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Alla fine del 1915 la situazione militare dell'impero austro-ungarico migliorò sensibilmente: nonostante le terribili perdite del primo anno di guerra i ranghi dell'esercito furono rimpolpati, la Serbia era stata sconfitta, le capacità offensive dell'esercito russo erano state temporaneamente spezzate con il fronte orientale [[Grande ritirata (Russia)|spostato ben all'interno del territorio russo]], l'[[Quinta battaglia dell'Isonzo|offensiva italiana]] sull'[[Isonzo]] era stata efficacemente contenuta e la produzione di materiale militare nell'impero era notevolmente aumentata.<ref>{{cita|AA.VV|p. 13}}.</ref>.
tuttavia il logoramento dell'esercito era stato fortissimo e i rifornimenti alimentari iniziavano a scarseggiare, cosicché la guerra su due fronti diventava sempre più difficilmente sostenibile per l'Austria-Ungheria. Per uscire da questa situazione il capo di stato maggiore [[Franz Conrad von Hötzendorf]] riteneva fondamentale riprendere l'iniziativa con un'offensiva di rilievo strategico. Attaccare la Russia era fuori questione dato che l'esercito zarista rimaneva troppo forte e le pianure dell'impero erano troppo vaste, così Conrad spostò la sua attenzione contro l'Italia.
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Consapevole del vantaggio strategico offerto dal saliente Trentino che si incuneava nel territorio italiano, Conrad progettò un'offensiva che avrebbe preso alle spalle il grosso dell'esercito italiano posizionato sull'Isonzo, costringendolo ad una ritirata disordinata per non essere accerchiato, nel tentativo di far uscire l'Italia dalla guerra.
Le forze disponibili erano però insufficienti: Conrad riteneva di dover impegnare 16 divisioni, e perciò già nell'inverno del 1915 chiese al suo omologo tedesco [[Erich Von Falkenhayn]] ben otto divisioni da impegnare nell'offensiva o da schierare sul fronte russo in sostituzione delle divisioni austroungariche necessarie per l'offensiva. Falkenhayn rifiutò in quanto stava pianificando la sua gigantesca [[Battaglia di Verdun|offensiva su Verdun]], così Conrad fu costretto a sottrarre forze dal fronte russo e da quello dell'Isonzo per arrivare a schierare almeno 14 divisioni, con 190 battaglioni di fanteria (156000 uomini circa) e 1150 pezzi d'artiglieria (di cui 200 di medio e 60 di grosso calibro).
= STRAGE DI ADDIS ABEBA =
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