanno causato il suo isolamento all'interno della [[penisola arabica]]. Le monarchie assolute della regione si considerarono minacciate, vedendo lo Yemen del Sud come l'avanguardia di potenziali movimenti rivoluzionari nei loro stessi Stati. Questi, in particolare l'[[Arabia Saudita]], promosse l'isolamento economico del paese e sostenne le incursioni armate dei gruppi di opposizione, costringendo il regime a concentrarsi sulle spese militari e di difesa a scapito dello sviluppo.