Probabilismo: differenze tra le versioni

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==Probabilismo ontico==
Attualmente per probabilismo si intende ciò che concerne la sfera del "fisico", ovvero della ''materia'' nel suo ''essere'' soggetto alle leggi della fisica, quando è non-deterministico. Nella [[filosofia contemporanea]] il ''probabilismo ontico'' è l'indirizzo gnoseologico-scientifico per il quale il carattere di probabilità viene riconosciuto ad un certo numero di settori del conoscere, soggetti a indeterminismo. Sistemi indeterministici sono in primo luogo tutti quelli biologici, ma anche molti tipi di sistemi fisici lo sono, sia di tipo semplice che complesso.
 
Tali sistemi vanno soggetti ad approcci conoscitivi che devono abbandonare l'idea delle possibilità di "definire" i loro caratteri dinamici, ma solo di accertarne l'evoluzione "probabile". Ciò avviene perché le variabili in gioco o sono instabili o sono in numero così elevato da rendere impossibile districarne la complessità, ovvero gli intrichi causali che determinano una [[Non-linearità]] delle cause coinvolte nel sistema.
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{{citazione| In genere, per cercare una nuova legge usiamo il seguente procedimento. Anzitutto tiriamo a indovinare la forma della legge e poi calcoliamo le conseguenze della nostra supposizione per vedere quello che ne deriverebbe se la legge che abbiamo cercato di indovinare fosse giusta. Poi confrontiamo il risultato del calcolo con la natura per mezzo di esperimenti, paragonandolo direttamente con l’osservazione e vediamo se funziona. Se non concorda con l’esperimento, allora la nostra legge è sbagliata, e in questa semplice affermazione sta la chiave della scienza. | ‘’Idem’’, pag.171 }}
 
[[Murray Gell-Mann]], lo scopritore dei quark nel 1964 (Premio Nobel 1969), in ''The Quark and the Jaguar'' sul fondamentale probabilismo della materia elementare dichiara:
 
{{citazione| L’universo è «quantomeccanico»; ciò significa che, quand’anche conoscessimo il suo stato iniziale e le leggi fondamentali della materia, potremmo calcolare solo una serie di probabilità per le sue possibili storie.. | ''Il quark e il giaguaro'', Torino, Bollati Boringhieri 1996, p.44 }}
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{{citazione| La nozione di probabilità, introdotta empiricamente da Boltzmann, fu un atto di coraggio estremamente fecondo. A più di un secolo di distanza cominciamo a capire in che modo essa emerga attraverso l’instabilità: questa distrugge il livello individuale e quello statistico, e di conseguenza le probabilità vengono ad assumere un significato intrinseco, irriducibile a un’interpretazione in termini di ignoranza o di approssimazione}}<ref>I.Prigogine, ''La fine delle certezze, il tempo, il caos e le leggi della natura'', Torino, Bollati-Boringhieri 2003, pp. 34-35</ref>
 
Dal momento che l'[[entropia]] è uno degli aspetti più rilevanti della complessità, e indirettamente del probabilismo, il fisico Lee Smolin così ne parla in ''The Life of the Cosmos'' ([[Oxford University Press]] 1997):
 
{{citazione| È a causa di questo semplice fatto che ci sono molte più configurazioni di atomi in disordine di quante ce ne siano di organizzate in modo interessante. Una collezione di atomi, ciascuno dei quali si muove in modo casuale, assumerà uno stato disordinato con molta più probabilità di una configurazione organizzata, per il semplice motivo che di stati disordinati ce n’è un sacco di più. È per questo che lo stato disordinato è lo stato di equilibrio, perché una volta che tale stato venga raggiunto, è molto improbabile che il sistema possa per conto suo ritornare ad una configurazione più ordinata. L’essenza della legge di crescita dell’entropia è tutta qui }}<ref>L.Smolin, ''La vita del cosmo'', Torino, Einaudi 1998, pp. 191-192</ref>