Niceforo Foca il vecchio: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
=== Infanzia e inizi di carriera ===
Niceforo era il figlio del capostipite della [[Foca (famiglia)|famiglia Foca]], un uomo di nome Foca, nativo della [[Cappadocia]].<ref name=Kazhdan1665-1666>{{cita|Kazhdan 1991|pp. 1665–1666}}.</ref><ref name=Stankovic1>{{cita|Stankovic 2003}}, [http://asiaminor.ehw.gr/Forms/fLemmaBodyExtended.aspx?lemmaid=8652&boithimata_State=&kefalaia_State=#chapter_1 Chapter 1].</ref><ref name=PmbZ>{{cita|PmbZ|Nikephoros Phokas (“der Ältere”) (#25545)}}.</ref> Nel corso di una delle campagne militari dell'imperatore [[Basilio I il Macedone]] (r. 867-886), probabilmente intorno all'872, il padre di Niceforo si fece notare dall'imperatore e fu promosso al grado di ''[[Turma|tourmarches]]''. Allo stesso tempo Niceforo, ancora giovane, fu ammesso al seguito imperiale, e in breve tempo fu assunto tra le guardie del corpo dei ''[[manglabites|manglabitai]]''.<ref name=PmbZ/><ref name=Stankovic2>{{cita|Stankovic 2003}}, [http://asiaminor.ehw.gr/Forms/fLemmaBodyExtended.aspx?lemmaid=8652&boithimata_State=&kefalaia_State=#chapter_2 Chapter 2].</ref> Potrebbe aver preso parte alla campagna militare di Basilio contro [[Samosata]] dell'873.<ref name=Stankovic2/>
Poco tempo dopo, in ogni caso prima del 878, Niceforo fu promosso al grado di ''[[protostrator]]'' e ricevette in dono dall'imperatore un palazzo in prossimità della [[Moschea di Atik Mustafa Pascià|Chiesa di Santa Tecla]].<ref name=PmbZ/><ref name=Stankovic2/> Infine fu elevato alla carica di governatore militare (''[[strategos]]'') del [[Thema]] di [[Charsianon]], conseguendo nel corso del suo mandato, secondo i continuatori di [[Giorgio Monaco (detto Amartolo)|Giorgio Monaco]], "numerosi" ma non meglio specificati successi contro gli [[Abbasidi|Arabi]].<ref name=PmbZ/><ref name=Stankovic2/>
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Bisanzio si era disinteressata dei suoi territori residui nel Sud Italia per circa un secolo, ma l'ascesa di Basilio il Macedone cambiò questo stato di cose: a partire dal 868, la flotta imperiale e la diplomazia furono impiegate nel tentativo di rendere sicuro il [[Mar Adriatico]] dalle scorrerie dei Saraceni, nonché di ristabilire il controllo bizantino sulla [[Dalmazia]] e di riguadagnare terreno nel Sud Italia.<ref>{{cita|Kreutz 1996|pp. 41–43}}.</ref> [[Otranto]] era stata sottratta ai Saraceni nel 873, e [[Bari]] nel 876.<ref>{{cita|Kreutz 1996|p. 57}}.</ref> Secondo le fonti bizantine, nel corso del suo mandato in Italia Niceforo recuperò numerose città cadute in mano araba negli anni precedenti, tra cui [[Taranto]], [[Bari]], [[Santa Severina]], [[Reggio Calabria|Reggio]] e [[Taormina]], Tropai (Tropea) e soprattutto [[Amantea|Amantia]], che Massenzio aveva precedentemente assaltato senza successo.<ref name=PmbZ/> Secondo i continuatori di Giorgio Monaco, stava assediando Amantia quando gli giunse la notizia della morte di Basilio I e del suo richiamo per decisione di Leone VI; Niceforo mantenne segreta la notizia finché non riuscì a persuadere la guarnigione araba alla capitolazione in cambio della garanzia di un salvacondotto.<ref name=PmbZ/>
Nel corso del suo mandato in Italia rafforzò la posizione bizantina insediando nella regione molti [[Armeni]] nonché 1000 schiavi manomessi (cioè affrancati) donati dalla vecchia benefattrice di Basilio I, la vedova [[Danielis (vedova)|Danielis]]. Il generale si preoccupò di rafforzare la difesa dei territori dai Saraceni, invitando le popolazioni a stabilirsi in ''kastellion'', borghi posti nelle alture più facilmente difendibili grazie alla configurazione naturale del terreno, secondo il [[motto]] "Ascendant ad montes" (traducibile con "''Si stabiliscano sui monti"'').<ref>{{cita pubblicazione|autore=Ulderico Nisticò|anno=1999|mese=dicembre|titolo=Ascendant ad montes. La difesa passiva ed attiva della costa ionica in età bizantina|rivista=Vivarium Scyllacense. Bollettino dell'Istituto di Studi su Cassiodoro e sul Medioevo in Calabria.|volume=10|numero=2|pp=41-118|url=http://www.porphyra.it/porphyra2.pdf}}</ref> Lo storico del XI secolo [[Giovanni Scilitze]] riporta peraltro che Niceforo pose fine agli abusi ai danni delle popolazioni locali e, in particolare, alla pratica attuata dai soldati bizantini di ritorno in Oriente di portare con sé italiani locali per venderli come schiavi. Secondo Scilitze, gli italiani a lui grati dedicarono una chiesa a [[Foca di Sinope|San Foca]] in suo onore.<ref name=PmbZ/> Al tempo del richiamo, aveva esteso la dominazione bizantina su gran parte della [[Puglia]] e della [[Calabria]].<ref>{{cita|Kreutz 1996|p. 63}}.</ref> Queste vittorie posero le basi per la riconquista bizantina di gran parte del Sud Italia che fu proseguita sotto i suoi successori, culminando nella costituzione del thema di [[Langobardia (thema)|Longobardia]] intorno al 892. Le regioni di Puglia, Calabria e [[Basilicata]] sarebbero rimaste saldamente sotto la dominazione bizantina fino al XI secolo.<ref>{{cita|Kreutz 1996|pp. 63–66, 68}}.</ref>
===Domestico delle Scholae e la guerra con la Bulgaria===
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