Ernest Shackleton: differenze tra le versioni
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La nave, incastrata nella banchisa, andò alla deriva da 77° S a 61° S, finché il 27 ottobre - più di dieci mesi dopo - dovette essere abbandonata, e infatti il 21 novembre fu completamente distrutta dalla pressione del ghiaccio. Shackleton fece trasferire l'equipaggio sulla banchisa in un accampamento d'emergenza chiamato "Ocean Camp", dove rimasero fino al 29 dicembre, quando si trasferirono, trasportando al traino tre scialuppe di salvataggio, su un lastrone di banchisa in quello che chiamarono ''Patience Camp''.
Fino all'8 aprile [[1916]] rimasero sulla [[banchisa]] e - quando questa incominciò a sciogliersi - tentarono di raggiungere, a bordo delle scialuppe, l'[[isola Elephant]]. Dopo una navigazione molto difficile, raggiunsero la costa dell'isola il 15 aprile [[1916]], al 498º giorno della spedizione. Le probabilità di ritrovamento e soccorso erano nulle, Shackleton decise quindi di raggiungere, utilizzando la scialuppa in condizioni migliori, la [[Georgia del Sud]] (distante 870 [[Miglio nautico|miglia marine]], circa 1.600 km) insieme
Shackleton, insieme con [[Tom Crean]] e [[Frank Worsley]], riuscì in 36 ore ad attraversare 30 miglia di montagne e ghiacciai inesplorati della Georgia del Sud (fu il primo attraversamento dell'isola) per raggiungere la [[stazione baleniera]] di Stromness situata sulla costa settentrionale. I tre vi giunsero il 20 maggio. Da lì Shackleton organizzò il soccorso degli uomini rimasti sull'isola
L'impresa di Shackleton, che nonostante le incredibili traversie non perse nemmeno un uomo, fu per lungo tempo oscurata dall'attenzione dedicata alla contemporanea sfortunata spedizione di Scott. Solo in epoca
== La spedizione ''Quest'' ==
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